Angeli |
Gli angeli nelle
“passio” dei martiri
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Il brusio degli angeli Dalla Sacra Scrittura
conosciamo che Dio ha creato anche gli angeli, creature personali, puri
spiriti, immortali, più intelligenti e potenti degli uomini. - L'esistenza di un universo angelico è un forte richiamo alla incommensurabile azione creatrice di Dio, e costringe il pensiero umano a riconoscersi limitato e a mantenersi umile. In un mondo emancipato, quale quello moderno, si ode di nuovo "il brusio degli Angeli" (F. L. Berger); si riscopre il bisogno di un orizzonte più grande capace di superare le angustie della ragione presuntuosamente sicura di sé e programmata a partire soltanto dall'uomo. Appare del tutto possibile che la natura e gli uomini, esseri materiali e spirituali nello stesso tempo, abbiano al di sopra di se altri esseri puramente spirituali. |
- Gli Angeli santi,
messi alla prova, hanno accettato il progetto di Dio, ora 'Stanno davanti a
lui per servirlo, contemplano la gloria del Suo Volto, e giorno e notte
cantano la sua lode"; intervengono nella storia della salvezza, a favore
dei singoli uomini, dei popoli e della Chiesa (cf Eb 1,14). - Cristo è il loro capo (cf Col 1,16); nei Vangeli gli sono accanto, come annunciatori o servitori: l'angelo dell'annuncio a Maria (cf Lc 1,26ss), gli angeli, a Betlemme lodano Dio e annunciano il Salvatore (cf Lc 2,13s); servono Gesù nel deserto (cf Mt 1, 13), sono presenti nella sua agonia (cf Lc 22,43) e annunciano la sua risurrezione (cf Lc 24,4ss). Gli angeli sono nostri
amici a cominciare dall'Angelo Custode. Essi sono a servizio di Dio e dei
Figlio suo Gesù Cristo, per la sua gloria e a beneficio degli uomini; sono
modelli di adorazione e di lode, e validissimi intercessori e difensori. Michele, il cui nome ebraico significa "chi è
come Dio?", è ricordalo due volte dal profeta Daniele come protettore
del popolo eletto (Dan 10,13 e 12,1).
L’apostolo s. Giuda Taddeo nella sua lettera lo presenta in lotta contro
Satana per il corpo di Mosè. Giovanni nell'Apocalisse (12,7) illustra la
lotta tra Michele e i suoi angeli contro il drago infernale. La Liturgia dei
defunti lo presenta come colui che accompagna le anime dal Purgatorio
all'incontro definitivo con Dio. Già soltanto il suo nome esprime
l'adorazione che noi dobbiamo avere per Dio, al quale nessuno è superiore,
essendo il Signore e il Creatore di tutto. La sua festa è fissata il 29
settembre. Raffaele, il cui nome significa "Dio è
medicina", appare nel libro di Tobia come il compagno e l'amico nel
viaggio del giovane Tobia nel paese dei suoi padri alla ricerca di una sposa
per la sua vita e come colui che gli ha guarito il suo vecchio padre,
piissimo israelita, diventato cieco. E' per questo considerato il patrono dei
viaggiatori e dei fidanzati cristiani. Gabriele,
il cui nome esprime "forza di Dio" è l'arcangelo che apparve a
Zaccaria, come "colui che sta al cospetto di Dio" per portargli
l'annunzio della nascita di Giovanni Battista, il precursore di Gesù.
Gabriele è il medesimo che annuncia alla Vergine Maria, che sarebbe diventata
la Madre del Figlio di Dio fatto uomo, al quale avrebbe posto nome Gesù (Lc
1,5-22; 26-38), Già il profeta Daniele (8,16; 9,21) gli aveva riconosciuto il
compito di portare i grandi annunci di Dio all'umanità. SacroCuore/ottobre 2002 |
Gli Angeli, di René Lejeune |
Era una bella domenica
primaverile. "Come sono grandi le tue opere. Signore!" (Sal
92,6) Al ritmo dei passi svaniscono
le tensioni. Un prodigioso distendersi del corpo e dello spirito! Ad oltre
mille metri di altitudine, mi soffermo rapito, seguendo il profilo degli
spazi liberi nella valle, nella contemplazione dello splendido panorama che
offre Ginevra, laggiù, ai piedi del Giura. In me risuonano i canti
gregoriani dell'adolescenza, che fanno penetrare nelle profondità del mistero
della Pentecoste. "Veni Sancte Spiritus", "Veni Creator",
"Spiritus Domini replevit orbem terrarum". Oh tesori in attesa di
essere ritrovati per magnificare la contemplazione di anime assetate di Dio! Improvvisamente uno
strano nome. Mentre salgo per lo
stretto sentiero, assorto in una riflessione corroborata dal paesaggio, ecco
che in me risuona improvvisamente un nome, ripetuto con insistenza.
