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UNA VITA
PER L'AFRICA
Lo scorso 22 giugno, la RAI ha trasmesso in prima serata un film "Un sogno per la vita" tratto dall'omonimo libro scritto da un giornalista cana-dese riguardante la storia vera di un medico italiano e della moglie canadese che hanno co-struito dal nulla un piccolo o-spedale missionario nel tor-mentato continente africano, per l'esattezza in Uganda.
E' bene sapere che il perso-naggio in questione è il dottor Piero Corti, nostro compaesano di Besana in Brianza che insie-me alla moglie Lucille Teasdale è stato protagonista di un'av-ventura dai contorni straordi-nari per non dire eroici, lui per amore degli africani, lei per amore del marito.
Lucille e Piero si erano cono-sciuti negli anni sessanta quan-do erano ancora giovani medici: lei specializzata in chirurgia infantile, lui desideroso di o-rizzonti più larghi; e l'Africa con le sue estreme necessità li aveva accomunati nella scelta. Sfidando la guerra civile che periodicamente tormentava l'Uganda hanno costruito un piccolo ospedale a Gulu ospi-tando tutti coloro che avevano bisogno di assistenze e cure, fossero profughi o soldati. Il tutto con enorme rischio per l'incolumità fisica loro e del personale sanitario soggetto a violenze e razzie che si sono
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succeduti dalla costruzione dell'ospedale. Ma anche nei momenti più drammatici, quan-do si rischiava addirittura la chiusura del presidio i coniugi Corti non hanno mai messo in dubbio la volontà di rimanere sul posto e di continuare la lo-ro opera. Piero si occupava del-l'aspetto funzionale ed ammi-nistrativo dell'ospedale, Lucille |
da un soldato ferito e morendo nel 1996 dopo aver lavorato in ospedale finchè le forze glielo hanno consentito. piero nonostante l'avanzare dell'età è rimasto là al suo posto a dare il suo apporto all'i-stituzione divenuta nel frat-tempo una delle strutture più moderne dell'intera Africa tanto da diventare per volontà dell'Organizzazione mondiale della Sanità un ospedale pilota per la cura dell'AIDA.. Per di più, ora è quasi interamente gestito dal personale locale ed ha avuto tra i direttori sanita-ri il dottor Matthew Ludwiva ucciso dal virus Ebola per non aver voluto abbandonare i suoi malati.
E' stata una "scelta di vita" ha dichiarato in un'intervista la figlia Dominique anch'essa me-dico. Io aggiungerei che i co-niugi Corti sono il tipico esem-pio di chi nel silenzio e nell'u-miltà ma con grande coraggio e dignità agisce per il bene del-l'umanità il che rappresenta una grande sfida in un mondo dominato dall'apparire e da parole gratuite e vuote. Vorrei inoltre ringraziare il dottor Piero Corti anche a nome di tutti i brianzoli per aver sfa-tato col suo comportamento il luogo comune che ci dipinge so-lo come avari e dediti al lavoro e al profitto.
( Luca)
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TOEUTT I DE’ NE PASSA ÜN
Detto brianzolo che tradotto letteral-mente nella lingua italiana (tutti i giorni ne passa uno), non hà nessun significato particolare.
Ma nella “filosofia” brianzola questo modo di dire racchiude la saggezza, l’ironia e il buon senso che in certi momenti della vita ti mettono alla prova. Questa frase la senti dire dalla figlia che sta curando la mamma che ormai ha perso il senno e dalle perso-ne con gli anni ormai avanzati. E con toeutt i dé ne passa ün, il brianzolo si confida nell’aiuto di Dio, ma nello stesso tempo si da da fare per risolve-re i problemi della vita quotidiana (aiutati che il ciel ti aiuta), così la Provvidenza e l’uomo, insieme, chiu-dono il cerchio.
BarbaGianni
(La vita è una ruota che gira)
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