Considerazioni generali Gli
affreschi di Santa Maria della Pieve hanno sempre sollecitato l'interesse e la curiosità
di studiosi e semplici visitatori. Si è cercato innanzitutto di ordinarli secondo
affinità di contenuto ma il tentativo non ha retto di fronte a soggetti così vari: come
spiegare la presenza di un santo "francese" come san Martino, con un san
Leonardo Cimbro e un volto di Cristo di ispirazione toscana? Gli affreschi della navata sinistra (parete nord) Proponiamo di visitare l'interno della chiesa entrando dal portale principale e iniziando ad osservare gli affreschi sulla parete della navata sinistra. Il primo affresco in ordine spaziale è un Cristo chiuso nella mandorla con sulla sinistra S. Giovanni e Maria Maddalena. Nella parte sottostante permangono tracce di un giudizio universale con dannati che si contorcono per le punizioni. Proseguendo,
lungo la parete si evidenzia un Cristo di Lucca e Vergine in trono con bambino:
i due dipinti sono accomunati all'interno della stessa cornice bianca a motivi
cosmateschi. All'affresco è stato successivamente L'altare a metà della navata sinistra è stato così assemblato nel secolo scorso: il paliotto barocco è stato aggiunto ad una mensa più antica in pietra. La statua della Madonna con bambino posta sopra l'altare è forse la più antica opera scultorea della chiesa: la Madonna è seduta su un trono e con la mano sinistra tiene un fiore (un girasole?); il Bambino ha una folta capigliatura e tiene in mano un uccellino che cerca di imbeccare. La statua è stata ridipinta e solo in alcune parti si possono notare i colori originali.
Dopo l'altare
troviamo un altro riquadro diviso in tre scomparti con al centro una Madonna con Bambino
e ai lati santa Caterina D'Alessandria (con la ruota) Sulla parete si nota la presenza di un affresco sottostante di cui rimangono tracce della cornice. Oltrepassata la finestra, s'incontrano gli affreschi di San Giacomo (con il bastone da viaggio e il libro) e di un altro Santo, probabilmente San Benedetto da Norcia con il libro della Regola. Prima della porta si trova un frammento di affresco raffigurante un Santo Vescovo non meglio identificato, con un campanello in mano, coperto nella parte inferiore da intonaco. Dopo
la porta, in alto, sulla parete della navata sinistra, emerge un affresco di San Zeno con
in mano un cesto di pesci ed una canna posta all'interno di un riquadro con una Crocifissione,
la Vergine e San Giovanni Evangelista. Gli affreschi sui pilastri della navata sinistra Sul primo pilastro, nel lato rivolto a occidente, troviamo una raffigurazione di San Leonardo. Il santo appare con in mano due grandi cerchi riuniti da una catena, chiara allusione alla tradizione che gli attribuisce il potere di liberare i prigionieri. In sede locale i cerchi di San Leonardo sono collegati alla tradizione cimbrica della chiesa sul monte S. Moro sopra S. Mauro di Saline. I malati di cefalea, ma anche di altre malattie, riponevano gran fiducia di una pronta guarigione grazie all'imposizione dei cerchi sulla testa e alle preghiere rivolte a San Leonardo. Nell'affresco si intravedono le sinopie con un doppio disegno del santo dovuto ad un probabile ripensamento dell'artista. Il Vescovo, affrescato sul lato est del primo pilastro, è datato dalla Rigoni all'inizio del secolo XV. Egli tiene nella sinistra un bastone a T ed è avvolto da un piviale rosso, ha in capo una mitria bianca ed è seduto su un trono di cui s'individuano alcuni pinnacoli. Un particolare da notare sono i piedi scalzi del vescovo. Sul terzo pilastro di sinistra, sul lato a nord, troviamo un altro Vescovo con sullo sfondo un trono che richiama la facciata di San Marco; nella nicchia rivolta verso la navata centrale un Volto femminile eccezionalmente scampato all'intervento settecentesco e nella parte a ovest una Madonna del latte in trono. Vicino
al quarto pilastro è addossata un'acquasantiera in marmo rosso di Verona posta sop
