PADRE PIO
TRA PASSATO E PRESENTE |
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IL DATARIO DI PADRE PIO
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PADRE PIO STORY di Francobaldo Chiocci |
COSI’ I PAPI SI SONO DIVISI SUL
FRATE DI PIETRALCINA di Andrea Tornelli |
LE SUE STIMMATE RIMARRANNO UN
MISTERO di Andrea Tornelli |
DA OGGI POTREMO PREGARE SAN
PADRE PIO di Nino Materi |
CON IL FRATE DI PIETRELCINA IL
PAPA RITROVA LE ENERGIE di Andrea Tornelli |
SULLA CASA DEL SANTO VOLANO
150MILA ROSE BIANCHE di Francobaldo Chiocci |
IL 23 SETTEMBRE SARA’ FESTA
OBBLIGATORIA |
SAN PIO DA PIETRELCINA,DISPENSATORE DELLA DIVINA MISERICORDIA |
LA COLLINA DEL GARGANO E LA
GRAZIA DI DIO |
UNA NUOVA
LOURDES di Francobaldo Chiocci |
SERVENDOGLI MESSA HO SENTITO
IL PARADISO di Giorgio Manelli |
PADRE
PIO- MIRACOLO IN ROMANIA Renzo Allegri |
IL DATARIO DI PADRE PIO
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1887 Il 25 maggio nasce a Pietrelcina come Francesco Forgione |
1906 Studi liceali |
1911 Stigmate
invisibili, prime gravi malattie |
1889 Cresima e prima
Comunione |
1907 professione di voti
solenni, lotte con i demoni |
1915 Richiamo alle armi
a Napoli |
1903 Prime visioni nel
convento di Morcone |
1908 Studi teologici e
diaconato |
1916 Arrivo a San Giovanni Rotondo in licenza malattia |
1904 Professione di voti semplici col nome di fra Pio, studi ginnasiali a sant’Elia
a Pianisi |
1909 Prima messa a Pietralcina |
1917 Riformato dal servizio militare |
1918 il 6 agosto un “misterioso personaggio” gli trapassa
il cuore e il 20 settembre gli impone le stigmate mentre
prega |
1923 Primi decreti
restrittivi del Santo Uffizio |
1933 Pio XI lo reintegra
e sostituisce il calunniatore vescovo di Manfredonia |
1919 Esaminano le
stigmate i clinici Romanelli, Bignami,
Festa |
1924 Non può confessare,
né celebrate Messa in pubblico |
1934 Può di nuovo
confessare |
1921 Voci di
trasferimento, scoppiano tumulti popolari |
1925 Subisce
un’operazione in cella |
1935 Celebra il 25° del
sacerdozio |
1922 Padre Pio è “sotto osservazione” |
1931 Per Padre Gemelli
le stigmate sono fenomeni psicopatici |
1946 Arrivano orfani, reduci, sbandati da tutto il mondo |
1947 Primi lavori per la
Casa Sollievo della Sofferenza |
1960 Con la “ visita Maccari” ricominciano le restrizioni |
1968 Muore il 22
settembre all’indomani dell’ultima messa per il cinquantesimo delle stigmate. |
1953 Grande folla per il 50°
della vestizione religiosa |
1964 Il
Vaticano eredita l’Ospedale e le altre opere terrene |
1969 Si apre la cripta e
inizia il pellegrinaggio dei fedeli |
1956 Dopo l’ospedale si
costruisce anche la nuova chiesa |
1965 E’ pronto a Ginevra
un libro bianco da presentare all’Onu |
1969 L’episcopato
polacco chiede l’introduzione della causa di beatificazione |
1959 Guarisce
all’arrivo dell’immagine della Madonna di Fatima in statua portata in
pellegrinaggio |
1967 Si muove solo sulla
sedia a rotelle |
1973 Conclusa la fase
diocesana, la causa passa a Roma |
1987 papa Wojtyla va a pregare sulla sua tomba |
1999 Il 2 maggio è
proclamato beato in San Pietro |
1997 Padre Pio è dichiarato Venerabile |
2002 Dal 16 giugno è Santo
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Fonte SEI
I MIRACOLI
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Riconosciuti |
Attribuiti |
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Giorgio Rinzivillo Ritenuto
clinicamente morto dai medici, lo studente universitario si risveglia
dopo essere stato toccato da una ciocca di capelli di Padre Pio che un
familiare portava con sé. Aldo Lepizzera Immobilizzato
a letto da un mieloma multiplo, il Giuseppe Carbonaro Il
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PADRE PIO STORY
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di Francobaldo Chiocci Ottantuno
anni di sofferenza e preghiera, mezzo secolo sul Golgota
di una crocifissione vivente, E dopo la morte altri
33 anni d'attesa per ottenere l'aureola da Papa Wojtyla.
