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R o b e r t a

Il CREDENTE NON PRATICANTE
è un albero senza frutto

 

Vedo le lacrime rigare i vostri volti,
sento le vostre preghiere,
ascolto i palpiti del vostro cuore.
Consolatevi: io sono con voi.
Vi ringrazio del bene immenso
che mi avete voluto.
Parlerò di voi agli Angeli
fra cui mi trovo.
Nel 1º anniversario
del mio primo incontro
con Gesù Eucaristia
sono entrata nell'eternità
dove vi attendo tutti
per stare insieme per sempre.
Un Sorriso che si è spento

Il cielo s'è incupito 
al tuo passaggio, 
la nebbia ha avvolto 
il pianto di tua madre.
Ti sei involata 
tenero fringuello. 
Un'arpa suona, 
alle sue dolci note, 
risboccia il tuo sorriso. 
Giochi coi bimbi 
che non sono nati
e il cielo si fa lieto
al tuo pensiero.


Erina Giangrasso


Favignana 13.05.99

Il Paradiso

Ove riposeranno quei
corpi fanciulli!
Nelle tenebre oscure della notte...
Ma saranno alla luce del Sole.
Lungo prati verdi ed estesi
sul cielo a volare
tutti gli uccelli in fila a cantare.
Anche tu un giorno lì salirai
su, al PARADISO!


Irene Messina

Anche la celebre cantante Milva di recente ha affermato che questo non è possibile, anzi è contraddittorio. 
Con la fede si è obbligati a fare sul serio, sempre. 
"CREDENTE": forse perché c'è il nome scritto sul registro del battesimo, o forse perché si ha una certa strana idea di Dio, un padre-padrone da tenere buono magari per scongiurare disgrazie, e vicino a lui, la Madonna da onorare con qualche candela accesa, e, secondo il Pretore di Avezzano, anche con qualche... lecita bestemmia. (Una sentenza squallida e incivile).
"MA NON PRATICANTE", cioè niente alla Messa alla Domenica, niente noiose preghiere, nienteriunioni catechetiche né partecipazione ai Sacramenti, e né impegni in parrocchia e nel sociale. 
Vale a dire la fede uno la gestisce da sé, con un Credo costruito a piacimento e una Morale che consenta di vivere in libertà secondo i propri interessi, con molti soldi, se possibile, per soddisfare comodità e capricci.
CHE FARE? Proviamo a dire a ciascuno di questi fratelli illusi: "se hai la fede che ti attacca come un ramo a Cristo, la devi dimostrare con i frutti, con la vita cristiana di ogni giorno che attinge forza e alimento dalla grazia di Dio ottenuta dai sacramenti, in particolar modo dalla confessione, della preghiera, con la tua apertura ai fratelli". 
Le persone credenti e non praticanti sono oggi in rapido aumento e allora si capisce perché siano anemiche, prive di slanci e povere di testimonianza. 
L'albero si riconosce dai suoi frutti. 

Alba estiva a Favignana

"FAUGNANA MIA"

La notte serena
nel suo manto
umido di mare,
lentamente, cede il passo
al risveglio mattutino.

Un respiro profondo
si leva dall'isola addormentata.

Corre tra i pini e i cipressi
un brivido di brezza;
da un ramo all'altro
un fremito d'ali.

Un'armonia in coro di cinguettar festoso vince il sonno.

L'aurora avanza!

La fascia intensa 
di rosa e grigio 
di cui si ammanta,
è il suo diadema.

Sul monte Erice
divampa a lungo l'incendio
delle tremule luci notturne 
ma si spegne languendo 
nello splendore aranciato 
che invade il cielo...

E' nato un nuovo giorno!
Esulta il cuore
nel saluto alla vita.


Alessandra Benedetti

A perla di tri isuli tu si,
Faugnana nesci ru mari chi pari na farfalla.
Ero picciriddu quannu ti lassai
na lu me cori t'aiu e
non ti pozzu scurdari,
ma quannu pozzu 'ni tia vogghiu turnari
pi' puro i me cari rincuntrari.
Già quannu trapassu la punta da Furmicula
sentu lu ciauru di la terra amica
e n'aceddu mi sentu liberu e felici.
La vita pi' picciriddi è megghiu assai
picchì scantu ri matri un'hannu aviri
u jornu rura pocu pi soccu c'è di fari
scola, joco 'nquantità
e a sira 'imprima arriva già.
  

Giuseppe Bianco (1a media)

La realtà tra storia e mito

Sognando... ad occhi aperti

"... Un'Isola piana davanti al porto si stende, non vicina, né molto lontananza dalla terra dei Ciclopi". 
(Omero)
Così Omero descrive l'isola, e così anche noi allievi e insegnanti abbiamo voluto farvi per un attimo "sognare" il flash memoria in cui Favignana ritrova la cellula per un nuovo futuro... 
Una memoria che per incanto ha fatto sognare attraverso le danze che diventano il "memoriale". Sentimenti, usi, costumi, emozioni di una realtà che descrive momenti storici dell'isola, dell'uomo, della natura, della vita. Le musiche, le danze e la mimica hanno dato quel clima del "tuffo" se pur breve del tempo lasciato tra le rughe del tonnaroto.
Memoria di una realtà che si nasconde ed è racchiusa come perla preziosa negli occhi, nei volti, nelle mani incallite e rattrappite della gente dell'isola. Sogno mitologico di un "gabbiano" che per metamorfosi volando approda sulle acque e vive "l'avventura della vita". 

 

Un sogno? E' la realtà di un territorio da esplorare da salvaguardare non da turisti permanenti... ma da manovali che sanno amare. E' la storia di noi, delle nostre ideologie, della identità e delle proprietà culturali e cultuali, etico-morali. E' la realtà che attraverso il sogno diventa mito e vuol recuperare la sua memoria: la lotta per la vita che incide e diventa propulsore del futuro.

l sogno o la storia o la realtà o il mito... si intrecciano tra di loro offrendo immagini iconografiche della vita di ieri e di oggi nelle relazioni della natura e l'uomo: tonno, mare, tonnaroti, che si dimenano armonicamente come in una danza. 
 

Sr. Giovanna