Maggio: mese di Maria
Alcune preghiere e
temi tratti da:
Chi è Maria, di
Georges Madore,
ed. Paoline 2000
1. LA VERGINE A MEZZOGIORNO
E’ mezzogiorno, vedo
la.chiesa aperta, bisogna entrare.Madre di Gesù Cristo,
io non vengo a pregare. Io non ho niente da offrire e
niente da domandare. Io vengo solamente, o Madre, a
vederti. Vederti, piangere di felicità, sapere che
sono tuo figlio e che tu ci sei. Non più che per un
istante, mentre tutto si arresta a mezzogiorno!
Restare con te, Maria,
in quieto luogo dove stai tu. Non dir nulla, guardarti
in viso, e far cantare al cuore canti nella sua
lingua, non dir nulla, ma solo cantare perché si ha il
cuore troppo pieno,come il merlo che va dietro a una sua idea in quelli
specie di strofe improvvisate.
Perché tu sei bella, perché tu sei immacolata, la
donna finalmente ristabilita in grazia, la creatura
nel suo primo onore e nella sua fioritura ultima, così
come è uscita da Dio nel mattino del suo splendore
originale ineffabilmente intatta, perché sei la Madre
di Gesú Cristo, che è la verità tra le tue braccia, la
sola speranza e il solo frutto.
Perché tu sei la donna, l'Eden dell'antica tenerezza
obliata, il cui sguardo trova subito il cuore e fa
zampillare Ie lacrime accumulate ( ... ).
Perché è mezzogiorno, perché non siamo in questa
giornata che è oggi. perché tu sei per sempre,
semplicemente, perché tu sei Maria, semplicemente
perché tu esisti, Madre di Gesù, sii ringraziata.
Paul Claudel
2. LA VERGINE SENZA PIEDISTALLO
In
una cappella delle suore della Presentazione si trova
una statua della Vergine che ha questo particolare:
essa non è posta su nessuna colonna, su nessun trono o
piedistallo. Si scorge la Vergine Maria a destra del
coro, arrivata da non si sa dove, discretamente, come
un membro della Chiesa, per unirsi alla comunità che
accoglie la Parola e celebra il suo Signore.
La
si può sentir dire più o meno così:
Io,
Maria, sono vostra sorella. Ho il vostro stesso
Padre che mI ha creato dal nulla. Ho lo stesso Signore
che mi ha salvata dal peccato. Cammino sul
vostro stesso sentiero, condotta dalla stessa fede.
Allora, non voglio piedistalli, né di bronzo, né di
parole. Il mio posto è al livello del suolo, con voi.
E’ qui che vi attendo, che vi
comprendo, che vi amo.
Io,
Maria, sono vostra Madre. E, il ruolo di una madre è
quello di essere vicina per aiutare i suoi figli a
venire al mondo, per insegnare loro ad accogliere la
vita.
Così, voglio
servirvi nel mostrarvi il mio Figlio che è la Vita e
nell'insegnarvi ad accoglierlo.
Voglio essere con
voi per insegnarvi a essere con DIO.
E per questo non ho
bisogno di piedistalli, ma del vostro cuore.
3. PREGHIERA A MARIA CHE INVECCHIA
Penso a te Maria, penso alla tua
vita che si è consumata da Betlemme a Nazaret, da
Nazaret al Calvario... Tu, la più bella delle donne,
sei invecchiata. Come tutti noi, hai sentito il tempo
rodere le tue forze. Ma ogni giorno che ti faceva
invecchiare ti rendeva più bella perché più amante,
più piena dello Spirito del tuo Figlio. 0 Maria, fa
che Io mi consumi come te. Che ciascuna delle mie
rughe sia il segno dell'amore. E che con te, la mia
vecchiaia mi avvicini a Gesù, la giovinezza di Dio per
il nostro mondo.
4. PREGHIERA ALLA VERGINE DELL’ANNO 2000
Con i secoli che ci precedono e
quelli che ci seguiranno,
con il millennio finito e quello
iniziato, noi ti diciamo:
Rallegrati Maria, donna della
nostra stirpe, nella quale Dio si dona a noi.
Maria, madre del giorno, Madre
del Cristo, apri i nostri cuori alla sua luce.
Maria, Madre della notte, Madre
della fede che cerca,
tu che all'inizio dei tempi nuovi
divieni la madre della nostra fede,
prendici per mano, prendi il
nostro cuore
quando si aggirano intorno a noi
il dubbio e lo sconforto.
Sii tu la gioia del nostro vivere
quotidiano.
Sii tu la fede viva nelle nostre
sofferenze.