Ma, nella leggenda popolare e nella gratitudine dei devoti, era già santo dal
1918, da quando un cherubino lo «assaltò» e lo
lasciò piagato con le stimmate di Cristo. La cronologia di Padre Pio da
Pietrelcina, che di sé diceva «sono soltanto un frate che prega», è quella di
un santo all'antica cercato dai moderni per i suoi
prodigi, ma anche per il suo anacronismo. Un ordinario fraticello delle
straordinarietà e un santo a dispetto dei tempi. Fra i tanti che gli vollero
bene, ci furono anche quelli che gli vollero male, alcuni religiosi compresi.
Ammise il cardinal Casaroli: «Soffrì per la Chiesa
e dalla Chiesa». Quando era Francesco
Quinto
figlio di una famiglia contadina e analfabeta, nasce il Sacerdote e soldato
La
prima Messa («Tutto bello, tranne il ricordino che non ci fu» ) la celebra il
Calvario, fama e tumulti
Il
giorno delle stimmate è il Decennio maledetto La
cosiddetta prima persecuzione, originata dalle calunnie dell'
arcivescovo di Manfredonia e di alcuni monsignori corrotti e gaudenti,
comincia nel 1923 con un monito « a non mostrare le cosiddette stimmate,
delle quali non consta la soprannaturalità »e prosegue sino al 1933, allorché
in favore di Padre Pio intercede in Vaticano anche don Orione. Deve
interrompere ogni relazione, fosse pure epistolare, coi penitenti». Lo
privano di ogni pubblico
esercizio sacerdotale. E'inavvicinabile e prigioniero, dice
Messa nella cella monacale. Si mobilitano gli inquisitori, ma anche i
difensori. Finché un convertito, Emanuele Brunatto,
e il podestà Francesco Morcaldi smascherano gli
accusatori con un coraggioso e incredibile dossier, lettera alla Chiesa.
Pio XI si ricrede, dà torto a Padre Gemelli e dice a un vescovo cappuccino:
«Ora sarete contenti, il vostro Padre Pio è
reintegrato et ultra». L'apostolato
Dal
1934 la fama di taumaturgo e consolatore si allarga a lutto il mondo.
Arrivano nomi famosi, Beniamino Gigli viene a cantargli «Mamma», si converte
il pornoscrittore Pittigrilli,
lo scultore Messina gli regala una Via Crucis, è assiduo il grande penalista
De Marsico, il comico Carlo Campanini
diventa suo cappellano nel mondo dello spettacolo. Padre Pio lo incita:
«Carletto, Dio assegna una parte anche ai buffoni». Nel dopoguerra giungono
reduci, sbandati, sconfitti, disperati di ogni malanno. E' frequentando i
sofferenti che decide di intitolare proprio al sollievo della sofferenza il
grande ospedale che costruirà dal quasi niente, con gli spiccioli delle
offerte raccolti in un fazzolettone contadino. Pio
XII lo ha dispensato dal voto di povertà. Nel 1956, all'inaugurazione della
Casa Sollievo, i clinici più illustri ascoltano una predica stonata in epoca
Usi: "Prima della scienza, portate ai malati il vostro cuore». Nascono i
Gruppi di Preghiera. Ora sono più di La seconda persecuzione
Si
chiama «inchiesta Maccari», la ordina Giovanni
XXIII a cui vien fatto credere che San Giovanili Rotondo è un centro
di fanatismo. Ma passa, brutalmente, per seconda persecuzione. Si replicano
le restrizioni della prima, con in più i microfoni
sacrileghi che spiano le confessioni. C’è chi ritiene Padre Pio ribelle e
cospiratore. Gli impongono anche di firmare un documento in cui dichiara di
non aver mai subito persecuzioni. Non solo obbedisce, ma dice: «In silenzio
adoro e bacio la mano di colui che mi percuote». E’ il masochismo dei santi.
Corrono gli anni 60. Il movente principale, questa volta, e sterco del
diavolo; il denaro. Nel mirino, le offerte che per l'ospedale e le altre
opere di bene arrivano da tutto il mondo. In molti, in troppi, sono stati
rovinati dal crac del «banchiere di Dio» Giuffrè,
un pasticcione dell'epoca che anticipò Sindona. Giuseppe Pagnossin, un
ex industriale padovano che ha dedicato tutta la vita e gli averi alla difesa
di Padre Pio, nel '64 fa preparare a Ginevra un libro bianco da presentare
all'Onu. Ma lo scandalo è evitato. Paolo VI
riabilita il cappuccino e revoca le restrizioni ordinate dal predecessore. Gli ultimi anni
Padre
Pio, verso la fine, è un vecchio frate stanco, fiaccato e sulla sedia a
rotelle, anche se continua a convertire, consolare e miracolare.
