Angeli

 

 

 

Gli Angeli

Il brusio degli Angeli

Gli Angeli, di Renè Lejeune

Santi Angeli Custodi
Dai Discorsi di San Bernado, abate
Pellegrinaggio al santuario di monte S. Angelo
Al mio Angelo custode di santa Teresa di Lisieux

Gli angeli nelle “passio” dei martiri

 

 

 

Il brusio degli angeli

 

Dalla Sacra Scrittura conosciamo che Dio ha creato anche gli angeli, creature personali, puri spiriti, immortali, più intelligenti e potenti degli uomini.

 

- L'esistenza di un universo angelico è un forte richiamo alla incommensurabile azione creatrice di Dio, e costringe il pensiero umano a riconoscersi limitato e a mantenersi umile. In un mondo emancipato, quale quello moderno, si ode di nuovo "il brusio degli Angeli" (F. L. Berger); si riscopre il bisogno di un orizzonte più grande capace di superare le angustie della ragione presuntuosamente sicura di sé e programmata a partire soltanto dall'uomo. Appare del tutto possibile che la natura e gli uomini, esseri materiali e spirituali nello stesso tempo, abbiano al di sopra di se altri esseri puramente spirituali.

 

- Gli Angeli santi, messi alla prova, hanno accettato il progetto di Dio, ora 'Stanno davanti a lui per servirlo, contemplano la gloria del Suo Volto, e giorno e notte cantano la sua lode"; intervengono nella storia della salvezza, a favore dei singoli uomini, dei popoli e della Chiesa (cf Eb 1,14).

 

- Cristo è il loro capo (cf Col 1,16); nei Vangeli gli sono accanto, come annunciatori o servitori: l'angelo dell'annuncio a Maria (cf Lc 1,26ss), gli angeli, a Betlemme lodano Dio e annunciano il Salvatore (cf Lc 2,13s); servono Gesù nel deserto (cf Mt 1, 13), sono presenti nella sua agonia (cf Lc 22,43) e annunciano la sua risurrezione (cf Lc 24,4ss).

 

Gli angeli sono nostri amici a cominciare dall'Angelo Custode. Essi sono a servizio di Dio e dei Figlio suo Gesù Cristo, per la sua gloria e a beneficio degli uomini; sono modelli di adorazione e di lode, e validissimi intercessori e difensori.

 

Michele, il cui nome ebraico significa "chi è come Dio?", è ricordalo due volte dal profeta Daniele come protettore del popolo eletto  (Dan 10,13 e 12,1). L’apostolo s. Giuda Taddeo nella sua lettera lo presenta in lotta contro Satana per il corpo di Mosè. Giovanni nell'Apocalisse (12,7) illustra la lotta tra Michele e i suoi angeli contro il drago infernale. La Liturgia dei defunti lo presenta come colui che accompagna le anime dal Purgatorio all'incontro definitivo con Dio. Già soltanto il suo nome esprime l'adorazione che noi dobbiamo avere per Dio, al quale nessuno è superiore, essendo il Signore e il Creatore di tutto. La sua festa è fissata il 29 settembre.

 

Raffaele, il cui nome significa "Dio è medicina", appare nel libro di Tobia come il compagno e l'amico nel viaggio del giovane Tobia nel paese dei suoi padri alla ricerca di una sposa per la sua vita e come colui che gli ha guarito il suo vecchio padre, piissimo israelita, diventato cieco. E' per questo considerato il patrono dei viaggiatori e dei fidanzati cristiani.

 

Gabriele, il cui nome esprime "forza di Dio" è l'arcangelo che apparve a Zaccaria, come "colui che sta al cospetto di Dio" per portargli l'annunzio della nascita di Giovanni Battista, il precursore di Gesù. Gabriele è il medesimo che annuncia alla Vergine Maria, che sarebbe diventata la Madre del Figlio di Dio fatto uomo, al quale avrebbe posto nome Gesù (Lc 1,5-22; 26-38), Già il profeta Daniele (8,16; 9,21) gli aveva riconosciuto il compito di portare i grandi annunci di Dio all'umanità.