Sii tu la nostra tranquilla
speranza nell'ora della morte
per condurci verso il nostro Dio
e nostro Padre. Amen
5. Discepoli di Maria per essere meglio discepoli
dei Cristo
Dal posto di Maria che leggiamo
all'inizio del vangelo deriva il senso completo della
devozione mariana. Innanzitutto non si tratta di
pregare Maria per chiedere dei favori, quantunque ciò
non sia escluso anche come segno di fiducia. Ma la
devozione mariana consiste prima di tutto nel
contemplare Maria per diventare ciò che ella è,
nell'accoglierla nel più profondo del nostro essere,
affinché le rassomigliamo nell'accoglienza totale di
Dio. Si tratta, dunque, di mettersi alla sua scuola
per accogliere perfettamente ‑ in lei e con lei ‑ Dio
che viene a noi. Un paragone usato da L. Grignion de
Montfort può sembrare semplicistico, ma è eloquente.
Quando voglio fare un dolce, cosa mi occorre?
Sicuramente un forno, poi della pasta, ma anche uno
stampo! Senza lo stampo, la pasta si spanderebbe in
una massa informe. Maria è lo stampo del perfetto sì a
Dio…
Quando mi guardo, constato che la
mia volontà ferita dal peccato è piuttosto flebile,
incostante, come la pasta del dolce. Cosa fare
allora per offrire a Dio un « sì » perfetto? Versati
in Maria, dice L. Grignion de Montfort, offrile tutto
quello che sei, affinché ella ti conformi al suo sì
perfetto e che Dio‑fatto‑carne sia perfettamente
formato in te come lo è stato in Maria». Tale è il
significato di ciò che si chiama la consacrazione a
Gesù per Maria, cammino spirituale così caro a
Giovanni Paolo II.
Contemplare per divenire:
contemplare la Vergine nella sua accoglienza perfetta
di Dio per essere trascinati con lei, in lei e per lei
in questa accoglienza…
DOCUMENTO 1
Sulle pareti delle catacombe:
la Vergine e il bambino
Non conosciamo il volto della
Vergine Maria, ha scritto sant'Agostino. Ciò non ha
impedito però alla devozione cristiana di
rappresentarla fin dall'inizio. Le immagini più
antiche di Maria si trovano nelle catacombe. Spesso è
stata dipinta (ad affresco) nel gesto di presentare il
Bambino ai Magi, scena significativa per i romani che
si riconoscevano in questi saggi venuti da paesi
lontani. Nel cimitero di Priscilla, si può vedere un
affresco, dell'inizio del III secolo, che illustra la
profezia di Balaam come riportata dal libro dei Numeri
(24,16ss).
DOCUMENTO 2
Maria nel Corano
Maria occupa un posto speciale nella pietà musulmana.
Il Corano, l'insieme delle rivelazioni fatte a
Maometto (morto nel 632) dall’Arcangelo Gabriele,
descrive l'annuncio e la nascita di Gesù affermandone
il concepimento verginale.
Il
Corano parla di Maryam, di come abbandonò la sua
famiglia e si ritirò nella parte orientale del tempio.
Ella si coprì con un velo per nascondersi dal loro
sguardo. Noi le inviammo il nostro spirito, che
davanti a lei prese la forma di un uomo.
Maryam
gli disse: « Io cerco per te un rifugio presso il
Misericordioso; se tu lo temi... ».Egli rispose: « Non
temere, io sono l'inviato del Signore per darti un
bimbo santo ». « Ma, rispose ella, come potrò
avere un figlio? Non ho mai avuto rapporti con un
uomo, né sono una donna perduta». Egli le spiegò: « Ma
è così! Ha affermato il tuo Signore: "Questo mi è
facile! Egli sarà un segno per la gente e la prova
della nostra misericordia. La decisione è presa ».
Maryam.
divenne incinta e si ritirò in un luogo lontano. La
colsero i dolori del parto vicino al tronco di una
palma. Ella si rammaricò: Ahimè perché non sono morta
prima? Perché non sono stata dimenticata per sempre?.
Qualcuno la chiamò dal basso: «Non devi piangere.
Sotto i tuoi piedi il tuo Signore ha fatto gorgogliare
un ruscello. Scuoti il tronco della palma, ne cadranno
datteri maturi. Mangia, bevi e stai contenta. Se per
caso vedi un uomo mormora: "Ho fatto un voto al
Misericordioso di digiunare: non parlerò con nessun
uomo tutto il giorno ».
Si
avviò verso casa con il bimbo in braccio. Le dissero:
« Maryam, hai fatto una cosa insensata. 0 sorella di
Aronne, tuo padre non era un malvagio, né tua madre
una peccatrice! ». Maryam fece loro cenno di
interrogare il figlio: « Ma come, rimbeccarono, ci
metteremo a discutere con chi è nella cuna? ».