Lo ringrazia per una intercessione anche un
cardinale polacco: Karol Wojlyla.
E' fragile, si sente un superato, piange quando gli
dicono che non deve più celebrare in latino e, all'ultima Messa, il Verso la gloria
Nel
1987 Papa Wojtyla, il «suo» Papa, nel centenario
della nascita, torna a San Giovanni Rotondo per la terza volta e prega sulla
tomba dei «suo» Padre Pio. Era stato lui a chiedere,
a nome dell'episcopato polacco, il processo di
beatificazione. Ai cappuccini e ai giudici vaticani raccomanda : «Sbrigatevi,
questo è un santo che voglio fare io». Dieci anni dopo, nel dicembre 1997, con
il decreto che attesta le virtù eroiche, Giovanni Paolo II lo dichiara
Venerabile. La mole del processo è colossale: 372 sessioni, 104 volumi di
documenti. Nel 1998 viene certificato il «miracolo certo»
indispensabile per la gloria di un uomo di Dio a cui di miracoli se ne
attribuiscono migliaia. Si tratta della guarigione dì una signora salernitana alla quale Padre Pio apparve in sogno la
notte prima di essere operata senza speranza. Ed ecco, il Fonte il Giornale
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COSI’ I PAPI SI SONO DIVISI SUL FRATE DI PIETRELCINA |
di Andrea Tornielli Padre
Pio da Pietrelcina ha sempre amato il Papa e ha sempre obbedito agli ordini
di Roma, ma non tutti i Papi gli hanno manifestato la stessa benevolenza di Karol Wojtyla, che oggi lo proclama santo. Le prime serie difficoltà per il frate
stimmatizzato risalgono al pontificato di Pio XI: è nell'estate del 1922,
infatti, che il Sant'Uffizio interviene per la
prima volta sul caso e l'anno successivo stabilisce che non risulta «la
soprannaturalità» dei fatti attribuiti a Padre Pio. E
il Il
successore di Ratti, Eugenio Pacelli, eletto nel
marzo 1939, sarà il Pontefice più amato dal frate con le stimmate, che
all'indomani dell'elezione dirà: «E 'nu bello papariello!». Un affetto ricambialo. «Padre Pio e un
santo, ma noi non possiamo dirlo, se no lo canonizziamo da vivo», confidò Pio
XII al giornalista Giovanni Gigliozzi. Proprio per
dar seguito all'indicazione di Papa Pacelli, che
aveva chiesto ai cristiani di riunirsi a pregare insieme, nacquero i famosi
«gruppi di preghiera" ispirati dal santo del Gargano. Quando Pacelli si ammalò gravemente, nel 1954, la sorella chiese
l'intercessione di Padre Pio. "Ho offerto al Signore tutto me stesso e la mia offerta
continua...", rispose il frate. Pio XII guarì e visse per altri quattro
anni. Il
periodo più buio, per Padre Pio, fu certamente quello del pontificato di
Giovanni XXIII (1958-1963). Furono gli anni dei microfoni nascosti in
confessionale, delle visite apostoliche, delle calunnie, delle inchieste del Sant'Uffizio. Il clima cambiò decisamente con Paolo VI
che appena eletto, disse al canonico Carmelo Durante che bisognava "restituire,
immacolata, alla Chiesa, la figura» del frate con le stimmate. Quest'ultimo
il 12 settembre I968, undici giorni prima di morire, scrisse una toccante
lettera di ringraziamento al Papa per aver pubblicalo l'enciclica Humanae vitae, che vietava l'uso dei contraccettivi. Grande
artefice e promotore della causa di beatificazione del frate è stato, infine,
Giovanni Paolo II, che incontrò Padre Pio da giovane
prete, nel 1946. E nel 1962, mentre era vescovo al Concilio, scrisse al santo
del Gargano per chiedergli di intervenire in favore di una madre di famiglia
polacca, la dottoressa Wanda Poltawska, colpita da un
grave cancro alla gola. Padre Pio, vedendo la lettera dell'allora sconosciuto
vescovo ausiliare di Cracovia, disse: .<<A questo non si può dire di
no>>. La donna guarì e vive ancora. Il giovane vescovo che chiese e
ottenne l'intercessione per quel miracolo oggi iscriverà Padre Pio nell'albo
dei santi. Fonte il Giornale |
di Andrea Tornielli «Le
stimmate di Padre Pio? Non è per quelle che il frate di Pietrelcina viene proclamato santo». Mentre
si accavallano le notizie sull'istituzione di una commissione di esperti
incaricati di valutare l'origine delle piaghe apparse sulle mani e sui piedi