Inspiegabilmente, misteriosamente, una certezza m'illumina, esplode nel mio
cuore, s'impone al mio spirito: "X...!" è il nome del mio Angelo
custode! Nessuna giustificazione razionale, nessuna spiegazione plausibile.
Il SUO nome! Ero lontano mille miglia
dal pensare al mio compagno invisibile, al mio Angelo custode, L'Angelo
particolare cui il Signore mi ha affidato fin dalla nascita. D'altra parte
non avevo stabilito con lui alcun legame sensibile; tanto meno ero entrato in
intimità con lui. Conoscevo l’ esistenza
del mio "protettore" e "pastore"; non intrattenevo con
lui, tuttavia, nessun dialogo. Al contrario, sussisteva con lui una relazione
ben più tenue, la breve preghiera tradizionale che recitavo la sera, imparata
nell'infanzia: "Angelo di Dio, che sei il mio custode…” Niente più di
questo. Ed era spesso meccanica, come si "recitano" delle formule
imparate a memoria. Niente che avesse potuto giustificare la rivelazione che
mi ha colto all' improvviso… Sono sconvolto. Sono ricolmo, radioso di questo dono così improvviso e inatteso. Che cosa significa? Lo dirà il futuro. Da allora, credo di aver capito che egli mi faciliterà la missione che mi è stata affidata, per scelta e non per merito. Dipende forse dal mio totale abbandono alla Provvidenza? Come accade spesso, molte domande trovano risposta negli anni, a volte addirittura solo nell'aldilà. Nella tradizione
biblica, il nome manifesta spesso la funzione alla quale la creatura,
visibile o invisibile, è chiamata. Il nome del mio Angelo custode che mi è
stato appena rivelato ben traduce una funzione preziosa nella mia esistenza
concreta. Come del resto il nome generico di queste creature celesti:
"angeli" (dal greco "angelos", messaggero), manifesta il
loro ufficio. Da allora tra me e il mio Angelo custode si è stabilito un
legame continuo e costante, fondato sul dialogo. |
Litania
all'Angelo custode
Signore, abbi pietà di noi O Cristo, abbi pietà di noi Signore, abbi pietà di noi Padre celeste che sei Dio, abbi pietà di noi Figlio, Salvatore del mondo che sei Dio, abbi
pietà di noi Spirito Santo che sei Dio, abbi pietà di noi Santa Trinità unico Dio, abbi pietà di noi Santa Maria, Regina degli Angeli, prega per
noi San Michele Arcangelo, prega per noi San Gabriele Arcangelo, prega per noi San Raffaele Arcangelo,prega per noiNove cori degli Arcangeli e degli Angeli, pregate
per noi Voi tutti Angeli custodi,pregate per noi Mio Angelo custode,proteggimi Angelo di Dio, mio consigliere e difensore,
proteggimi Angelo di Dio, mio testimone e consolatore,
proteggimi Angelo di Dio, mia guida e
intercessore,proteggimi Angelo di Dio, ispiratore di pensieri
santi,proteggimi Angelo di Dio, mio salvatore nei
pericoli,proteggimi Angelo di Dio, mio soccorso nell'ora della morte,
proteggimi Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
dona a noi la pace |
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...Per concludere, un consiglio urgente Per essere sempre più
vivamente consapevoli di tutto questo, pregate più volte all'anno la novena
al vostro Angelo custode. Non mancate mai di pregarla preparandovi in questo
modo alla sua grande festa del 2 ottobre. Infine, un augurio:
possiate avere "vento favorevole" nel vostro cammino di vita che
proseguirete in compagnia del vostro Angelo custode,vostro pastore e
protettore. |
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Santi Angeli
Custodi
