Pres.: Il Signore Dio, che
con mano forte e braccio teso ha liberato dalla schiavitù il suo popolo, sia con tutti
voi.
Tutti: E con il tuo Spirito.
Pres.: Anche oggi, come fratelli, siamo qui per ascoltare Dio Padre e
ricordare un grande evento della nostra storia: la Pasqua. Pasqua è un fatto, un momento
nel quale Dio rivela il suo amore liberando Israele per farne il suo popolo. Pasqua è
questa forza di Dio che continua ad essere per tutti noi, suoi figli, la vita e la gioia e
che in Gesù è diventata la vera liberazione dal peccato e dalla morte. Al Signore della
vita e della libertà, a Dio Padre, al Figlio e allo Spirito Santo sia onore e gloria nei
secoli dei secoli.
Tutti: Amen.
Com.: Presentazione della pagina dell'Esodo.
Il popolo dunque partì e Dio lo guidava attraverso la voce di Mosè e
di Aronne. Dio sapeva bene che quel popolo era ancora come un bambino, quindi evitò di
fargli prendere la strada più corta perché era presidiata dai Filistei. Dio gli fece
prendere la via del deserto fino a un grande mare, chiamato Mar Rosso. Il popolo d'Israele
andò ad accamparsi vicino al Mar Rosso, dove iniziava il deserto. Di giorno il Signore,
come una nube, era davanti agli Israeliti per indicare loro la strada e di notte appariva
come un grande fuoco, perché non mancasse loro la luce. Così poterono camminare giorno e
notte. Dio parlò a Mosè e gli disse: «Non temere. Il faraone cambierà idea e vi
inseguirà, ma io vi salverò dal suo esercito. Allora gli Egiziani sapranno che sono io
il più forte». Infatti il faraone e i suoi ministri ben presto dissero: «Che abbiamo
fatto, lasciando partire Israele, così non lavorerà più per noi!». L'esercito del
faraone, dunque, con tutti i cavalli, i carri da guerra e i cavalieri inseguì gli
Israeliti, mentre essi lasciavano il paese come uomini liberi.
Breve catechesi.
Lett.: Dal libro dell'Esodo [Es 14,10-16.21-23.26-27]
Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco,
gli Egiziani muovevano il campo dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e
gridarono al Signore. Poi dissero a Mosè: «Forse perché non c'erano sepolcri in Egitto
ci hai portati a morire nel deserto? Che hai fatto, portandoci fuori dall'Egitto? Non ti
dicevamo in Egitto: Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani? Perché è meglio per noi
servire l'Egitto che morire nel deserto! ». Mosè rispose: « Non abbiate paura! Siate
forti e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi; perché gli Egiziani che
voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il Signore combatterà per voi, e voi starete
tranquilli». Il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti
di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo,
perché gli Israeliti entrino nel mare all'asciutto». Allora Mosè stese la mano sul
mare. E il Signore, durante tutta la notte, risospinse il mare con un forte vento
d'oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare
sull'asciutto mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra. Gli
Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri,
entrando dietro di loro in mezzo al mare. Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul
mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè
stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto,
mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in
mezzo al mare. Parola di Dio.
Tutti: Rendiamo grazie a Dio.
Breve catechesi.
Silenzio.
Domande.
Com.: La gioia di Israele diventa un canto di lode a Dio che ha
liberato questo popolo dalla sicura morte e ha manifestato così la forza del suo amore.
Oltre quel mare che aveva inghiottito il faraone e il suo esercito, sulla riva asciutta,
la sorella di Aronne, Miriam, prese in mano un tamburello e le altre donne si unirono a
lei. Esse suonavano e danzavano in cerchio. Allora Mosè e gli Israeliti cantarono un inno
in onore del Signore. Quel canto è ancora oggi la nostra preghiera e ripete con noi la
gioia della Pasqua.
(Deuteronomio 15,1-7)
Voglio cantare in onore del Signore:
perché ha mirabilmente trionfato,
ha gettato in mare cavallo e cavaliere.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli mi ha salvato.
È il mio Dio e lo voglio lodare,
è il Dio di mio padre e lo voglio esaltare!
Dio è prode in guerra, si chiama Signore.
I carri del faraone e il suo esercito ha gettato nel mare
e i suoi combattenti scelti furono sommersi nel Mar Rosso.
Gli abissi li ricoprirono, sprofondarono come pietra.
La tua destra, Signore, terribile per la potenza,
la tua destra, Signore, annienta il nemico;
con sublime grandezza abbatti i tuoi avversari,
scateni il tuo furore che li divora come paglia.
Cantiamo al Signore perché ha mirabilmente trionfato,
ha gettato in mare cavallo e cavaliere!
In piedi, preghiera conclusiva.
Pres.: Tu sei grande, Signore. Hai liberato il tuo popolo dalla
schiavitù dell'Egitto.
Tutti: Non permettere ora che il tuo nuovo popolo, la Chiesa, possa
dimenticare che sei tu la nostra salvezza; solo con te, anche oggi, è possibile essere
veramente liberi dall'egoismo e da ogni male.
Pres.: Tu sei forte, Signore. Hai aperto il mare perché niente doveva
fermare il cammino di chi ha creduto alla tua parola.
Tutti: Noi pure stiamo percorrendo quella strada, siamo passati
nell'acqua del battesimo,
come in quel mare: aiutaci perché il nostro cammino sia, anche per
chi non crede nella tua promessa, un segno di speranza.
Pres.: Tu sei un amico, Signore. Hai accompagnato la tua gente senza
lasciarla nemmeno quando dubitò della tua forza.
Tutti: Spesso è difficile anche per noi seguirti, a volte siamo
deboli, dubbiosi, indecisi: fa' che mai venga meno la gioia di saperti con noi, fa' che ci
sappiamo aiutare l'un l'altro con generosità perché nessuno si fermi, nessuno disperi.
Pres.: Ringraziate il Signore Dio perché è buono, eterno è il suo
amore per noi. Così inizia un'antica preghiera ebraica e oggi noi, Signore, vogliamo
usare quelle parole per riconoscere la grandezza del tuo amore, per dirti il nostro
grazie. Come allora, e ancora una volta, noi ci prepariamo alla Pasqua, vogliamo ricordare
quanto hai fatto per i nostri padri che pur hanno peccato, quanto sai fare per noi per
dare forza alla nostra vita, perché con te sia nella luce e nella gioia, ora e per tutti
i secoli dei secoli.
Tutti: Amen.
Pres.: Ci benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.
Tutti: Amen.
Pres.: Nel nome del Signore, andiamo in pace.