 

SacroCuore/ottobre 2002

 

 

 

 

 

Gli Angeli, di René Lejeune

 

Era una bella domenica primaverile. "Come sono grandi le tue opere. Signore!" (Sal 92,6)

Al ritmo dei passi svaniscono le tensioni. Un prodigioso distendersi del corpo e dello spirito! Ad oltre mille metri di altitudine, mi soffermo rapito, seguendo il profilo degli spazi liberi nella valle, nella contemplazione dello splendido panorama che offre Ginevra, laggiù, ai piedi del Giura.

In me risuonano i canti gregoriani dell'adolescenza, che fanno penetrare nelle profondità del mistero della Pentecoste. "Veni Sancte Spiritus", "Veni Creator", "Spiritus Domini replevit orbem terrarum". Oh tesori in attesa di essere ritrovati per magnificare la contemplazione di anime assetate di Dio!

 

Improvvisamente uno strano nome.

Mentre salgo per lo stretto sentiero, assorto in una riflessione corroborata dal paesaggio, ecco che in me risuona improvvisamente un nome, ripetuto con insistenza. Inspiegabilmente, misteriosamente, una certezza m'illumina, esplode nel mio cuore, s'impone al mio spirito: "X...!" è il nome del mio Angelo custode! Nessuna giustificazione razionale, nessuna spiegazione plausibile. Il SUO nome!

Ero lontano mille miglia dal pensare al mio compagno invisibile, al mio Angelo custode, L'Angelo particolare cui il Signore mi ha affidato fin dalla nascita. D'altra parte non avevo stabilito con lui alcun legame sensibile; tanto meno ero entrato in intimità con lui.

Conoscevo l’ esistenza del mio "protettore" e "pastore"; non intrattenevo con lui, tuttavia, nessun dialogo. Al contrario, sussisteva con lui una relazione ben più tenue, la breve preghiera tradizionale che recitavo la sera, imparata nell'infanzia: "Angelo di Dio, che sei il mio custode…” Niente più di questo. Ed era spesso meccanica, come si "recitano" delle formule imparate a memoria. Niente che avesse potuto giustificare la rivelazione che mi ha colto all' improvviso…

 

Sono sconvolto. Sono ricolmo, radioso di questo dono così improvviso e inatteso. Che cosa significa? Lo dirà il futuro. Da allora, credo di aver capito che egli mi faciliterà la missione che mi è stata affidata, per scelta e non per merito. Dipende forse dal mio totale abbandono alla Provvidenza? Come accade spesso, molte domande trovano risposta negli anni, a volte addirittura solo nell'aldilà.

Nella tradizione biblica, il nome manifesta spesso la funzione alla quale la creatura, visibile o invisibile, è chiamata. Il nome del mio Angelo custode che mi è stato appena rivelato ben traduce una funzione preziosa nella mia esistenza concreta. Come del resto il nome generico di queste creature celesti: "angeli" (dal greco "angelos", messaggero), manifesta il loro ufficio. Da allora tra me e il mio Angelo custode si è stabilito un legame continuo e costante, fondato sul dialogo.

 

Litania all'Angelo custode

 

Signore, abbi pietà di noi

O Cristo, abbi pietà di noi

Signore, abbi pietà di noi

Padre celeste che sei Dio, abbi pietà di noi

Figlio, Salvatore del mondo che sei Dio, abbi pietà di noi

Spirito Santo che sei Dio, abbi pietà di noi

Santa Trinità unico Dio, abbi pietà di noi

Santa Maria, Regina degli Angeli, prega per noi                

San Michele Arcangelo,   prega per noi

San Gabriele Arcangelo, prega per noi

San Raffaele Arcangelo,prega per noi

Nove cori degli Arcangeli e degli Angeli, pregate per noi

Voi tutti Angeli custodi,pregate per noi

Mio Angelo custode,proteggimi

Angelo di Dio, mio consigliere e difensore, proteggimi

Angelo di Dio, mio testimone e consolatore, proteggimi

Angelo di Dio, mia guida e intercessore,proteggimi

Angelo di Dio, ispiratore di pensieri santi,proteggimi

Angelo di Dio, mio salvatore nei pericoli,proteggimi

Angelo di Dio, mio soccorso nell'ora della morte, proteggimi

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace

 

 

 

...Per concludere, un consiglio urgente

 

Per essere sempre più vivamente consapevoli di tutto questo, pregate più volte all'anno la novena al vostro Angelo custode. Non mancate mai di pregarla preparandovi in questo modo alla sua grande festa del 2 ottobre.

