MIRACOLI EUCARISTICI

 

 

 

Lanciano, VIII sec.

 

Ferrara, 28 marzo 1171

 

Bolsena, 1263

 

     Parigi, 1290

 

Cascia, 1330

Torino, 6 giungo 1453

Siena, 14 agosto 1730

 

 

 

 

L’Eucaristia è legata all’Incarnazione

 

Non è possibile rimanere indifferenti davanti al gran numero di miracoli scaturiti dal sacramento dell’Eucaristia. Sono talmente tanti che alcuni libri hanno provato a riportarli tutti, riuscendo però ad offrirne appena un elenco parziale. Sant’Ireneo di Lione, vescovo e martire, uno dei primi Padri della Chiesa d’Occidente, ebbe una felice intuizione quando disse: “Se si crede all’Incarnazione, non si può non credere all’Eucaristia”.

 

Alcuni miracoli tramandati dalla storia

 

In rapida successione, possiamo ricordare:

1)    il prete che nel 1264 officiava la Messa nella chiesa di Bolsena e che mise in dubbio la reale presenza di Gesù nell'Ostia: al momento dell'elevazione, la particola cominciò a sanguinare e macchiò i paramenti del sacerdote; il corporale intriso di sangue è conservato nel duomo di Orvieto all'interno del reliquiario di Ugolino da Vieri, ed uno splendido affresco di Raffaello ha immortalato l'avvenimento.

2)    Nel 1453, a Torino, un prezioso ostensorio che era stato rubato si sollevò da solo senza che nessuno l'avesse toccato, restò sospeso a lungo in aria e poi cadde; l'Ostia, invece, rimase fluttuante ancora alcuni momenti, per poi scendere lentamente nelle mani dell'arcivescovo. Tutto questo avvenne davanti a centinaia e centinaia di fedeli. Fu aperta un'indagine e si appurò che tutto era vero. Sul posto fu poi costruita la chiesa del Corpus Domini.

3)    Nella reggia dell'Escorial, in Spagna, è conservata intatta l'Ostia che nel 1572 sprizzò sangue dopo essere stata calpestata da un ebreo; il miracolo provocò la conversione al Cattolicesimo dell'uomo e la particola venne racchiusa in un ostensorio arricchito da migliaia di brillanti.

   Per risalire ancora nel tempo, miracoli simili ci vengono raccontati da san Gregorio di Nazianzo, san Cipriano e da altri ancora.

 

Gesù, la Verità, si offre per noi

 

Trovandoci davanti ad un Mistero divino, la ragione annichilisce e c'è spazio solo per l'adorazione. Ci basta sapere di essere a pochi metri da Gesù, da Dio, con Lui che si fa cibo spirituale per noi.

   Come ci insegna S. S. Giovanni Paolo II nell'enciclica Fides et ratio, è solo mettendosi al servizio della Verità che la ragione può esserci d'aiuto. E la Verità, lo sappiamo, non è un insieme di concetti, bensì una Persona, lo stesso Gesù che ritroviamo nell'Eucaristia.

   E' soltanto avendo il cuore rivolto a Lui che la mente non costituisce pietra d'inciampo, non alimenta quell'orgoglio che è sorgente di ogni ribellione, di Lucifero prima, dei nostri Progenitori poi e adesso nostra.

 

Le leggi della fisica ci spiegano l’Eucaristia

 

La fede in Dio e nel Vangelo, quindi, ci assicura che l'Ostia è davvero Gesù, e la ragione ci dice che anche il cibo che noi mangiamo si trasforma in sostanze che andranno ad alimentare ed a costituire in parte la nostra carne ed il nostro sangue; ci dice anche che, allo stesso modo, la sostanza dell'Ostia divina andrà a fortificare e santificare il nostro spirito.

   Che come l'acqua può assumere più aspetti (vapore, ghiaccio, liquido), così Cristo – a cui è soggetta tutta la natura – può assumere l'aspetto del Pane e del Vino eucaristici, come ha stabilito durante l'Ultima Cena.

   Che se crediamo ai miracoli di Gesù descritti nei Vangeli ed alle profezie poi avveratesi, è ragionevole credere a tutto ciò che ha detto Gesù, niente escluso (come disse Pascal: "se il Vangelo è vero, se Cristo è Dio, che difficoltà c'è a credere nell'Eucaristia?").

   Che visto che la forma è il pane e la sostanza è il Cristo, quando il sacerdote spezza l'Ostia, ad essere frammentata è soltanto la forma, mentre la sostanza rimane intatta, allo stesso modo di quando togliamo un tizzone incandescente dalla legna che arde nel camino e la sostanza del fuoco resta piena sia nel tizzone che nella legna…

   San Tommaso d'Aquino (al quale, una volta completato il trattato di cristologia Commento al Simbolo, apparve Gesù che gli disse: "Tommaso, hai parlato bene di me") non esitò a scrivere: "Credo a quello che ha detto il Figlio di Dio: niente di più vero di questa parola della Verità".

 

Alex Landi

 

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