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Gruppo Scout FSE
Dal Sito del Gruppo "Marco Polo", ROMA 46 (Federico Russo), Carlo Serra
La storia del Gruppo Roma 46 e la nascita del primo branco
Nel 1965 a San Bruno
Facciamo un piccolo passo indietro. Prima di venire ai Protomartiri, Don Tonino [D'Ammando] era Parroco a San Bruno, in via della Pisana, dove, fra le varie organizzazioni parrocchiali, aveva voluto la presenza anche degli Scouts. Di conseguenza, nel 1965 a San Bruno aveva preso vita un Riparto Esploratori, che assunse il nome di "Val di Pesio" in ricordo di un bel campo estivo svolto proprio in quella valle alpina.
Al Riparto Esploratori si aggiunse poco dopo il Branco di Lupetti "Rupe del Consiglio" e nacque così il Gruppo A.S.C.I. Roma 46. La sigla A.S.C.I. significava "Associazione Scouts Cattolici Italiani" e indicava l'associazione scout cattolica esistente a quell'epoca di cui il nostro Gruppo faceva parte.
Nascono gli Scoiattoli
Quando don Tonino divenne Parroco dei Protomartiri, volle anche qui gli Scouts. Ma, dato che non si apre un Gruppo Scout da un giorno all'altro, l'inizio avvenne con un piccolo numero di ragazzi. Grazie all'aiuto di alcuni capi di San Bruno, nei primi mesi del 1968 prese vita una Squadriglia Libera, gli Scoiattoli.
Nell'autunno 1968 iniziò le sue attività anche il Branco "Roccia della Pace", che effettuò le sue prime Vacanze di Branco nell'estate del 1969 a Fossanova insieme al Branco "Roccia della Pace" di San Bruno. Il Gruppo A.S.C.I. Roma 46 si trovò ad operare così su due parrocchie, San Bruno e SS Protomartiri, con un Branco di Lupetti e un Riparto di Esploratori in ciascuna di esse.
Per un breve periodo, presso la Parrocchia di S. Maria della Perseveranza, in via della Pisana, prese vita anche un terzo Riparto di Esploratori, denominato "Val d'Aosta", che però ebbe vita breve a causa di diverse difficoltà.
Nel 1973-74 fu costituito ai Protomartiri un nuovo Branco di Lupetti a conduzione interamente femminile, ma l'anno successivo questo Branco fu unificato con il "Roccia della Pace".
Gli anni difficili
Mentre ai Protomartiri lo Scautismo cresceva e si consolidava, le due associazioni cattoliche degli Scouts e delle Guide, A.S.C.I. e A.G.I. erano messe in crisi da una serie di grossi problemi. Erano gli anni difficili della "contestazione" e anche la Chiesa stava vivendo il non facile periodo successivo al Concilio Vaticano II. Tutto l'associazionismo giovanile ne fu pesantemente coinvolto e le associazioni scouts non fecero eccezione.
Lo Scautismo che aveva principi chiari e semplici di fedeltà a Dio, alla Chiesa, alla società e che utilizzava dei mezzi altrettanto semplici e lineari, come la vita all'aperto, il gioco, la vita di gruppo, la responsabilità personale, ecc, iniziò, poco a poco ad essere trasformato in qualcosa di molto differente.
Vi era chi pretendeva di reinventarlo ex-novo (rifiutandone però i punti base, come la Legge, la Promessa, le Squadriglie, la Giungla per i Lupetti, ecc); chi, abbandonata l'uniforme scout e la vita all'aperto, si polarizzava sull'attività sociale, giungendo a perdere ogni identità scout; altri scorgevano nel messianismo marxista la proposta più concreta di impegno politico e guardavano con simpatia ai movimenti della sinistra extraparlamentare; alcuni rifiutavano la dimensione ecclesiale dell'associazione ritenendo che la crescita di fede non fosse compito dello scautismo e appoggiavano le contestazioni alla Gerarchia della Chiesa, proprie di alcune comunità del dissenso cattolico; altri, senza nessuna preparazione ma basandosi solo su proprie idee e teorie personali si lanciavano in avventate esperienze di coeducazione, dando vita ad Unità miste di ragazzi e ragazze.
