Il Pane dei Forti <<
EUCARISTIA >>
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Per
avere una devozione eucaristica solida e non fondata su sentimentalismi, è
necessario sapere con precisione quel che si deve credere sul SS. Sacramento.
Quanto più se ne avrà una conoscenza profonda, tanto più sarà apprezzato e
vissuto con vero trasporto d'amore. SIGNIFICATO DELLA PAROLA<< EUCARISTIA >> Vuoi
dire << rendimento di grazie >>, cioè ringraziamento. Ma nel
linguaggio comune della Chiesa indica tanto Sacrificio della Messa come il
Sacramento, che sotto le apparenze del pane e del vino contiene Gesù Cristo,
figlio di Dio vivente. La SS. Eucaristia, infatti, è sacrificio e sacramento
nello stesso tempo, e si realizza in una sola azione: quando cioè, nella
Messa si pronunciano le parole della consacrazione sul pane e sul vino (accedit verbum ad elementum et fit sacramentum). Ha il
carattere di sacrificio in quanto Gesù è offerto; ha il carattere di
sacramento in quanto è ricevuto come cibo dal singolo fedele. ISTITUZIONE
Come
di tutti i Sacramenti, anche della SS. Eucaristia è autore Gesù Cristo. L' ha
istituita nell'ultima Cena pasquale, alla vigilia della sua morte, lasciando
in testamento Se stesso, vivente sotto le apparenze o specie del pane e del
vino. Prima,
però, di dare agli uomini questo suo incredibile dono, li ha preparati con
una promessa ben chiara, affinché, giunto il momento, l'accettassero senza
minimamente dubitare. PROMESSA DELLA SS.
EUCARISTIA
Ecco
come è narrata dal Vangelo di San Giovanni nel capitolo VI. Gesù è a Cafarnao attorniato da una moltitudine di gente che gli è
corsa dietro per farlo re, perché aveva mangiato a sazietà il pane
miracolosamente moltiplicato nel deserto il giorno avanti. Prendendo lo
spunto dal pane materiale, Gesù afferma ripetutamente e con energia: <<
Io sono il pane di vita>>. E, contrapponendosi alla manna caduta dal
cielo per sfamare gli Ebrei in fuga dall'Egitto, prosegue: « I padri vostri
mangiarono la manna nel deserto e sono morti. Questo e il pane disceso dal
cielo, affinché chi ne mangerà non muoia. Sono io il pane vivo, che son disceso dal cielo. Se uno mangerà di questo pane,
vivrà in eterno; e il pane che io darò, è la mia carne per la vita del mondo
». Dinanzi
a queste parole così chiare, i giudei si disorientano e questionano tra loro;
« Come mai, dicono, può costui darci a mangiare la sua carne? Ciò è
impossibile! E una cosa inaudita!». Gesù, che sa queste difficoltà degli
ascoltatori, non modera o attenua le sue frasi, anzi, afferma con giuramento:
<<. In verità, in verità vi dico: se non mangerete la carne del Figlio
dell'uomo e non berrete il suo sangue, non avrete la vita in voi.Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita
eterna, ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno. La mia carne è veramente
cibo, il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio
sangue, rimane in me ed io in lui ». Gesù ha finito di parlare. Ma questa
volta non sono gli anonimi giudei a mormorare, a litigare, a non credere alla
verità delle sue parole e della sua promessa; sono invece, come annota il
Vangelo, i suoi discepoli, quelli da lui scelti e che lo seguivano dovunque
andasse, e dicono scandalizzali: « Questo è un discorso duro, intollerabile!
Chi lo può ascoltare? ». E poco dopo, attesta San Giovanni presente alla
scena, « molti dei discepoli si ritirano indietro e non vanno più con Lui
».Gesù non si scompone affatto per questa defezione dei suoi amici, ne li richiama per correggere le sue parole e trattenerli,
ma piuttosto vuol sapere come la pensano i suoi apostoli, i « dodici », e
chiede loro: « Volete forse andarvene anche voi? ». Per lutti risponde
l'apostolo Pietro pieno di fede; « Signore, da chi andremo noi? Tu solo hai
parole di vita eterna. E noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il
Cristo Figlio di Dio ». Gli
apostoli hanno compreso bene che Gesù ha promesso di
dare a mangiare la sua carne e bere il suo sangue, ma non inorridiscono come
i giudei, non si scandalizzano come i discepoli: rimangono fiduciosi dietro
Gesù, nell'attesa che la promessa si compia. ADEMPIMENTO
Gesù
è a cena per celebrare la Pasqua con i suoi Apostoli, per mangiare l'agnello,
figura della sua immolazione. Sa che « e giunta l'ora di passare da questo
mondo al Padre », sa che i suoi nemici hanno congiurato di ucciderlo e che
l'apostolo Giuda lo tradirà in quella stessa notte, eppure dice:« Ho bramato ardentemente di mangiare questa Pasqua con
voi prima di partire ». E
come un padre che sta per l'ultima volta con i suoi figli che tanto ama,
parla con immensa tenerezza e fa comprendere che vuoi compiere qualcosa di
grande. Ed
ceco. Gesù « prende il pane e, alzando gli occhi al cielo per ringraziare il
Padre, lo benedice. lo
spezza e lo distribuisce, dicendo: « Prendete, mangiate: questo e il mio
corpo ». E dopo aver cenato, riempie di vino un bicchiere a
calice e dice: « Prendete e bevete: questo è il
calice del mio sangue del nuovo ed eterno testamento, che per voi e per tutti
sarà sparso in remissione dei peccati. Fate questo nella mia memoria
». E’ la promessa
mantenuta. Gli apostoli, che erano tutt'occhi ed orecchie per vedere e sentire e che
certamente ricordavano la moltiplicazione dei pani e la discussione che ne
seguì, compresero pienamente, credettero che le
parole di Gesù avevano operato il cambiamento, e mangiarono la sua Carne e
bevettero il suo Sangue sotto forma di pane e di vino, anche se con la vista,
il gusto e il tatto non avevano notato nessuna differenza. Per loro, come per
noi, non vi poteva ne vi può essere discussione. Le
parole di Gesù son parole di Dio, della stessa
efficacia di quelle della creazione: operano quel che significano. Perfino
l'eretico Lutero, fiero avversario della Chiesa, e stato costretto a dichiarare
contro sua voglia: «II testo e troppo chiaro, il suo significato non si può
fraintendere». La
trasformazione del pane e del vino in carne e sangue di Gesù e chiamata
«Transustanziazione », termine tecnico per indicare che la sostanza del pane
e del vino si e tramutata, cambiata in sostanza del
