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Gli Olivetani furono un ordine religioso della famiglia benedettina, fondato nel 1313 dal beato Bernardo Tolomei insieme con Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini e riconosciuto nel 1344 da Clemente VI con il nome di congregazione di S. Maria di Monte Oliveto (presso Siena).
In segno di devozione alla Madonna gli Olivetani adottarono l’abito monastico di colore bianco. Dopo una prima esperienza di vita eremitica presso Ancona, Tolomei scelse la regola di S. Benedetto, che ridusse alla semplicità e austerità delle origini, introducendovi notevoli adattamenti desunti dalla spiritualità degli ordini mendicanti.
Di particolare importanza fu la centralizzazione dell’incarico abbaziale, reso unico per tutte le comunità della congregazione e per la prima volta non più vitalizio.
Il movimento degli Olivetani si diffuse rapidamente in Italia e all’estero e assolse la funzione di arginare la fase di decadenza che l’ordine benedettino stava attraversando nel XIV secolo.
Nel 1425 la congregazione diede origine anche all’istituto delle Oblate di Santa Francesca Romana.
Per l’ordine religioso degli Olivetani erano inconcepibili i divini offici disgiunti dalle opere di misericordia: infatti il convento di S. Cristoforo a Lodi era conosciuto perché ogni venerdì si faceva pubblica elemosina e almeno ottocento persone attendevano di ricevere il pane.
Nel XIX secolo la congregazione quasi scomparve, a seguito di decreti di soppressione degli ordini religiosi; negli anni ’70 ha cominciato a rifiorire e oggi conta circa 25 monasteri in Italia e all’estero.