del santo del Gargano, il cardinale Josè Saraiva Martins, Prefetto della
Congregazione per le cause dei santi, getta acqua sul fuoco. I frati della Postulazione della causa di Padre Pio insieme
all'episcopato pugliese intendono ottenere dal Vaticano il riconoscimento
ufficiale della a soprannaturalità» delle stimmate,
ma il prelato portoghese, dal 1998 alla guida della «fabbrica dei santi»,
chiarisce che non è compito della Congregazione occuparsene. Eminenza,
che cosa pensa dell'inchiesta aggiuntiva sulle stimmate di Padre Pio? «Bisogna
innanzitutto distinguere: una cosa è la santità della persona, un'altra sono
i fenomeni mistici straordinari che a volte si manifestano. La santità non
consiste nelle stimmate, ma nel vivere fino in fondo il Vangelo praticando le
virtù in modo eroico e questo vale anche per Padre Pio. Paolo VI lo ha definito "rappresentante stampato delle
stimmate di Nostro Signore", Giovanni Paolo II il La
causa ha seguito un percorso preferenziale per il riconoscimento dei
miracoli? «No,
i due miracoli sono stati esaminati secondo l'iter ordinario dalla
commissione medica, che è composta da fior di
specialisti. Non sono stati fatti sconti, il processo di Padre Pio è stato
esaminato come si esamina quello di lutti gli altri candidati agli altari». Qual
è il messaggio del frate di Pietrelcina? «
Ci insegna che dobbiamo guardare alla croce nella prospettiva della
resurrezione. Non dobbiamo pensare, come talvolta accade, ai dolori e alle
sofferenze come castigo per chissà quali peccati commessi: Padre Pio ci
insegna che la croce è la via privilegiata delle anime a
cui Dio vuole bene. E poi c'è il messaggio dell'accoglienza. Durante
la sua vita ha accolto un'infinità di persone che andavano da lui per
ricevere una parola di speranza e che lasciavano San Giovanni Rotondo con il
cuore colmo di gioia. L'uomo di oggi, deluso dalle ideologie e dalle teorie
astratte, ha bisogno di speranza, ha bisogno di credere davvero». Questa canonizzazione
rappresenta una rivincita della religiosità popolare su quella intellighenzia
teologica che guarda con sospetto a queste manifestazioni di devozione? «
I fedeli hanno il loro modo di esprimersi che è diverso da quello dei
teologi. Ma vorrei ricordare che i primi seguaci di Gesù erano
persone semplici. I pastori devono purificare la religiosità popolare, non
abolirla o mortificarla. Nei testi del Concilio non mi sembra di aver mai
letto nulla che auspichi questa "repressione". Del resto è il Papa
stesso ad insegnarci a pregare il Rosario, che è una sintesi del mistero di
Cristo». San
Pio da Pietrelcina ha sofferto molto per l'atteggiamento del Vaticano nei
suoi confronti. Perché? «I
rapporti tra il frate e Roma vanno valutati oggettivamente e inquadrati nel
periodo storico. Una cosa è sicura: Roma non era nemica di Padre Pio né Padre
Pio di Roma. Come sempre accade in questi casi, la Chiesa è stata molto
prudente. Ci sono stati, e vero, degli episodi accidentali, ma alla Santa
Sede interessava accertare la verità dei fatti e l'autenticità dei fenomeni». |
DA OGGI POTREMO PREGARE
SAN PADRE PIO
|
di Nino Materi Da
lassù anche lui, che al latino preferiva il dialetto della gente semplice,
dovrà rassegnarsi alla solennità di quelle parole: «Beatum
Pium a Pietrelcina Sanctum
esse decernimus et definimus ». Eccola la frase cruciale (« dichiariamo e
definiamo santo il beato Pio da Pietrelcina») con cui questa mattina Giovanni
Paolo II proclamerà
padre Pio santo. «
Lo iscriviamo - dirà ancora, in latino, il Papa - nell'Albo dei santi e
stabiliamo che in tutta la Chiesa egli sia
devotamente onorato tra i santi». Pronunciata l'antica formula padre Pio
subirà un salto «gerarchico» che dallo status di beato lo porterà a quello di
santo. Il massimo. Utilizzando infatti l'«infallibilità pontificia», il Papa
proclamerà che padre Pio è già santo (ossia in Paradiso, al cospetto di Dio)
e in quanto tale va onorato da tutta la Chiesa, ovunque nel mondo. E mentre
fino a ieri - da «semplice» beato - padre Pio poteva essere onorato « solo in
