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L'ORATORIO E' PIU' VIVO CHE MAI

 E' l'unica alternativa alla strada


Gli adulti frettolosi e preoccupati dei propri problemi, passano velocemente accanto all'Oratorio, danno uno sguardo poco convinto, scrollano il capo sicuri che li vi sono solo i fannulloni, che non hanno voglia di studiare, e che non sanno dove andare. Per loro i ragazzi dell'Oratorio sono capaci solo di schiamazzi, di litigi, di parolacce, di fumare, ecc...
Molti genitori "per bene" proibiscono ai figli di frequentare l'Oratorio. E' una mentalità che serpeggia tra la nostra gente che non sa che lo sport è uno strumento valido ed insostituibile per la formazione umana e cristiana. La presenza del Sacerdote e dell'animatore è educativa. Ogni adulto presente in Oratorio assiste per correggere, per far crescere e maturare i ragazzi. Con la svago vi è la preghiera, la riflessione, la catechesi.


Vecchie glorie dell'Oratorio,
orgogliose di indossare
le divise donate dalla Sampdoria


Nel gioco il ragazzo esprime tutto se stesso. Le sue forme incontrollate di nervosismo, di intolleranza non passano inosservate. L'intervento tempestivo dell'assistente fa comprendere il proprio errore e si fa di tutto per portarlo alla ragione, al buon senso e talvolta anche al perdono. E' facile per l'adulto distratto e superficiale fermarsi al "vociare" e concludere che lì si fa solo chiasso.
L'Oratorio non distoglie dai propri doveri scolastici: per questo rimane chiuso nei pomeriggi del rientro scolastico. Nelle manifestazioni sportive dell'Isola, nei momenti di feste popolari, e religiose, l'Oratorio rimane ancora chiuso per dare a tutti la possibilità di partecipare. 
Il fine dell'Oratorio è quello di raccogliere ragazzi e giovani di ogni età, specialmente più poveri e più abbandonati a se stessi, tenerli lontani dalla strada e dalle pratiche cattive, da tutti i pericoli, ed intanto istruirli religiosamente e formarli uomini per il domani. L'Oratorio è per i "lontani", lontani perché soli, privi di affetto, di educazione, di fiducia e di amicizia. 
In Oratorio ognuno si sente accolto per quello che è, come in una sana famiglia dove non si emargina il figlio perché troppo piccolo, ribelle, ammalato, handicappato o disadattato. 
Una scritta marmorea ai cancelli dell'Oratorio ne specifica la finalità: "EDUCARE GIOCANDO".  Solo l'Oratorio salva la gioventù perché qui i ragazzi sono presi in considerazione, stimati e amati. 

 

Maria ad un anno dalla morte

 

II sorriso nella vita non può essere spento dal dolore e dalla sofferenza. Ad un anno di distanza dalla scomparsa, rivedo la figura di Maria: gioviale, affettuosa e sorridente.
Non sapeva dire di no, perché carica di carità cristiana. Da quelle labbra aperte al sorriso non è uscita una parola di rifiuto, ma è sempre stata disponibile, premurosa ed attenta ai bisogni degli altri.
Non l'abbiamo dimenticata, anzi il suo ricordo è sempre vivo in noi che l'abbiamo conosciuta, amata, stimata ed apprezzata. Attingendo alla fede, sostenuta dalla preghiera, ha raggiunto in breve la maturità. La sua vita non è stata facile: temprata dal dolore ha raggiunto un equilibrio ed una forza d'animo da incoraggiare gli altri ed in particolare la mamma, i fratelli ed i parenti tutti.
Riteniamo doveroso ringraziarla perché la sua collaborazione in Parrocchia è stata piena: spontaneamente si offriva chiedendo che cosa ci fosse da fare. Con il sorriso sul volto e il canto sulle labbra, ordinava e rendeva lucida la Chiesa, metteva timbri su timbri ogni volta che si era alle prese con la spedizione del giornalino "La voce delle Egadi". Faceva tutto per amore di Colui nel quale aveva riposto la sua fiducia e con fatica accettava il grazie e segni di riconoscenza, quasi che questi gesti potessero sminuire la portata della sua generosità. E' stata un esempio per tanti giovani che non sanno come donare la propria vita, come impegnare la propria giornata. Chi è generoso inventa ogni forma di altruismo e di servizio ai fratelli.

Maria da lassù benedici tutti noi.

UNA IPOTESI DI INTERPRETAZIONE


Egregio Signor Parroco,
ho ricevuto il suo gradito giornalino parrocchiale, che ho letto più che volentieri. Mi ha interessato l'articolo del titolo "Le campane nella storia del Paese". 
Questi bronzi hanno suscitato infatti in me sempre un vivo interesse ed una fascinosa attrazione, sia per la loro funzione, sia, e soprattutto, per il loro valore storico e documentaristico. 
La campana è infatti da ritenersi un vero documento storico, che, dato il materiale con cui è fatta, riesce a tramandare ai posteri le notizie in modo più sicuro della carta e della pergamena. Le immagini e le scritte che vi si possono vedere e leggere sono sempre miniere di notizie per lo storico. 

Personalmente sono salito su tanti campanili per ispezionare le campane che v'erano collocate e per fare i calchi delle scritte.
  

 
L'iscrizione: "Progubernator Hieronimus Biaggini almnis tpa... (saldatura)... ret Carolus Gnecco 1792"

 


Sono rimasto perplesso nel leggere la scritta della campana "media" portata a terra, cercando di interpretare e completare il rigo di parole riportato nell'articolo, monco a causa di una saldatura. Mi son posto delle domande, e fatto alcune ipotesi, che le riporto, pensando le possano tornare utili: 

* almnis non potrebbe essere letto invece almus, da riferire logicamente al Progovernatore Biaggini? 

* Tpa non potrebbe essere tpe, e magari avere l'accento circonflesso od una lineetta sopra come segno di abbreviazione, e pertanto da leggere "tempore"? 

* Ret dovrebbe essere interpretato come "rettore", naturalmente della chiesa, che era appunto Carlo Gnecco. 

Non sapendo però quanto è lunga la saldatura, e soprattutto non avendo vista la scritta, è per me difficile fare congetture ed interpretazioni ulteriori. Accetti quanto ho sopra scritto per quel che è. 
La saluto cordialmente
 

Ing. Franco Capponi