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Il Santo
S. Pasquale Baylon
Il Santo che amò il Santissimo Sacramento
Pasquale nacque nel piccolo villaggio di Torre Hermosa, Spagna.chiamato così perché nacque la Domenica in cui in Spagna si festeggia la “Pasqua dello Spirito Santo”, la Pentecoste. I genitori del ragazzo erano contadini poveri, ma ricchi nella Fede. Suo padre, Martino, e sua madre, Elisabetta, nutrivano un grande amore per Gesù Sacramentato.
La prima volta che sua madre lo portò alla Santa Messa, all'elevazione dell'Ostia Consacrata il corpo di Pasquale ebbe una scossa. All’età di sette anni divenne pastore e portava al pascolo le pecoresuo padre. Il bambino amava questo lavoro:dava infatti l'opportunità di trovarsi solo con Dio. La vita di pastore stava aiutando il ragazzo a divenire un santo, ma non era una vitaera sempre fuori, col caldo e col freddo, giorno e notte.digiunava, dormiva sulla terra dura e camminava a piedi nudi su spine e sassi.col cibo più povero e sempre divideva quel cibo coi più bisognosi. Dio fece conoscere a Pasquale un amico molto caro, chiamato Giovanni Apparicio, anche lui pastore.si incontravano ogni mattina, e mentre curavano i loro greggi, parlavano delle cose di Dio, dei dolori di questo mondo e della felicità del Paradiso. Pasquale disse un giorno al suo amico che mentre stava pregando, un frate francescano ed una suora gli apparvero invitandolo a diventare sacerdote.Molti scrittori ritengono che fossero San Francesco e Santa Chiara. Qualche giorno dopo, Pasquale si presentò con un vestito diverso: sotto il mantello da pastore indossava una tunica grigia e leggera con una corda legata alla sua vita.collo aveva un grande Rosario ed in testa un sombrero.Pasquale lesse i pensieri di Giovanni: “Il Nostro Dio ha spedito un Frate dal Cielo per esortarmi a lasciare il mondo e diventare religioso.Lei può capire, è tempo che io risponda a questa chiamata e faccia una promessa al Divino Maestro!Ciao amico mio.” Si strinsero la mano, si abbracciarono e il giovane santo si mise in viaggio. Pasquale, diciottenne, andò a Valencia e si presentò al Convento dei frati francescani riformati.I Frati lo rifiutarono perché era troppo giovane e perché non pensavano che sarebbe diventato un bravo frate.
Il santo non si preoccupò: decise di continuare a fare il pastore. Lui continuava a pregare fuori, nei campi, come aveva sempre fatto.sua più grande gioia era andare a Messa al Monastero. Quando era impossibile per lui andare a Messa in un giorno della settimana, seguiva il Sacrificio Santo ascoltando il suono delle campane, mentre continuava a guardare il gregge.
Un giorno si verificò un grande miracolo: Pasquale era fuori nei campi con le sue pecore e non poteva andare ad ascoltare la Messa al Monastero.aspettava il suono della Campanella, nel momento della Consacrazione, il forte desiderio di essere presente al sacrificio Santo della Messa, gli fece gridare: “Mio Maestro, Mio adorabile Maestro; oh, se fosse possibile averti qui!”.Improvvisamente vide gli Angeli inchinati di fronte ad un Calice, sul quale galleggiava il Sacramento Benedetto.Presenza Divina di Nostro Signore, Pasquale cadde con la faccia per terra ed adorò Dio.facendosi coraggio, fissò la bella visione.
In seguito, i francescani permisero a Pasquale di entrare in convento.era umile, obbediente e fervente in tutti i suoi doveri.motto di Pasquale era: “Chiunque vuole salvare la sua anima, deve avere tre cuori in uno: deve avere il cuore di un Figlio verso Dio, il cuore di una madre verso il suo vicino e il cuore di un giudice verso se stesso.”
