IL clima di festa metteva allegria e buon umore. Il saluto di qualcuno che arrivava in ritardo
perchč aveva avuto altri impegni, quelli di sempre. Tutti in tenuta da lavoro, piegati in due a raccoglier le
patate spiantate dalla silenziosa pazienza di un laborioso cavallo.
E ogni tanto una battuta, per dare voce al sorriso che comunque brillava sul volto
pių o meno sudato di tutti. Ma il parroco ha sempre qualcosa in pių da osservare, da confrontare, per cogliere elementi d'analisi, per valutare se "quest'anno c'č qualcosa in pių,
o in meno" oppure qualcuno da accogliere, da ascoltare, da valorizzare. E cosė con la scusa di documentare con foto un evento che ormai,
d'originale ha ben poco, guardavo negli occhi di Cesare la soddisfazione per il prodotto: bello, abbondante;
contavo le schiene ricurve: quest'anno pių numerose. Era propio buona l'annata: c'erano anche dei giovani , e i giovani, si sa, in ogni caso aggiungono,
alla soddisfazione, speranza.
E ho sentito il bisogno di esprimere il mio compiacimento, anche per gratificare quanti per la fatica rischiavano
di smarrire il sorriro tra la terra e il sudore: "Non vi pago e siete cosė numerosi, - ho esclamato, ridendo -
e se dovessi pagarvi, quanti sareste?"
"Non ci saremmo venuti!" fu la risposta pronta, secca di Rita. Non ci fu, non ci poteva essere,
replica, bisognava soltanto incassare. In silenzio.
E riflettere.
(continua........
)