Infine, un augurio: possiate avere "vento favorevole" nel vostro cammino di vita che proseguirete in compagnia del vostro Angelo custode,vostro pastore e protettore.

 

 

 

Santi Angeli Custodi

 

La festa dei Ss. Angeli custodi per molto tempo ha formato un tuttuno con quella di San Michele. Dal secolo XVI si è cominciata a celebrare una festa distinta per i Ss. Angeli custodi, estesa da Paolo V nel 1608 a tutta la Chiesa universale ed è stata fissata al 2 ottobre. Gli angeli hanno come scopo principale l'adorazione della divinità; anche la Chiesa ci fa chiedere a Dio, nel prefazio, di permetterci di unire le nostre voci alle loro per lodarlo. Ma, come indica il loro nome, essi sono anche i messaggeri di Dio, incaricati di vegliare sopra di noi e di eseguire i suoi comandi. Per questo motivo sono chiamati angeli custodi. Ogni essere battezzato ha il suo angelo custode. Egli (esso) ha la missione di proteggerci e di difenderci, di metterci al riparo dagli assalti del demonio e dei nemici della nostra anima affinché noi possiamo giungere alla vita eterna. Questo fedele compagno merita la nostra riconoscenza e la venerazione che conviene ad un santo che gode della visione di Dio in cielo.

 

 

 

Dai Discorsi di san Bernardo, abate


"Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi"[Sal 90,11]. Ringrazino il Signore per la sua misericordia e per i suoi prodigi verso i figli degli uomini. O Signore, che cos’è l’uomo, per curarti di lui o perché ti dai pensiero per lui? E per dimostrare che il cielo non trascura nulla che ci possa giovare, ci metti a fianco quegli spiriti celesti, perché ci proteggano, e ci istruiscono e ci guidino. "Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi". Queste parole quanta riverenza devono suscitare in te, quanta devozione recarti, quanta fiducia infonderti! Sono presenti per proteggerti, sono presenti per giovarti. Anche se gli angeli sono semplici esecutori di comandi divini, si deve essere grati anche a loro perché ubbidiscono a Dio per il nostro bene. Siamo dunque devoti, siamo grati a protettori così grandi, riamiamoli, onoriamoli quanto possiamo e quanto dobbiamo. Tutto l'amore e tutto l'onore vada a Dio, dal quale deriva interamente quanto è degli angeli e quanto è nostro. Da lui viene la capacità di amare e di onorare, da lui ciò che ci rende degni di amore e di onore. Amiamo affettuosamente gli angeli di Dio, come quelli che saranno un giorno i nostri coeredi, mentre nel frattempo sono nostre guide e tutori, costituiti e preposti a noi dal Padre. Ora, infatti, siamo figli di Dio. Lo siamo, anche se questo attualmente non lo comprendiamo chiaramente, perché siamo ancora bambini sotto amministratori e tutori e, conseguentemente, non differiamo per nulla dai servi. Gli angeli di Dio non possono essere sconfitti né sedotti e tanto meno sedurre, essi che ci custodiscono in tutte le nostre vie. Sono fedeli, sono prudenti, sono potenti. Perché trepidare? Soltanto seguiamoli, stiamo loro vicini e restiamo nella protezione del Dio del cielo.

 

 

San Michele Arcangelo

Pellegrinaggio al santuario di monte S. Angelo (Foggia)

 

Nel luglio del 1996 la Santa Sede affidò la cura del Santuario di San Michele (Monte Sant'Angelo, Foggia) alla Congregazione dei Micaeliti. Quest'ordine nacque in Polonia su impulso di padre Bronislao Markiewicz; nel lontano 1892 col nome di "Società temperanza e lavoro ". La costituzione nacque su ispirazione della regola primitiva di Don Bosco. Lo scopo principale della nuova congregazione era quello di venire in soccorso agli orfani del tempo e di insegnare loro un lavoro.

