MISCELLANEA

Articoli vari:

  1. Ma Cristo non ha cancellato Israele  di p. Rossi De Gasperis

  2. Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2002

  3. Gerusalemme la pace e l'urgenza d'attendere. di Elie Wiesel

  4. Apparizioni... di S. Giovanni della Croce

  5. È la nostra una religione civile? di Maurilio Guasco

  6. Pace e perdono (dal messaggio del Papa per la quaresima 2001)

  7. 24 giugno, 23 settembre, 25 dicembre sono date storiche di Tommaso Federici

  8. Il "pellegrinaggio domenicale"  di Vincenzo Apicella

  9. Esiste ancora l'indignazione? di Maurilio Guasco

  10. I ministeri laicali nelle parrocchie di Vincenzo Apicella 

  11. Andiamo alla Messa di Diego Coletti

  12. La comunità ecclesiale (USMI 2004) di Luigi Retrosi    

In un file compresso e autoscomponibile sono stati riuniti (a causa della loro estensione) alcuni articoli del parroco. Per leggerli conviene copiare il file sul proprio calcolatore (gli anglofili dicono "computer"):  

  1. Riflessioni di un parroco di Luigi Retrosi

In libreria: 


È uscito il secondo libro, postumo, di Tommaso Federici, della collana Cristo Signore Risorto amato e celebrato: La scuola di preghiera cuore della Chiesa locale, ed. EDB, € 45


Chiesa locale: Roma: il Concilio diventa esperienza

(di Ernesto Preziosi da VITA PASTORALE N. 3/2004 -41)

II gruppo La Tenda ha raccolto in un'antologia i testi basati sul dialogo usciti per 18 anni in ciclostilato.

Accanto a monografie impegnative, o volumi che studiano le Chiese locali, presentiamo questa volta un'opera del tutto differente, che si riferisce alla stagione recente e guarda la storia ecclesiale da un'angolazione "di base". L'antologia Roma come Chiesa locale. Un'esperienza di dialogo (a cura del Gruppo La Tenda, Edizioni Dehoniane, Bologna 2003) è frutto di un tirocinio di conversazioni avviato oltre trent'anni fa da un gruppo di cristiani in una Chiesa locale del tutto singolare come quella di Roma. Il ciclostilato La Tenda, che ha animato e comunicato tale esperienza, prende l'avvio nella primavera del 1969, al termine di un decennio di straordinaria fecondità spirituale, culturale, politica. È l'epoca del concilio Vaticano II e del Sessantotto, nonché di un'ampia fioritura culturale in molti campi. In questa fervida temperie, la pubblicazione nasce per iniziativa di un'interessante figura di prete romano, don Nicolino Barra, e di alcuni suoi amici. Si forma così un gruppo redazionale, al servizio del dialogo nella Chiesa locale di Roma, che nel corso di diciotto anni, fino al 1986, invia ai suoi lettori 151 numeri.

In seguito alla scomparsa di don Nicolino (22 gennaio 2000), alcuni redattori, amici e col­laboratori, sorpresi dalla grande forza e attualità di tante pagine del ciclostilato, hanno deciso di raccogliere in antologia ciò che è parso loro prezioso anche oggi per la nostra vita umana, cristiana, comunitaria.

I temi trattati ci danno ragione di un dibattito e di una stagione: Roma come Chiesa locale; i preti a Roma; il diaconato permanente; le parrocchie; la Bibbia come testo di catechismo; l'attenzione alla città e ai suoi problemi. Forse la dichiarata volontà di non «fare uso della cate­goria di laicato, che è riduttiva rispetto alla pie­nezza di partecipazione alla vita della Chiesa di ogni singolo battezzato» finisce per riservare involontariamente - ma è proprio di una certa realtà "di base" - un'attenzione privilegiata, magari rovesciata, al fattore gerarchico.