luoghi a lui legati», da oggi anche il suo culto da «locale» viene promosso a «universale». Non
a caso, proprio in queste ore, nella diocesi indiana di Tura verrà posta la prima pietra di una chiesa con annessi
ambulatori e scuola dedicata a San padre Pio da Pietrelcina». Ma
il clou della festa sarà vissuto lungo quell'asse
ideale che unirà la capitale a San Giovanni Rotondo: 600mila persone, 300mila delle quali sotto gli
implacabili 37 gradi di piazza San Pietro. Qui la «preparazione» è cominciala
alle 9, annunciata dal suono delle campane. Una ventina di minuti dopo, è
atteso in piazza Giovanni Paolo II, che dopo aver
salutato i presenti comincerà il rito «coronato» da 53 concelebranti,
i canti della Cappella Sistina, il coro e l’orchestra del conservatorio
Niccolò Piccinni di Bari. È
previsto che la cerimonia di canonizzazione inizi con la domanda del cardinal
Josè Saraiva Martins, pretetto della
Congregazione per le cause dei santi, al Papa di proclamare padre Pio santo.
Il cardinale leggerà quindi una breve biografia del frate, alla quale
seguiranno le «litanie dei santi» ossia la richiesta ai santi di «pregare per
noi». Al termine della
preghiera il Papa leggerà la «Formula di canonizzazione» e dopo l'Alleluia,
risponderà «Decernimus» (lo ordiniamo) alla
richiesta del card. Saraiva
Martins di disporre un documento (una Lettera
apostolica) che sancisca l'avvenuta canonizzazione e fissi la data nella
quale si festeggerà padre Pio. Il Gloria e una preghiera concluderanno questa
parte del rito. Il resto della cerimonia sarà una solenne celebrazione
eucaristica, con la lettura dell'omelia di Giovanni Paolo II. All’
offertorio, tra i doni portati all'altare, ci saranno anche l'attrezzatura
medica per un ospedale da campo e vino e olio della cooperativa della Casa
sollievo della sofferenza. Tra
coloro che prenderanno la Comunione dal Papa ci sarà anche Matteo Colella, il bambino miracolato dal nuovo santo, che oggi
farà la Prima comunione. Il suo desiderio più grande? «Che mercoledì
l'Italia batta la Corea». Speriamo sia d'accordo anche San Padre Pio.
E che magari – da santo - compia il suo primo miracolo. Mondiale. |
Con il frate di
Pietrelcina il Papa ritrova le energie
|
di Andrea Tornielli II
vero «miracolo » compiuto ieri mattina dal nuovo santo Padre Pio da
Pietrelcina è stata la resistenza del Papa. Tutti temevano che l' insopportabile canicola avrebbe aggravato la sofferenza
di Giovanni Paolo II, costretto a una cerimonia lunghissima sotto un sole che
non lasciava scampo. Invece, Karol Wojlyla è apparso in forma decisamente migliore rispetto
alle ultime apparizioni pubbliche e notevolmente rinfrancato rispetto alle
Messe celebrate durante il recente viaggio in Azerbaijan
e Bulgaria. Il Papa ha fatto il suo ingresso stando in piedi sulla papamobile completamente scoperta, quella che usa solitamente
in Piazza San Pietro, dove per sua scelta non vuole che fra lui e i fedeli si
frappongano vetri proiettivi. Come d'obbligo in queste liturgie, il Pontefice
indossava ricchi paramenti ricamati che certamente hanno aumentato di non
poco l'effetto già micidiale della temperatura: sui capo
portava la mitria preziosa che aveva il Un
mese fa, vedendolo curvo, tremante e con la voce impastata, in pochi
avrebbero giurato che ieri l'ottantaduenne malato Karol
Wojtyla riuscisse a portare a termine così bene la
cerimonia. Del resto, è stato lui stesso a far capire che non intende
risparmiarsi in alcun modo.Ai quattro cardinali
che, al ritorno dall'ultima trasferta, avevano tentato di convincerlo a
diradare viaggi e impegni, il Papa, dopo averli ascoltati con attenzione, ha detto; «Vi ringrazio, ma i viaggi continueranno», E la
canonizzazione di ieri appare dunque di buon auspicio per l'impegnativa
visita in Canada, Messico e Guatemala prevista a
fine luglio e ormai preparata nei dettagli. Il «miracolo»
dell'energia ritrovata, oltre che alle cure dei medici, è
dovuto certamente anche allo speciale legame elle unisce Giovanni
Paolo II al frate stimmatizzato. Wojtyla, da
