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S  I    R  I  P  A  R  T  E

« NON  POSSIAMO  TACERE »

Parrocchia, comunica la tua fede

Inizia il nuovo anno Catechistico.
Eccoci pronti per ripartire!
Fanciulli, ragazzi, adolescenti, giovani, adulti: tutti in «carrozza» !
Convinciamoci che non siamo mai degli «arrivati». La nostra fede è come una lampada che va sempre alimentata dall'«olio» della Parola di Dio e dell'Insegnamento della Chiesa.
Perciò è necessaria l'istruzione religiosa o Catechesi! Catechesi che alimenta e nutre la nostra fede nel Cammino della vita. In altre parole con il Battesimo ci siamo «iscritti» a partecipare ad una «corsa a tappe», senza giorni di riposo, il cui traguardo finale sarà l'incontro con il Signore.
Ora sostiamo alquanto per meditare su due importanti «tappe» di questa «corsa».
Eccole:


Cresime Maggio 2002
 
«SARETE MIEI TESTIMONI»
 

E come non prestare attenzione agli «organizzatori accompagnatori» di questa «corsa»? Sono i Catechisti! I loro nomi: Giovanna A. Michela A. Vita A. Maria D'A. Antonina S. Rosaria R. Fortunata B. Paola S. Esterina B. Antonietta C. Vita T. Lucia M. Lucia C. Giovanna V Angela T. Angela St. Giuseppina F. Prospero S. M. Venerina M. Felicina Stefania M. Rosanna M..
Sono persone che non vogliono sostituirsi ai genitori nell'educazione religiosa dei figli, ma solo mettersi al loro fianco gratuitamente, dichiarando con forza (come gli Apostoli Pietro e Giovanni):
«Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato!». (At. 4,20)
 

La sentinella

«Ognuno li sentiva parlare nella propria lingua»

Con queste parole degli Atti degli Apostoli il ns. Vescovo ci presenta il «Piano Pastorale 2002 2003», che ci impegna sul versante della comunicazione.
Nella Pentecoste Dio comunica agli apostoli l'Amore che circola tra le tre Persone divine ed essi, in quella pienezza del dono dello Spirito, comunicano al mondo la Parola di Salvezza.
Da sempre l'uomo per entrare in relazione con gli altri ha fatto uso della parola.
Ma la Parola appartiene a Dio fin dal principio: «Dio disse: Sia la luce e la luce fu» .... E il Signore rese l'uomo partecipe del Suo atto creativo concedendogli di dare un nome alle creature.
 

 

Purtroppo, una grande tentazione è servirsi della parola per dominare gli altri escludendo Dio dal proprio orizzonte. Interrompendo la comunicazione con Dio subentra la confusione nella diversità delle lingue, come accadde a Babele. Il rifiuto del dono d'amore (peccato) allontana sempre dal modello trinitario delle relazioni, creando divisioni, fatture, sofferenza.
L'indifferenza religiosa, lo scollamento tra fede e vita richiedono che il messaggio liberante e salvifico di Gesù venga proposto con più forza e consapevolezza, imitando Lui, il perfetto comunicatore, che con il dialogo con i discepoli di Emmaus ci indica le condizioni per ogni annunzio: l'accoglienza e l'ascolto. Gesù si accosta a due cuori agitati che, delusi e scoraggiati si allontanano dalla comunità. Egli sa ascoltarli, poi li aiuta a leggere il presente alla luce della Parola; il percorso di fede culmina nella comunione eucaristica.
Ancora oggi, quanti battezzati si allontanano dalla fede, per i più svariati motivi: alcuni delusi, altri illusi! Ma anch'essi appartengono al popolo di Dio per il quale Gesù ha versato tutto il suo sangue. Molti di loro, posti alla «soglia» della comunità ecclesiale, attendono l'invito a rientrare. Spetta agli "assidui" che formano la comunità eucaristica aiutarli ad attraversare l'amore di Cristo che è la Porta.
Ma se la comunione che diciamo di vivere tra noi non contagia gli uomini del nostro tempo, forse è perché non siamo ancora del tutto riempiti della Buona Notizia che diciamo di voler comunicare; vuol dire che la Parola, quella che salva, non è al primo posto nella nostra vita.
O Maria, madre del Cenacolo, che il fuoco d'Amore sconfigga la paura e la Babele.
Rendici cristiani innamorati della comunicazione. Che la nostra comunità, acquisendo una forte coscienza ecclesiale, sia un dono di presenza soprattutto per quelli che hanno paura di varcare la soglia.
 

G. Aloia