Corpo e del Sangue di Gesù. I sensi non s'accorgono di questa meravigliosa
trasformazione. All'apparenza il pane e il vino rimangono come prima. Solo la
fede ci dice che sotto le specie del pane e del vino e presente tutt' intero Gesù, vivente con il suo corpo, sangue,
anima e divinità, quello stesso nato da Maria vergine ed ora risorto, e alla
destra di Dio Padre. Da
quella cena, dunque, gli apostoli e, attraverso loro, la Chiesa hanno avuto
il gran dono della SS. Eucaristia, che è sacrificio e sacramento. SACRIFICIO
Gesù,
nel dichiarare il pane e il vino suo corpo e suo sangue,ha
compiuto un sacrificio, e nel dare a mangiare il suo corpo e a bere il suo
sangue, l'ha completato con il sacramento. Il sacrificio compiuto da Gesù è
tutto nell’ offerta totale di Se stesso, anticipando
in figura ciò che sarà fatto domani, nella realtà. Quel suo corpo che domani
sarà immolato sulla croce, Egli l'offre oggi misticamente, in modo incruento,
ponendosi in stato di vittima, sotto le apparenze di pane, distinto e
separato dal sangue, che offre sotto le apparenze di vino. Questa offerta
separata del corpo e del sangue, « che sarà sparso per la salvezza e
redenzione di molti », è azione sacrificale, è il prezzo del riscatto per i
peccati degli uomini, è quella che suggella il patto del “ testamento nuovo
", e cancella il testamento vecchio, che pure si rinnovava col sangue di
una vittima. Questo
stesso sacrificio dell'ultima cena, Gesù ha ordinato agli apostoli di
rinnovarlo, con le parole: « Fate questo per mio ricordo ». Gli apostoli
hanno ripetuto l'azione sacrificale di Gesù, chiamata nei primi tempi « la
frazione del pane », e l' hanno trasmessa alla Chiesa, che la ripete
consacrando il pane e il vino nella S. Messa. La Messa, quindi, è il vero
sacrificio della religione cristiana, com'è anche definito solennemente nel
Concilio di Trento. Qui si rinnova e si rioffre lo stesso sacrificio di Gesù
quello dell'ultima Cena. La
Messa, perciò, non è una raffigurazione o rappresentazione vuota della croce,
o sola commemorazione, ma è ripiena della stessa realtà di ciò che
rappresenta, vi è la stessa passione e morte del Figlio di Dio. Per questo,
ogni volta che si celebra una Messa, si compie tutta l'opera della nostra
redenzione. Nella
Messa, attraverso il ministero del sacerdote,è Gesù
stesso che si offre vittima al Padre in espiazione dei peccati, che
ripresenta al Padre il suo sacrificio della croce; anzi è lo stesso
sacrificio, identico nello scopo: glorificare il Padre, riconciliarlo
con gli uomini, procurare il perdono dei peccati, la grazia e la vita eterna.
Identico nella sostanza, con l'offerta della stessa vittima; diverso
solo nella forma: sulla croce vi è spargimento di sangue, nella Messa non v'e
spargimento alcuno. Il sangue versato copioso sulla croce, nella Messa è
indicato dalla separazione delle specie. che, per
questo, diventano «segno sensibile d'un sacrificio invisibile», cioè sono
segno esterno del sacrificio intimo di Cristo. Da notarsi, inoltre, che Gesù
sì è sacrificato una volta sola sulla croce; nella Messa invece si sacrifica
tante volte quante Messe si celebrano, che perciò son
tanti sacrifici numericamente distinti. Son
ripetute, infatti, le offerte (dove è l'essenza del sacrificio) dell'unico
sacrificio, con quell'intensità d'affetto dalla
stessa Vittima divina, come la prima volta nella cena e sulla croce. Per questo s'asserisce con piena verità, che la
Messa è il dono più grande che possa farsi dall'uomo in onore di Dio: si
offre Gesù, il suo sacrificio, i suoi meriti infiniti, la Vittima degna ed
altamente da Lui accetta « per la sua eccellenza e riverenza » capace di
soddisfare tutti i nostri debiti: debiti di adorazione, di espiazione, di
lode, di ringraziamento e di supplica. Per
questo la Messa è il centro di tutto il culto cattolico, il punto d'incontro
tra ciclo e terra, e degli uomini tra loro. Quando
si celebra una Messa, è tutta la Chiesa che celebra, che supplica, che si
offre, che s'immola con Cristo, capo del Corpo mistico, di tutti i
battezzati. E il sacerdote sull'altare parla sempre in nome di tutta la
cristianità: « Ti preghiamo, ti supplichiamo; accetta, o Signore, il
sacrificio che ti offriamo, ecc. ». Ma quanto più si partecipa attivamente al
santo sacrificio (con la presenza, devozione, preghiere, offerta, comunione),
tanto più si è sacrificanti e si acquistano diritti di grazie e di ascolto da
parte di Dio. Il nostro diritto, però, è sempre il merito di Cristo,che rinnova il suo sacrificio per noi e con noi. SACRAMENTO
La
SS. Eucaristia e sacrificio e sacramento insieme. Sono inseparabili; non può
esistere l'uno senza l'altro. Come
gli antichi sacrifici del popolo ebraico e di quasi tutti i popoli si
concludevano con il mangiare parte della vittima offerta, per venire in
contatto immediato della divinità ed averne protezione, così il Sacrificio
Eucaristico si conclude con il mangiare il pane offerto. Col mangiare tale
Pane consacrato, si applica il sacramento eucaristico a noi, si riceve la
Comunione. Quest'atto di partecipazione al sacrificio col mangiare la
Vittima, si chiama Comunione, perché si compie una comune unione con
Cristo, una cosa sola con Lui. Gesù Cristo, nostro Dio, resosi vittima
attraverso le specie del pane, viene tutto intero in noi, trasformandoci in
Lui. Mentre noi trasformiamo le specie eucaristiche in carne e sangue nostro,
Dio ci assorbe, ci trasforma in Lui, facendoci partecipare della sua vita
divina, direttamente. Noi mangiamo Dio e da Dio siamo mangiati. Siamo «
frumento... pane di Cristo » (S. Ignazio mart.). « Con questo sacramento noi
diventiamo partecipi della natura di Dio ed Egli della nostra » (S. Alberto
Magno). Con la Comunione « ci impinguiamo di Dio » (S, Tommaso dott.) e «
diventiamo come altrettanti dei » (S. Agostino). L'aveva
già detto esplicitamente Gesù: « Come il Padre vivente mi ha mandato ed io
vivo della vita del Padre, cosi chi mangia me, vivrà per me ». Cioè della
stessa vita mia, che poi è vita del Padre, vita di Dio. Questa vita intima
con Dio, frutto della Comunione, è sempre un dono che riceviamo dal