giovane prete, nel 1947, viaggiò a San Giovanni Rotondo per incontrare Padre
Pio e confessarsi da lui, come ha ricordato anche nell'omelia di ieri. Non è
vero, come si continua a ripetere da molti, che in quella occasione il
cappuccino abbia predetto il pontificato al giovane sacerdote polacco. È
vero, invece, che quell'incontro rimase impresso nei cuore del futuro Papa. Cosi nel 1962, quando una sua
conoscente si ammalò gravemente, il vescovo Wojtyla
decise di far arrivare una supplica a Padre Pio: fecero da tramite monsignor Andrej Deskur, oggi cardinale,
che lavorava già in Vaticano in quegli anni, e monsignor Guglielmo Zannoni, latinista della Segreteria di Stato oltre che
devoto del frate stimmatizzato. Leggendo la lettera, scritta in latino, Padre
Pio disse che «a questo non si poteva dire di no». La donna guarì e Wojtyla, sempre da Roma, dove si trovava perseguire i
lavori del Concilio, e sempre in latino, scrisse una seconda missiva di
ringraziamento. Dal
1° al |
Sulla casa del Santo volano
150mila rose bianche
|
di Francobaldo Chiocci Uno
smaltato cielo a pois, punteggiato da 12.387 palloncini contati, quanti sono
i giorni intercorsi dalla morte di un umile frate al
giorno della sua aureola. Così, alle 10,19 di ieri,
il gran momento della latina formula papale di canonizzazione seguito e
trepidato sui maxischermi, i 60mila del popolo pellegrino di Padre Pio
radunati dentro e fuori il sagrato del suo convento, salutano alla paesana il
grande evento. Suona, poeticamente antiquaria, la campanella francescana
della vecchia chiesetta sinché non ne soffocano i
flebili rintocchi 21 scoppi con nuvolette bianche, come le cannonate d'onore
ai grandi vip terreni. Poi, tutto un passionale, interminabile sventolio di
cappellini bianchi, applausi da frenesia isterica, lacrime, tante lacrime,
anche pianti a dirotto, quasi per il timore che il Papa commosso e
commovente, così tremante e affaticato anche nella parola, non ce la faccia a
proclamarlo santo. E,
quando invece ce la fa, abbracci e segni di vittoria con le mani bagnate dal
sudore di un sole da trebbiatori del Tavoliere, 37 gradi dicono. Un tale, un
anziano settentrionale distinto e incravattato,
grida: « Ero massone e ateo, ora credo». Gli chiedono chi è, scriva: «L'anima
non ha cognome». Tanti hanno da raccontare un miracolo o un prodigio e sono
venuti per ringraziare, ma questo è il riserbo inedito di un convertito turistico,
arrivato quassù solo per curiosità. E
l'aereo, dov'è l'aereo? Finalmente ecco un Piper
che lancia sulla folla bigliettini con i pensieri di Padre Pio, ora San Pio
da Pietrelcina, e i petali di 150mila rose bianche («Hanno contato anche
quelli, sono tre milioni», i suoi fiori preferiti ). Fa una decina di
sorvoli, sbaglia sempre i lanci. Il pilota dev'essere
emozionato, gli cade un grosso contenitore e finisce sulle terrazze della
Casa Sollievo, dove sono saliti malati, medici e infermieri. In piazza,
dicono c'è un altro pilota più emozionato. Ma è un ex pilota, un
americano della U.S. Air Force, dell'ultima guerra che ha trasformato in
leggenda una suggestione. Ogni volta che col suo Liberator
veniva a bordare l'aeroporto garganico di
Manfredonia vedeva davanti a sé una nuvola «disegnata» come un frate che gli
intimava l’alt e subito dopo i motori si imballavano e doveva tornare
indietro. Autentico o immaginato che sia l'episodio, tanto è che gli aviatori
americani salirono da Padre Pio nell'aprile 1945 per averne una conferma che
il frate non diede, ma in compenso cantò con loro laudi di ringraziamento in
inglese, lui che parlava solo il sannita. Tra
veri e improbabili amarcord agiografici, comunque
sinceri pegni di gratitudine e devozione è patetica anche la scenografia un
po' pastrocchiata di contrasti. Fiori di campo,
specialmente girasoli, sull'altare di un tronetto
di damasco dove celebra l'assistente nazionale dell'Unitalsi,
monsignor Luigi Moretti, affiancato da sessanta diaconi
bianco vestiti alla catecumenale. Una
solennità liturgica su uno sfondo da kermesse. L'Ostensorio, in pesante oro massiccio,