Gli affreschi sui pilastri della navata di destra Nel primo pilastro di destra sul lato verso l'ingresso principale, emerge un frammento di natività: la sagoma di una capanna, il muso di un bue e una Madonna adorante. Sempre sul pilastro è possibile osservare delle abrasioni scure dovute molto probabilmente all'affumicamento causato dai ceri devozionali. Negli ultimi restauri sono stati posti in evidenza alla base della prima e seconda colonna gli elementi costruttivi della chiesa originaria composti da blocchi di pietra, tufo e mattoni. La Madonna del latte del terzo pilastro è opera di un ignoto pittore veronese del XIV-XV secolo Indossa una veste verde e un manto rosso con fiori impressi a stampo ed è seduta su un trono con tre cuspidi. Nella mano sinistra tiene un fiore (giglio?). La venerazione della Madonna del latte doveva essere particolarmente diffusa in ambiente contadino specie tra le donne che dovevano allattare e tra le balie. Secondo la Rigoni l'affresco presenza notevoli affinità con l'altro dello stesso pilastro raffigurante un Santo (forse San Giacomo Maggiore) con un libro chiuso in mano e coperto nella parte sinistra dalla colonna settecentesca. Il terzo pilastro presenta un ulteriore affresco nella parte rivolta verso l'altare maggiore raffigurante un santo frate benedicente. Nel quarto e ultimo pilastro di destra troviamo un dipinto raffigurante San Martino e un San Bartolomeo. San Martino è rappresentato nella più classica delle figurazioni mentre sta tagliando il mantello per donarlo al povero situato in basso, in proporzioni ridotte, ignudo e con calzari rossi. A questo affresco è ritenuto stilisticamente affine il San Bartolomeo presente sullo stesso pilastro nel lato verso l'altare. Secondo la tradizione, San Bartolomeo avrebbe subito il martirio in Armenia dove si dice sia stato scorticato vivo prima di essere decapitato. Nella pittura è rappresentato completamente scorticato, tranne le mani e i piedi, con la propria pelle sulla spalla e in mano un coltello strumento del martirio. Gli affreschi della navata destra (parete sud) I recenti restauri hanno messo in rilievo, all'inizio della parete sud,
tracce della primitiva decorazione costituita da un'incisione a reticolo senza eccessive
pretese artistiche. Subito dopo appare il dipinto della Vergine con il Bambino di autore ignoto. La Madonna indossa un manto verde costellato di fiori e tiene in mano una rosellina che il Bambino accarezza. Sul lato sinistro della Madonna un affresco di cui rimane solo la parte inferiore delle gambe: il personaggio indossa sotto la tunica una pelliccia e per tale attributo lo si identifica con San Giovanni il Battista che, secondo il Vangelo, era solito vestirsi con la pelle di cammello. A metà della navata destra è collocato l'altare che in origine fu, probabilmente, dedicato a San Barnaba. Nel 1592 la pietra dell'altare era talmente piccola che il cardinale Agostino Valier raccomandava di non celebrare e nel 1632 il vescovo Marco Giustiniani osservava che l'altare era "non consacrato e carente di portatile, privo di elemosine, viene curato abbastanza bene". Su questo altare doveva essere posizionata la tela raffigurante la Madonna di SS. Rocco, Barnaba e Zeno del 1585 ricordata dal Simeoni nel 1909 e oggi scomparsa. Attualmente sullo stesso altare si trova un dipinto attribuito a Lorenzo Voltolini (datato 1717) raffigurante la Madonna con il Bambino e SS. Domenico, Francesco e Antonio da Padova. Originariamente il dipinto era collocato nella chiesa di S. Domenico in frazione Villa che venne abbattuta nel 1884. Dopo
l'altare sono visibili altri frammenti di affresco: in alto, un volto e una mitria; più
avanti, in basso, sotto la finestra, un piede immerso nell'acqua (S. Cristoforo?).
Si noti come in questo punto gli affreschi siano molto vicini al pavimento forse indizio
del fatto che il livello originario era più basso dell'attuale.
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