Una traccia della pagina conciliare. « È difficile valutare esattamente il significato del concilio Vaticano II nella storia della Chiesa», scrive Ghislain Lafont nella prefazione, «cioè nel cammino di progressiva appropriazione, da parte dei cristiani, della verità del Vangelo, per la conoscenza del vero Dio e per la costruzione dell'uomo autentico. Tale valutazione è difficile, perché ne siamo ancora all'inizio. Pensavamo a un aggiornamento della Chiesa, a un certo numero di riforme che consentissero a un tempo il ritorno a una certa autenticità delle origini e a una presa in considerazione - al di là della polemica contro la Riforma - dei cambiamenti culturali intervenuti dal Rinascimento in poi. In realtà, si tratta di molto di più, e ci rendiamo conto, giorno dopo giorno, che nuovi modelli di vita e di pensiero si vanno elaborando progressivamente: per l'intelligenza di Dio, della persona e dell'umanità di Gesù, per la comprensione della storia del mondo e della verità dell'uomo, per lo stesso significato del cristianesimo in rapporto alle religioni e alle saggezze umane, per il giusto senso della missione e della natura della Chiesa.

«La nascita e lo sviluppo di tali prospettive non sono unicamente, né in primo luogo, pertinenza degli studiosi. Sono in realtà i cristiani di ogni provenienza e di ogni livello che si sono messi al lavoro, spinti non da una preoccupazione - peraltro importante nel proprio ambito - di coerenza teologica, ma dalla necessità di rispondere concretamente alla domanda: come vivere in comunità cristiane nel mondo d'oggi, lasciandosi penetrare dal fermento ancora male identificato del Vaticano II?

«Penso che il valore dei documenti de La Tenda», commenta ancora Lafont, «risieda proprio in questo. Ci sono, certo, i documenti del Concilio: ma che cosa significano, negli anni'70, per i quartieri poveri e le periferie della città di Roma? Verso che cosa orientano concretamente, per l'annuncio della fede e la pratica sacramentale, ma anche per la vita degli uomini in questi spazi sfavoriti a livello umano, eppure ricchi dei valori dell'umanità e della religione popolare? E, poiché si tratta della città di Roma così com'è, della sua Chiesa particolare, e non dell'Urbs sacra e un po' mitica, né del centro fortemente istituzionalizzato dell'amministrazione universale della Chiesa, come non solo ripensare, ma riformare l'effettivo rapporto dei cristiani romani col loro vescovo, coi loro preti, diaconi, movimenti religiosi?

«Una tale riflessione non poteva partire che da coloro che, nelle loro parrocchie e nei loro inserimenti, vivevano tali problemi in modo impegnato. È per capire meglio e agire meglio che essi si riunivano. Condividevano le loro esperienze e le loro riflessioni intorno a don Nicola, prete assolutamente fedele, pienamente coinvolto nel suo lavoro parrocchiale, ma anche uomo profondamente colto, e profeta di uno stato di cose da chiarire, da fare evolvere, perché il Vangelo divenga sempre più la "legge fondamentale" della Chiesa».

«Senza dare un giudizio negativo sugli anni successivi alla pubblicazione de La Tenda, possiamo riconoscere che l'imprevedibile novità proposta dal Vaticano II ha fatto paura a molti cristiani e, possiamo dirlo serenamente, a molti dirigenti della Chiesa. Le strade che cominciavano ad aprirsi, pur essendo in profonda sintonia con le epoche più vive e creative della Chiesa sin dalle origini, hanno spaventato con le concrete rimesse in questione che necessariamente comportavano. Se molti cercano ancora, altri, e tra di loro taluni molto influenti, si sono fermati oppure tentano un ritorno a posizioni sicure in apparenza, ma morte in realtà. Ma, secondo una nota espressione, bisogna saper "dare tempo al tempo", e tale pazienza è anche un fattore di maturazione, un modo con cui lo Spirito reca i suoi frutti. Coloro che hanno pensato e scritto i testi de La Tenda continuano a vivere quello che hanno compreso e ad approfondire il senso di ciò che accade. Perciò la speranza non sarà confusa».