FILIPPO GR. PHILIPPOS (“amatore
dei cavalli”) |
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Filippo, uno dei 12 apostoli, nel Vangelo di Giovanni è
descritto come seguace leale, onesto, ma a volte eccessivamente ingenuo, di Gesù.
Secondo Giovanni, Filippo fu il terzo a unirsi al seguito di Gesù, dopo Andrea
e suo fratello Simone (Pietro); fu però il primo che Gesù
invitò direttamente ad essere suo discepolo, con un semplice comando: «Seguimi» (Gv 1,43). |
A quel tempo, doveva essere un discepolo di Giovanni Battista, come Andrea e
forse Pietro. Tutti e tre erano di Betsaida, un
villaggio di pescatori sulla sponda nordorientale
del Mare di Galilea, e forse si conoscevano prima di diventare seguaci di
Gesù. Filippo ebbe un ruolo importante nel far entrare Natanaele nel gruppo dei Dodici. Buon conoscitore
delle Scritture, credeva che la missione di Gesù fosse adombrata nell'Antico
Testamento: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e
i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret»,
disse a Natanaele. E quando Natanaele
domandò ironicamente se «qualcosa di buono» poteva mai venire dall'oscuro
villaggio di Nazaret, Filippo rispose: «Vieni e
vedi» (Gv 1,45;46). Dopo aver ammaestrato una folla di 5000 persone che si
erano radunate per ascoltarlo nei pressi di Betsaida,
Gesù mise alla prova la visione che Filippo aveva del suo potere,
chiedendogli di sfamare quella gente. La risposta del discepolo dimostra che
egli non s'aspettava il miracolo che Gesù stava per compiere per sfamare la
folla, vedendo solo l'aspetto concreto del problema: «Duecento denari di pane
non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo» (Gv 6,7). Nel fine settimana prima della morte di Gesù, alcuni
pagani di lingua greca in visita a Gerusalemme chiesero di poterlo
incontrare, e furono Filippo e Andrea che cercarono di accontentarli. I nomi
Filippo e Andrea sono greci, e a Betsaida si
parlava prevalentemente greco, per cui forse Filippo
conosceva quella lingua e altre volte aveva fatto da tramite a quanti non
parlavano l'aramaico e seguivano Gesù. Durante l'Ultima Cena, Filippo appare ancora una volta
quale esempio di quelli che non comprendevano appieno la missione di Gesù.
Dopo l'uscita precipitosa di Giuda Iscariota e l'affermazione di
Pietro che lui non avrebbe mai tradito il Maestro, Filippo chiese
un'esperienza personale per consolidare la propria fede: «Signore, mostraci
il Padre e ci basta». La risposta di Gesù manifesta una certa esasperazione:
«Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha
visto me ha visto il Padre. Come puoi dire:
"Mostraci il Padre"?» (Gv 14,8.9). Gli unici riferimenti a Filippo nei tre Vangeli
sinottici sono negli elenchi dei 12 apostoli. E’ citato anche come uno degli
11 discepoli radunati al piano superiore di una casa dopo la crocifissione,
poco prima della discesa dello Spirito Santo a Pentecoste. Nei
secoli successivi nacquero varie leggende su Filippo, che vennero raccolte
nell'opera Atti di Filippo, in cui è spesso confuso con il diacono Filippo,
un errore commesso da numerosi scrittori antichi. |