Comunità Pastorale "San Carlo Borromeo"
Angera - Ranco - Taino

Parrocchia Prepositurale "Santa Maria Assunta"

Angera (VA) - Decanato di Sesto Calende - Diocesi di Milano



IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA RIVA



Il Santuario - sullo sfondo la Rocca Borromeo
Storia


"Nel 1657 alli 27 giugno seguì il miracolo di sudor sangue, che si vede dalla fronte della Beata Vergine, quale era sopra di un muro laterale della porta che serviva alla Casa Berna. Così, come si costuma di preferire, avevano fatta la ghirlanda di fiori alla suddetta effigie le diverse donzelle di Angera. Ed una donna che era solita passando avanti inginocchiarsi a salutare con l’Ave Maria la divina Immagine, osservava che mandava dalla faccia il sangue e poi sangue ancora. La donna intimorita dal fatto gridò al miracolo. Intervenne il Prevosto Signor Giorgio Castiglioni, il quale asciugò il sangue miracoloso con un bianco lino".

(dal Registro dei Battesimi, Morti, Matrimoni e Cresime 1678-1704, annotato dal prevosto Aicardo e dal coadiutore Gatto)


Il prodigioso evento si ripeté l'8 settembre, festa della Natività di Maria, quando attorno all’effigie era già stata edificata una piccola cappella provvisoria.

"La Madonna fu osservata bagnarsi tutta di sangue... Sono prodigi questi mentre il giorno della Sua Nascita, che doveva essere festosa, si mostra così sanguinosa".

La grandezza e la popolarità dell’avvenimento convinsero l’arcivescovo, il prevosto Giorgio Castiglioni e il conte Renato Borromeo a costruire una chiesa proprio in quel luogo. Dopo aver acquistato l’edificio su cui esisteva il dipinto dall’oste Emanuele Berna, si diede incarico all’architetto milanese Gerolamo Quadrio di progettarne la costruzione.

Il 10 agosto 1662 il Vicario generale della diocesi, Cesare da Biandrate, delegato arcivescovile, assistito dal conte Renato Borromeo, feudatario della città di Angera, procedette alla posa della prima pietra del Santuario.

Negli anni seguenti numerose difficoltà economiche impedirono di proseguire i lavori e la chiesa rimase incompleta: furono costruiti così solo il coro e il presbiterio, inaugurati e benedetti nel 1667.

Arte

Il Santuario della Madonna della Riva si erge diDisegno del progetto fronte al porto austriaco, a chiudere la piazza Garibaldi. Si tratta di un progetto incompleto: l’imponenza dell’edificio, sproporzionato nelle dimensioni, ne è la testimonianza più evidente. Il progetto originario prevedeva un edificio ottagonale, con portici e colonnati attorno, due torri campanarie e due ampie sacrestie: se completato la sua facciata sarebbe arrivata a oltre la metà dell'attuale porto delle barche (vedi disegno, in colore la parte realizzata).

Nel 1735, sul lato posteriore del tetto, fu costruito un piccolo campanile e nel 1943 la facciata, che era diventata pericolante, fu rafforzata con un apparato murario di stile moderno, opera dell’architetto Rino Ferrini di Angera.Vetrata della facciata L’interno, dall’ampia spazialità proiettata in altezza, è stato reso più luminoso con il restauro curato dall’architetto Vincenti di Milano (1980-81), che ha dato una chiara tonalità alle pareti, scandite dalle lesene e dai capitelli a stucco. Sopra l’ingresso, in alto, vi è una vetrata realizzata nel 1957 dal professor Bertuzzi di Milano, con l’Assunzione della Vergine e Angera sullo sfondo.

Sulla calotta absidale sono state lasciate in evidenza alcune figure affrescate nel 1943 dal pittore CoccoliInterno di Brescia rappresentanti l’Incoronazione della Vergine tra angeli musicanti. Al centro è l’elegante altare con la venerata Immagine della Madonna col Bambino, staccata dal muro originario e trasportata su tela ad opera del pittore Anselmi di Milano. Pregevole è l’anonima "Gloria d’Angeli" che incornicia l’immagine miracolosa: quest’opera seicentesca necessita di restauri. Sul retro dell’altare vi è una tela seicentesca con la Crocifissione proveniente dalla chiesa di S. M. Assunta.

Le pareti sono ornate con dipinti provenienti in gran parte dalle altre chiese angeresi: sulla parete sinistra la "Visita di San Carlo alle valli", che nel Seicento ornava le ante dell’antico organo della Chiesa parrocchiale, sulla destra le due tele dell'Ascensione e dell'Assunzione della Madonna. Ritenute prima del Morazzone, poi di Procaccini e di Isidoro Bianchi, queste opere sono state recentemente attribuite a Bartolomeo Roverio detto il Genovesino che probabilmente le dipinse attorno al 1623.

