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passeggio per Favignana alla ricerca dei suoi "semplici"
(Tratto
da "EGADI E NATURA" di Umberto Rizza) - VII e ultima tappa
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IL PAESE
Penso che tutta la tipologia architettonica più originale e più vera di Favignana si esprima nelle deliziose case del rione di Sant'Anna: il più antico e storico agglomerato urbano dell'Isola.
Esse sono fatte di cortiletti fioriti e di stupende scale esterne che portano sui bianchissimi terrazzi: vero punto di raccolta della vita.
Entrando, il paese ci accoglie con la classica urbanistica dei nostri centri più piccoli; grazioso nelle sue fattezze rimaste eguali nel tempo. Le strade assolate sono come lunghe braccia dello stesso corpo; esse infatti sembrano volere riunire tutti i rioni al centro ideale e reale di Favignana: Piazza Matrice. E' sempre piacevole fare una passeggiata lungo le sue strade, pulite, perché ogni brava donna riserva le sue fatiche persino al marciapiede davanti casa, e gioiose per il vociare dei bambini in gioco e per le chiacchiere della gente seduta davanti le porte di piano terra, come abitanti di un'unica casa.
Per le strade, dove c'è frescura è facile trovare molti esemplari di piante medicinali e questo dimostra che è ancora possibile la coesistenza fra Natura e vivere civile. Qui, infatti, troviamo la
Parietaria, sia sui muri di vecchie case diroccate sia anche dove sembrerebbe impossibile che una pianta possa nascere e vivere.
L'Erba vetriola o "erva ventu" è un'altra delle erbe più comuni e più comunemente usata da tempo immemorabile. Detta anche "erba delle bottiglie", essa ha nelle sue delicatissime deperibili foglioline l'arma più efficace per rendere più brillanti i vetri di ogni tipo. Questa particolarità è dovuta alla presenza massiccia, nel suo interno, di nitrato di potassio. Nonostante appartenga alle Urticacee, essa non è pericolosa per contatto, anzi è assolutamente innocua.
A differenza dell'Ortica, è pianta rinfrescante ed una delle più usate contro le bruciature e come emolliente di foruncoli. Molte altre devono essere, però, le sue qualità, perché l'esperienza antica ci riporta l'ormai famosa frase
"Erva ventu, ogni mali unn'avi abbentu" (con la parietaria nessun male ha la possibilità di arrecare danno).
Piazza
Matrice
Nelle affezioni delle vie urinarie e per il catarro bronchiale si faccia un decotto di 5 grammi di foglie in un litro d'acqua e se ne prendono 2 tazze al dì con malto limone.
Per uso esterno, nelle ustioni, un decotto di 5 grammi in 100 cc di acqua serve per fare impacchi cicatrizzanti.
Seguendo la strada verso casa mia, perché quella è la meta finale di questa nostra passeggiata, si passa davanti a Palazzo Florio.
Bella costruzione della seconda metà dell'800, essa fu commissionata all'Architetto palermitano Giuseppe Damiani d'Almejda, da quella che era allora una delle famiglie più importanti e ricche d'Europa: i Florio.
Fu, per Ignazio e Donna Franca, casa di soggiorno estivo ed abitazione durante la svolgimento delle mattanze nelle tonnare di loro proprietà. Adesso è patrimonio comunale ed è destinato a diventare il punto di riferimento di tutte le attività culturali e di rappresentanza delle Egadi.
I suoi giardini, che per adesso sono coltivati, con buona volontà, ma con pressappochismo, speriamo possano essere ristrutturati e riabilitati a diventare un giorno "Giardini Pubblici" degni di questo nome.
Nelle sue aiuole troviamo molti esemplari di
"Fumaria" nelle varietà "officinalis" con i fiori
tubolari rossastri e "capreolata" che invece li presenta bianchi. Il suo nome deriva dal colore grigiastro della pianta e dal sapore di affumicato che
essa ha tutta.
"Tanto per cambiare" era nota fin dall'antichità; dobbiamo peraltro constatare che, purtroppo, la cultura delle piante medicinali non appartiene alla nostra epoca. Galeno e
Dioscoride apprezzavano il "fumosterno" per le sue capacità di fare produrre bile, successivamente si ritenne che fosse efficacissima per tutti i disturbi di carattere addominale. Da molti, ed in molti paesi del
mondo è
considerata pianta che aiuta a diventare "centenari".
Come depurativo, antipertensivo, negli ingorghi intestinali e nelle intossicazioni da fumo si faccia un infuso con un pugno di pianta intera in un litro di acqua bollente e se ne prendano 2-3 tazzine al dì.
Ormai la passeggiata volge al termine, ma c'è ancora qualche amica pianta da incontrare e conoscere. Poiché proprio nel giardino di casa mia, c'è la possibilità di reperirne esemplari spontanei, completiamo lì il nostro tour favignanese. In questo mio rifugio verde si affacciano due ingrottamenti, vecchi tentativi di cave di tufo poco profonde, caratteristiche della natura di Favignana.
