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LA SCUOLA IN "CONSORZIO"
CON LE ALTRE ISOLE MINORI


L'Istituto Comprensivo Statale di II grado di Ustica ha realizzato un Progetto contro la dispersione scolastica intesa come insuccesso "Rete multimediale per la didattica delle isole minori" Mis. 3.06 POR Sicilia. A questo progetto, finanziato dalla Regione con fondi europei, ha partecipato il nostro Istituto, le scuole di Lipari I, Lipari II, Salina, Pantelleria e Ustica.
Nel nostro istituto sono stati attivati quattro laboratori:
1. URANIA, destinato a studenti di età compresa tra i 13 e 15 anni, orientato all'acquisizione di abilità tecnico-operative in campo informatico con particolare riferimento al problema ambientale.
 

 
2. THALIA, pensato per i genitori, per far acquisire loro abilità di base informatico-multimediali, finalizzate al miglioramento di conoscenze e strategie socio-educative.
3. MELPOMENE, orientato a un percorso specificatamente informatico ad indirizzo musicale e finalizzato alla consegna e produzione in ambito musicale.
4. CALLIOPE, con un percorso cinematografico, finalizzato all'uso di strumenti da ripresa e alla regia di ricerca, riproduzione e produzione nel settore della "Cultura Isolana".
I laboratori sono stati seguiti con enorme entusiasmo tanto dai giovani quanto dai genitori.
 

 
Alla fine del percorso, per esigenze logistiche, sono stati attuati due stages, uno a Favignana con i partecipanti di Favignana, Ustica e Pantelleria; uno a Lipari con le due scuole di Lipari e quella di Salina.
In questi stages i ragazzi e i genitori delle tre isole hanno condiviso bei momenti di aggregazione e, a conclusione degli incontri, sono stati presentati i prodotti finali dei laboratori di ciascuna isola. Questi lavori saranno assemblati ed elaborati in un unico prodotto.
Purtroppo, a seguito dei recenti eventi di guerra, il progetto ha subito un notevole rallentamento.
 

Rosa G.

Come eravamo...


...Con la sistemazione dei tufi a pila ultimava il lavoro "du pirriaturi". A questo punto subentrava la figura "du carritteri" (carrettiere), un mestiere, anche se duro, molto allegro. Ricordo questa caratteristico personaggio seduto davanti al carretto che, a squarciagola, cantava delle belle canzoni o quando, a piedi, col carretto carico e le briglia in mano, accompagnava il mulo durante il percorso. Il carrettiere aveva il compito di trasportare i tufi dalla cava allo "scaru" (approdo) dove venivano "riappilati" per poi essere imbarcati per Trapani. Per il trasporto via mare venivano usati i coś detti "schifazzi" (barche in legno con un albero maestro).
 


Dalla Torretta, in primavera, all'alba, era uno spettacolo ammirare in lontananza le bianche vele spiegate sotto la brezza del vento. Dalla direzione della prua della barca si intuiva in quale "scaru" sarebbe approdato "u schifazzu" mentre da lontano arrivava una voce: «a varca sta arrivannu o Burruni - oppure - o Bue marino» (secondo il ridosso del vento).
"U pirriaturi" lasciava la "mannàra" e, scalzo e con la giacchettina sulle spalle, si dirigeva verso "u scaru" annunziato. Lo "scaru" sorgeva in alto rispetto il livello del mare, nei punti della costa dove il fondale fosse sufficiente per far approdare la barca.
 


Per trasferire i tufi sulla barca si creava una specie di scivolo. All'inizio si usavano i "tauluna" (tavole di legno di circa 4 metri). I "pirriatura" si disponevano lungo lo scivolo e seguivano il tufo che scivolava dalla tavola fino alla stiva della barca, dove forti braccia l'afferravano e lo sistemavano.
Successivamente ai "tauluna" furono preferiti degli scivoli veri e propri fatti in muratura levigati con il cemento, per renderli più lisci. Ancor oggi se si gira l'isola in barca si notano sugli scogli questi enormi scivoli che ora i ragazzi usano per fare i tuffi.
 

A. Grammatico