«Io
sono il servo di Dio; egli mi ha dato il Libro e mi ha
co stituito profeta...». Questi, questi è Gesù, figlio
di Maryam, parola di verità su cui molti hanno dei
dubbi. Certo Dio non può avere un figlio. Lungi da lui
questa bestemmia! Quando egli ha decretato una cosa
comanda: « Sii, ed essa è! ».
(Il
Corano, sura XIX Maryam, vv. 16‑36)
DOCUMENTO 3
Maria e la Chiesa
(testo di Isacco della Stella, cistercense inglese
morto nel 1147)
Gli uomini pur essendo
molti per generazione carnale, sono con Cristo uno
solo per generazione divina.
Il Cristo è unico, perché
Capo e Corpo formano un tutt'uno. Il Cristo è unico
perché è figlio di un unico Dio in cielo e di un'unica
madre in terra.
Si hanno insieme molti
figli e un solo figlio. Come infatti Capo e membra
sono insieme un solo figlio e molti figli, così Maria
e la Chiesa sono una sola e molte madri, una sola e
molte vergini. Ambedue madri, ambedue vergini, ambedue
concepiscono per opera dello Spirito Santo senza
concupiscenza, ambedue danno al Padre figli senza
peccato. Maria senza alcun peccato ha generato al
corpo il Capo, la Chiesa nella remissione di tutti i
peccati ha partorito al Capo il corpo.
Tutt'e due sono madri di
Cristo, ma nessuna delle due genera il tutto senza
l'altra.
Perciò giustamente nelle
Scritture divinamente ispirate quel chi detto in
generale della vergine madre Chiesa, s’ intende
singolarmente della vergine madre Maria; e quel che si
dice in modo speciale della vergine madre Maria, va
riferito in generale alla vergine madre Chiesa; e
quanto si dice d'una delle due, può essere inteso
indifferentemente dell'una e dell'altra.
Anche la singola anima
fedele può essere considerata come Sposa del Verbo di
Dio, madre figlia e sorella di Cristo, vergine e
feconda. Viene detto dunque in generale per la Chiesa,
in modo speciale per Maria, in particolare anche per
l'anima fedele, dalla stessa Sapienza di Dio che è il
Verbo del Padre: « Fra tutti questi cercai un luogo di
riposo e nell'eredità del Signore mi stabilii » (cfr.
Sir 24,12). Eredità del Signore in modo universale è
la Chiesa, in modo speciale Maria, in modo particolare
ogni anima fedele. Nel tabernacolo del grembo di Maria
Cristo dimorò nove mesi, nel tabernacolo della fede
della Chiesa sino alla fine del mondo, nella
conoscenza e nell'amore dell'anima fedele per
l'eternità.
(Isacco della Stella,
Omelia per l’Assunzione)
DOCUMENTO 4
Piccola storia dell’Ave Maria
Si può affermare senza timore che è la preghiera più
recitata nel mondo cristiano insieme al Padre Nostro.
Ma da dove viene questa preghiera? Ecco alcune date
che ne scandiscono lo sviluppo.
Verso l'anno 80 dell'era cristiana: basandosi su
tradizioni anteriori, Luca scrive il suo vangelo. Nel
primo capitolo Maria è salutata due volte, prima da
Gabriele poi da Elisabetta. Sono questi due saluti
messi insieme a formare la prima parte dell'Ave Maria.
Il saluto dell'Angelo inizia con il termine greco:
càire, che letteralmente significa « rallègrati ».
Ma all'epoca in cui Luca scriveva, questo termine era
divenuto il «buon giorno» e si usava per salutarsi. E
proprio quest'ultimo significato che Girolamo usò
nella traduzione dei vangeli dal greco al latino. Il
càire greco diviene «Ave» Maria. Alcune traduzioni
contemporanee, invece (come la traduzione ecumenica
della Bibbia), più sensibili al carattere solenne del
testo dell'annunciazione e alle suggestioni delle
profezie, preferiscono tradurre: «Rallegrati». Il
testo diviene allora una realizzazione della profezia
di Sofonia: «Rallegrati, figlia di Sion, il Signore
stesso è in te» (cfr. Sof 3,14).
«Piena di grazia»: il termine greco così tradotto è
usato solo due volte nel Nuovo Testamento: qui e in Ef
1,6. E’ il nome dato a Maria, nome che si
applica anche alla Chiesa. La sua etimologia evoca sia
il favore dei re, sia l'affetto dell'innamorato.
IV e V secolo: nella liturgia greca, i due saluti di
Gabriele e di Elisabetta sono riuniti in una stessa
antifona: «Rallegrati piena di grazia, il Signore è
con te, tu sei benedetta tra tutte le donne e
benedetto è il frutto del tuo seno, perché hai
concepito il Salvatore delle nostre anime».
