ESILIO E RITORNO

 

 

Rilievo del palazzo di Assurbanipal, a Ninive,

 raffigurante i deportati in Assiria

 

Quando Osea, re d'Israele, si ribellò, rifiutandosi di versare il tributo annuale, il re assiro Salmanassar V nel 725 a.C. cinse d'assedio la città di Samaria, allora capitale del regno d'Israele. L'assedio durò tre anni, e a seguito della sconfitta gli Israeliti furono mandati in esilio in Assiria e il regno del Nord fu distrutto (722-721 a.C.). Le 10 tribù d'Israele scomparvero per sempre.

Un secolo più tardi, poco dopo la nomina di loiachìn a re di Giuda, avvenuta nel 597 a.C. i Babilonesi conquistarono Gerusalemme. Il re e molti capi del regno di Giuda furono deportati in Babilonia, La politica degli invasori non mirava solamente a saccheggiare e distruggere i territori occupati, ma anche ad indebolire le nazioni assoggettate, prevenendo eventuali ribellioni tramite la deportazione dei loro capi.

Malgrado ciò, 10 anni più tardi Sedecia, il re d'Israele messo sul trono dal re babilonese Nabucodònosor, si rivolse agli Egiziani chiedendo il loro aiuto. Per soffocare questa ribellione, i Babilonesi cinsero d'assedio Gerusalemme per ben 18 mesi, prima che la città capitolasse nel 587 a.C.: il re Sedecia fu catturato e accecato; Gerusalemme e il suo tempio furono distrutti; gli oggetti preziosi, tra cui il tesoro del tempio, furono trafugati, e il popolo fu deportato in Babilonia.

Porta di Ishtar a Babilonia: le mura erano decorate con bassorilievi di tori, draghi e altre bestie mitologiche

Fu lasciata soltanto la popolazione più povera, affinché coltivasse la terra. Questo periodo della storia del popolo d'Israele è noto come "esilio". In Babilonia gli esuli vivevano nei loro quartieri, nella capitale del regno e in altre città; erano liberi di costruirsi case, di lavorare, di vivere secondo le loro consuetudini e abitudini religiose. Non potevano fare ritorno in Giudea, ma non vivevano in cattive condizioni. Alcuni ebrei raggiunsero anche posizioni di prestigio all'interno del governo. Molti di loro si erano talmente integrati che, quando i Persiani diedero loro la possibilità di tornare a Gerusalemme per ricostruire la città e il tempio [539-538], si rifiutarono di partire. Altri ebrei, invece, spinti dal desiderio di tornare in Giudea e sotto la guida di Zorobabele, un discendente di Davide, e del sacerdote Giosuè, ottennero il permesso dai re persiani e procedettero alla ricostruzione del tempio di Gerusalemme, che fu ufficialmente "riaperto" nel mese di marzo del 515 a.C.; comincia così l'età del secondo tempio.

 

 

 

Deportazione in e da Israele, 772-716

Popolazione deportata da Israele


Popolazione deportata in Israele


 

 


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