l' ha donato l'Associazione degli Orafi. Ma
più spontanei sono i regali contadini dei conterranei, cesti di frutta,
torte, centrini richiamati, quadri naif. Suonano in marsine e feluche gli
ottoni di due bande, della Polizia e della Marina militare. Musiche sacre ma
anche l'Inno nazionale di Mameli, che la folla segue a squarciagola come se
fosse il «Christus vincit
» di una decisiva partita di calcio. Un cartello lo inneggia dalle tribune
come «il più grande campione della Chiesa». Ma
ci sono pure brindi di misteri riproposti e di silenzi totali. Si fermano e
si inginocchiano anche i barellieri dei tanti svenuti (circa 200) allorché il
celebrante scandisce la lettera più sconvolgente di Padre Pio, quella in cui
confida la suprema confusione di quando «la vista
del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano
traforati e grondavano sangue». Segue un applauso quasi di liberazione. Il
mistero impaurisce ancorché sia celeste e lontano, come venuto dal Medioevo. Il gran giorno va valutato anche in cifre.
Sei chilometri di transenne dal sagrato ai viali d'accesso con gli archi
delle luminarie, mille volontari, 500 carabinieri e poliziotti, seimila
cartoni d'acqua (qui niente idranti) e sacchetti di ghiaccio, 300 pullman,
diecimila auto, ottomila presenze alberghiere, sette maxischermi collocati
nei punti più distanti dell'urbanistica trasandata di un paese cresciuto
troppo in fretta. A notte il deflusso non era ancora cominciato. All'intorno,
a perdita d'occhio, falò e arabeschi di fuochi d'artificio. Sulla montagna,
il volto benedicente di Padre Pio con l'aureola proiettato
da un sofisticato congegno laser. San Giovanni Rotondo |
Il 23 settembre sarà
festa << obbligatoria >>
|
All’
Angelus il Papa ha annunciato che la memoria liturgica del nuovo santo, «con
il grado di obbligatoria », sarà inserita nel Calendario Romano generale il
23 settembre. Il decreto ufficiale è stato preparato ed emesso in tutta
fretta sabato mattina, dopo che Giovanni Paolo II ha fatto comunicare questo suo esplicito
desiderio alla Congregazione per il culto divino e i sacramenti. Nel
Calendario liturgico il ricordo dei santi può essere facoltativo od
obbligatorio. Nel primo caso le diocesi si possono regolare a seconda delle tradizioni locali, nel secondo la memoria
deve essere celebrata in tutto il mondo lo stesso giorno. La memoria
obbligatoria di Padre Pio, il 23 settembre, data della morte del cappuccino
con le stimmate, cade in un giorno attualmente « vuoto» nel Calendario
liturgico, cioè non vi sono memorie particolari né obbligatorie né
facoltative, anche se sui calendari compaiono i nomi di San Lino papa, di Santa
Tecla o di San Sosio. San Pio da Pietrelcina è il 465° santo proclamato da
Giovanni Paolo II in quasi 24 anni di pontificato, nelle cerimonie di
canonizzazione che raggiungono, oggi quota 45. I santi da lui
elevati alla gloria degli altari, che erano 459 ad aprile, sono infatti
diventati 464 con le cinque canonizzazioni di maggio e ieri hanno toccato il
numero di 465 con Padre Pio. Ai 1,288 beati di aprile si aggiungono i tre
martiri proclamati nell'ultimo viaggio in Bulgaria, la scorso 24 maggio,
raggiungendo cosi il numero di 1.291 nelle 133 cerimonie di beatificazione
del pontificato. |
DISPENSATORE DELLA DIVINA
MISERICORDIA |
S.Pio
(1887-1968) |
Passi
salienti dell'omelia del Santo Padre per il rito di canonizzazione del Un povero frate
che prega La
ragione ultima dell'efficacia apostolica di Padre Pio, la radice profonda di
tanta fecondità spirituale si trova in quella intima e costante unione con
Dio di cui erano eloquenti testimonianze le lunghe ora
trascorse in preghiera e in confessionale. Amava
ripetere: "Sono un povero frate che prega", convinto che "la
preghiera è la migliore arma che abbiamo, una chiave che apre il Cuore di
Dio". Questa fondamentale caratteristica della sua spiritualità continua
nei "Gruppi di Preghiera" da lui fondati. |
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L'amore per
Cristo crocifisso Ma
qual è il segreto di tanta ammirazione e amore verso questo nuovo Santo? Egli
