DOSSIER

dal mensile di informazione e formazione apologetica

 il TIMONE

 

Le falsità del

Codice da Vinci

(Il Timone n. 53 Maggio 2006)

 

Mentre sta per uscire il film omonimo, il Codice da Vinci ha venduto circa 40 milioni di copie in tutto il mondo. Non si sa ancora come sarà il film, ma il libro infanga Cristo, riscrive e sovverte completamente il cristianesimo e muove accuse gravissime alla Chiesa.

Qualcuno dice che non bisognerebbe preoccuparsene, dato che si tratta di un romanzo.

 

In realtà il libro, in una pagina intitolata Fact, in inglese, e Informazioni storiche, in italiano (a p. 9), afferma che «tutte le descrizioni [...] di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà»

Del resto, anche se il libro non accreditasse la propria fondatezza, resterebbe comunque imprescindibile ripristinare la verità.  Infatti, chiunque sarebbe indignato se un romanzo calunniasse e disonorasse le persone che ama, per di più chiamandole per nome e cognome.

Inoltre innumerevoli lettori hanno preso per vera, almeno in parte, la ricostruzione di Dan Brown, perché, come sostiene il famoso detto (citato, tra gli altri, da un insospettabile di simpatie per la Chiesa, come Marx): «calunniate, calunniate, qualcosa resterà».

Per amore della verità, di Gesù Cristo e della Chiesa, questo dossier smonta molte delle falsità del Codice da Vinci.

 

 

*       Una sfilza di bugie, di Massimo Introvigne

*       La divinità di Cristo?

Non l’ha inventata Costantino, di Marta Sordi

*       Incolpata l’Opus Dei. Intervista a Giuseppe Corigliano,

di  Roberto Beretta

*       Leonardo da Vinci: nessuna allusione,

di Suor  Maria Gloria Riva

*       Le menzogne su Gesù e la Maddalena,

di Padre Giorgio Maria Carbone

 

Certamente, già il Nuovo Testamento conosce la tendenza ad andare dietro alle favole, piuttosto che dare ascolto alla testimonianza della verità (cfr 2Tim 4,3-4; 2Pt 1,16), ma è difficile sottrarsi alla sensazione che il grande successo di lavori come Il Codice da Vinci abbia a che fare con quell’odio, o quel venir meno dell’amore per se stessa che, come osservava l’allora Cardinale Ratzinger (Senza radici, ed. Mondadori, pp. 70-71), si è insinuato nella nostra civiltà. .

(Card. Camillo Ruini, 15-5-2006)

 

 

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