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LA PARROCCHIA E' L'ESPRESSIONE DELLA CHIESA LOCALE

Il Cristiano in forza del battesimo appartiene alla Chiesa, e la Chiesa non è un’astrazione, ma si rende visibile nella Parrocchia.

La Parrocchia è comunità d’amore perché i cristiani vivono di fede. Ognuno con i suoi pregi e difetti, con le sue virtù e i suoi vizi, ma tutti bisognosi di conoscersi per comprendersi, di perdonarsi per maturare.

La Parrocchia unifica, guida, celebra l’amore di Cristo con i Sacramenti, insegna il Vangelo, unica parola vera e necessaria per tutti.

Il Beato Papa Giovanni XXIII la definiva “la fontana del Villaggio” a cui tutti vanno ad attingere ed intorno alla quale ci si ritrova da amici.

Se la parrocchia è la tua famiglia, la tua “fontana”, occorre esserle fedeli. E amarla come si ama una madre.

Anni '50 - Prima della riforma liturgica (la trasformazione del presbiterio con la consacrazione dell'altare rivolto verso il popolo risale all'8 dicembre 1951)

 

La tua famiglia non è per te un caldo rifugio, un punto sicuro di riferimento, quasi un grembo materno senza il quale non si può vivere?

Così la tua parrocchia, se sei un po’ sensibile a queste cose, è vera madre che genera alla fede con il Battesimo, sostiene la crescita di ognuno con l’Eucaristia, perdona con la Confessione e con gli altri Sacramenti ci accompagnano nel cammino di fede.

Se l’ami sul serio devi trovare il tuo posto che non è una benigna concessione del parroco, ma un tuo diritto. Il cristiano che non si sente figlio della Parrocchia non ha la chiesa come madre.

Ricordati che è la Parrocchia che rende vivo e operante il mistero della Chiesa e della sua missione di annuncio di Cristo e formazione del cristiano nel vissuto quotidiano, sotto la guida del proprio pastore “mandato” dal Vescovo in costante comunione con Lui.

Questa funzione educatrice della Parrocchia si manifesta in sommo grado quando essa riunisce i fedeli, specialmente nel giorno del Signore per l'ascolto della Parola di Dio e per la celebrazione dell’eucaristia, impegnando poi gli stessi fedeli a portare nella vita il frutto dell’Eucaristia soprattutto nell’adempimento del comandamento dell’amore fraterno, con particolare attenzione per i piccoli e per gli umili.

Solo amando la Parrocchia tu ami la Chiesa che è Cristo che continua la sua incarnazione oggi.

CHIESA  MATRICE  DI  FAVIGNANA

(5 maggio 1966 - nel II centenario)

di Aurelio Giangrasso

Oh bedda Matri cu lu mantu a stiddi 
chi Vi pigghiastiu ’mrazza a
Vostru figghiu quannu scinniu di
’ncelu – ed era gigghiu! Sarvaturi
di granni e picciriddi,

 

su ducent’anni chi cca Vi
priamu: cu ’ss’occhi risulenti e
’u cori ’n celu Vui siminati
grazii cu gran zelu,
e miraculi chi cchiu nun li
cuntamu...

  

Matri, chi pirdunati ’nsignati e
surriditi

’st’Isula, oh Mmaculata,
prutiggiti! Semu a li Vostri peri
addinucchiati.

 

Di piscatura e mastri, e di
viddani facistivu cristiani sani
e forti, spargennu di l’artaru,
a vivi e morti, amuri e carità –
e paci e pani.

  

Quantu nn’aviti assortu e
vattiati, e poi aiutatu, comu Vui
sapiti, a crisciri e a moriri puliti
a fforza di prieri e scampaniati!

 

Quant’Arcipreti, Monaci e Parrini... Quant’acqua biniritta, e ogghiu... e sali, e prerichi pi Pasqua e pi Natali, nuveni, prucissioni, quinnicini!

  

Oh Gesù suffirenti chi talìa
a Faugnana nostra e a la Matrici
e a Vui di lu Verbu Ginitrici:
... Ave, gran Matri nostra, ave Maria!