II 2 gennaio scorso tutto il rione di Sant'Anna è in festa.
Fin dal mattino un via vai in casa la Pera: parenti, amici e conoscenti accorrono per far festa a "Ciccino".
Alle ore 10.00 arriva il Sindaco accompagnato dalla banda musicale per festeggiare il "centenario".
Inizia la Santa Messa di ringraziamento. Alla Fine il Parroco di Sant'Anna si congratula con il festeggiato, cosiddetto garibaldi, e scherzosamente gli chiede come mai è tanto affezionato a quel soprannome.
"Mi ha dato la pensione e per questo tengo sempre la sua fotografia sul tavolo", fu la risposta. In effetti Ciccino deve tale riferimento a Garibaldi in quanto suo padre pare abbia lavorato alle dipendenze di Anita Garibaldi, moglie dell'eroe dei due mondi.
Subito dopo la cerimonia religiosa un brindisi comunitario si svolge nella Casa delle Suore Canossiane, sempre ospitali e generose. Lì, nei conversali che seguono, apprendiamo che Ciccino a 26 anni, dopo una giovinezza di stenti e di duro lavoro da muratore, si sposò il 4 aprile 1923 con Anna Campo di 22 anni.
Dal matrimonio nacquero 10 figli dei quali soltanto 4 ancora in vita: Giuseppe, Rosa, Annita e Maria Teresa.
II 29 settembre 1990 gli morì la moglie Anna, che per tutta la vita gli fu accanto con tanto affetto e dedizione.
Ciccino dedicò sempre la sua vita alla famiglia ed al lavoro.
Non si risparmiò mai pur di assicurare il sostentamento ai componenti di così numerosa schiera di familiari.
Il tempo libero, quando i suoi figli erano ormai autosufficienti, lo dedicò alla pesca ed alla caccia.
II circolo ricreativo di Favignana lo ha avuto come custode attento e preciso e per la qualità del servizio reso lo ha eletto suo Presidente Onorario.
La Comunità favignanese si stringe oggi attorno a lui e gli augura di vero cuore tanti anni ancora di vita serena, animata da quella vitalità, che ha saputo sempre esprimere, e dall'entusiasmo con il quale ha vissuto. |
Si è felicemente conclusa una vicenda umana che rappresenta anche un grande atto di solidarietà e di amore.
Nei mesi di luglio e agosto dello scorso anno dieci famiglie favignanesi hanno ospitato altrettanti ragazzi orfani, provenienti da un istituto di accoglienza della zona più povera della Russia: la Bielorussia, sita ai confini con la Polonia.
Le famiglie sono: D'Asta-Savalli, Messina-Sias, Mercurio-Torrente, Costanzo-Amato, Ritunno-Ritondo, Russo-Sampaolo, Campo Anna, Campo Paolina e D'Avanzo Giovanni.
Non sono stati pochi i disagi, e a volte le incomprensioni, verificatisi all'interno delle famiglie ospitanti.
Ma è prevalso l'amore, specie delle mamme, le quali hanno saputo rimuovere ogni ostacolo per consentire ai bambini ospitati di sentire il calore umano che esiste nelle nostre famiglie.
L'estate è passata presto, e i giovani sono ripartiti a malincuore perché si erano ormai abituati a beneficiare di quel clima di affetto che purtroppo manca nell'orfanotrofio da cui provengono.
Per la verità anche nelle famiglie ospitanti è stato avvertito il vuoto che tale dipartita ha determinato, ed alcune mamme in particolare hanno manifestato il desiderio di ospitare ancora, durante il periodo natalizio, i ragazzi che si erano allontanati con tanto rammarico.
Per tale ragione i coniugi D'Asta-Savalli si sono fatti carico di fare ritornare a Favignana il toro ragazzo Aleksei, mentre Maria Grazia Amato, Maria Messina e Vita Torrente, non essendo in grado di sostenere le spese per il viaggio di andata e ritorno delle ragazze russe (Natasha, Ola e Tiziana), hanno coinvolto nell'atto di solidarietà la comunità isolana, che ha risposto con ammirevole generosità e alla quale va il grazie più sentito.
Nell'insieme si è avuto un vero e proprio atto d'amore, rivolto ad una comunità di giovani, forse incapace di sviluppare adeguatamente le singole personalità, perché privata - nel suo processo di crescita - del calore umano che soltanto la famiglia può dare.
Questi quattro ragazzi, per la prima volta, hanno, invece, assaporato la gioia di trascorrere il Natale inseriti in un contesto umano che sicuramente ha lasciato in loro il seme della speranza e la convinzione che, anche nel mondo di oggi, ci sono persone capaci di atti di solidarietà e amore, che vanno anche at di là di certi confini politici.
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