E' quasi emblematico sapere che diverse persone appartenenti alle associazioni degli Scouts e delle Guide (e anche di altre associazioni cattoliche) entrarono addirittura a far parte dì organizzazioni terroristiche che in quegli anni compirono attentati e fecero vittime in tutta Italia.
In questo clima si giunse, nel 1974, all'autoscioglimento dell'A.S.C.I. e dell'A.G.I. e alla nascita dell'AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), basata sui nuovi principi e, di conseguenza, con uno statuto e con dei documenti di base profondamente diversi da quelli dell'A.S.C.I. e dell'A.G.I..
I capi del Gruppo Roma 46, così come molti altri capi, cercarono di reagire a questo stato di cose, ma senza molto successo. Allora iniziò un periodo d'isolamento, in cui alcune Unità vissero senza contatti con il resto dell'associazione e senza partecipare alle riunioni e agli incontri da essa indetti. Ma una situazione così non poteva certamente durare e, quando nel 1976 prese vita l'idea di una nuova associazione scout che riprendesse i principi che avevano animato per tanti anni l'A.S.C.I. e l'A.G.I., alcuni capi dei Gruppo furono tra i promotori di questa nuova associazione.
Nell'aprile 1976 nacque così l'Associazione Italiana Guide e Scouts d'Europa Cattolici e il nostro Gruppo fu uno dei primi ad aderire ad essa. La scelta non fu esente da difficoltà perché alcuni preferirono optare per l'Agesci. Tuttavia, anche se le strade in quel momento si separarono, ci si lasciò in piena stima e amicizia.
Inizia un nuovo cammino
Dopo gli anni difficili, il nostro Gruppo Scout trovò nella nuova Associazione un ambiente molto più sereno e costruttivo che aiutò capi e ragazzi a realizzare uno scautismo di migliore qualità. Le due realtà parrocchiali, San Bruno e Protomartiri, in cui era vissuto il Gruppo fino ad allora, presero ciascuna la sua autonomia. Un grande sviluppo ebbe il Branco dei Lupetti. Nell'autunno 1984, infatti, per rispondere alle richieste sempre più numerose di bambini che chiedevano di entrare nei Lupetti, il Branco "Roccia della Pace" si sdoppiò e prese vita il nuovo Branco "Waingunga". Ma i bambini che chiedevano di divenire Lupetti erano sempre più numerosi e così, nel novembre 1986, fu aperto un terzo Branco, il "Dhâk". Questo grande afflusso dì bambini si ridusse però dopo qualche anno e nel 1992 i Branchi tornarono ad essere due, con i nuovi nomi di "Seeonee" e "Kotick".
Nell'ottobre 1995 i due Branchi furono temporaneamente unificati, con il nome di "Rupe dei Consiglio", per tornare a sdoppiarsi di nuovo nell'ottobre 1996.
LE ORIGINI A SAN BRUNO
La nascita di un'idea
E' con vero piacere e tanta, tanta nostalgia, che mi accingo a scrivere un breve pensiero su quello che ricordo delle origini del Gruppo Roma 46.
Innanzitutto mi presento, il mio nome è Carlo e sono uno di quelli che ha fondato, e fatto parte nello stesso tempo, il nucleo iniziale di quello che diventò successivamente il Gruppo Scout Roma 46. Il motivo per il quale nacque il Gruppo fu molto semplice. Alla fine dei 1963 furono ultimate le case dell'Istituto Autonomo Case Popolari denominate INCIS, eravamo circa 5.000 persone trapiantate da varie parti di Roma e paesi limitrofi in un nuovo quartiere, l'INCIS appunto, in Via della Pisana. Moltissimi adolescenti e molti bambini.
In un'abitazione dei 3° lotto (il quartiere era diviso in 3 lotti: 1° 2° e 3°) viveva un maestro elementare di nome Vladimiro Piccarreta, che aveva tre figli, uno dei quali era stato scout al Riparto Roma 19. In un incontro fra il maestro Piccarreta e Don Tonino D'Ammando, parroco di San Bruno, nacque l'idea di fondare un Gruppo Scout in quel quartiere così ricco di gioventù.
