La confraternita della Beata Vergine Aspetti del culto Aspetti Religiosi La confraternita della Beata Vergine La prima traccia dell'esistenza di una Venerabile Società in onore della Beata Vergine si ha nel resoconto della visita pastorale del 30 giugno 1530. In essa si dice che la confraternita non ha nessun reddito, che viene retta dagli uomini del luogo e non possiede alcun paramento. Il lascito testamentario di un certo Francesco Marchi di Cogolo(1647) e successivamente di Antonio Zanatta permisero alla confraternita di consolidarsi economicamente e di provvedere alla celebrazione della messa una volta la settimana. Agli inizi del Settecento i confratelli godevano di una indulgenza perpetua e del diritto di sepoltura nella chiesa come ricordano due lastre tombali: la prima della confraternita del Santissimo Nome di Gesù si trova davanti all'altare maggiore e porta la data del 1754; la seconda, nella navata destra, è della Società della Beata Maria Vergine con incisa l'anno 1778. Tra gli obblighi dei confratelli troviamo quelli di provvedere all'altare della Beata Vergine, all'altare di Santo Barnaba e a tutta la chiesa anche utilizzando le elemosine della comunità. Nel 1731 le celebrazioni presso l'altare di santa Maria a cura della confraternita aumentarono notevolmente: ai legati precedenti si aggiunse anche quello della nobile famiglia Cavalli che garantiva la celebrazione di 12 messe all'anno. Aspetti del cultoLA TITOLAZIONE DELLA CHIESA A SANTA
MARIA I documenti storici ci ricordano anche un'altra cerimonia in onore di Maria per scongiurare il male epidemico delle bovarie e nel 1836 gli abitanti di Colognola e delle frazioni con a capo i loro sacerdoti decisero di istituire una processione per il terribile contagio di colera che aveva già fatto numerose vittime. Infine, durante la Prima Guerra Mondiale, si tenne una processione per scongiurare l'epidemia di spagnola, una forma influenzale a diffusione pressoché mondiale che nel giro di pochi mesi fece circa venti milioni di morti nel mondo. SAN BARNABA Nella tradizione contadina il Santo era invocato contro la grandine e veniva festeggiato l' 11 giugno. Non è chiaro quale fu l'occasione per cui la comunità di Pieve decise nel 1592 di edificare nella chiesa un altare a san Barnaba anche se emerge il collegamento tra il Santo e la protezione dagli eventi meteorologici. Infatti, la relazione dell'arciprete Giacomo Toffanetti (1782), racconta che il giorno di san Barnaba si canta messa e dalla Comunità si dà a Religiosi la congrua elemosina. Tal voto fu fatto dal Comune per un'orribile tempesta caduta in quel giorno, che devastò tutto il paese . Tradizionalmente
nell'arte san Barnaba è rappresentato con ascia, lancia, pietre e libro ma non sappiamo
con precisione come venne raffigurato nel dipinto di Giuseppe della Corte (1585), presente
nella Pieve all'inizio del secolo e ora scomparso, dove era ritratto assieme alla Madonna,
san Rocco e Zeno. (nota 5)
|