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LA
CHIESA DEL REDENTORE
Nel
1712, in occasione della seconda visita pastorale, il Patriarca Dionisio Delfino
rivolse un caloroso invito a tutti i parrocchiani dei borghi perché
contribuissero alla costruzione della nuova chiesa. Fu necessario attendere
oltre venti anni per la posa della prima pietra, che avvenne nel 1733. I lavori
proseguirono lentamente, affidati a maestranze locali e sostenuti dalla
Confraternita di S. Lucia che poté contare esclusivamente su offerte e su
lasciti alla parrocchia. Nel 1742 il Patriarca Delfino celebrò la prima S.
Messa su un altare provvisorio; in tale occasione portò in dono la preziosa
Pala d’altare dipinta da Palma il Giovane, che rappresenta il Redentore con ai
suoi piedi Santa Lucia e Sant’Agata. Nel 1746 venne consacrato
l’altare maggiore e il 6 agosto dell’anno successivo furono trasferiti nella
nuova chiesa il SS. Sacramento, gli oli santi e il fonte battesimale. Nel 1754
iniziò la costruzione del campanile. Il 24 marzo del 1 78 8 la nuova chiesa
venne consacrata ufficialmente e divenne parrocchia a tutti gli effetti.
Un’iscrizione posta nel lato destro del coro
ricorda l’avvenimento. Nel volgere di pochi anni però la nuova chiesa
si dimostrò insufficiente ad accogliere i fedeli che accorrevano in gran numero
e fu necessario un prolungamento della navata fino alle dimensioni attuali. I
lavori di ampliamento iniziarono nel 1841 con il parroco Cantoni e continuarono
fino al 1845
con il completamento della pavimentazione e della gradinata esterna. La pianta
da croce greca passò a croce latina: ancora oggi a metà navata si nota la
diversità della pavimentazione prima e dopo l’ampliamento. DESCRIZIONE
DELLA CHIESA
L’esterno La facciata della chiesa, rifatta fra il 1833 e il 1839, è opera dell’architetto pordenonese Giovanni Battista Bassi (1792-1879), una delle personalità del periodo di cultura neoclassica in Friuli . Essa è caratterizzata da quattro colonne di ordine ionico, lisce e senza scanalature che fanno parte integrante della facciata sporgendo da questa solo per metà. Hanno esclusivamente un effetto scenografico, in quanto non sostengono la trabeazione. L’architettura, il fregio e il timpano triangolare impreziosito da cornici, completano la facciata. Il tutto è volutamente liscio, senza ornamenti. Il campanile La
costruzione del campanile inizia nel 1 754; la torre a base quadrata, con cella
campanaria a tetto a quattro spioventi supera di poco la chiesa. Nel 1909,
con il generoso contributo della
parrocchiana Regina Zucchiatti, il campanile viene
trasformato ed assume la forma attuale. La cella campanaria viene
ampliata, completata dal terrazzo dell’orologio e da un’ardita guglia
ottagonale con sulla sommità una croce in ferro battuto. Nella cella vengono
apposte nuove campane, ma nove anni dopo, nel marzo 1918,
i soldati tedeschi le asportano per fonderle e trasformarle in cannoni. Alla
fine della guerra lo Stato italiano restituisce il bronzo alle chiese e i
parrocchiani si assumono l’onere della fusione delle nuove campane e del loro
ricollocamento. Il 29 dicembre 1919 vengono benedette e dal primo gennaio
dell’anno successivo riprendono a suonare .
L’interno L’interno
si presenta ampio, ad una sola navata. Originariamente spoglia, la
chiesa venne
decorata con affreschi a partire dal 1904, XVI centenario della morte di S.
Lucia, grazie al contributo della parrocchiana Regina Zucchiatti.Nel
1933, centenario della posa della prima pietra, sono eseguite la marmorizzazioni
della colonne e delle pareti.
Presbiterio Il presbiterio, rialzato di tre gradini rispetto all’aula, assunse l’aspetto attuale dopo il Concilio Vaticano II precedentemente infatti era separato da essa mediante una balaustra in marmo, interrotta al centro, che venne poi rimossa, mentre i gradini furono ridotti alla parte centrale; anche la pavimentazione venne rinnovata.
