Nato
il 9/7/1913
17 marzo 1940 Ordinazione sacerdotale;
dal 13 Giugno 1972 a Favignana;
dal 1º Gennaio 1977 a Levanzo.
Persona saggia e prudente che ha fatto del Comandamento di Gesù Cristo:
"Ama il prossimo tuo come te stesso" la sua vita.
Chi non lo ha visto correre per le nostre vie o anche a Trapani su e giù per gli uffici, sempre a sollecitare, assistere, risolvere i molti problemi che affliggono i più bisognosi: dalla pratica di pensione all'ottenimento della sedia a rotelle o quant'altro.
Sempre pronto a soddisfare sia gli aneliti dello spirito che i miseri bisogni del fisico malato: egli stesso soffre di asma bronchiale, sordità, cecità, disturbi alle mani, deviazione dell'intestino, ha rifiutato perfino la pensione di accompagnamento, forse per illuderci di non essere malato. Per fortuna dice:
"ho le gambe buone" e... corre in aiuto dei fratelli più trascurati della società. Gli anziani e non solo, ne sanno qualcosa.
Sempre felice e sorridente per essersi donato completamente, senza attendersi alcuna ricompensa se non un sorriso, una stretta di mano e da lui un invito a recitare a Gesù una preghiera di ringraziamento.
Testimone autentico di bontà, umiltà, carità, altruismo: apostolo interprete della concezione Canossiana dell'insegnamento di Cristo:
"Vivere per servire ed amare il prossimo".
Sei mai riuscito a guardarlo negli occhi?...
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Non ci riuscirai mai! Lui ti guarda diritto nell'anima ed è "Lei" e non "Tu" che gli è riconoscente!
Perché chi ama è sempre vicino per aiutare ed aiuta senza misurare.
Padre Alfonso, grazie di essere con noi.
(S.P.)
P. Alfonso in azione...
i suoi ammalati la attendono
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E' impossibile dire chi sia il prete: impossibile capirlo.
Perché il prete, pur rimanendo uomo, magari d'infimo livello, è trasferito in una dimensione che non è più soltanto umana.
- Essere prete è dimenticare se stesso per poter pensare solo a Dio e ai fratelli.
- Essere prete è perdonare sempre, e non solo nel confessionale, pensando che la debolezza umana è più grande della cattiveria, e il cuore di Dio è più grande del cuore del prete.
- Essere prete è non accorgersi dell'ingratitudine altrui nella convinzione di non aver mai fatto pienamente il proprio dovere.
- Essere prete è dare, dare sempre senza nulla attendersi in cambio, sorridendo a chi non apprezza il dono ricevuto.
- Essere prete è sacrificarsi, portando serenamente le proprie pene ed insieme quelle degli altri senza per questo pretendere di essere un eroe. |
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Essere prete è tenere stretto e nello stesso tempo aperto il proprio cuore, stringere tutte le mani senza trattenerne alcuna.
- Essere prete è accettare di essere divorato senza soddisfare l'appetito di nessuno come di essere risputato come insipido ed indigesto
- Essere prete è acconsentire a non avere nulla di riservato a se stesso: cose, tempo, affetti, tranne la gioia, spesso contestata, che viene dalla certezza di una coscienza pura.
- Essere prete è:
- trasmettere la fede nel costante pericolo di perderla;
- essere nell'angoscia e riuscire a dare speranza;
- avere bisogno di amore e poterlo soltanto offrire;
- brancolare nel buio e dover indicare agli altri la via;
- sentirsi nulla e continuare a credere nell'impossibile, credere che solo Dio è buono, che Dio solo basta.
- Essere prete, infine, è saper ripartire in silenzio perché Dio chiama altrove.
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