VI secolo: i due saluti congiunti appaiono come
antífona di offertorio della IV domenica di Avvento.
E’ sotto questa forma breve che l'Ave Maria si
diffonderà lentamente in Occidente a cominciare dal
monasteri.
1198: per la prima volta, un'ordinanza episcopale ‑
dovuta a Oddone di Soliac, vescovo di Parigi ‑ impone
ai sacerdoti di insegnare al laici l'Ave Maria, oltre
al Padre Nostro e al Credo.
XIII secolo: nel corso dei due secoli successivi si
diffondono molti racconti di persone di ogni classe
sociale salvate dalla recita dell'Ave Maria.
XIV secolo: diverse aggiunte compaiono alla fine della
formula liturgica (benedetto è il frutto del tuo seno
... ):
‑ Gesù Cristo, amen (attribuita al papa Urbano IV)
‑ Santa Maria, prega per noi.
‑ Madre di Dio, prega per noi peccatori.
Queste aggiunte compaiono e scompaiono secondo gli umori teologici.
1563: nel piccolo ufficio della Vergine dell'Ordine
dei Cistercensi è contenuta la più antica versione
completa della seconda parte dell'Ave che si conosca
oggi.
1568: Pio V introduce
questa versione completa dell'Ave nel Messale Romano.
~ quella che usiamo ancora oggi.
DOCUMENTO 5
Inno di santa Ildegarda alla Vergine Maria
Ildegarda di Bíngen (1098‑1179) è una delle figure più
notevoli del Medioevo. Mistica, scrittrice, donna
d'azione e di scienza, s'interessa di tutto: scienze
naturali, medicina, morale, musica.
Descrive la musica sacra come
« un ricordo parziale dello stato primitivo
dell'essere umano nell’Eden ». Le religiose del tempo
conoscono il latino ed ella compone per la sua
comunità alcuni ínni tra i quali la seguente lode alla
Vergine:
Ave, Vergine magnanima, gloriosa
e immacolata; gioiello di purezza, fonte di santità,
in cui Dio si è compiaciuto!
In te discese questa grazia
celeste: il Verbo eterno in te rivestì la nostra
carne. 0 Giglio immacolato che più di ogni altra
creatura Dio guarda con amore.
0 tutta bella, o tutta dolcezza;
come Dio si è compiaciuto in te! Grazie all'abbraccio
del suo amore che invase il tuo seno, suo Figlio si è
nutrito del tuo latte.
La gioia invase il tuo cuore
quando la celeste armonia cantò le tue lodi, perché,
Vergine, tu portavi il Figlio di Dio e la tua purezza
sbocciava in Dio.
Le tue viscere esultarono come
l'erba che beve la rugiada che la rende smagliante di
verde; così lo Spirito ti coprì con la sua ombra, o
Madre di ogni gioia.
Che la Chiesa intera esploda in
impeti di gioia e risuoni in cori armoniosi
contemplando la dolcissima Vergine Maria, degna Madre
di Dio.
DOCUMENTO 6
La corona del rosario, una storia complessa
La storia del rosario (essendo
la corona in realtà una terza parte del rosario) è
molto complessa ed è rischioso tentare di riassumerla
in poche righe. Il rosario non ha avuto origine da una
persona ispirata che un giorno, improvvisamente, ha
inventato la corona del rosario. Questa preghiera è il
risultato di un lungo processo nel quale convergono
tutte le forme di devozione mariana del Medioevo. Ecco
a grandi linee quali sono le tappe che hanno prodotto
la forma del rosario che oggi conosciamo.
IX secolo: alcuni laici
«convertiti» alla vita religiosa (i «conversi»)
divengono membri di comunità monastiche, ma non
sapendo leggere, non possono partecipare alla
preghiera del breviario fatta con la recita di 150
salmi. Si suggerisce loro di recitare, al loro posto,
150 Padre Nostro, contandone il numero con piccoli
sassi contenuti in un sacchetto, o con i nodi di una
corda.
XI secolo: san Pier Damiani
(morto nel 1072) ricorda la pratica della recita delle
150 Ave Maria invece del Padre Nostro. Questa recita è
spesso molto « fisica», accompagnata da genuflessioni
o prostrazioni a ogni Ave.
XII secolo: compaiono forme di
preghiera in cui la ripetizione dell'Ave Maria è
legata alla celebrazione di diversi «misteri»: le
quindici gioie di Maria; i sette dolori di Maria; le
sette allegrezze di Maria...