Alle pareti del presbiterio gli affreschi rappresentano scene di vita di Cristo: Gesù tra i fanciulli a sinistra e la Natività a destra. Agli angoli sono raffigurati i quattro Evangelisti, dovuti al pittore Lorenzo Bianchini (fine sec. XIX) .Sulla volta sono rievocate storie della vita di S. Lucia; in ordine vediamo: S. Lucia Dinnanzi al tiranno Pascasio; S. Lucia sulla tomba di S. Agata di Catania chiede la guarigione di sua madre; S. Lucia distribuisce averi e gioie ai poveri; il martirio di S. Lucia. Nella
lunetta è rappresentata la Crocefissione di Gesù
Cristo. La pala dell’altare maggiore raffigura il Redentore con
le Sante Lucia ed Agata ed è l’opera più importante della chiesa. Ne fu
autore infatti il pittore veneziano Jacopo Negretti, più noto come Palma il
Giovane (1544-1628), allievo
e collaboratore di Tiziano. Il
dipinto del Redentore si situa nella fase ultima della sua attività (circa
1620-1628) ed è caratterizzato dallo spirito controriformistico e dall’accademismo
che contraddistinguono i lavori di quel periodo (va rilevato che i pesanti
restauri di G.B. Transetto
di destra L’altare
situato nel transetto è dedicato a S. Andrea Avellino e fu donato da Pietro
Mantica nel 1786. Sopra di esso si trova la pala raffigurante la
morte del santo, spirato tra le braccia di un angelo durante la celebrazione
della Messa. Ne fu autore per 24 zecchini l’abate pittore Giovanni Battista
Tosolini (1739-1794) tricesimano che frequentò l’Accademia di Venezia ed ebbe
come allievo, tra gli altri, Odorico Politi. Nel dipinto del Redentore, che ne
decretò la fama, il Tosolini seppe ben superare l’accademismo che
generalmente anima le sue composizioni, esasperando attraverso i colori e
l’impaginazione la drammaticità del momento ed assicurando notevole effetto
teatrale alla morte del santo protettore contro le morti improvvise. Sulla
parete destra del transetto è dipinto un grande affre-sco raffigurante la Madonna
in trono col Bambino. Transetto
di sinistra L’altare
situato nel transetto è dedicato alla Sacra Famiglia e fu donato da Francesco
Valuchiano e dalla moglie Laura nel 1790.
Sopra la mensa, al centro di un
bassorilievo di angeli e putti in marmo, si trova una tela raffigurante
la Sacra Famiglia. Sulla parete di sinistra un grande affresco rappresenta l'Apparizione
della Madonna a Bernardette Soubirous.
Navata Lungo
la navata vi sono due altari in stile neoclassico, costruiti su progetto di
Francesco Zuliani (sec. XIX). A destra si trova l’altare di S. Lucia, già
dedicato a S. Nicola, con decorazioni in mosaico dorato. Sopra la mensa, al
centro, si nota un
A
sinistra si trova l’altare della Madonna della Cintura, precedentemente
dedicato alla Madonna della Misericordia, in marmo bianco ricco di decorazioni
floreali. Sulla mensa c’è un tabernacolo con una reliquia di Padre Luigi
Scrosoppi. In
fondo alla navata, a sinistra, è posto il fonte battesimale, ove fu battezzato
Padre Scrosoppi. Sopra, per volontà di Mons. Della Marina, è stato collocato
un bassorilievo in marmo bianco, che ne ricorda la recente beatificazione
(1981). Sulla volta compaiono alcuni affreschi raffiguranti episodi della passione di Cristo: Gesù nell’orto degli ulivi la flagellazione l'incoronazione di spine; Gesti caricato della croce. Lungo la navata , nelle lunette di destra, sono rappresentati:
l'ingresso di Gesù a Gerusalemme e Gesù che scaccia i mercanti dal tempio nelle lunette di sinistra, sono rappresentati:
la fuga in
Egitto e Gesù nel tempio mentre disputa con i dottori. OrganoL’organo
della chiesa, situato nella controfacciata sopra il portale di ingresso, era il
più grande degli organi delle chiese di Udine, dopo quello maggiore del Duomo. Costruito
dalla ditta Valentino Zanini nella prima metà dell’Ottocento, subì gravi
danni durante la prima guerra mondiale. Dalla stima eseguita nel 1920 esso
risultava particolarmente danneggiato, anche a causa dell’asportazione di
numerose canne.
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