TRANSETTO

Ai lati estremi del transetto spiccano due tribune. Quella di sinistra ospita l’organo attuale, strumento ottocentesco di pregevole interesse costruito da Carlo Vittino. A destra, posta al disopra di quello che un tempo costituiva l’accesso alla sala capitolare dell’abbazia, vi è la tribuna reale dalla quale il re Vittorio Emanuele 2° assisteva alla messa quando soggiornava a Casanova durante le sue partite di caccia. Qui era situato il primo organo di cui fu dotata la chiesa, costruito negli ultimi anni del ‘600 dagli svizzeri Fanzoni e ora andato completamente perduto.

Sulla destra si trova la sacrestia grande, di pianta rettangolare e con raffinati stucchi al soffitto. Vi sono conservati gli arredi sacri e due pregevoli statue lignee della Vergine.

Nel transetto compaiono ancora quattro delle grandi tele del Cervelli, poste al disopra delle cappelle e dell’imbocco delle navate laterali. Anonimo, ma databile comunque alla fine del ‘600, è il San Bernardo recante gli strumenti della Passione che si trova sotto il palco dell’organo.

 

CAPPELLE

               c4sber03_small.jpg (26399 byte)               c3mros03_small.jpg (40084 byte)               c2sgiu03_small.jpg (35006 byte)               c1sben03_small.jpg (32250 byte)

Sono quattro le cappelle che si aprono ai lati dell’Altare Maggiore. Gli stucchi di cui sono interamente rivestite quelle più esterne, dedicate a San Bernardo e San Benedetto fanno da cornice a scene ispirate alla vita dei due grandi santi. Alle volte cinque ottagoni in stucco incorniciano i vari dipinti, mentre alle pareti laterali due grandi affreschi sono contornati da ricche comici seicentesche. Le scene dipinte, di mano anonima, vengono comunemente attribuite alla cerchia di Bartolomeo Guidobono e sono databili dunque attorno al 1685. Sulla parete di fondo della cappella di San Bernardo (restaurata nel 1992) spicca una bella tela settecentesca, di autore anonimo: anch’essa inserita tra gli stucchi, raffigura San Michele Arcangelo mentre lotta contro un drago dalle molte teste, motivo simile a quello che appare nell’ottagono centrale della volta.

La parete di fondo della cappella di San Benedetto ospita un dipinto che ha per soggetto il santo, pur esso anonimo ma sicuramente seicentesco.

Senza dubbio del Guidobono sono le decorazioni delle due cappelle intermedie, quelle attigue alla zona absidale, dedicate rispettivamente alla Vergine del Rosario quella di sinistra e a San Giuseppe quella di destra. Non presentano stucchi, ma notevoli prospettive architettoniche dipinte. Particolarmente interessante quella di sinistra, dove, tra finti marmi policromi e nicchie, spiccano due pregevoli monocromi raffiguranti uno re David con l’arpa e l’altro un non meglio identificato personaggio biblico.

 end_gems.gif (320 byte)

precedente     home page     successiva