|
Copertina Le pagine di Cevo Storia Attività Emozioni Progetti
EMOZIONI
UN PICCOLO PARADISO
Risalendo il fondo valle, arrivato in una località da noi detta “Ciancett de San Rocc”, mi fermo; alla mia sinistra c’è una cappelletta, guardo la figura di San Rocco, poi alzo gli occhi al cielo e vedo il Paradiso… ma quello è pazzo… no, non sono pazzo, ora vi spiego com’è! E’ accerchiato da una grossa ghirlanda formata da fiori e castagneti, e nel bel mezzo svetta un maestoso campanile… le campane non sembrano suonare ma cantare, le rondini che lo circondano con il loro cinguettio le fan da coro … ma sì… Questo è un invito a salire. Salgo in macchina… Oh… dimenticavo ! Prima in segno della croce e poi grazie padre… e così mi avviai… arrivato al Ponte Baffo svoltai a sinistra e accostai di nuovo gli occhi su… ma che meraviglia!!! Le acque del nostro “cravoccio” di buon mattino sembran giocare a nascondino tra le maestose cascate, e con i suoi sassi volesse danzar e poi giù… fino a baciar le acque del Masino, e assieme sotto braccio sorridendo se ne van… lasciando a noi pesci e freschezza. Mi misi di nuovo in cammino per raggiungere il Paradiso, giunto alle porte, con un sopiro di sollievo dissi: Sei tu… Cevo mio! Ecco il mio Paradiso! Entrai in punta di piedi, quasi non volessi svegliarlo… mi guardai attorno… la valle era ancora tutta buia, ma ad n tratto Cevo si illuminò… il fuocherello dei poveri fece breccia tra quelle insenature che là in alto le campane di Sua Maestà, che col canto del gallo facevan eco con la valle e sembravan dire: Buon giorno Cevesi, a noi vicino e a loro lontano da questo momento Cevo torna alla vita… ma sì… si è svegliata una grande famiglia, che ha un solo cognome… CEVESI. Mi metto di nuovo in cammino verso quella parte di Cevesi che non si svegliano… loro appartengono ad un altro Paradiso, sicuramente meglio del nostro e a loro non si dice buongiorno bensì un eterno riposo. Ma che strano mulinello di sensazioni pensando ad un focolaio dove tutti raccolti in cerchio, dopo il rosario, i nostri cari nonni ci raccontavano storie e filastrocche… come “mazzalvadech”… o Pedrin… Giunta la sera sulle cime dei cari monti calan le prime ombe del tramonto… e dovevo scendere a valle e lasciare i miei cari Cevesi. Mentre percorro la strada che scende, l’occhio mi cade sullo specchietto retrovisore e cosa vedo… le montagne sembrano dei grossi scialli che avvolgono il mio piccolo Paradiso … BUONA NOTTE CEVO!!!!!!! Redatta da Albino Martinoli |