sacrificio della Messa. E se riceveremo Gesù durante la S. Messa, ci uniremo
più strettamente al sacrificio, istituito in modo conviviale nella Cena. EFFETTI DELLA
COMUNIONE
Basta
accennarli. Si comprendono facilmente. E’ un sacramento istituito nel pane e,
ricevendolo, si mangia come il pane. Gli effetti più immediati e
comprensibili saranno quelli che derivano dal mangiare il pane. Il
pane nutre, fortifica,dà vita. II
Pane eucaristico nutre l'anima di tutte le virtù. Dio vi porta la
santità, la purezza, l'amore ed ogni cosa bella e nobile. « L'amore di Dio
non e ozioso. Quando è presente, opera cose grandiose » (S. Gregorio Magno). Fortifica
nelle lotte contro le tentazioni. Si ha nel cuore Gesù, potenza e terrore dei
demoni, e con Gesù tutto il Paradiso. Dà vita; è un effetto
esplicitamente dichiarato da Gesù: « Io sono il pane di vita. Chi lo mangerà, vivrà
m eterno. Questo pane è la mia carne, che io darò per la salute del mondo ».
Per questo la Comunione preserva dai peccati mortali, purifica dai veniali e
dalle pene per essi contratte, e aumenta la grazia
santificante. Dà
la risurrezione gloriosa. Ne è la
caparra. L' ha detto Gesù: « Chi mangerà la mia carne e berrà il mio sangue,
avrà la vita eterna ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno ». I dottori
della Chiesa asseriscono che il Pane eucaristico mette anche nel corpo del
fedele il germe dell'immortalità, che svilupperà e fiorirà a suo tempo per
opera di Cristo. Unisce
gli uomini tra loro. E un banchetto
d'amore, è come una testa di famiglia dove tutti sono invitati a formare una
sola comunità, come fratelli e sorelle, come membri di un sol corpo. La Mensa
riunisce i commensali e un sol cibo li rinsalda tra loro. E quello che diceva
S. Paolo e che annunciava come una cosa nota: « Noi tutti formiamo un sol
corpo, perché partecipiamo di un sol pane ». Quest'unico pane è Gesù, che
riunendoci nel suo corpo, ci lega tra noi. Egli è il capo, noi le membra di
questo corpo, uniti e cementati tra noi per mezzo del Pane. Per questo non si
può ricevere la Comunione con l'odio nel cuore contro i fratelli. E’ un
controsenso. Si va a ricevere il vincolo di unità, di amore, di pace con il
nemico in vista, con la vendetta e la guerra. DISPOSIZIONI
Se
nella Comunione si riceve il corpo, sangue, anima e divinità di Gesù; se si
partecipa al sacrificio della croce, che è redenzione e di pace, di
riconciliazione e di amicizia con Dio, non ci si può presentare con il
peccato nell'anima. E’ evidente. Si rinnoverebbe il peccato di Giuda. Con un
atto di amicizia, com' era il suo bacio, e come è attualmente la Comunione,
si ripeterebbe il suo tradimento. E orribile e mostruoso ricoprire il
santissimo Corpo di Cristo con un'anima macchiata di peccato, unire Cristo
con il demonio, la luce con le tenebre, la vita con la morte: ci « si
renderebbe rei del corpo e del Sangue del Signore », come dice esplicitamente
l'apostolo San Paolo. L'Eucaristia
è un cibo dei vivi; chi è morto non può mangiare. Il peccato grave è la morte
dell'anima, con l'anima morta non si può mangiare la Vita. Prima di
accostarsi, quindi, alla Comunione, esaminarsi se si è in regola con la
propria coscienza. La frequente confessione delle colpe veniali è un mezzo
utilissimo per una degna e fruttuosa ricezione della SS. Eucaristia. Per
questo la chiesa la promuove in tutte le anime che vogliono spiritualmente
progredire. Non farebbe bene un'anima che sotto pretesto di non avere peccati
gravi, si accostasse all'Eucaristia frequentemente senza ricevere mai o
raramente il sacramento della penitenza. Ma
quando si è sicuri di non aver peccati mortali o ci si è confessati bene e si
ha retta intenzione, si faccia la S. Comunione: si berrà la vita come dal
costato di Cristo (S. Giovanni Crisostomo) e si farà contento il Cuore di
Dio. Gesù vuole esser mangiato: « Prendete! Mangiate! ». E’ il suo comando. Chi
non mangia « non avrà la vita in se », e non sarà da Gesù « risuscitato
nell'ultimo giorno ». GESU’ ABITA NEI TABERNACOLI
E’
di fede. Gesù rimane intero, vivo, vero e reale, com'e nel cielo, nel Pane
consacrato fino a che rimangono intatte le specie. Egli e tutto in tutto il
Pane o l'Ostia consacrata, e tutto in ogni parte di essa,
come lo è tutto in tutto il Vino consacrato e tutto in ogni minima parte di
esso. Gesù è prigioniero della sua parola. La
Chiesa, fin dai tempi più antichi, ha conservato il Pane o le Ostie
consacrate, per la necessità degli infermi, dei carcerati e per tutti coloro
che erano assenti al sacrificio della Messa. Ora,
in tutte le chiese vi è un altare e un tabernacolo, vicino al quale arde una
lampada. La fiammella indica che Gesù e presente sacramentalmente. Diventato
Pane, e nella pisside dorata per esser pronto a tutte le richieste dei suoi
figli, per esser vicino alle loro case, per esser loro concittadino e
affezionato amico. E’
un dovere del cristiano visitare Gesù nel S. Tabernacolo, riverirlo, amarlo,
adorarlo e consolarlo anche per coloro che non l'amano e lo disprezzano. Egli
in quel luogo cosi piccolo, umile, a volte disadorno, è il Re dell'universo,
il Creatore del mondo, il Redentore, Cristo vivente come lo è in cielo. Con
Gesù Cristo, figlio di Dio e di Maria e seconda Persona della SS. Trinità, vi
è il Padre, vi è lo Spirito Santo. E si può immaginare, con gli occhi della
fede, che intorno a Dio personalmente presente nei tabernacoli, vi siano
Angeli e Santi in estasi di amore e di adorazione. A questi dobbiamo unirci
per un dovere di amore e di gratitudine. Gesù
è nel Tabernacolo anche per accogliere le domande delle anime, per ascoltare
i loro desideri per confortarle nelle pene della vita. Anche ora dice agli
uomini, come un tempo al popolo di Palestina: « O voi tutti che siete
affaticati e stanchi, venite a me; io vi consolerò, vi ristorerò! ». Per
la molteplicità dei misteri che racchiude, l'Eucaristia è il compendio della
fede, il centro della pietà cristiana, il sole della Chiesa Cattolica e la
sua stella polare, verso la quale orienta tutta l'attività. Perfino
tutti i Sacramenti istituiti da Gesù sono indirizzati ad illustrare la SS.
