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La volta scorsa ci siamo soffermati su alcune informazioni introduttive sul tema della MISSIONE. Ora entreremo più nel dettaglio proponendo sinteticamente l'analisi di alcuni testi biblici affrontati durante gli incontri.
Il metodo sarà quello della LECTIO DIVINA che è un approfondimento della fede e nella fede. Ciò vuol dire che non si tratta solo di acquisire informazioni e conoscenze ma, sfruttando queste nozioni (ma soprattutto con la preghiera), lo scopo è capire e vivere sempre più e meglio il Vangelo.
Per noi Occidentali, quando si parla di conoscenza intendiamo qualcosa che ha a che fare con l'intelletto, cioè solo un insieme di dati e di concetti. La conoscenza biblica invece riguarda il cuore, l'intimo. Infatti, conoscere è il verbo del matrimonio, dell'amore e dunque di un'esperienza di vita che va in profondità. Conoscere una persona non vuol dire solo sapere le sue generalità ma anche come vive, cosa pensa di argomenti importanti, ecc. (d'altra parte, in genere ci si sposa solo dopo il fidanzamento, che è appunto il tempo del conoscersi).
Non a caso ascoltare, che è il primo passo per conoscere, è il precetto base per Israele (lo Shemà): Ascolta Israele, il Signore è il tuo Dio ... .
La fede deve partire dall'ascolto per giungere all'amore:
lectio (ascoltare) à meditazio (accogliere) à contemplazio (amare)
Noi vogliamo conoscere la persona di Gesù per ravvivare la nostra fede. Questo è ciò che dobbiamo fare con la MISSIONE: ascoltare à per conoscere à per ravvivare la nostra fede (amare).
Durante il periodo della MISSIONE avremo che fare con il Vangelo di Marco che ruota intorno ad una domanda: Chi è Gesù?
Mc (1,1): Inizio del Vangelo di Gesù che è il Cristo e il Figlio di Dio.
- Inizio: richiama i primi versetti di Genesi: come allora, anche adesso sta iniziando qualcosa di grande per la vita dell'uomo. Il termine non sta a significare l'istantaneità di un momento: cioè non è l'attimo di inizio, per esempio, di una partita che non si sa come si svilupperà e come finirà. E' invece una sintesi (un riassunto) di quanto Gesù ha compiuto nel tempo in cui visse. Il Vangelo non è un libro ma un messaggio che viene trasmesso sotto forma di libro. Il messaggio però si riferisce a qualcosa che è già accaduto e che è conosciuto. Cosa è accaduto?. E' successo che Dio si è incarnato cioè ha preso le sembianze di un uomo ed ha vissuto come un uomo. Durante questo periodo (dal battesimo all'assunzione in cielo) egli ha parlato ed ha compiuto dei gesti che ricordati dagli evangelisti sono poi stati tramandati ai posteri sotto forma di libro.
Il tempo in cui Gesù ha vissuto è detto anche tempo di grazia perchè agli uomini è stata concessa una grazia: vivere fianco a fianco con Dio.
- del Vangelo: vuol dire buona notizia, annuncio gioioso. Ma di che? E' l'annuncio di un Dio che si rivela ancora una volta con lo scopo di aiutarci a ritrovare quella pace e quella serenità persa col peccato originale. La parola ha una storia ricca. In letteratura appare per la prima volta nel canto 14° dell'Odissea (Ulisse è tornato a Itaca e parla al suo vecchio porcaio Eumeo senza farsi conoscere). Eumeo dice: "O vecchio, non pagherò questo vangelo (premio, ricompensa), mai più Ulisse verrà a casa". E Ulisse: "Il vangelo della notizia, ch'io l'abbia solo quando Odisseo (Ulisse)
venendo entrerà in casa".
In origine la parola vangelo quindi voleva dire ricompensa e la si dava al portatore di una buona notizia, ma solo dopo aver constatato che essa era vera. Con il tempo venne chiamata "vangelo" la stessa buona notizia. Nel culto
imperiale era vangelo anche tutto ciò che si riferiva all'imperatore a cui si davano i titoli si sotèr = salvatore, thèos = Dio. Il giorno della sua nascita, i suoi decreti, ecc erano vangeli.
Ai tanti vangeli che circolavano, Marco contrappone l'unico Vangelo. Egli usa la lingua del tempo per dare realtà alle speranze delle tante buone notizie esistenti: egli cioè annuncia l'unico Vangelo portatore di felicità, di vera salvezza. A un patto però: che ci si converta, che ci si lasci trasformare in profondità ottenendo il perdono dei peccati. Questa è la lieta notizia: che cioè il Regno di Dio si è fatto vicino e dunque che la vera fonte gioia è in mezzo agli uomini (Gesù). Il contenuto del Vangelo di Marco non è qualcosa, ma una persona.
- di Gesù di Nazareth che è il Cristo e il Figlio di Dio: cosa vuol dirci Marco di Gesù? Due cose: primo che Gesù è il Cristo; secondo che Gesù è il Figlio di Dio. Nel cap. 1 dai versetti 2 al 13 svilupperà brevemente queste due trame. Poi, dal cap. 1 versetto 14 al cap. 8 versetto 30 ci farà conoscere Gesù come il Cristo, cioè il Messia (professione di fede di Pietro: "Tu sei il Cristo").
Nella seconda parte: dal cap. 8 versetto 31 al cap. 16 versetto 6 ci convince alla fede nella divinità di Gesù. Il tema qui è quello del Cristo sofferente, intollerabile ai Giudei e ai pagani. Eppure è questo l'autentico Vangelo. Anche qui c'è una professione di fede, ma ad opera di un pagano. E’ il Centurione che vede morire Gesù sulla croce ed esclama: "Davvero costui era il Figlio di Dio".
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