L' esterno
L'interno
Gli altari

Guida alla visita di Santa Maria della Pieve

L' esterno

Vista chiesa dall'alto

Una sosta all'esterno della pieve di Santa Maria permette di cogliere gli aspetti dell'ambiente rurale attuale e di immaginare la disposizione del passato. Campi di vigne, olive e arativo (nel Medioevo si coltivavano miglio, spelta e grano) hanno da sempre costituito lo sfondo paesaggistico ed economico della pieve. Tutto l'ambiente attorno alla Pieve è carico di storia: a nord leParte del cortile della chiesa montagne dei Cimbri; a est, arroccata sulla collina, la chiesa dei SS. Fermo e Rustico di Colognola; a sud la pianura verso Caldiero e Belfiore e le strade che, ricalcando l'antica Postumia, conducono a Verona e a Vicenza; a ovest, sulla strada che porta all'abitato di Pieve il gruppo di case di Cadellara e in lontananza la chiesa di san Giacomo.

 

La chiesa di Santa Maria si presenta con i caratteri poveri dell'architettura rusticana e nella sua struttura fondamentale è assai semplice, fino ad apparire "tozza e volgare" (Simeoni): la facciata esterna è priva di decorazioni tranne alcune tracce di antichi affreschi nell'ingresso principale.

I muri sono costruiti con materiali di diversa provenienza: ciotolame, tufo, pietra tenera e materiale di spoglio romano. Tra i reperti romani meritano particolare attenzione un' architrave con dedica ad Apollo da parte dei lavoratori del lino  e un'iscrizione in onore del dio Mercurio murata nella facciata con funzione di pietra angolare. All'interno della chiesa è conservato li resto di un pluteo con raffigurato un cervo incorniciato su tre lati da tralci e foglie di vite (probabilmente del sec. IX).

Vista retro chiesa

Il campanile fu rinnovato e ricostruito alla fine dell'Ottocento con l'aggiunta della seconda cella campanaria. Nel 1889 vennero immesse, con il contributo dei fedeli, le nuove campane accanto alle altre esistenti.

La colonnetta di fronte alla facciata della chiesa risale al secolo XVIII e proviene dal cimitero della pieve dove era stata eretta probabilmente a seguito dell'ordinata vescovile del 1707.

 

 Cortile della chiesa

 

                           

 

L'interno

La pianta misura 16 metri in larghezza e 25 metri in lunghezza è divisa in tre navate che in origine erano segnalate da soli pilastri reggenti le travi. I pilastri erano originariamente cinque per ogni navata: i due verso mattina furono abbattuti alla metà del Settecento.

Le navate erano originariamente chiuse da tre absidi: nella parete dell'altar maggiore si intravedono ancora i segni dell'abside destra, successivamente inglobata nel campanile, e dell'abside di sinistra abbattuta nel sec. XIX per costruire l'attuale sacrestia.

Interno della chiesa

LE MODIFICHE DEL SETTECENTO

Nel 1760 la Societá dedicata al Santissimo Nome di Gesú e a Maria Annunziata decise la demolizione delle due pilastrate o colonne esistenti nella Pieve, cioè le due verso mattina più vicine agli altari, per lasciar maggiormente libero il passaggio della gente durante le funzioni religiose e in particolare durante la processione che portava il popolo a visitare l'altare della Beata Maria.

All'interno della chiesa, nella fascia lungo la navata, possiamo ancora vedere l'iscrizione che ricorda i lavori ed esprime tutto l'orgoglio della Confraternita e della comunità per l'opera: "COM. EXEMPLUM DESCENDENTIBUS NOSTRIS SANCTISSIMO NOMINI JESU AC DEIPARAE AB ANGELO SALUTAE SOCIETAS HOC TITULO INSIGNITA OPUS DICAVIT ANNO DNI 1759 ELEMOSINIS PIORUM ERECTUM ANNO DNI 1760 AS. PAR." ( ad esempio per i nostri discendenti, la Società dedicata al Santissimo Nome di Gesù e a Maria Annunziata e Madre di Dio dedicò quest'opera nell'anno 1759, eretta con le elemosine dei fedeli nell'anno 1760). 