Eucaristia, che anche attraverso i suoi numerosi nomi riflette la varietà dei
suoi aspetti. Viene chiamata, secondo i casi: Corpo
di Cristo, Corpo del Signore, il Venerabile, il SS. Sacramento, Sacramento
dell'altare, Mensa divina, Viatico, Comunione, Sacrificio della Messa o
dell'altare, ed anche semplicemente: il Santissimo. Sia
gloria,onore e riparazione A
Te, Gesù Sacramentato! |
GESÙ
È PRESENTE NELL’EUCARISTIA (Gv 6,41-58) Molto
belle le parole del poeta romagnolo Giovanni
Pascoli: "Vorrei credere anch’io nella rivelazione di Cristo Dio,
come ci credeva Francesco d’Assisi; e per il dono divino di tanto credere,
sarei ben contento di soffrire nel corpo. Fortunati e felici quelli che hanno
la fede! Essi vivono in continua compagnia e quasi in familiarità con Cristo,
con Maria! Si può vivere meglio di così? Si sentono certissimi
di un domani di felicità eterna. Tanto che dopo una vita di probità, con un
poco di tribolazioni ben sofferte, e divenute quasi leggere per virtù della
fede stessa, che è per loro il morire? Una vera gioia"
. Ebbene,
credere in Cristo Dio e nella sua Rivelazione vuol dire, soprattutto, credere
nell’Eucaristia, perché Gesù è presente nel Sacramento dell’altare e perché
l’Eucaristia è il cuore di tutta la Rivelazione, come afferma Pio XII: "è
la somma e il centro della vita
cristiana". Perciò
sono quanto mai vere e profonde le parole che ripeteva S. Francesco d’Assisi e che ha lasciato scritte nel suo
Testamento spirituale: "Nient’altro vedo corporalmente in questo mondo
dello stesso altissimo Figlio di Dio se non il suo santissimo Corpo e
Sangue... E questi santissimi misteri al di sopra di tutte le cose voglio che
siano onorati". Pensiero
sublime accolto dal Vaticano II
che proclama l’Eucaristia: "Vertice" di tutta la liturgia e
di tutto il cristianesimo e "prima
fonte" di tutte le grazie e le benedizioni del Signore. Significativo
quanto avviene nei Santuari Mariani:
sembra che la Madonna ivi abbia fatto sentire la sua presenza soprattutto per
procurare i più grandi trionfi a Gesù Sacramentato: infatti
a Pompei, a Lourdes, a Fatima, a Guadalupe, a Medjugorje, a Jasna Gora
(Polonia) e negli altri Santuari si incontra la più alta partecipazione alla
S. Messa, alla Comunione, alle processioni eucaristiche. L’EUCARISTIA, come dice S.
Bonaventura, è un mistero
difficile, sicuro, dolce: 1. MISTERO DIFFICILISSIMO: tra i misteri della fede è
il più difficile a credere, perciò sommamente meritorio. Qui tutto è
nascosto, è celata anche l’umanità di Gesù. Tuttavia ce lo
ha insegnato Gesù con parole molto chiare. Perciò, o si accetta la presenza
reale di Gesù nell’ostia e nel vino consacrati o si rifiuta Cristo Dio che è
verità infinita. Del resto ci sono altri misteri difficili (per esempio, la
Trinità), ma che accettiamo perché Gesù ce li ha rivelati. Pascal afferma: "Come abòmino
queste sciocchezze di non credere all’Eucaristia, ecc.!
Se il Vangelo è vero, se Gesù è Dio, che difficoltà vi è qui?" 2. VERITÀ SICURISSIMA: a) Le parole di Gesù nella promessa dell’Eucaristia sono di una chiarezza solare: nessuna
dottrina nella Bibbia è presentata con tanta preoccupazione di non lasciare
dubbi. Gesù prepara
psicologicamente i suoi seguaci alla grande promessa con il miracolo della
moltiplicazione dei pani e poi con un riferimento alla manna che i loro padri
mangiarono, dicendo: "Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno
mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal
Cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è
la mia carne per la vita del mondo" . La folla
non approva, critica, protesta. Ma Gesù non rettifica, non corregge nulla di
ciò che ha detto, anzi conferma con parole ancor più chiare: "In verità,
in verità vi dico: Se non mangerete la
carne del Figlio dell’uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la
vita" . E continua a ripetere per ben quattro volte la frase: mangiare la
mia carne e bere il mio sangue. I discepoli lo abbandonano. Ma
Gesù è disposto a rinunciare perfino agli apostoli pur di mantenere la
promessa; infatti dice loro "Forse anche voi
volete andarvene?" Fortunatamente S. Pietro, a nome degli apostoli, fa
un esplicito atto di fede: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di
vita eterna" . b) Le parole di Gesù nell’istituzione
dell’Eucaristia: Gesù attende un anno per realizzare la sua promessa, e
sceglie il tempo più indicato: la sera che precede il giorno della sua morte
in croce, nel cenacolo; è circondato dagli apostoli; è l’ora della Pasqua
ebraica, è il momento in cui rivela che uno dei suoi lo tradirà; è l’ora
degli addii e del suo testamento.
