L'immagine di Gesù attorniato da bambini festosi, che accarezzava dolcemente, ci richiama la figura della Signorina Paolina Campo che ha realizzato nella sua vita il messaggio del Signore: "E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me" (Mt.18.5)!
Per oltre 50 anni è stata CATECHISTA di tutti. Apostolo a servizio della "Parola".
La Parola è Cristo, via, verità e vita che si rivela. Cristo non è amato perché non è conosciuto, ci ripete Santa Maddalena di Canossa. Fin dall'adolescenza Paolina ha pensato ai "Piccoli", per loro ha speso tutta la sua vita non solo come catechista, ma anche come insegnante nella scuola materna. Favignana tutta ha pianto la sua scomparsa.
Generazioni di fanciulli isolani hanno ricevuto da lei l'annuncio e la testimonianza della Parola di Dio. Insegnante della fede e non di nozioni.
Ha predicato con la vita, ha accompagnato per mano i bambini per far scoprire il disegno d'amore di Dio Padre per loro. Ha lasciato a malincuore l'insegnamento catechistico solo alcuni mesi prima di morire, per motivi di salute e fino all'ultimo della sua vita, pensava ai suoi "picciriddi", per loro un ricordo, una parola di materno affetto e di incoraggiamento.
Il primo libro del catechista è la vita; la testimonianza non è un dato acquisito per nessuno, ma un traguardo: per questo tutti devono crescere ogni giorno come cristiani. Si consacrò al Signore nella vita religiosa per "servire la Parola", nella evangelizzazione.
Fare catechismo è un MINISTERO che ci richiede di riconoscersi al centro di un dialogo di amore di Dio con il fanciullo, lasciarsi afferrare da Lui, farlo entrare nella nostra vita in modo che gli altri possono essere coinvolti nell'esperienza di uno di cui si possa dire: "ha visto Dio, ha parlato con Lui, ha intimità con Lui". |
Paolina ha compreso bene le parole di Gesù: "I fanciulli valgono più di tutto, occuparsi di loro è il primo vero apostolato.
Prime Comunioni - 27 Aprile 1977
E' un lavoro per il quale bisogna sempre trovare il tempo. I bambini sono sulla strada di diventare uomini, imitano sempre, imitano tutto, non sanno che farsene delle belle parole se non corrispondono ai fatti. Sono sensibili e sono semplici e per questo credono e non razionalizzano, ed accolgono tutto; sono aperti come fiori al sole,
sono assetati di verità. Il loro cuore è grande perché senza malizia.
Favignana è consapevole di aver ricevuto tanto da Paolina. Rigorosa sì, ma maestra di bontà. Dalla sua bocca pendevano gli occhi innocenti di migliaia di scolari dell'Isola.
L'educazione ha bisogno di confronto, di un termine di verifica. Ammirare è esigenza del ragazzo. L'ammirazione è un passaggio per l'imitazione, così per i piccoli l'insegnante è un personaggio da seguire, è un catechismo vivente.
Grazie Paolina per essere stata la nostra Maestra.
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Dalla Casa di Reclusione
con riconoscenza a P. Alfonso
Ho saputo del trasferimento di Padre Alfonso dal giornalino "La Voce delle Egadi". L'ho incontrato per la prima volta nel 1976, quando Cappellano del Carcere di Favignana venne nella mia cella per salutarmi. Ero appena arrivato in questo Istituto di pena.
Commovente fu l'incontro con questo Ministro di Dio: la sola sua presenza trasmetteva selenita e coraggio.
Padre Alfonso si è dato tutto a tutti fra difficoltà di ogni genere, divieti ed impedimenti cui purtroppo gli Istituti carcerari sono soggetti.
Il suo altruismo non può essere mai cancellato dal cuore dei detenuti. Passava di cella in cella, quotidianamente distribuiva la posta in arrivo e raccoglieva quella in partenza. Spesso arrivava in Istituto avvilito e stanco, ma non si arrendeva mai.
Sempre pronto con la sua parala calda e suasiva all'incoraggiamento, a non arrendersi alle avversità della vita.
Si intratteneva con tutti nei
vari reparti, chiedendo notizie personali e dei nostri familiari e
per tutti si adoperava, non diceva mai di no a nessuno.
La sua paterna esortazione era un raggio di luce che illuminava i
nostri volti per un sorriso di speranza fra tanta
disperazione.
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Insegnava a confidare in Dio e aver
fiducia non solo nelle istituzioni, ma anche nel prossimo, perché
il Signore Gesù Cristo ammorbidisce anche i cuori più aridi e
insensibili.
I suoi insegnamenti sani e saggi sono scolpiti nei nostri cuori e
non possono essere dimenticati. Ognuno ne farà tesoro per se e per
gli altri sia oggi che un domani a fine pena.
Ultimamente sebbene non frequentava il carcere, perché Parroco di
Levanzo ugualmente si interessava di noi e giungevano i suoi
saluti.
Le sue parole sono sempre vive e i suoi ricordi sono nei nostri
cuori. Non sempre è stato compreso nella sua azione pastorale: la sua costanza l'ha portato a "sfondare" sempre.
Il Signore ricompensi tutto l'affetto, la solidarietà e la stima che Padre Alfonso ha avuto nei nostri confronti.
Non ha mai fatto pesare non solo la nostra posizione di detenuti, ma nemmeno la nostra indigenza.
Con carità delicata ed attenta, spesse volte per i più bisognosi usava uno
stratagemma: dovendo egli leggere le lettere e depositare il denaro che trovava nella corrispondenza, metteva di tasca propria senza dire nulla. Ci vestiva Lui con tutta la biancheria che portava in Istituto prendendola dal propria armadio. A lui la nostra sentita riconoscenza, a lui chiediamo il ricordo della preghiera perché il nostro avvenire sia diverso. Che il futuro sia più generoso con noi. Lo salutiamo calorosamente con un forte abbraccio.
Vito
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