Il vero motore, però, la persona per mezzo della quale fu possibile realizzare questo progetto fu senz'altro l'indimenticabile e compianto Don Tonino D'Ammando. Fu lui che appoggiò l'idea dei Piccarreta e anzi ci spronò a realizzare presto quella che si rivelò per molti di noi un'avventura indimenticabile. Mise a disposizione la sua pazienza, il suo carisma e le sue meravigliose capacità organizzative e umane e, insieme al suo amico Sergio Durante, aiutò il nascente Gruppo Scout a migliorare e a progredire. Molti di noi non sapevano neanche chi fossero gli Scouts e cosa facessero, quindi fu con molto entusiasmo e spirito d'avventura che iniziammo a fare delle chiacchierate e successivamente delle brevi uscite e diversi fuochi di bivacco, che stimolarono in noi il desiderio di far parte di questa grande fratellanza.
Al maestro Piccarreta si affiancarono alcuni dirigenti dell'A.S.C.I., l'associazione scout cattolica esistente allora, che in breve tempo ci portarono in condizioni di aprire il Riparto. Più di tutti ci seguì Roberto Carbonetti (del Commissariato Regionale A.S.C.I.). Con lui facemmo le prime uscite e, a casa dei Piccarreta, decidemmo i colori del fazzoletto e costruimmo la Fiamma da mandare al Commissariato Regionale per l'approvazione. I ragazzi più grandi furono i primi capi; ricordo tra i primissimi Vito Buongiorno, studente universitario che fu il primo Capo Riparto; Raffaele Buongiorno, anch'esso studente universitario che fu il primo Capo Branco, il sottoscritto Carlo Serra (Bagheera), Achille Gandolfo, Giuliano Salvatori ed altri.
La scelta del fazzoletto
Ricordo bene la sera in cui decidemmo i colori del fazzoletto perché fui incaricato di disegnare il prototipo per l'approvazione. Dopo varie proposte arrivammo alla decisione di un fazzoletto giallo con una striscia nera. Giallo perché si voleva ricordare il giallo delle ginestre, infatti i campi e i boschi di sughero intorno all'INCIS erano tappezzati di ginestre e fu proprio per ricordare le prime chiacchierate, i fuochi di bivacco, le prime uscite intorno al nuovo quartiere che fu scelto il giallo. La striscia nera fu scelta dal maestro Piccarreta per ricordarci i tizzoni dei fuochi di bivacco e fummo tutti d'accordo ad accettare il nero come secondo colore... anche perché contrastava bene con il giallo! Ci ricordammo anche degli antichi cavalieri medievali, ai quali si ispira lo Scautismo, che attribuivano un particolare significato ai colori dei loro stemmi. Per loro il giallo e il nero erano rispettivamente il simbolo della forza e dell'abilità. E così fu anche per noi. Al Commissariato Regionale A.S.C.I. però ci dissero che a Roma esisteva già un Gruppo Scout con il fazzoletto giallo con una striscia nera e pertanto, non volendo rinunciare al giallo fu deciso di aggiungere una seconda striscia nera. Fu così che il fazzoletto divenne giallo con il bordo nero e una striscia nera.
[…]
Arrivano i Lupetti
L'anno successivo aprimmo il Branco e devo dire che eravamo tutti ansiosi di accettare i primi cuccioli. Era buffo, quando finalmente decidemmo di ammettere i primi Lupetti alla Promessa, non saprei dire chi aspettava con più ansia il giorno della Promessa, se i Cuccioli o noi Vecchi Lupi, Il Branco era composto da tre Sestiglie, Rossi, Neri, Pezzati.
Le prime Vacanze di Branco furono effettuate nel 1968 a Montevirginio. L'anno seguente andammo a Fossanova, nel 1970 a Bracciano, nel 1971 a Scandriglia, nel 1972 ad Albano Laziale e... così via.
Il Gruppo nacque così, poco a poco, per l'interessamento di alcuni adulti e con tanta, tanta voglia di vivere, di scoprire, d'avventura. Ci sentivamo veramente parte di qualcosa più grande di noi, a volte sconosciuto, misterioso, ma proprio per questo affascinante. Nel novembre 1966 ci impegnammo a fondo in occasione dell'alluvione di Firenze.
Organizzammo un punto di raccolta e riempimmo due camion di vestiti e generi alimentari. Alcuni di noi partirono alla volta di Firenze, chi con i camion, chi con il treno. Fu la nostra prima Buona Azione come Gruppo Scout.
Carlo Serra