Ed ecco che adempie alla lettera le parole della
promessa. "Mentre erano a cena – dice il Vangelo –
Gesù prese il pane, lo benedì, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli
dicendo: Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo. Poi prese il
calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro dicendo: Bevetene
tutti, poiché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per tutti in
remissione dei peccati" . Cristo
Dio non può non dire la verità: perciò, da quell’istante
nel cenacolo (e così nei nostri altari dopo la Consacrazione fatta da Gesù
nella Messa per mezzo dei Sacerdoti), Gesù, vero Dio e vero uomo, è
totalmente presente sotto le apparenze del pane, è totalmente presente sotto
le apparenze del vino. Cristo, che è indivisibile, è tutto dove si trova il
suo Corpo e tutto dove si trova il suo Sangue. È
possibile che Gesù sia presente tutto in tutte le piccole ostie consacrate e
nei loro frammenti? Si, è possibile poiché è
presente realmente, ma in maniera particolare che S. Tommaso chiama "a
modo della sostanza": ora la sostanza dell’acqua è presente sia in tutte
le goccioline, come nei fiumi, nei laghi, così Gesù è presente
contemporaneamente in tutte le ostie consacrate e nei loro frammenti. S. Paolo esprime la fede degli
apostoli e della chiesa primitiva nell’Eucaristia con queste chiare parole: "Il calice della
benedizione che noi benediciamo non è forse comunione con il Sangue di
Cristo? E il pane che noi spezziamo non è forse comunione con il Corpo di
Cristo?" . "Chiunque
in modo indegno mangia il pane e beve il calice del Signore, sarà reo del
Corpo e del Sangue del Signore; mangia e beve la sua condanna". I cristiani dei primi tempi erano soliti portare l’Ostia Santa agli ammalati e
carcerati. Fu in questo servizio di fede che il ragazzo S. Tarcisio fu scoperto e ucciso; e sulla sua tomba il Papa S. Damaso fece incidere queste parole: "Egli preferì
consegnare la sua anima alla morte piuttosto che consegnare le celesti membra
(di Gesù) ai cani". Tutti i Padri e i Dottori della chiesa proclamano questa medesima fede. I fratelli Ortodossi, che si sono separati dalla Chiesa Cattolica verso
l’anno mille, conservano la stessa nostra fede nell’Eucaristia. Tutta la cristianità per
millequattrocento anni ha conservato questa fede eucaristica. Lutero avrebbe
voluto negarla per dare un altro schiaffo al Papa, ma non c’è riuscito e l’
ha difesa contro Zuinglio
e altri eretici, dicendo: "le parole di Gesù sono chiare". Gesù ha confermato la sua presenza nell’Eucaristia mediante clamorosi miracoli dei quali
si conservano sicure documentazioni in diverse parti del globo: per esempio a
Lanciano, Bolsena, Orvieto, Siena, Ferrara, Torino,
Trani, Amsterdam, Parigi, Bruxelles, Daroca (Spagna), Alatri, Cascia, Bagno di Romagna, ecc. Anche oggi ci sono dei miracoli
eucaristici: per esempio a Lourdes, quando viene
impartita la benedizione con l’Ostia Santa agli ammalati, ogni anno qualche
ammalato grave guarisce all’istante. Cristo,
potenza infinita, che dal niente ha creato ogni cosa e che continuamente
trasforma il cibo materiale che mangiamo, nella nostra carne e nel nostro
sangue, poteva fare in maniera di diventare presente nell’Eucaristia al posto
della sostanza del pane e del vino (transustanziazione). Lo poteva fare. L’ha
fatto; ne siamo sicurissimi. Quindi possiamo ripetere con il Manzoni: "Sì, Tu scendi ancor dal Ciel; / sì, Tu vivi ancor fra noi. / Sol appar, non è quel velo. / Tu l’hai detto, il so, / come so che tutto puoi, / che ami ognor i tuoi redenti, / che s’addicono i portenti / a un
amor che tutto può". 3. REALTA’ DOLCISSIMA: Gesù ci ama tanto da stabilire la sua dimora in mezzo a
noi: mediante l’eucaristia, abita nelle nostre chiese, vicino alle nostre
case, giorno e notte, chiamandoci e aspettandoci per ricolmarci di grazie, di
conforto, di favori celesti. Va ripetendo: "Venite a me voi tutti che siete stanchi e
affaticati e Io vi ristorerò" . Una lampada
piccola, ma che è il faro più potente del mondo, ce lo
indica, e con la sua luce tremolante pare ci ripeta le belle parole di Victor Hugò:
"Venite a Lui, voi che piangete tanto; / sanno quegli occhi suoi che
cos’è il pianto. / Venite a Lui, voi che tanto soffrite: / sa quel suo Cuore tutte le ferite. / Venite a Lui voi che
passate in fretta. / Egli mai s’allontana e sempre aspetta". S. Elisabetta, Regina d’Ungheria, patrona delle francescane secolari, fin dai 4 anni
cominciò a fare tante visite ogni giorno a Gesù Sacramento. Don Bosco raccomandava: "Non omettete mai la visita
quotidiana... È un mezzo troppo necessario per vincere il demonio". S. Francesco di Sales ripeteva: "Centomila volte al
giorno noi dovremmo visitare Gesù nel SS. Sacramento". E
S. Alfonso osava ripetere:
"Siate certi che di tutti gli istanti della vostra vita, il tempo che
passate davanti al Divin Sacramento sarà quello che
vi darà più forza durante la vita, più consolazione nell’ora della morte e
più gloria per l’eternità. ESEMPIO. La B. Pierina Morosini
(1931–1957), francescana secolare, martire della castità a 26 anni, nasce a Fiobbio di Albino (Bergamo). Fin da bambina è molto
devota dell’Eucaristia. A 15 anni è operaia tessile ad Albino, felice di
mantenere la sua numerosa famiglia con il suo salario che è l’unico nella casa poiché il padre è inabile al lavoro. A 16 anni, in
pellegrinaggio a Roma per la beatificazione di Maria Goretti,
esclama: "Che gioia fare la morte di Goretti!". È
sempre al lavoro: nello stabilimento, in casa, in campagna, per l’Azione
Cattolica, per le Missioni, per il Seminario, per le Vocazioni, per i malati,
per ogni opera di bene, diffondendo ovunque serenità che attinge ogni mattina
dalla visita a Gesù Sacramentato e dalla Comunione giornaliera. Prega
