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Storia del paese di Cevo

 

Cevo è un ridente paesino di montagna immerso in un verde lussureggiante, attorniato da monti ed alpeggi ben noti ai valligiani.

È situato su un terrazzo naturale alle pendici di montagne ricche di vegetazione e da alberi secolari di castagno.

È sito all'imbocco della Val Masino, sul versante dei "Cech" a circa 700 m. s. l.m.

La storia di questo paese ha origini medioevali; già nel secolo XVI ci fu un censimento da parte della Curia di Como nella persona dell'allora vescovo Ninguarda che attestava esistenti 30 famiglie a Cevo di religione cattolica (da considerare il periodo storico, nel quale, causa lo scisma con la chiesa cattolica, vi erano, in alcuni luoghi limitrofi, famiglie di religione protestante).

Nel XV secolo vi erano già dei piccoli insediamenti di persone presso la "corte di Cevo" che sta ad indicare posto riservato al bestiame per pascolare.

Non vi è una documentazione storica che ci fa risalire alle origini primitive del paese; però tramite diversi documenti consultati nell'archivio parrocchiale si possono avere delle notizie risalenti agli inizi del secolo XV‑ XVI.

Originariamente Cevo fu una colonia di Roncaglia, quando questi si smembrò da Caspano, il paese di Cevo dovette decidere se rimanere ancora colonia della nuova parrocchia di Roncaglia, con la quale aveva stretti legami di sangue oppure subire la sudditanza curiale e giuritica di Caspano, il quale vantava una maggiore influenza essendo luogo preferito dai signorotti locali (secolo XVI - XVII) finì, per ragioni di opportunità, decidersi per Caspano che tenne  la comunità di Cevo sotto tale sudditanza fino al 1860.

Nel 1745 un padre barnabita fece pervenire una prima domanda di separazione di Cevo, da Caspano al S. Pontefice, venne effettuata una consulta dalla S. Congregazione del Concilio, chiesto il parere del Vescovo della diocesi, rimase inevasa; un altro tentativo di rinnovo venne effettuato nel 1750.

Nel 1860 tale desiderio fu esaudito ottenendo così la definitiva indipendenza da Caspano. L'evolversi della cultura delle genti del posto contribuì a formare un agglomerato urbano tale da creare una comunità che si è sempre andando sviluppando. Agli inizi dell'800 ci fu una svolta decisamente storica riguardante la suddivisione del territorio fra le 27 famiglie allora residenti.

Con atto legale l'agrimensore Tarabini Antonio di Pedesina, con l'avallo dell'allora parroco di Cevo Giacomo Falcher (causa usura del documento consultato nell'archivio è da prendere con beneficio d'inventario il cognome del parroco), nelle vesti di notaio su incarico dell'allora Cavaliere Don Antonio Parravicini Fabricio di Traona si procedeva alla suddivisione dei vari terreni siti nel comprensorio di Cevo; ciò avveniva il 29 Aprile 1814.

 

Splendore e ricchezza di quadri sono i fattori predominanti l'interno della Chiesa risalente all'anno 1600 circa dedicata alla Patrona S. Caterina, che pur non essendo di grandi dimensioni come le altre parrocchie limitrofi, ha la facoltà di rendere ampie le pareti con antichi quadri risalenti al XVI ‑ XVII e pitture decorative che ornano le pareti della chiesa raffiguranti icone e dipinti di santi; tale struttura è affiancata da un oratorio settecentesco.

 

 

 

La costruzione del campanile, che domina un paesaggio altrettanto magnifico, risale all'anno 1788 di stile romanico come quasi tutti i campanili del posto, è opera della tenacia e dell'ingegnosità di questi montanari, i quali hanno sottratto una parte del loro lavoro quotidiano per la realizzazione di tale opera, dando al luogo la fattezza di un vero paese.

 

A cura di Cerasa Giuseppe (Pino) del COMITATO ORGANIZZATIVO