Pasquale non perdeva molto tempo a dormire perchè lo trascorreva contemplando Gesù nel Sacramento Benedetto.amò Gesù con tutto il suo cuore.Lui si inginocchiava senza muoversi e rimaneva con gli occhi fissi a guardare il tabernacolo.giovedì Santo, era talmente concentrato sulla sua meditazione che rimase inginocchiato nella stessa posizione per cinque ore!
Lui provava anche un amore molto grande per i poveri.Al santo fu dato l’incarico di fare il Portinaio (custode della porta) del monastero.Il numero dei poveri crebbe quando videro che Frate Pasquale era veramente loro amico e amava aiutarli.
Il Frate Giardiniere sgridò spesso Pasquale che prendeva la verdura dal convento per darla ai poveri.un'occasione Pasquale disse: “Fratello stai calmo!Il nostro Dio provvederà per noi e la verdura crescerà di nuovo!”Quella notte avvenne un miracolo: la verdura che era stata raccolta la sera prima, crebbe di nuovo durante la notte.La mattina dopo, sembrava che nell’orto non fosse stato toccato niente!
Il frate Giardiniere chiese spiegazioni a Pasquale:“Ci permetta di lodare la bontà di Dio”, disse Pasquale, “Dio volle confortare le persone ammalate e povere, così permise alle verdure di ricrescere durante la notte!Dio può creare qualsiasi cosa in un istante!”
Pasquale amava anche gli ammalati:un giorno, entrando in una casa, notò che una bambina aveva piaghe su tutto il collo.passò leggermente la sua mano sul collo della bambina e tre giorni più tardi era completamente guarita.
Pasquale era molto severo con se stesso.Ecco alcune delle sue regole:
1. Io voglio considerarmi come un uomo in decomposizione, maleodorante, un morto.
2. Se qualcuno mi fa del male, fa bene, perché io sono un peccatore. Possono strapparmi gli occhi, possono tagliarmi le orecchie e la lingua e ferire l’intero mio corpo.
3. Io non sono adirato se altri pensano di me la stessa cosa che penso io.dovrei considerare una cortesia se mi dicono di fare penitenza e fare sacrifici.
4. Se mi scoraggio quando mi danno una penitenza o mi fanno fare sacrifici, io penso a Gesù che, innocente, ha sofferto perché mi amava.
Il frate santo si nutrì solo con pane ed acqua per circa dieci anni.domenica mangiava alcuni vegetali bolliti che erano stati messi a bagno nell’acqua con un'erbaccia chiamata assenzio, che puzzava terribilmente. Qualche volta mangiava scarti della cucina o un po' di zuppa del giorno prima.
Un giorno lui era troppo ammalato e non riusciva a svegliarsi per aprire la porta della Cappella. Il dottore fu chiamato e disse al monaco santo:" Questo è la Sua ultima malattia, buon Fratello; come sembra a Lei?"
" Lo penso anch’io" lui disse tranquillo. "Lei non poteva darmi notizie migliori. Da molti anni io desidero ardentemente questo giorno e ho implorato spesso il Nostro Dio di prendermi da questo mondo. Mi creda: questo è il mio desiderio sincero. Quale giorno sarà, dottore"?
“Io non penso che Lei arriverà sino a venerdì!", rispose il Dottore.
Pasquale lo guardò: “Lei si sbaglia Dottore. Io ho chiesto al Nostro Dio di permettermi di vivere almeno fino a sabato”.
La mattina della domenica di Pentecoste del 1592, il 17 maggio, San Pasquale capì che la morte era vicina. Si alzò però come al solito ma, essendo molto debole, cadde per terra. Un Frate entrò e lo rimise in letto. I Frati dissero poi a Pasquale che era iniziata la Messa ed il suo cuore si riempì di gioia. Quando la campana del convento si mise a suonare al momento dell'Elevazione, disse il santo morente,"Gesù, Gesù" ed emise il suo ultimo respiro.