XIII secolo: alcuni teologi,
volendo esprimere il senso cristiano dei salmi
dell'Antico Testamento, compongono dei «salteri di
Nostro Signore Gesù Cristo», serie di 150 lodi in
onore del Cristo basate su un'interpretazione
cristiana dei salmi e sulle azioni e parole di Gesù.
Poco dopo, appaiono «salteri della Vergine» che
ricalcano lo stesso modello. Per molti anni, i
cristiani potevano scegliere tra quattro tipi di «
rosario »:
‑ 150
Padre Nostro,
‑ 150
Ave Maria,
‑ 150
lodi al Cristo,
‑ 150 lodi a Maria.
XIV secolo: un monaco renano,
Enrico di Kalkar, ha l'idea di dividere le 150 Ave del
rosario in decine separate da un Padre Nostro.
XV secolo: nel 1470, il
domenicano bretone Alain de la Roche fonda la prima
confraternita del rosario. Questo movimento si
espanderà in tutta l'Europa e contribuirà enormemente
a diffondere la pratica del rosario. Lo stesso
sacerdote compone una serie di versetti da leggere
prima di ogni Ave. Egli chiama questo nuovo uso: «Il
nuovo salterio della Vergine». Verso il 1410, un altro
predicatore, Domenico il certosino, compone delle
«clausole» da inserire in ciascuna Ave Maria per
sostenere la meditazione dei misteri. Questi versetti
o clausole ricordano tappe diverse della vita di
Cristo e della Vergine.
XVI secolo: con la comparsa della
stampa c'è la possibilità d'illustrare le 150 « lodi »
del salterio della Vergine, tuttavia ci si limita solo
a quindici. Da queste sono nati i quindici «misteri»
che usiamo ancora oggi.
Possiamo, dunque, dire che la
corona è nata dalla fusione di due modi di pregare: la
ripetizione dell'Ave e la contemplazione della vita
del Cristo e di sua Madre. Di conseguenza, è una
preghiera completa alla quale partecipano il corpo e
lo spirito, il primo attraverso il movimento delle
labbra e delle dita, il secondo per mezzo della
preghiera contempiativa.
Perché si parla dei « misteri del
rosario? ». La scuola francese di spiritualità, che si
sviluppò nel XVII secolo, incentrava la vita
spirituale sull'incarnazione. Infatti, i gesti e le
parole di Gesù ci svelano qualcosa della realtà eterna
e inesauribile di Dio. Sono, dunque, altrettante
«finestre» sul mistero di Dio. Pregare la corona è un
po' come sedersi davanti a queste finestre che il
Cristo ci ha aperto sull'essere eterno di Dio, per
venire trasformati dalla loro luce.
Paolo VI ha riassunto molto bene
le qualità della corona perché essa nutra veramente la
nostra fede, quando ha scritto che il rosario è una
preghiera di contemplazione, nella quale si «meditano
i misteri della vita del Signore, visti attraverso il
cuore di colei che fu la più vicina al Signore» (Maríalis
cultus, 47). La corona del rosario non è, dunque,
innanzitutto una preghiera di richiesta (non che la
richiesta ne sia esclusa) ma di contemplazione. Non
recito la corona affinché Dio faccia la mia volontà,
al contrario, perché lentamente il progetto di Dio
dimori in me e trasformi la mia vita e io entri, come
il Cristo e Maria, nel grande progetto di Dio sul
mondo.
DOCUMENTO 7
L’Angelus
Chi
non ha mai visto su un qualche vecchio muro di
presbiterio o di casa antica una riproduzione della
celebre tela di Jean‑Francois Millet che rappresenta
l'Angelus? Ecco in cosa consiste questa preghiera: si
suonano le campane della chiesa (o del monastero) tre
volte al giorno: alle sei, a mezzogiorno e alle
diciotto. Al suono delle campane, si ripete la
seguente preghiera:
L’angelo del Signore portò
l'annunzio a Maria.
Ed ella concepì per opera
dello Spirito Santo.
Ave Maria...
Eccomi, sono la serva del
Signore.
Si compia in me la tua parola.
Ave Maria...
E il Verbo si fece carne.
E venne ad abitare in mezzo a
noi.
Ave Maria...
Prega per noi, santa Madre di
Dio.
Perché siamo resi degni delle
promesse di Cristo.