La Madonna degli Angeresi

Il Santuario è da secoli il centro della devozione mariana di tutti gli Angeresi e delle popolazioni dei paesi limitrofi e meta di numerosi pellegrinaggi. I documenti conservati nell’archivio parrocchiale danno testimonianza di tre grandi grazie ottenute per il patrocinio della Madonna della Riva.


Madonna col Bambino
Madonna col Bambino - Affresco del 1443

6 giugno 1745
Rianimazione di una bimba di otto mesi, rimasta soffocata sotto la culla che si era rovesciata durante la momentanea assenza dei genitori, i coniugi Simonelli Martino e Cattaneo Angela Giacomina.

Giugno 1746
Improvvisa guarigione da una grave infermità del canonico Baldassarre Contini, che ha potuto così attendere al suo ministero sacerdotale in preparazione della Festa della Madonna della Riva.

16 ottobre 1747
Improvvisa guarigione di Margherita Contini Corti, giudicata in fin di vita dai medici curanti.


Numerose altre grazie furono ottenute lungo il corso di questi tre secoli per l’intercessione della Madonna della Riva, come testimoniano gli "ex voto" posti nell’abside del santuario. L’immagine miracolosa della Madonna col Bambino, oltre all’importanza devozionale possiede anche un suo valore artistico. L’affresco, del 1443, nel nostro secolo è stato staccato dal muro originario e trasportato su tela.

L’inondazione del 1868 ha cancellato completamente la figura del Bambino e le mani della Vergine. Ciò che colpisce dell’opera sono soprattutto la dolcezza del viso della Madonna e la raffinatezza del velo, particolari che dimostrano la preparazione notevole dell’autore influenzato forse da qualche artista del centro Italia.

L'anniversario del miracolo è ricordato il 27 giugno e la Festa del Santuario è fissata per la prima domenica di luglio.


Album fotografico




Arialdo, santo martire milanese


Arialdo nasce a Cucciago, presso Cantù, nella diocesi di Milano, da genitori originari di Carimate. Compie gli studi liberali e acquisisce la conoscenza delle sacre scritture. Nel decennio che va dal 1057 al 1066 si svolge la vicenda che porterà il diacono Arialdo al martirio. Affiancato dal chierico Landolfo, comincia a predicare contro la vita corrotta del clero, prima a Varese, poi a Milano; l'arcivescovo Guido lo ammonisce a non diffondere dottrine nuove e inaudite, ma Arialdo si reca a Roma e riferisce a papa Stefano la situazione del clero milanese. I legati pontifici inviati a Milano dal papa per risolvere la controversia, confermano lo stato corrotto del clero ed esortano Arialdo a continuare la sua predicazione.

Tempietto sull'Isolino

Una seconda legazione pontificia a Milano viene vista come un'ingerenza nell'autonomia della chiesa milanese e Arialdo è considerato come sovvertitore delle tradizioni liturgiche ambrosiane. La scomunica di papa Alessandro II contro l'arcivescovo Guido è la causa scatenante della persecuzione contro Arialdo che viene percosso quasi a morte. Arialdo, tradito da un prete, è arrestato e portato in una zona del Lago Maggiore, sotto il controllo di Oliva, nipote dell'arcivescovo, che ordina di assassinarlo. E' il 28 giugno 1066 e il corpo di Arialdo, privo di vita, viene gettato nel lago perché non venga ritrovato. Riaffiora dieci mesi dopo e il nobile Erlembaldo, fratello del chierico Landolfo che nel frattempo era morto, lo riporta a Milano con autentico trionfo e qui viene esposto alla pubblica venerazione.

Non risulta che Arialdo sia stato canonizzato ufficialmente, ma nel 1904 la Sacra Congregazione dei Riti approva il culto attribuito ad Arialdo e la chiesa ambrosiana lo venera dunque giustamente con il titolo di santo martire, festeggiandolo liturgicamente il 27 giugno. Recenti studi, dopo lunghe controversie, hanno portato all'identificazione dell'Isolino Partegora, situato di fronte ad Angera, come luogo del martirio di Arialdo.

La nostra Parrocchia festeggia S. Arialdo il 27 giugno, con una processione di barche illuminate che partono dal porto e si dirigono all'Isolino per una breve preghiera, tornando poi a riva e concludendo il rito con la solenne benedizione.

Lapide commemorativa
QUI IL 27 GIUGNO 1066 IL DIACONO ARIALDO ALCIATO
SUBIVA IL MARTIRIO DA MANO ERETICA E INCONTINENTE
CONSACRANDO COL SUO SANGUE QUESTO LEMBO DI TERRA ANGERESE



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Parrocchia "S. Maria Assunta" - Angera