LA SCUOLA
MARCIA A GONFIE VELE |
Dal 13 al 15 settembre scorso, si è svolto a Favignana il 2°
Congresso Nazionale del Consorzio S.I.M.I. (scuole isole minori
italiane). Scopo del Consorzio è il potenziamento della crescita
Sociale, culturale e professionale dei giovani abitanti delle
isole minori attraverso una scuola funzionale da un punto di vista
strumentale e del personale docente capace, quindi, di diventare il
nucleo propulsore della «cultura» delle società isolane.
La nostra scuola, come le altre delle isole minori ha una propria
specificità non solo geografica, ma antropologico culturale propria
della isolanità e prodotta dall'isolamento, si pone, pertanto, come
risorsa umana e strumentale al servizio e per il miglioramento
aggiornamento continuo del territorio attraverso la condivisione
delle risorse dei programmi, dei progetti, utilizzando tutte le
forme possibili di partenariato sociale e istituzionale.
In seguito a disposizione della Regione Sicilia, i nostri bambini
ragazzi sono rientrati a scuola il 30 settembre, dimostrando tanta
voglia di fare e di imparare; hanno risposto all'invito del Parroco
della Chiesa Madre di Favignana e giovedì 3 ottobre, si sono recati
in Chiesa per un momento di preghiera ad inizio anno scolastico.
E' altresì, soddisfacente far sapere ai lettori che gli alunni della
scuola elementare hanno partecipato al concorso «Ben volersi»
sulla Prevenzione della violenza nell'infanzia e nell'adolescenza
organizzato dalla USL, n. 9 di Trapani ed hanno vinto il 1°
premio nell'ambito del distretto di Trapani.
|
...La Domenica, giorno del Signore e di riposo per la maggior parte
dei lavoratori, era di solito il giorno prescelto du pirriaturi,
per scegliere il terreno, per iniziare una nuova cava. Gli esperti del
gruppo, visitavano le cave attorno per analizzare i vari strati di
pietra e studiarne la venatura (nervi), che se presi in mal modo,
sicuramente, sarebbero stati causa di parecchio rottame.
Scelto il posto, con il piccone si sondava il terreno, per analizzare se
la crosta era dura o meno.
Cu zappuni (zappa molto più stretta e lunga), pala e cartedda
(recipiente fatto di solito di canne tagliate) si toglieva quel leggero
strato di terra rossa, mettendo a nudo lo strato roccioso. Se lo strato
si presentava uniforme e livellato si passava subito a «trincare»
(tagliare) il tufo, al contrario, se lo strato si presentava con
avvallature, si iniziava subito il lavoro di livellamento «scarricatu».
Spesse volte non bastava neanche una settimana per finire il lavoro.
Questa settimana era chiamata «simana persa», in quanto non si
portava neanche un soldo a casa.
Questo lavoro era molto duro e richiedeva tanta esperienza.
Bisognava
levare subito lo strato roccioso (u forti). Si procedeva usando
il piccone (u picuni), che con la punta si batteva di traverso
sulla roccia, facendola schizzare a pezzi. Quando la scorcia
(scorza) era molto spessa, si studiava il sistema per farla saltare
tutta di un pezzo.
Attorno attorno «si ci facìanu i spaccatura» (piccoli solchi) e
lungo di esse si eseguivano delle buche dette «cugneri» per
introdurvi dei grossi cunei (cugna) di ferro, con l'aiuto di due
piastrine (lanni), per aumentare la presa.
Poi si batteva su di essi, con tutta la forza delle braccia, con la
mazza, a ritmi costanti, con brevi intervalli, per dare il tempo
all'onda d'urto di far breccia sulla roccia.
Man mano che il cugno entrava nella roccia attraverso i lanni si
creavano sul terreno delle piccole crepe, che diventavano sempre più
grandi, fino a quando il masso di roccia non saltava tutto di un pezzo,
con grande gioia du pirriaturi che non vedeva invano tutti i suoi
sforzi.
Finita questa fase atroce, si iniziava a «trincare» (tagliare)
usando a mannàra, dopo aver squadrato la cava. Per la squadratura
ci si serviva di una bacchetta lunga 50 cm (parpagnu), fatta di
canna o di melograno.
In tutta questa operazione la cosa più importante era che la cava
finisse a tufo intero per evitare sprechi. Questo sistema si
applicava per le cave a cielo aperto.
A. Grammatico
- Tannu s’aiuta u valenti quannu u suli tramunta a punenti
- Voi vinciri u vicinu ? Curcati prestu e susiti matinu
- A matinata fa a iurnata, statti quantu voi, susiti t’ai
|
|