Preghiamo:
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre; tu,
che nell'annunzio dell'angelo ci hai rivelato
l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e
la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore. Amen
Da dove nasce questa pratica? La sua origine forse è
duplice: nelle città, si suonava la campana per
segnalare il coprifuoco; le persone presero
l'abitudine di pregare la Vergine quando sentivano il
suono di questa campana. D'altro canto, nei monasteri,
si decise di suonare la campana al momento della
preghiera mariana serale. Questa consuetudine è
segnalata fin dal 1250 tra i francescani. Giovanni
XXII l'introdusse a Roma nel 1327. All'Angelus
della sera si aggiunsero quello del mattino (segnalato
a Pavia nel 1330) e quello del mezzogiorno,
diffuso sotto Luigi XI (morto nel 1483) per chiedere
la pace del regno. La forma definitiva di tale
devozione si trova in un’opera pubblicata poco prima
del 1572. Pietro Canisio l'inserì nel suo catechismo
(1588) e la diffuse così in tutta la
cristianità.
L’Angelus e il rosario sono le uniche due devozioni
popolarí sulle quali si ferma Paolo VI nella sua
esortazione apostolica sul culto mariano: «La nostra
parola sull'Angelus vuol essere solo una semplice, ma
viva esortazione a mantenere consueta la recita, dove
e quando sia possibile. Tale preghiera non ha bisogno
di restauro: la struttura semplice, il carattere
biblico, l'origine storica, che la collega alla
invocazione dell'incolumità nella pace, il ritmo quasi
liturgico, che santifica momenti diversi della
giornata, l'apertura al mistero pasquale ( ... ) fanno
sì che essa conservi inalterato il suo valore e
intatta la sua freschezza » (Marialis cultus 41).
DOCUMENTO 8
Il mese di Maria
Fin dal V secolo, i cristiani
d'Egitto (i Copti) praticavano questa forma di
devozione mariana In ciascun giorno del mese di
kyhak (dicembre), celebravano « l'ufficio delle
theotokie » (lodi alla Vergine), a partire dalle
profezie dell'Antico Testamento, dai testi del vangelo
e da scritti di vari teologi. Questa celebrazione
avveniva sempre di sera.
In Occidente, si trovano le prime
tracce del mese di Maria in una poesia del XIII secolo
di Alfonso il Saggio, re di Spagna:
Sii tu il benvenuto, mese di
maggio, con le tue ricchezze, e noi chiediamo ancora
nei nostri cantici a santa Maria davanti ai suoi
altari di difenderci dalle grandi sventure.
In seguito, un po’ dovunque, si
diffonde l'idea di consacrare il mese di maggio alla
Vergine. Se ne trova la pratica nel XVII secolo presso
i domenicani italiani, poi presso i cappuccini di
Germania, infine, nel XVIII secolo, in diverse regioni
d'Italia (Napoli e Genova). Ma è soprattutto a partire
dalla pubblicazione di libri che presentano alcuni
esercizi del mese di maggio che questa devozione
conosce una vasta diffusione. Tre opere, tutte dovute
a gesuiti (i padri Dionisi, Lalomia e Muzzarelli),
ebbero un grande successo e furono tradotte in diverse
lingue. Il padre Muzzarelli nel 1785 scrisse a tutti i
vescovi d'Italia per chiedere loro di promuovere
questa pratica nelle loro diocesi. Il 21 marzo 1815,
Pio VII diede la prima approvazione ufficiale a questa
devozione. In Francia, nel 1817 don Querbes e fratel
Champagnat introdussero questa pratica nelle loro
comunità.
Il mese del rosario, nato in
Spagna alla fine del XIX secolo, fu autorizzato e
incoraggiato da Pio IX (28 luglio 1868).
DOCUMENTO 9
La madre dei dolori, secondo un «mistero» del
Medioevo
Il Medioevo fu
attraversato da enormi sofferenze: guerre
interminabili, fame, peste. Spontaneamente, i credenti
si rivolsero a Maria, riconoscendo in lei la «Madre
dolorosa» che capiva le loro sofferenze e poteva
consolarli. Spesso, nei misteri, cioè nei brani
recitati sul sagrato delle cattedrali, si vedeva la
Vergine «mercanteggiare con suo Figlio», cercando di
attenuare la sofferenza del Calvario suggerendogli
modi meno penosi per salvare il mondo.
Gesù:
Il buon Simeone, quando tra le
sue braccia mi strinse, dei tuoi dolori profetizzò con
compassione amara che la spada del mio dolore ti
trapassava il cuore e l'anima. Per questo rassegnati,
Madre mia, e cerca conforto in Dio. Sii forte; perché
nessuna donna soffrirà mai come te ma soffrendo
meriterai l'aureola di martire...
La Madonna:
Almeno, voglia tu, per tua
grazia, morire di morte breve e lieve.
C. Io morirò di morte
molto amara.
M. Che non sia molto
abbietta e vergognosa.
G. Sarà molto
ignominiosa.
M. Avvenga lontano da qui,
se è possibile.
C. Avverrà in mezzo a
tutti i miei amici.
M. Avvenga almeno di
notte, te ne prego.
