Non si era ancora spento l'entusiasmo del Presepio vivente, che entra in "cantiere" la rappresentazione della Passione del Signore.
Prova e riprova, giorno dopo giorno, superata ogni difficoltà ecco l'esecuzione. Ore 21.00 della Domenica delle Palme: tutta Favignana è nel giardino del Palazzo Florio.
All'annuncio dell'inizio della Passione cala un silenzio tombale.
I Protagonisti immedesimati nei personaggi biblici hanno fatto rivivere con commozione l'agonia di Gesù nell'Orto degli Ulivi. "Ecce Homo", annuncia una voce forte con l'alto-parlante, un fremito pervade tutta la piazza comunale, la vista di Gesù, incoronato e sanguinante riempie tutti, i cuori di commozione.
All'angolo della Piazza Gesù con la croce sulle spalle incontra sua Madre; Gesù la consola, la incoraggia. In quel momento un fremito ed un silenzio imbarazzante, silenzio che viene rotto solo quando la Banda Musicale inizia la marcia dei "misteri".
Riprende il viaggio verso il Calvario, il Cireneo costretto a portare la croce di Gesù; un desiderio di tutti i presenti, sollevare personalmente il Signore dalla fatica di quella pesante croce.
Una donna ci riesce, esce velocemente dalla folla e con forza si avvicina a Gesù e gli asciuga il volto: quale sorpresa nel vedere stampato sul fazzoletto il volto di Gesù.
La Via Crucis continua e Gesù dà uno sguardo di compassione verso un gruppo di donne di Gerusalemme: "Non piangete su di me, ma sui vostri figli", dice Gesù.
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Che visione atroce vedere Gesù in croce! Le sue ultime parole sono il testamento di amore, i cuori si rinfrancano.
Le braccia materne di Maria accolgono il figlio morto: una vera pietà che in tutti ha suscitato non solo compassione ma anche fede.
La preghiera conclusiva a mo' di messaggio ha entusiasmato tutti, suscitando tanta speranza per un futuro migliore.
Lodevole la serietà, la dedizione e l'entusiasmo dei giovani animatori della Passione vivente.
Un forte plauso a tutti perché hanno saputo dare il meglio di se stessi ed inoltre hanno saputo allontanarsi dalla mediocrità che li compromette e dal quietismo che li attanaglia.
Quannu chi di a cruci fu scinnutu
e 'nto linzolu biancu lu pusaru,
'nsangati e appinnuluni avia li vrazza
e a Dulurata si lu misi 'mrazza.
S. Sinagra
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Arrivando a Trapani, dopo una breve sosta a Levanzo, si raggiunge Favignana che ci accoglie con la sua parata di case bianche, squadrate geometricamente, serrate in fila dietro
l'ansa del porto.
Ondeggianti e deserte le barche da diporto, operose quelle dei pescatori che sono tornate o in procinto di partire con il loro carico di reti sciorinate e ammassate sul fonda.
C'è sempre gente che attende il traghetto, immobile presso il molo o seduta al bar del Marinaio. Chi deve partire, chi aspetta gli arrivi oppure semplicemente segue come un rito ogni mattina
l'attracco dell'aliscafo: quel mezzo rapido che collega l'isola con la terraferma, simbolo di sicurezza e di anello di congiunzione con la città.
Il paese è adagiato ai piedi del monte Santa Caterina alto 300 m. sul livello del mare. La montagna simile ad un dorso di balena, divide
l'isola da est a ovest. L'aspetto è roccioso, impraticabile.
I turisti che sbarcano si avviano verso la loro destinazione; chi si sistemerà nei campeggi, chi nel residence, chi in alloggi di privati, presi in affitto estivo, chi nell'abitazione di proprietà... sono questi ultimi, favignanesi che vivono per il resto dell'anno in altre regioni e vengono a trascorrere l'estate nell'isola nativa, altri invece sono appassionati del mare e della pesca subacquea che eleggono come luogo di vacanza privilegiata questa perla delle isole Egadi.
Il giorni pieni di luce e di sole nell'isola tramontano lenti e intensi di sensazioni. E' bello contemplare il mare in tutte le ore della giornata in una incantevole solitudine. La percezione di libertà, di silenzio, di pace filtra attraverso la sensazione piacevole della vicinanza del mare che sotto la brezza dolce e carezzevole, lambisce la scogliera irregolare con uno sciacquio ora più sonoro, ora più lento come di lamento. Sulle rocce sembra adagiarsi la massa del cielo nel suo celeste luminoso.
Il paesaggio, percorso con lo sguardo, descrive in continua successione il suo profilo cosicché rimane la memoria dei luoghi scoperti e le varie parti dell'isola si ricompongono giorno per giorno.
(continua) |
Domenica 28 aprile 1996, alla presenza del Direttore della Filiale di Trapani della Banca d'Italia, del Direttore della Filiale Regionale del nostro Istituto Centrale di categoria e di Autorità Militari e Civili convenuti oltre ad una larga rappresentanza della base sociale, ha avuto luogo l'inaugurazione della nuova Sede Sociale della Banca di Credito Cooperativo "Egusea".
Essa deve la nascita ad un gruppo di ventotto agricoltori, nel 1928, capeggiati dal socio Giovanni Grammatico che fu l'ideatore della iniziativa.
La prima denominazione fu Cassa Agraria Cooperativa "Egusea", successivamente assunse la denominazione di Cassa Rurale ed Artigiana "Egusea", per assumere, infine, nel 1994, la denominazione attuale.
Inizialmente fungeva da Ente Intermediario del Banco di Sicilia per le operazioni di credito agrario di esercizio e per i prestiti per acquisto di animali e macchine per l'agricoltura e solo nel 1964 la Banca ottenne il decreto di adeguamento dello statuto Sociale che consentì la raccolta del risparmio.
Nel 1968 venne aperto al pubblico uno sportello in Via Alessandro Volta e, successivamente, in Piazza Madrice e, poi, in via Nicotera.
Da allora i bilanci attuali sono la più ampia testimonianza del crescente ruolo svolto dalla Banca di Credito Cooperativo "Egusea" nell'Arcipelago per il notevole incremento della raccolta del risparmio e per il sostegno dato alla economia locale.
La Banca per le sue caratteristiche peculiari aderisce alle esigenze del territorio nel quale opera, contribuisce alla crescita economica delle Isole Egadi e, con la propria attività, realizza una insostituibile funzione sociale.
Allo stato attuale, la Banca conta n. 201 Soci, raccoglie 40 miliardi di raccolta, eroga oltre 20 miliardi di crediti nei più disparati settori economici presso le famiglie e possiede un patrimonio di oltre sette miliardi.
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