 

 

Oggi i Micaeliti si dedicano all'educazione cristiana e lavorativa dei bambini e dei giovani orfani e abbandonati. Attuano la loro vocazione attraverso la predica di esercizi spirituali e l'editoria, la cura delle vocazioni sacerdotali e religiose e la direzione di alcuni santuari.

In numero di circa 400 svolgono la loro attività in diverse parti del mondo: Polonia, Ucraina, Italia, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Canada, Nuova Guinea, Argentina e Paraguay. Abbiamo chiesto a padre Ladislao Suchy, responsabile del Santuario di San Michele Arcangelo, di farci capire cosa spinge tanti fedeli - più di tre milioni l'anno - a salire quassù a Monte S. Angelo per visitare e per pregare in un'antica grotta naturale.

 

Perché pellegrinare in questo luogo di fede?

Uno dei motivi principali è di natura storica. Cristo si è incarnato nella storia dell'Europa e in questo santuario noi possiamo leggere tutta la storia del Cristianesimo a partire dal V secolo. Qui c'è la presenza di tante culture e di tanti popoli che hanno scelto San Michele come loro protettore e loro guida.

Sono milioni i pellegrini che dal VI secolo ad oggi salgono a questo santuario. Bisogna sapere che fin dall'inizio del periodo medioevale questo santuario era una delle tappe obbligatorie del cammino spirituale di conversione del tempo. Il viaggio era verso "l'uomo, l'angelo e Dio". L'uomo era rappresento dalla visita alla tomba degli apostoli Pietro e Paolo a Roma e a quella di San Giacomo a Compostela in Spagna; l'Angelo lo si incontrava in questo santuario di San Michele, qui a Monte Sant'Angelo; Dio lo si accostava al sepolcro di Cristo a Gerusalemme.

 

Un altro motivo di richiamo e legato in modo particolare alla figura di San Michele. Nell'epoca moderna dove l'uomo è disposto a toccare solo ciò che e materiale, l'Arcangelo Michele, come il mondo degli angeli, rappresenta un forte richiamo allo spirituale le, a entrare nel mistero, a scoprire il volto di questi amici che Dio ci ha messi accanto per entrare in una comunione sempre più profonda con Lui.

 

Cosa si aspettano i pellegrini, dalla visita a questo luogo di preghiera?

Il pellegrino entrando nel santuario vive una dimensione particolare, riuscendo a entrare con grande facilità dentro se stesso per poi chiedere a noi sacerdoti di essere aiutato a fare un passo ulteriore verso un rapporto più vero e più intenso verso Dio. Noi viviamo quotidianamente l'esperienza di tante conversioni. Persone che nella loro vita per 50/60 anni non si sono mai confessate si accostano per la prima volta al sacramento della penitenza.

Sperimentiamo così la continua presenza di Dio che opera nella storia e nella vita delle persone.

 

Tutta la storia dell'Europa cristiana è scritta sulle pareti di questo santuario.

Qui veniva ogni genere di pellegrino, il cammino durava anche fino a tre mesi, perfino dalla lontana Irlanda. Da qui passavano i crociati prima di imbarcarsi per Gerusalemme. Nella parte sottostante la grotta, nelle cripte, che è la parte bizantino-longobarda della Chiesa paleocristiana, c'è il segno che moltissimi fedeli lasciarono come testimonianza del loro passaggio. Segno di una fedeltà e di una devozione ricca di più di 1500 anni di storia.

di Pippo Chillico

SacroCuore/dicembre 2002            

 

 

Santa Teresina del Bambin Gesù

Al mio Angelo custode

 

(di santa Teresa di Lisieux, dottoressa della Chiesa)

 

Questa poesia è stata composta nel febbraio 1897, sette mesi prima della -sua morte, da santa Teresa del  Bambin Gesù e del Santo Volto.

 

 

Glorioso custode della mia anima

tu che brilli nel bel cielo

come dolce e pura fiamma,

vicino al trono dell'Eterno;

tu vieni per me su questa terra,

e illuminandomi del tuo splendore,

bell'Angelo, divieni mio fratello,

mio amico, mio consolatore.

