CRIPTA

La cripta dell’abbazia di Casanova, probabilmente risalente  alla primavera del 1688 e sigillata da più di duecento anni, è stata ritrovata, dopo diversi infruttuosi tentativi, il 10 ottobre 1995. Della sua esistenza si presumeva per analogia con altre abbazie, dove risultano luoghi interni destinati alla sepoltura dei monaci, e per un paio di fugaci accenni nei documenti, ma non si immaginava certamente di trovarvi un così importante gioiello di arte opera del giovane Domenico Guidobono.

La cripta è costituita da un ampio vano interno con una parete sul fondo e la volta interamente dipinte e in un meraviglioso stato di conservazione.

Di particolare spicco è il grande affresco funerario sulla parete di fronte all’apertura di accesso, raffigurante il Cristo deposto ai piedi della Croce e compianto dalla Vergine e da Maria Maddalena.

Questa scena, che si rifà sia iconograficamente che stilisticamente, anche nei colori, alla più celebre tela del Compianto del Cristo morto del Correggio, è racchiusa in una ricca cornice dipinta e presenta ai lati allegorie della morte in forma di scheletri reggenti clessidra, compasso e planetario. Il tutto sormontato da cartigli con scritte in latino.

La volta, a botte ribassata, presenta il simbolismo della risurrezione attraverso le due grandi figure di angeli, che chiamano a raccolta i morti con il suono delle loro trombe; e in mezzo, affacciati a una specie di finestrella, i quattro venti in forma di testine alate, che soffiano sui defunti per farli ritornare alla vita.

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