"Giorno 20 gennaio 1977 comandato di servizio di 1a muta (dalle ore 16.00 alle ore 24.00), dopo aver preso la regolare consegna del Capoposto smontante di 7.00/17.00, dopo circa due ore di servizio, verso le ore 18.00, venivo chiamato dalla guardia di servizio ad un reparto, il quale telefonicamente mi riferiva che un detenuto desiderava parlare con il Capo-posto urgentemente e che aveva già rotto qualche vetro esistente in quel reparto.
Recatomi presso la sezione trovavo il detenuto con un piede del tavolino nelle mani. Estremamente agitato, inveiva contro tutti e minacciava di uccidere la prima guardia che si fosse avvicinata. Dopo una lunga conversazione riuscii a convincere il detenuto a rientrare in cella dove mi raccontò che l'addetto alla matricola gli aveva comunicato il rigetto dell'istanza di permesso. A questo punto il detenuto uscì un punteruolo (ricavato da una posata in dotazione) e solo grazie all'intervento di un altro detenuto veniva fermato dall'attuare un insano gesto nei miei confronti.
Non potendo isolare il detenuto e trovandomi a sostituire il Comandante titolare, assente per motivi di servizio, feci richiamare gli agenti liberi da servizio. Quindi informai il Direttore dell'accaduto e ritornai dal detenuto per cercare di convincerlo a calmarsi.
I miei tentativi non ebbero esito positivo tal più che il detenuto continuava a minacciare di morte chiunque si fosse avvicinato.
A questo punto la Madonna con il Bambino Gesù in braccio, che ci guardava dall'alto, intervenne in nostro aiuto. |
Infatti il detenuto, notando la statuina della Madonna, le disse queste precise parole, che mai dimenticherò: "e tu... che ci guardi a fare!…".
Quindi prese il bastone e glielo scagliò contro. La Madonna fece un giro su se stessa come per proteggere il Bambino Gesù…
In quell'attimo di distrazione gli agenti presenti riuscirono a immobilizzare il detenuto. Portato nel mio ufficio, fu piantonato fin quando non venne la scorta dei Carabinieri per tradurlo in altra sede".
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