Conoscendo la mia grande debolezza,

mi guidi per mano;

ed io ti vedo, con tenerezza,

spostare la pietra dal cammino.

Sempre la tua dolce voce m'invita

a non guardare che i cieli;

più mi vedi umile e piccola,

e più la tua fronte è radiosa.

O tu che attraversi lo spazio

più prontamente dei fulmini,

vola spesso al mio posto

presso coloro che mi sono cari;

con la tua ala asciuga le loro lacrime,

canta quanto è buono Gesù!

Canta che la sofferenza ha fascino

e mormora piano il mio nome.

Desidero, nella mia breve vita,

salvare i miei fratelli peccatori;

o bell'Angelo della patria,

donami i tuoi santi ardori.

non ho nulla oltre ai miei sacrifici,

e alla mia austera povertà;

uniti alla tue pure delizie;

offrile alla Trinità.

A te il regno e la gloria,

le ricchezze del Re dei re.

A me il Pane del santo ciborio,

a me il tesoro della Croce.

Con la Croce, con l'Ostia,

con il tuo soccorso celeste,

attendo in pace, dall'altra vita,

la felicità che dura per sempre.

 

 

 

Gli angeli nelle “ passio” dei martiri

 

I martiri pur sottoposti a efferatezze inenarrabili, non rinnegavano Dio e morivano sorridendo, contenti. Interrogati sul perché, rispondevano che "un angelo leniva le loro ferite, li consolava facendo sparire il dolore".

San Teodosio, Santa Agnese, Santa Dorotea, Santa Cecilia, Santa Eulalia e tanti altri hanno lasciato questa testimonianza. Però, di moltissimi dei santi antichi le "passio" non sono riconosciute attendibili... Grande è il numero dei santi che hanno visto gli angeli o sono stati da loro beneficati. L'angelo di San Domenico, nel 1100, procurò cibo per il convento in un momento di grande povertà. San Tommaso d'Aquino ricevette da un angelo il cilicio, o cintura, che portò fino alla morte e che dovrebbe essere ancora conservato nel convento domenicano di Chieri. Nella Summa, Tommaso dice che nell'universo gli angeli hanno una funzione e un rango ben più realmente specifici di qualsiasi astro, anche se ciò resta nascosto alla nostra comprensione.

San Vincenzo Ferreri parlò con l'angelo protettore della città di Barcellona cui fu dedicato un monumento. Al momento della sua morte una moltitudine di spiriti celesti riempì la sua stanza sotto forma di uccelli bianchi come la neve che svanirono quando esalò l'ultimo respiro. Santa Rosa da Lima, Santa Francesca Romana, Santa Agnese da Montepulciano parlavano e discutevano con il loro angelo, ad alcune portava la Comunione quando erano impossibilitate a riceverla. San Stanislao Kostka, morto giovinetto, era moribondo in casa di un fanatico protestante. Voleva comunicarsi prima di morire ed ecco che gli appaiono, come racconterà, due angeli e Santa Barbara con il Santissimo Sacramento.

In tempi più recenti, le apparizioni dell'angelo custode furono appannaggio tra gli altri di Santa Gemma Galgani e San Giovanni Bosco fu salvato più volte da chi voleva ucciderlo per la sua opera di beneficenza a favore dei diseredati, da un cane nero nel quale riconosceva il suo angelo custode. E si parla di tre apparizioni di angeli ai pastorelli di Fatima nei mesi precedenti l'apparizione della Vergine. Nel 1986, mons. Giuseppe Del Ton, protonotario apostolico, ha dichiarato di avere visto nei giardini vaticani l'angelo dell'Italia, o Etnarca che dal greco significa "capo di popolo". Lo descrive così: "Statura elevata, fronte spaziosa, occhio nero penetrante, fiero capo giovanile aureolato di luce, ali robuste, raccolte e quiete, ma pronte al volo.

La sua veste: una tunica succinta rosa-azzurrognola, calzari d'oro e nella mano destra un libro in cui si legge impressa a caratteri marcati su zaffiro: Speranza degli italici intramontabile Maria".»      

 

SacroCuore/dicembre 2002

 

 

 

 

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