continuamente: in chiesa, in casa, sul lavoro, per la strada; nei Da
Gesù che ogni giorno visita nella chiesa e accoglie nella S. Comunione,
riceve tanta forza da lasciarsi piuttosto uccidere pur di non commettere
peccato. Andava ripetendo queste parole che devono
essere pure il nostro programma: "Piuttosto che fare il peccato mi
lascio ammazzare. Senza Gesù non posso vivere; quando al
mattino mi sono comunicata non ho più paura, mi sento forte". PROPOSITO. Facciamo ogni giorno una visita a Gesù
Sacramentato: attingeremo serenità, forza spirituale, santità, gioia. |
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PENSIERI
EUCARISTICI
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L'Eucaristia è il capolavoro delle opere stupende del
Salvatore. E’ la continuazione e il prolungamento dell'Incarnazione. E’ la
moltiplicazione della presenza di Gesù in questa terra di esilio. E’
rinnovazione del Sacrificio del Calvario. E’ il mezzo creato dalla sapienza e
dall'amore di Dio per unirsi intimamente con ciascuna delle creature redente
dal suo Sangue. E’ il simbolo della perfezione cristiana, il pegno della
risurrezione e della vita eterna. Per l'Incarnazione Dio si abbassa fino
all'uomo, per l'Eucaristia l'uomo si innalza fino a Dio. S. Alberto
Il
dono davvero accetto a Dio è il nostro amore scambievole, significato
dell'Eucaristia ed effetto principale di questo Sacramento. Se
ci amiamo l'un l'altro Iddio riceve davvero la SS.ma Eucaristia da noi come
dono gradito dai suoi amici ed essa gli da quella gloria che gli dobbiamo. L'opera
che Cristo compie nel mondo per mezzo della Chiesa e dei sacramenti, è quella
di incorporarci e trasformarci in Lui con la carità. E
questo viene compiuto soprattutto con la SS. ma
Eucaristia. T. Merton
L'Eucaristia
comincia a Betlemme e nelle braccia di Maria. Maria procurò all'umanità il
pane, di cui è famelica, e che solo può nutrirla, Ella ce
lo custodirà, questo buon pane! Pecorella divina, s'accinge a nutrire
l'Agnello di cui noi mangeremo le carni vivificanti. Lo alimenta col suo
latte verginale, lo alleva per il sacrificio, perché già conosce a che cosa è
destinato, sa già, e fra pochi giorni lo saprà ancor meglio, che Egli è nato
per l'immolazione; Ella accetta questa volontà di Dio a suo riguardo, e porta
fra le braccia, e ci prepara la Vittima de! Calvario e dell'Altare. S. Eymard
Se
altro non hai da offrire al Signore, presentagli almeno il dolore e la pena. A
tanti uomini è costata tanta fatica quel pezzo di pane che riposa sulla
patena. Se
vuota è la tua mano e arida è la tua bocca, offri il tuo cuore ferito e tutto
il tuo pianto. Perché
il vino scorresse nel calice non è stato forse necessario che il grappolo
fosse spremuto e il chicco franto? Se
altro non hai in te che il peccato e la malvagità, la stanchezza della vita e
tutta l'umana pena, le tue mani innalzino al cielo queste tristi cose perché
la Misericordia le ha ricevute come di più nella sua Cena. E
se non hai più neanche la forza dell'offerta e della preghiera, se tutto in
te non è che assenza ed abbandono, accetta in silenzio che un altro si
carichi di te e ti assuma perché l'offerta e l'offerente siano un sol dono. Daniel Rops
La
Comunione, come cibo e medicina dell'anima, tende a mantenere e sviluppare la
nostra vita di grazia e ad assicurarne la sussistenza e la crescita. Ma la
grazia è il germe della gloria. Questa scaturisce da quella come il fiore dal
bocciolo. Quanto più o rigoglioso il bocciolo, tanto più è ricco e splendido
il fiore. L'essere in Cristo quaggiù è il presupposto dell'essere con Cristo
lassù. L'Eucaristia compie nella nostra anima un lavoro costante di
trasfigurazione: la prepara progressivamente alla vita eterna. La
gloria dell'anima ridonderà un giorno anche sul corpo e la prepara alla
gloria della risurrezione. Tanto più che nella Comunione Sacramentale è
proprio il corpo che entra in contatto più stretto con la Carne e con il
Sangue del Signore. P. B. Goebel Cap. L'Eucaristia è Gesù con
noi. Ella rinnova l'Incarnazione e perpetua la vita di Gesù in terra... L'Eucaristia è Gesù per
noi. Ella non soltanto ricorda, ma anche riproduce il sacrificio di Gesù
sul Calvario... L'Eucaristia è Gesù a noi. Ella ci da Gesù vivo e
vero, in cibo e bevanda, per la perfetta unione. Card. M. Massimi
Figlia
mia, vuoi tu darmi il tuo cuore per farvi riposare il mio amore sofferente,
da tutti disprezzato? Io cerco anime che accettino
sacrifici per il compimento dei disegni del mio Cuore. N. Signore a
S. Margherita M. Se sei aggravato dall'iniquità, Gesù in Sacramento è
la giustizia; se abbisogni di aiuto, Egli è la forza; se temi la morte, Egli
è la vita; se desideri il Cielo, Egli e la via; se vuoi fuggire le tenebre,
Egli è la luce; se cerchi il cibo, Egli è l'alimento. S. Ambrogio
La
Comunione Eucaristica ha per oggetto di alimentare l'unione santificante e
vivificante dell'anima con Dio, di mantenere e fortificare la vita spirituale
e interiore, di impedire che nel viaggio e nel combattimento terreno venga a
mancare ai fedeli quella vita che è stata loro
comunicata nel battesimo. Pio XII
Il
Verbo Incarnato dimora in Cielo per rendere felici gli Angeli e i Santi,
dimora nell'Eucaristia per rendere felici noi. S. Agostino
Come
il fuoco che noi vediamo quaggiù, possiede la doppia facoltà di bruciare e di
rischiarare, così il
corpo del Signore, simile a fuoco ardente, se ricevuto con timore e rispetto,
consuma i peccati e illumina tutta l'anima. S. Francesco d'Assisi
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Gesù
è il grande sconosciuto, il grande dimenticato, il grande abbandonato. Dalla
sua prigione grida il suo amore, ma gli uomini non ascoltano la sua voce.