Incredibilmente aggrappata e penetrante al tetto di una di esse cresce un esemplare mastodontico di profumatissimo
"Cappero" così grande da riuscire a creare come un "tendaggio", che arriva fino a terra all'ingresso della grotta.
"La chiappara" è uno dei più usati condimenti per insalate della nostra tradizione culinaria ed il fiore è il vero protagonista della sua storia. In bocciolo chiuso inebria il palato per il suo sapore dolce-amaro, in corolla aperta ipnotizza lo sguardo e stordisce l'odorato per la leggiadria delle sue forme e la delicatezza del suo profumo.
Del Cappero si usa la corteccia, ma recentissimi studi hanno appurato che proprio i boccioli danno grande sollievo nella couperose.
Come digestivo depuratore dagli ossalati di calcio e di acido urico e contro il vomito si prepari un decotto di 20-30 grammi di corteccia in un litro
d'acqua e si prendano 2-3 tazzine al dì.
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Tipico
cortiletto
Molto appariscente ci invita, adesso,
sotto i suoi frondosi rami, un bel esemplare di Melograno.
"U Ranatu" è un albero dalla corteccia e dal legno durissimo e spinoso. I suoi rami, secondo tradizioni antiche, pare abbiano un certo magnetismo, per cui, vengono utilizzati dai rabdomanti nella ricerca di fonti d'acqua.
Molti la considerano pianta anafrodisiaca, altri, l'hanno eletta a simbolo d'amore.
Per alcuni, addirittura, ha dei legami forti con il "diavolo" (?!).
Con più senso pratico, ancora, qualcuno, invece, utilizza la buccia dei frutti per tingere di nero gli abiti o per conciare le pelli.
Come vermifugo, astringente, si faccia macerare un pugno di scorza in mezzo litro di acqua per 6 ore; il tutto si fa poi bollire fino a dimezzamento e si prenda una tazza all'ora, a digiuno, per 3 ore. Dopo due ore si somministri dell'olio di ricino per allontanare la tenia ormai paralizzata. Nelle emicranie e nelle gengiviti si faccia infuso di 50 grammi di foglie in un litro di acqua, si prendano due o tre tazzine al dì. Lo stesso liquido si può usare come colluttorio.
Ovunque, attorno alla casa, spontanea cresce la Porcellana. Anche "a
Purciddana" è adatta per insalate, perché pianta molto rinfrescante. Bisogna sapere che il trovarsi in aperta campagna, assetati e lontani da fonti d'acqua, non è un problema se nelle vicinanze cresce la Porcellana perché, se masticata, essa è altamente dissetante.
Come diuretico, particolarmente indicato per chi soffre di calcoli renali, come blando sedativo e come vermifugo si faccia un infuso di 50 grammi di pianta in un litro d'acqua; si prendano 2-3 tazze al dì. E' consigliato, ancora, come antiemorraggico perché ha la capacità di aumentare la coagulazione del sangue.
Proprio di fronte al cortiletto di casa che porta su in terrazza, si staglia la sagoma di Santa Caterina che abbiamo girato in lungo ed in largo. Un posto abbiamo evitato, però: il cocuzzolo della Portella, che si affaccia sul Faraglione. C'è un motivo preciso di questa mancata visita: essa vuole essere una protesta nei confronti di chi fa razzia senza limiti e senza pietà di tutto, animali e piante comprese.
Sul cocuzzolo della Portella crescevano un giorno, in abbondanza, piante medicinali, adesso rare, basilari nella cura di molte malattie, fra cui l'Adonide, ricco di principi attivi importanti per i malati di cuore, il Rizzanolo, che, recenti studi, hanno dimostrato essere essenziale per la cura della vitiligine.
Villa
Florio
A quota 200 metri, cresceva spontanea, una volta, la Viola tricolore. Non esiste più, è scomparsa sradicata dal suo habitat naturale da "qualcuno" che, a parte le sue capacità fitoterapiche, ha distrutto un eterno simbolo d'amore. Ognuno di noi è un'apparizione fugace in Natura, ma il danno che ogni singolo individuo arreca si somma secondo una progressione geometrica, e, persistendo nel tempo, rompe delicatissimi equilibri in maniera irreversibile!
Ciò sarà la causa di danni enormi e di effetti imprevedibili che noi stessi, di già, stiamo provocando. Quello che è grave è che, a pagare, saranno i nostri figli e chi verrà dopo di loro! Pagheranno per colpe non commesse!
Moltissime piante medicinali crescevano a Favignana e non sono più reperibili, perché estinte. Vale la pena di nominarne alcune, perché sia ricordato, nella speranza di tempi migliori, un passato felice.
La Valerianella rossa, la Brassica bianca, il Mazezero, il Papavero bianco, un'altra varietà di Parietaria e tante altre sono le piante che, per il solo fatto di non crescere più a Favignana, dopo aver svolto il loro lavoro in maniera modesta ma altamente meritevole, pesano sulle nostre coscienze e non possono non costituire per noi tutti motivo di rimorso e di vergogna.
Facciamo una riflessione profonda su tutto ciò e battiamoci insieme per costruire un futuro migliore, a misura d'uomo ed in sintonia con la Natura.
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