è innanzitutto un frate "del popolo", tradizionale caratteristica
dei Cappuccini. È inoltre, un santo taumaturgo come testimoniano gli eventi
straordinari che costellano la sua vita. Soprattutto, però, Padre Pio è un
religioso sinceramente innamorato di Cristo crocifisso. Al mistero della
Croce egli ha partecipato in modo anche fisico nel corso della sua vita, L'esempio del poverello Questo
suo camminino di esigente ascesi spirituale Padre Pio lo compì in profonda
comunione con la Chiesa. Non valsero a frenare questo suo atteggiamento di
filiale obbedienza momentanee incomprensioni con l'una o con l'altra Autorità
ecclesiale. Padre
Pio fu, in pari misura figlio della Chiesa, seguendo anche in questo il
luminoso esempio del Poverello d'Assisi. "La Messa di
Padre Pio!" La
Messa di Padre Pio! Era per i sacerdoti un eloquente richiamo alla bellezza
della vocazione presbiteriale; per i religiosi ed i
laici era una straordinaria catechesi... La
Santa Messa era il cuore e la fonte di tutta la sua spiritualità: "C'è
nella Messa - egli soleva dire - tutto il Calvario". I
fedeli che si assiepavano intorno al suo Altare erano profondamente colpiti
dall'intensità della sua "immersione" nel Mistero e percepivano che
"il Padre" partecipava in prima persona
alle sofferenze del Redentore. SacroCuore/settebre2002 |
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Caro
Direttore di Avvenire, quando Italia Betti correva in motocicletta per le
strade dell'Emilia "rossa" ad attaccare i manifesti con la falce e
il martello, tenendo comizi infuocati pro Stalin, non sapeva che la sua corsa
sarebbe terminata su una salita insuperabile: la collina del Gargano. Là fu
fermata da un burbero frate che la folgorò con il suo sguardo mistico e
severo, trasformandola in un angelo di preghiera e carità. Ma cosa aveva quel
frate di così speciale da convertire le anime più ritrose e da richiamare
folle di pellegrini sulle deserte e sassose colline del Foggiano spazzate dal
vento? La
fama di Padre Pio si era diffusa da quando, nella
chiesetta della Madonna delle Grazie,cadde a terra folgorato dalle stigmate,
A me, che fin da bambino ho frequentato San Giovanni Rotondo, resta il
ricordo indelebile di una profonda pace interiore, ma anche di brividi ed
emozioni fortissime. Nel primo dopoguerra non era facile giungere a San
Giovanni Rotondo. Ricordo viaggi interminabili su torpedoni ansimanti lungo
la Statale Adriatica con valigie piene di cibo portato da casa e coperte per
la notte,con l'autista instancabile che correva per
farci arrivare in tempo sul piazzale della chiesa per la messa di Padre Pio
delle cinque di mattina. E poi un'atra corsa, per essere i primi quando il
frate guardiano apriva la porta della chiesa, in modo da essere vicini a
Padre Pio quando, durante l'elevazione, cadeva in
lunghissime estasi. Quello era il momento più mistico, interrotto, a volte,
dalle grida di qualche indemoniato che il frate, girandosi di scatto, zittiva
con una voce tremenda, tracciando il segno della croce. Confesso che avevo
paura e mi aggrappavo ai pantaloni di mio padre. Ancora adesso ricordo
commosso il momento della comunione quando Padre Pio, arrivato davanti a mio
padre, gli mise la mano sulla testa dicendo: "Questo è un buon
figliolo". Quella frase mi e rimasta dentro ed è il mio viatico
quotidiano. Non mi sono mai meravigliato del profumo di viole, che ho sentito
più volte, ne dei tanti episodi miracolosi che si
raccontano, come quello di un frate (Padre Pio) che, apparendo
improvvisamente con le mani alzate ai piloti dei bombardieri americani, li
costringeva a tornare indietro, risparmiando il Gargano. La fede non ha
spiegazioni, nè regole. Padre
Pio, ora Santo, ci ha insegnato, che, attraverso la sofferenza, si può
giungere al cielo. Ecco perché ha sempre mantenuto la sua promessa:
"Chiunque varcherà la collina del Gargano, prima o poi troverà la Grazia
di Dio". Come Italia Betti. Mauro
Pollo - Bologna Avvenire
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