G. Invece avverrà in
piena luce, a mezzogiorno.
M. Morirai dunque come i
baroni.
C. Morirò tra due
ladroni.
M. Che sia nascosta e
senza clamore!
C. Sarò invece appeso a
una croce.
M. Sarai almeno vestito?
G. Sarò appeso tutto
nudo.
M. Aspetta la vecchiaia.
C.: Avverrà nella mia
giovinezza.
M.: E’ molto grande la tua
carità; ma, per l'onore dell'umanità, non sia il tuo
sangue versato.
G. Sarò tirato e teso
tanto che si conteranno le mie ossa; e sul mio dorso
forgeranno i peccatori colmi di male poi foreranno
piedi e mani con ferite e grandi piaghe.
M. Alle mie richieste
materne dai solo dure risposte.
G. Bisogna compiere le
Scritture senza farne passare un solo punto. Essi
vedranno il mio corpo trapassato,
e tutti i miei vestiti saranno
arrossati dal mio sangue e tutto solo per la natura
umana trarrò dal torchio la pena...
M. O feconda passione,
dura per te, utile al peccatore, con la quale l'uomo
fragile è reso alla sua innocenza io ti offro la mia
mente, il mio corpo, le mie sofferenze, la mia anima e
tutto il mio essere di donna per farne ciò che ti
piacerà!
(Jean Michel,
Le Mystère de la Passion,i Parigi 1490).
DOCUMENTO 10
Le apparizioni della Vergine In questi ultimi
anni, le apparizioni della Vergine hanno fatto
scorrere molto inchiostro, ma questo fenomeno non è
nuovo. Già il vescovo Gregorio di Nissa (morto nel
355) riferisce di un'apparizione di Maria a Gregorio
il Taumaturgo avvenuta nel 231. Ma è in Francia che
troviamo i più antichi santuari mariani la cui origine
storicamente può essere riportata a un’apparizione
della Vergine: Nostra Signora di Le Puy (verso il 415)
e Nostra Signora di Marillais (verso il 430). Quest'ultimo
santuario fu ingrandito dallo stesso Carlo Magno, in
ringraziamento alla Vergine per le vittorie militari.
Il XIX secolo ha conosciuto una vera «esplosione» di
apparizioni mariane. In un’opera molto documentata su
questi fenomeni, Yves Chiron elenca quindici
apparizioni avvenute dal 1830 al 1933 e « riconosciute
dalla Chiesa, in misura diversa » (p. 173). Si tratta
delle seguenti apparizioni:
Rue du Bac (Parigi, 1830); La Salette (Francia, 1846);
Cerreto (Italia, 1853); Porzus (Udine, Italia, 1855);
Lourdes (Francia, 1858); Filippov (Repubblica Ceca,
1866); Pontmain (Francia, 1871); Saint~Bauzille
(Francia, 1873); Pellevoisin (Francia, 1876);
Gietrzwalde (Polonia, 1877); Knock Mhuire (Irlanda,
1879); Fatima (Portogallo, 1917); Beauraing (Belgio,
1932‑33); Banneaux (Belgio, 1933).
Per quanto riguarda le celebri apparizioni di
Medjugorje, la conferenza episcopale della ex
Iugoslavia ha dichiarato nel 1991: «Sulla base delle
ricerche condotte finora, non è possibile affermare
che si tratti di apparizioni o di rivelazioni
soprannaturali. Tuttavia, la numerosa presenza di
fedeli ( ... ) esige l'attenzione e la cura pastorale
in primo luogo del vescovo diocesano, ma con lui anche
degli altri vescovi, in modo che a Medjugorje e in
rapporto con essa sia promossa una sana devozione
verso la Beata Vergine Maria, secondo l'insegnamento
della Chiesa». Queste affermazioni sono state riprese
in un comunicato della Congregazione per la dottrina
della fede, datato 23 marzo 1996 (La Documentation
Catholique, 16 giugno 1996, n. 2140, pp.
598‑599).
Processo di
autenticazione
Quest'abbondanza di apparizioni
riconosciute non deve far dimenticare l'estrema
prudenza della Chiesa in tale ambito. Infatti, dopo il
1900, su 362 pretese apparizioni, solamente 4 hanno
ricevuto un'approvazione diretta (Fatima, 1917;
Beauraing, 1932; Banneaux, 1933; Betania/Venezuela,
1976); 11 hanno ricevuto un appoggio indiretto con
l'autorizzazione a erigervi un luogo di culto; 79 non
sono state approvate. Quanto alle restanti 268, le
autorità non hanno preso alcuna decisione. Ma come la
Chiesa «approva » un’apparizione? Lo può fare in
diversi modi.
