La Confraternita
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LA CONFRATERNITA DI SANTA LUCIA

 

Il culto di Santa Lucia, praticato nella nostra parrocchia fin dal 1300, è da collegare ad un’antica tradizione veneziana relativa al trasferimento delle spoglie della Santa da Costantinopoli a Venezia . Nel 1367 tre sorelle, Orsola, Lucia e Benvenuta de Mulargi chiesero al Capitolo Udinese il permesso di erigere, all’inizio dell’attuale via F. Mantica, una cappella dedicata a Santa Lucia. Per ottenere tale permesso le tre sorelle si dovettero impegnare a rispettare numerose condizioni, tra le quali che la cappella ed il sacerdote fossero sempre soggetti al Capitolo del Duomo e che il sacerdote, scelto dalle sorelle e dai loro eredi, non potesse battezzare, celebrare l’Eucarestia, amministrare l’Estrema Unzione e assistere al Matrimonio. La cappella inoltre non aveva diritto di sepoltura e le sorelle in segno di soggezione dovevano versare una congrua annua al Capitolo. Le sorelle de Mulargi completarono la costruzione della cappella nel 1370; forse nello stesso anno, per loro iniziativa, si costituì anche la Fraterna di S. Lucia con sede nelle case prospicenti la cappella (attuali n. 4 e n. 6 di via Mantica). Il più antico registro di benefattori documenta lasciti a partire dal 1370, anno che potrebbe coincidere con la sua costituzione. Non ci sono pervenuti gli statuti, ma i verbali del Consiglio attestano che, a somiglianza delle altre fraterne, era retta da un priore e da un cameraro . Già dalla seconda metà del XIII secolo, in Friuli e nella stessa Udine erano sorte molte confraternite, come forma spontanea di aggregazione del laicato cattolico. A differenza di quanto avveniva in altre regioni d’Italia, esse si orientarono verso finalità religiose ed assistenziali più che corporativistiche e di mestiere. Su questa scelta probabilmente influiva la realtà del Pa-triarcato, tanto da «condizionare profondamente i rapporti in-terpersonali piegandoli (. . .) in senso religioso» . Le confraternite, pur avendo come scopo principale il bene spirituale dei confratelli, si dedicavano anche ad opere assistenziali: aiuto ai bisognosi, dotazione di fanciulle povere, assistenza di ammalati e ricovero di pellegrini . Anche la Fraterna di S. Lucia svolse attività assistenziale nei confronti degli abitanti dei borghi bisognosi di sostentamento. Il principio animatore delle fraterne medioevali era la necessità di manifestare l’«Amor Dei», identificando nel povero l’immagine di Cristo: così anche la Confraternita di S. Lucia fondo, agli inizi del Quattrocento, un ospizio per pellegrini e ricovero per donne, che risultò operante fino alla prima metà del Seicento. L’esistenza di tale ospizio, con sede nelle case della fraterna in via Mantica, è testimoniata da alcune annotazioni riportate su un disegno ottocentesco di Giovanni Battista Cavalcaselle. In esso compaiono gli affreschi della facciata eseguiti nel XVI secolo da Giovanni Battista Grassi e raffiguranti storie della vita di Santa Lucia, dei quali ormai rimane solo qualche lacerto.

Un’ulteriore testimonianza è la recente scoperta, sotto gli stessi affreschi, di un dipinto, databile al 1441-1443 ed attribuibile al pittore udinese Antonio Baietto, ritrovato in una nicchia della facciata, raffigurante la Madonna della Misericordia. La rappresentazione della Vergine con il mantello aperto e i fedeli ai piedi in atteggiamento implorante era diffusa nei luoghi di assistenza o ricovero, che venivano solitamente dedicati alla sua devozione. Il recente restauro della facciata della casa della Fraterna permette di intuire la diversa architettura dell’edificio agli inizi del Quattrocento, forse più basso di un piano e con una diversa geometria delle finestre. Questo stesso luogo nel 1621 venne trasformato in oratorio e divenne la primitiva chiesa del SS. Redentore; all’interno un iscrizione su pietra riporta tale data.

L’attività della Fraterna di S. Lucia continuò per tutto il XVII e XVIII secolo e fu determinante per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale .

Nel 1806 la Fraterna venne soppressa a seguito delle leggi napoleoniche, ma la sua attività continuò come fabbriceria del SS. Redentore.