pagina 1pagina 1 IL GIORNALINO DELLA SAGRA DELLA PATATA
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Dobbiamo invece esser gelosi delle ricchezze della nostra terra, perché sono parte di noi, dobbiamo risvegliare il sopito entusiasmo per riprendere a vivere le tensioni che ci sollevano dall'insipida routine d'ogni giorno." Perfetto! Ma ormai non puoi sottrarti all'ossessione di pensare: chi me l'ha fatta fare? Non so se hai presente una bilancia. Di quelle di una volta, con due bei piatti dorati. Ora, da una parte metti tutti i valori di cui sopra, anche altri se ne hai: sono indubbiamente un bel malloppo pesante; a naso affermeresti che difficilmente dall'altra parte ci potrebbe essere qualcosa che lo eguagli e prevalga, ma non è così. Sul secondo piatto c'è tutto un modo di essere che per capirci defini-remo "la cultura dell'uff"! È un muro che sbarra la strada ai progetti più arditi. Ti s'illumina la mente; hai concepito la più bella, la più rivoluzionaria e simpatica iniziativa del mondo. Non vedi l'ora di condividerla con qualcuno; e, mentre tu ne parli l'altro comincia esclamando: "Si, bellissimo!" e continua: "Ma... chi? Quando... adesso? E poi: dove... qui no, forse là, se sarà possibile... un giorno...". Non ci vuole poi tanto a capire che nel suo intimo, sul confine tra il conscio e l'inconscio, sta nascendo e montando, fino a raggiungere dimensioni planetarie, un megagalattico "uff"!

Ma immaginiamo che il tuo amico si lasci entusiasmare e invece di concludere col tiepido "va be', poi vediamo" si lasci prendere dalla strizza del "Si, dai!", non puoi pen-sare di organizzare tutto da solo, hai bisogno di un gruppo di lavoro, di un'associazione qualsiasi. Qui il discorso è più semplice: il presiden-te e il consiglio vagliano l'iniziativa e la condividono perché entra nelle loro finalità, è straordinaria eccetera, ma mentre gli organi direttivi decidono e programmano, tra i soci, tra i semplici iscritti serpeggia prima, avanza e alla fine galoppa un viscido, orripilante, contagioso uff!

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