 

Gli altari

Altare maggiore

L'altare che oggi noi vediamo è il frutto delle modifiche settecentesche quando fu collocata la statua della Madonna   incorniciata dal dipinto dell'Annunciazione (autore ignoto della prima metà del Settecento). L'immagine della Madonna è particolarmente cara ai fedeli di Santa Maria della Pieve che gli attribuirono poteri miracolosi soprattutto dopo il 1836 quando venne invocata per la fine del colera.

Ai lati dell'altare, in alto, le due statue di legno del secolo XVI rappresentano San Pietro e San Paolo chiaramente distinti dai segni della chiave, del libro e della spada.

Alle modifiche settecentesche si devono probabilmente le due porte di marmo abbellite da un festone di frutta al centro e da una conchiglia in marmo giallo. Nello stesso periodo l'abside centrale fu decorato con disegni d'angeli in volo, ghirlande floreali e nembi. In queste raffigurazioni, recentemente restaurate, capeggiano sui due lati le scritte bibliche "Quasi cedrus exaltata sum in Libano" e "Quasi cupressus in monte Sion" (Sono stata elevata come un cedro nel Libano e come un cipresso sul monte Ermon) che attribuiscono a Maria gli elogi che nel Vecchio Testamento erano riservati alla Sapienza (Siracide, 24, 13).

Altare

Il crocefisso, in legno dipinto del secolo XV, è opera di un ignoto scultore veronese.

Ai lati dell'altare si trovano due rilievi raffiguranti gli apostoli, opera di Bartolomeo Giolfino e datati tra il 1430 e il 1439. Sopra la testa degli apostoli sono riportati i nomi: Paolo, Tommaso, Giovanni, Giacomo, Taddeo, Pietro (sul rilievo a sinistra); Mattia, Gioacomo, Simone, Filippo, Andrea, Matteo (a destra). Sotto i rilievi l'autore ha firmato la propria opera: "BARTOLAME FIOLO DE M. ANTONIO INTAGIADORO A FATO QUESTA HOPER (a) IN VERONA A LA PORTA DI BORSARI 143 (?) ". Nella parte superiore si notano due grandi cuspidi: al centro sono collocati due fioroni e due figure di profeti. Sui pinnacoli più esterni sono posti l'Annunciata e l'Arcangelo Gabriele

I rilievi, originariamente policromi, furono successivamente malamente ridipinti e quindi ripuliti frettolosamente: solo gli ultimi restauri hanno permesso di riportare alla luce alcune tracce dei colori originari.

Sul pavimento, davanti all'altar maggiore, una lapide datata 1754 ricorda il sepolcro dei confratelli del SS. Nome di Gesú e della Beata Vergine Maria.

Altari ai lati dell'altar maggioreNavata sinistra

Alla sinistra dell'altar maggiore si trova un altare barocco: l'iscrizione attesta la data di erezione, il 1675, e il committente, Giuseppe Zanini. Esso proviene dal soppresso oratorio di San Domenico della frazione di Villa e fu inserito nell'attuale posizione dopo il 1884 quando fu demolito il predetto oratorio. La statua di san Giuseppe fu collocata sull'altare nel 1923.

 

Alla destra dell'altare maggiore un altro altare barocco proveniente dall'oratorio presso la chiesa di

Navata destra

Caldiero, comperato nel 1739 dalla Compagnia della Beata Vergine. E' l'altare che le Visite pastorali dicono essere stato titolato a S. Chiara a seguito di una cappellania istituita nel 1743 da Chiara Zoppi Ferrarini. Nel 1923 vi fu collocata la statua in gesso del Sacro Cuore.

 

AmbienteAffreschi