La festa dei Ss. Angeli custodi per molto tempo ha formato un tuttuno con quella di San Michele. Dal secolo XVI si è cominciata a celebrare una festa distinta per i Ss. Angeli custodi, estesa da Paolo V nel 1608 a tutta la Chiesa universale ed è stata fissata al 2 ottobre. Gli angeli hanno come scopo principale l'adorazione della divinità; anche la Chiesa ci fa chiedere a Dio, nel prefazio, di permetterci di unire le nostre voci alle loro per lodarlo. Ma, come indica il loro nome, essi sono anche i messaggeri di Dio, incaricati di vegliare sopra di noi e di eseguire i suoi comandi. Per questo motivo sono chiamati angeli custodi. Ogni essere battezzato ha il suo angelo custode. Egli (esso) ha la missione di proteggerci e di difenderci, di metterci al riparo dagli assalti del demonio e dei nemici della nostra anima affinché noi possiamo giungere alla vita eterna. Questo fedele compagno merita la nostra riconoscenza e la venerazione che conviene ad un santo che gode della visione di Dio in cielo. |
Dai Discorsi di san Bernardo, abate
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San Michele Arcangelo |
Pellegrinaggio al santuario di monte S. Angelo (Foggia) Nel luglio del 1996 la
Santa Sede affidò la cura del Santuario di San Michele (Monte Sant'Angelo,
Foggia) alla Congregazione dei Micaeliti. Quest'ordine nacque in
Polonia su impulso di padre Bronislao Markiewicz; nel lontano 1892 col nome
di "Società temperanza e lavoro ". La costituzione nacque su
ispirazione della regola primitiva di Don Bosco. Lo scopo principale della
nuova congregazione era quello di venire in soccorso agli orfani del tempo e
di insegnare loro un lavoro. |
Oggi i Micaeliti si
dedicano all'educazione cristiana e lavorativa dei bambini e dei giovani
orfani e abbandonati. Attuano la loro vocazione attraverso la predica di
esercizi spirituali e l'editoria, la cura delle vocazioni sacerdotali e
religiose e la direzione di alcuni santuari. In numero di circa 400
svolgono la loro attività in diverse parti del mondo: Polonia, Ucraina,
Italia, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Canada, Nuova Guinea, Argentina
e Paraguay. Abbiamo chiesto a padre Ladislao Suchy, responsabile del
Santuario di San Michele Arcangelo, di farci capire cosa spinge tanti fedeli
- più di tre milioni l'anno - a salire quassù a Monte S. Angelo per visitare
e per pregare in un'antica grotta naturale. Perché
pellegrinare in questo luogo di fede? Uno dei motivi
principali è di natura storica. Cristo si è incarnato nella storia
dell'Europa e in questo santuario noi possiamo leggere tutta la storia del
Cristianesimo a partire dal V secolo. Qui c'è la presenza di tante culture e
di tanti popoli che hanno scelto San Michele come loro protettore e loro
guida. Sono milioni i
pellegrini che dal VI secolo ad oggi salgono a questo santuario. Bisogna
sapere che fin dall'inizio del periodo medioevale questo santuario era una
delle tappe obbligatorie del cammino spirituale di conversione del tempo. Il
viaggio era verso "l'uomo, l'angelo e Dio". L'uomo era rappresento
dalla visita alla tomba degli apostoli Pietro e Paolo a Roma e a quella di
San Giacomo a Compostela in Spagna; l'Angelo lo si incontrava in questo
santuario di San Michele, qui a Monte Sant'Angelo; Dio lo si accostava al
sepolcro di Cristo a Gerusalemme. Un altro motivo di
richiamo e legato in modo particolare alla figura di San Michele.
Nell'epoca moderna dove l'uomo è disposto a toccare solo ciò che e materiale,
l'Arcangelo Michele, come il mondo degli angeli, rappresenta un forte
richiamo allo spirituale le, a entrare nel mistero, a scoprire il volto di
questi amici che Dio ci ha messi accanto per entrare in una comunione sempre
più profonda con Lui. Cosa si
aspettano i pellegrini, dalla visita a questo luogo di preghiera? Il pellegrino entrando
nel santuario vive una dimensione particolare, riuscendo a entrare con grande
facilità dentro se stesso per poi chiedere a noi sacerdoti di essere aiutato
a fare un passo ulteriore verso un rapporto più vero e più intenso verso Dio.