Chiama le persone ma queste girano la testa per
correre dietro ai loro affari, ai loro piaceri. Tutti
quelli che amano Gesù dovrebbero circondarlo di amore ardente e costante
assiduità. Invece gli contano i minuti! Se ne vanno senza avergli detto una
parola con il cuore! Gesù
desidera essere visitato. Ha sete di affetto e di tenerezza ed è felice quando si vede amato. La sua prigione è diventata
l'incontro di tutte le gioie del ciclo e della terra. Colloqui intimi tra
Gesù e le anime. Comunicazione di vita a coloro che si nutrono di Lui. P. Sp. E. M. Gesù
aveva innanzi agli occhi il mondo intero e tutte le generazioni che dovevano
succedersi fino alla fine dei tempi. Per tutti istituì il Sacramento. A tutti
offrì la sua Carne santa e il suo Sangue redentore. Aveva
promesso di restare tra gli uomini; che si sarebbe dato in cibo e trovò un
modo di presenza e di cibo che permette a tutti di nutrirsi facilmente dì
lui. Ha
costellato la terra di Ostie, come il firmamento di stelle. Si è costruito
ovunque dei templi e ha innalzato innumerevoli torri quale segno tangibile
della sua presenza. Scelse
per tarai mangiare il frumento di cui la terra e
prodiga: il nutrimento più umile, più universale P. Sp. E. M. Ai nostri giorni, più che mai, son
necessari uomini che disarmino, mediante la propria immolazione, la collera
di Dio, irritato contro i delitti sempre crescenti delle nazioni: ci vogliono
anime che, con le loro suppliche, riaprano i Tesori della grazia, chiusi
dall'indifferenza generale; ci vogliono dei veri adoratori, vale a dire,
uomini di fuoco e di sacrificio: quando questi saranno numerosi attorno al
loro Divin Capo, Dio sarà glorificato. Gesù amato, le società ritorneranno cristiane,
conquistate a Gesù Cristo per mezzo dell'apostolato della preghiera
eucaristica. S. Eymard
L'Eucaristia
è il miracolo dell'amore. Sotto questo aspetto è senza dubbio il più grande
miracolo, perché l'Eucaristia è Gesù donato all'anima. Ma
è anche il miracolo della fede pura, perché all'Eucaristia si crede
unicamente perché Lui lo ha detto, si crede esclusivamente sulla sua parola.
Perciò con la Comunione possiamo fare il più bell'atto
di fede e di amore al Signore. Con la fede in
Gesù Eucaristia, presente realmente in noi, possiamo riparare nel modo
migliore alle incredulità degli uomini. E quando la Comunione è fatta con
frequenza, rispetto, raccoglimento, purezza, possiamo riparare ogni
negligenza, freddezza, ingratitudine e sacrilegio degli uomini verso il suo
grande amore. Dionisi S.I. Alla
S. Messa riceviamo il Corpo della Vita stessa e beviamo
il suo santo Sangue in remissione dei peccati e partecipazione d'immortalità;
credendo che uno solo è il Sacerdote e la Vittima: Colui che offre ed è
offerto. S. Cirillo
d'Alessandria
S. Cirillo d'Alessandria Le tue lacrime
acquisteranno un valore infinito se versate nel Calice che raccoglie il
Sangue di Gesù nella Santa Messa. Pensa che assistendovi con fede e
penetrazione puoi offrirti vittima con Gesù sul medesimo altare. Da “ Cuore a Cuore “
L'Eucaristia
consacra la vita umana; essa fa dei vostri corpi dei templi, delle vostre
anime dei tabernacoli. Non profanate dunque ciò che Dio ha consacrato:
abbiate costumi eucaristici. Monsignor Gay
Il
miglior modo per economizzare il tempo è di spenderne tutte le mattine
mezz'ora per ascoltare la Santa Messa. F. Ozanam
Per
quanto puoi, va' ad assistere alla S. Messa; e se le occupazioni non te lo
permettono, desidera almeno di assistervi e intanto offri a Dio il Sacrificio
di Gesù sulla Croce, perché ti preservi da ogni disgrazia e benedica i lavori
della giornata. S. Alfonso de' Liguori
Ogni
volta che tu celebri o ascolti la Messa,ti deve
sembrar cosa grande, nuova e gradita, come se Gesù Cristo quel giorno
medesimo, sospeso alla Croce, stesse soffrendo e morendo per la salvezza
degli uomini. dall'Imitazione di Cristo Ah,
facciamo spesso la comunione spirituale, così in punto di morte potremo dire
a Gesù: " Gesù mio vi ho accolto tante volte nel mio povero cuore; ora
accogliete me con Voi in paradiso “. S. Gabriele
dell'Addolorata
Con
l'orazione domandiamo a Dio le grazie; nella S. Messa lo costringiamo a
darcele. S. Filippo Neri
Io
sono la piccola goccia d’acqua che è mescolata al vino della Messa. E il vino
della Messa diventa il Sangue dell'Uomo-Dio. E l'Uomo-Dio è sostanzialmente
unito alla SS.ma Trinità. La
piccola goccia è trascinata nel fiume di vita della Santa Trinità. Card. Mercier
L'ultimo
giorno del mondo si celebrerà ancora la Messa e l'ultima voce che risuonerà
sulla terra sarà la voce di quel Cuore che, immolandosi nell'Ostia Santa,
dirà al Padre: Invoco, o Padre, per il mondo un'ultima onda di misericordia;
invoco per il mondo un'ultima benedizione e il tuo perdono. Mons. Fabozzi
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IL PANE
DELLA VITA
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“Chi Vive l'Eucaristia non può dormire sonni tranquilli,
perché si rimane invasi dalla passione, perché non ci si rifugia solo in una
confortevole convivialità d'amore
ma con essa arriviamo ad amare gli antipatici e/o i nemici.” |
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La comunione trasforma l'anima in una pietra viva della
città divina e ogni anima in un tempio di Dio. Edith
Stein Il
sacrificio Eucaristico è la fonte, il centro e il culmine di tutta la vita
cristiana. Il frutto fondamentale dell'Eucaristia è la carità, come
capacità di dare la vita come l' ha data Gesù. Ma il riferimento a Gesù,
colloca la carità entro le coordinate della fede e della speranza: Gesù dona
la sua vita in nome e in forza di uno speciale rapporto contemplativo con il
Padre. C .M.