Approvazione ufficiale
Il vescovo del luogo costituisce
una commissione d'inchiesta che comprende teologi,
canonisti, scienziati (psicologi e medici). Questi
procedono con interrogatori di cui si conservano i
verbali. L’inchiesta riguarda tre aspetti:
‑ aspetto storico: gli
avvenimenti hanno veramente avuto luogo? Le
testimonianze concordano?
‑
aspetto psico‑morale: i veggesti danno prova di un
buon equilibrio psicologico? Hanno disturbi della
personalità? Cercano di trarre profitto da questi
fenomeni? Sono modesti, discreti, umili, sinceri?
‑
aspetto teologico: la descrizione della visione e le
sue parole contraddicono i dati della fede? Si può
concludere circa l'origine soprannaturale dei
fenomeni?
A seguito dei suoi lavori, la
commissione rimette le conclusioni al vescovo del
luogo. Questi può, allora, astenersi da ogni
dichiarazione. Egli può anche riferirne alla
conferenza episcopale del paese o a Roma, che potrà
chiedere un supplemento d'inchiesta, rimettendosi al
giudizio del vescovo del luogo, o scegliere di
astenersi da ogni dichiarazione. Infine, il vescovo
del luogo può fare una dichiarazione ufficiale. Questa
può assumere tre forme:
‑
l'inchiesta non permette di constatare la
soprannaturalità dei fatti;
‑
l'inchiesta permette di constatare la non
soprannaturalità dei fatti;
‑
l'inchiesta permette di constatare la soprannaturalità
dei fatti.
Altri modi di
approvazione
In molti casi, l'approvazione riveste modalità
diverse, meno ufficiali:
‑ la
costruzione autorizzata di un luogo di culto (per
esempio Cerreto, Filippov, Saint‑Bauzille, Tre
Fontane/Roma);
‑
riconoscimento del carattere miracoloso di una
guarigione (per esempio Pellevolsin);
‑
canonizzazione del veggente o approvazione di una
festa liturgica (per esempio Rue du Bac/Parigi);
‑
autorizzazione del culto privato o di pubblicazione
sugli avvenimenti (per esempio Ile Bouchard);
‑
pellegrinaggio di un’autorità ecclesiale sul luogo
(vescovo o papa) (per esempio Knock Mhuire).
Significato e utilità delle
apparizioni
«Beati
coloro che hanno creduto senza vedere» dice Gesù a
Tommaso (Gv 20,29). E le sue ultime parole agli
apostoli sono: «Lo Spirito Santo verrà su di voi e
riceverete da lui la forza per essermi testimoni in
Gerusalemme, e in tutta la Giuoca, la Samaria, e fino
alle estremità della terra » (At 1,8). Un'apparizione
della Vergine non può, dunque, essere la base della
nostra fede. Noi crediamo per la testimonianza
esteriore ricevuta dagli apostoli e per la conferma
interiore che ce ne dà lo Spirito Santo.
Può darsi, tuttavia, che la Vergine di misericordia,
così vicina a Dio e così vicina a noi, venga in nostro
soccorso quando la fede cala o venga a sostenerci
quando attraversiamo una difficile prova. Così, a
Lourdes, a Fatima, a La Salette e a Cerreto, ella
chiama alla conversione e alla preghiera. A Porzus
(Udine) e a Saint‑Bauzille, invita al rispetto della
domenica. Altre volte, ella viene ad esempio a
confortare gli abitanti di Pontmain annunciando loro
la fine della guerra o raggiunge Massimiliano Kolbe
nella prigione per confortarlo. I «segreti» di
Lourdes, di Fatima o della Salette sono sulla stessa
linea di un invito al clero e al laicato a essere
coraggiosi dinanzi alla probabilità della perdita
della fede e a convertirsi. Infine, come a Lourdes e a
Banneaux, la Vergine ripete la sua compassione verso i
malati attraverso segni concreti come guarigioni o lo
zampillare di una sorgente.
Non si scherza con la fede: è
qualcosa di fragile e prezioso nel cuore umano. Ecco
perché la Chiesa è di una estrema prudenza di fronte
alle apparizioni e non obbliga nessuno a credervi. Nel
1875, la Congregazione dei riti affermava: « Le
apparizioni o rivelazioni non sono né approvate né
condannate dalla Santa Sede, ma solamente permesse e
possono essere credute devotamente e con fede umana,
seguendo ciò che se ne riporta e ciò che confermano le
testimonianze che meritano credibilità ». La stessa
affermazione fu ripresa da Pio X nella sua enciclica
Pascendi (1907). La Chiesa rimane aperta,
dunque, al segni meravigliosi ed eccezionali che ci
offre la Vergine per sostenerci nel nostro cammino di
fede. |