Noi viviamo quotidianamente l'esperienza di tante conversioni. Persone che
nella loro vita per 50/60 anni non si sono mai confessate si accostano per la
prima volta al sacramento della penitenza. Sperimentiamo così la
continua presenza di Dio che opera nella storia e nella vita delle persone. Tutta la storia dell'Europa cristiana è scritta sulle pareti di questo santuario. Qui veniva ogni genere
di pellegrino, il cammino durava anche fino a tre mesi, perfino dalla lontana
Irlanda. Da qui passavano i crociati prima di imbarcarsi per Gerusalemme. Nella
parte sottostante la grotta, nelle cripte, che è la parte
bizantino-longobarda della Chiesa paleocristiana, c'è il segno che moltissimi
fedeli lasciarono come testimonianza del loro passaggio. Segno di una fedeltà
e di una devozione ricca di più di 1500 anni di storia. di Pippo Chillico SacroCuore/dicembre 2002 |
Santa Teresina del Bambin Gesù |
Al
mio Angelo custode
(di
santa Teresa di
Lisieux, dottoressa della Chiesa) Questa
poesia è stata composta nel febbraio 1897, sette mesi prima della -sua morte,
da santa Teresa del Bambin Gesù e del
Santo Volto. |
Glorioso custode della mia anima tu che brilli nel bel cielo come dolce e pura fiamma, vicino al trono dell'Eterno; tu vieni per me su questa terra, e illuminandomi del tuo splendore, bell'Angelo, divieni mio fratello, mio amico, mio consolatore. Conoscendo la mia grande debolezza, mi guidi per mano; ed io ti vedo, con tenerezza, spostare la pietra dal cammino. Sempre la tua dolce voce m'invita a non guardare che i cieli; più mi vedi umile e piccola, e più la tua fronte è radiosa. O tu che attraversi lo spazio più prontamente dei fulmini, vola spesso al mio posto presso coloro che mi sono cari; con la tua ala asciuga le loro lacrime, canta quanto è buono Gesù! Canta che la sofferenza ha fascino e mormora piano il mio nome. Desidero, nella mia breve vita, salvare i miei fratelli peccatori; o bell'Angelo della patria, donami i tuoi santi ardori. non ho nulla oltre ai miei sacrifici, e alla mia austera povertà; uniti alla tue pure delizie; offrile alla Trinità. A te il regno e la gloria, le ricchezze del Re dei re. A me il Pane del santo ciborio, a me il tesoro della Croce. Con la Croce, con l'Ostia, con il tuo soccorso celeste, attendo in pace, dall'altra vita, la felicità che dura per sempre. |
Gli angeli nelle “ passio” dei martiri I martiri pur sottoposti
a efferatezze inenarrabili, non rinnegavano Dio e morivano sorridendo,
contenti. Interrogati sul perché, rispondevano che "un angelo leniva le
loro ferite, li consolava facendo sparire il dolore". San Teodosio, Santa
Agnese, Santa Dorotea, Santa Cecilia, Santa Eulalia
e tanti altri hanno lasciato questa testimonianza. Però, di moltissimi dei
santi antichi le "passio" non sono riconosciute attendibili...
Grande è il numero dei santi che hanno visto gli angeli o sono stati da loro
beneficati. L'angelo di San
Domenico, nel 1100, procurò cibo per il convento in un momento di
grande povertà. San Tommaso
d'Aquino ricevette da un angelo il cilicio, o cintura, che portò
fino alla morte e che dovrebbe essere ancora conservato nel convento
domenicano di Chieri. Nella Summa, Tommaso dice che nell'universo gli
angeli hanno una funzione e un rango ben più realmente specifici di qualsiasi
astro, anche se ciò resta nascosto alla nostra comprensione. San Vincenzo Ferreri
parlò con l'angelo protettore della città di Barcellona cui fu dedicato un
monumento. Al momento della sua morte una moltitudine di spiriti celesti
riempì la sua stanza sotto forma di uccelli bianchi come la neve che svanirono
quando esalò l'ultimo respiro. Santa Rosa da Lima, Santa
Francesca Romana, Santa Agnese da Montepulciano
parlavano e discutevano con il loro angelo, ad alcune portava
la Comunione quando erano impossibilitate a riceverla. San Stanislao
Kostka, morto giovinetto, era moribondo in casa di un fanatico
protestante. Voleva comunicarsi prima di morire ed ecco che gli appaiono,
come racconterà, due angeli e Santa Barbara con il Santissimo
Sacramento. In tempi più recenti, le
apparizioni dell'angelo custode furono appannaggio tra gli altri di Santa Gemma Galgani
e San Giovanni Bosco
fu salvato più volte da chi voleva ucciderlo per la sua opera di beneficenza
a favore dei diseredati, da un cane nero nel quale riconosceva il suo angelo
custode. E si parla di tre apparizioni di angeli ai pastorelli di
Fatima nei mesi
precedenti l'apparizione della Vergine. Nel 1986, mons. Giuseppe Del Ton,
protonotario apostolico, ha dichiarato di avere visto nei giardini vaticani l'angelo
dell'Italia, o Etnarca che dal greco significa "capo di
popolo". Lo descrive così: "Statura elevata, fronte spaziosa,
occhio nero penetrante, fiero capo giovanile aureolato di luce, ali robuste,
raccolte e quiete, ma pronte al volo. La sua veste: una tunica
succinta rosa-azzurrognola, calzari d'oro e nella mano destra un libro in cui
si legge impressa a caratteri marcati su zaffiro: Speranza degli italici intramontabile Maria".» SacroCuore/dicembre 2002 |