Martini È la comunione a infondere la risolutezza e il coraggio,
che nessun intervento o scienza dell'uomo può riuscire a ottenere tra noi. Essere
uniti a Gesù attraverso l'Eucaristia mi dà il coraggio di riprovare ad essere migliore dove il giorno prima ho mancato: sia
verso gli altri, sia verso me stessa. Enrica Lombardi È
dovere di ogni cristiano mettersi alla scuola dell'Eucaristia perché in essa fruttifica la Parola accolta con fede, fiorisce la
preghiera per gli altri nella carità, tutto è ricondotto a diventare lode e
ringraziamento, e la comunione con Cristo apre alla comunione con Dio e con i
fratelli. M. L. Ariosto Per
questo Corpo eucaristico di Cristo, io non sono più terra e cenere, non sono
più prigioniero, ma libero; per questo io spero i
cieli, e di possedere i beni che si trovano in essi: la vita immortale. Non permettere mai che qualcuno venga a te senza che se
ne vada via migliore e più contento. Sii l'espressione della bontà di Dio. Ai
bambini, ai poveri, a tutti coloro che soffrono, dà loro non solo le tue
cure, ma anche il tuo cuore. Madre Teresa di Calcutta Il
Signore non sta nel tabernacolo per sé, ma per noi, poiché ama stare vicino
ai figli degli uomini e inoltre sa che abbiamo bisogno della sua presenza Innalzo
lo sguardo a te; attendo il Pane Vivente che è nel cielo e che discende dal
cielo. Dammi eternamente di questo pane. Distruggi questa vita, che ben
presto avrà fine, e riempimi di quella vita soprannaturale, che non morirà
mai. J.H. Newman Noi
mangiamo il pane consacrato e i nostri corpi diventano sacri;non sono nostri, sono di Cristo, sono pervasi di quella
carne che non ha visto la corruzione; diventano immortali. J.H. Newman Donaci, Signore, l'energia del navigatore instancabile.
Vogliamo nutrirci del tuo Pane, vogliamo identificarci con te, quali che siano gli sforzi necessari per farlo. Giovanni Vannucci Il Signore vi guarda sempre con uno sguardo di amore; vi
guarda con occhi di bontà, pieni della tenerezza di un padre;vi segue dappertutto, voi siete la sua continua
occupazione. S.Pier Giuliano Eymard L'Eucaristia è il termine e
il coronamento di tutti i sacramenti. L'Eucaristia
è istituita perché diventiamo fratelli; viene
celebrata perché da estranei e indifferenti gli uni gli altri, diventiamo
uniti, uguali ed amici; è data perché, da massa apatica e fra sé divisa, se
non avversaria, diventiamo un popolo che ha un cuore solo e un'anima sola. Il mio cuore ripete senza fine che voglio Te, Te solo! Tutti i desideri che ogni giorno e notte mi distraggono
sono falsi e vani, fin nel profondo dell'anima. Come la notte cela nelle tenebre la brama che ha della
luce, così nel profondo dell'essere mio, un grido risuona: Te, Te solo! Tagore Una
sola comunione ben fatta è capace di farci sentire santi e perfetti. La Santa Eucaristia è Gesù
passato, presente e futuro. O mio
Salvatore, tu sarai il mio solo Dio! lo non voglio
avere altro Signore all'infuori dite. Spezzerò in frantumi tutti gli idoli
che vorranno rivaleggiare con te, nel mio cuore. La mia vita sarà pregarti,
offrirmi a te, tenerti dinanzi a me, adorarti nel tuo Santo Sacrificio, J. H. Newman L'
Eucaristia contiene il significato, il dolore e la beatitudine della nostra
esistenza. Karl Rahner L'Eucaristia è quel Figlio
di Dio, Gesù, che assunse la natura umana Noi
ti lodiamo e ti rendiamo grazie Signore, per il grandissimo dono del tuo
Corpo e del tuo Sangue, Tu che sei il Signore e creatore del cielo e della
terra e di tutto l'universo, ti doni a noi, poveri peccatori. (Cfr. Sal 66
(65), 6). Signore,
benedici il mio cuore, perché sia il tempio vivo del tuo spirito Sabine Naegeli
Incontratelo,
carissimi, e contemplatelo in modo tutto speciale nell'Eucaristia, celebrata
e adorata ogni giorno, come fonte e culmine dell'esistenza e dell'azione apostolica Giovanni Paolo II Diceva Don Bosco: volete molte grazie? Visitate Gesù
nell'Eucaristia, volete moltissime grazie? Visitate
spesso Gesù nell'Eucaristia. Ma la grazia importantissima che ottiene chi ne fa
l'esperienza, è la trasformazione della mente e del cuore che avverte in se
stesso non per volontarismo, ma per la grazia trasformate propria
dell'Eucaristia. Anonimo Dio
si è fatto uomo, ed ecco Gesù sulla terra. Ma
era nella logica dell'amore che poi trovasse il modo
di rimanere nei secoli, ed essere presente ovunque: escogitata dalla sua
fantasia divina, inventò l'Eucaristia. Chiara Lubich Io credo nel sole anche
quando non brilla. Non
è stato per caso che il Signore volendosi dare tutto a noi, ha scelto la
forma del pasto in famiglia. Il
convito eucaristico diventa così segno espressivo di comunione, di perdono e
di amore. Giovanni
Paolo II Gesù è l'amore infinito.
Solo Lui ti può riempire la vita. |
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