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SUORE DOMENICANE DEL SACRO CUORE DI GESU'
A FAVIGNANA DAL 7 MARZO 1954 AL 30 MAGGIO 1971

Sua Ecc. Rev.ma Mons. Corrado Mingo, Vescovo di Trapani, che tanto amava e stimava le Suore Domenicane del Sacro Cuore di Gesù, ha rivolto fin dai primi mesi del 1954 vivo e pressante invito alla Madre Generale Giuseppina Balsamo, perché un gruppetto di almeno quattro suore potesse gestire la casa di Favignana, offerta dai signori Parodi, per il bene della gioventù. 
   

   

Suor Domenica Ponzio

 

La Venerabile Madre ha accettato l'invito e, il 7 marzo 1954, la Superiora del Collegio S. Cuore di Trapani, Sr. Imelda Cincotta, ha accompagnato la piccola Comunità di Suore destinata all'Istituto S. Giuseppe di Favignana. 
La Comunità era formata dalla sottoscritta Sr. Candida La Cagnina Superiora, da Sr. Silvia maestra di laboratorio, da Sr. Marina tutto fare per la cucina e la casa. 
Il primo giorno di nostra attività nell'isola, ci siamo riunite nella Cappellina in attesa del Parroco, Padre Cipolla che, dopo poche parole di occasione, ha intronizzato Gesù nell'Ostensorio. Per tutto il giorno abbiamo pregato sia individualmente che collegialmente Gesù esposto.

Animate dalla Sua stessa forza, ci siamo preparate, in tal modo, all'incontro con il popolo di Dio!  I primi ad arrivare sono stati i piccoli e fin dalle prime ore l'aula si è riempita con circa cinquanta bambini, ansiosi di conoscere la nuova maestra. 
Il giorno dopo sono arrivate le giovani che desideravano imparare a ricamare e tutte sono state accolte con materna bontà da Suor Silvia. 
Ben presto nell'Istituto sono accorse tante altre giovani di tutte le età e noi felici impartivamo anche lezioni di catechismo e di canto. 
Dopo i primi mesi, è stata aperta una scuola di taglio che è stata frequentata da circa trenta allieve. A conclusione di ogni corso di taglio si organizzava, con immensa gioia delle ragazze, una gita nei dintorni del paese. 
Allora si viveva in semplicità e gioia fraterna! 

Certamente oggi Favignana è molto più progredita, diversa dalla Favignana di quarant'anni fa, dove con la mia Comunità ho trascorso gli anni migliori del mio apostolato. 

  

      

Suor Raffaella Messina

In quel tempo il Signore, che non si lascia vincere in generosità , ha fatto a me e alla Congregazione il regalo più grande che si possa desiderare: ha suscitato tre grandi e zelanti vocazioni. 
Noi Suore avevamo l'incarico della Chiesa di S. Antonio e, a turno, vi mandavamo tre giovani che erano fra le più devote. Ora sono tre splendide Suore della nostra Congregazione. 
  

     

Suor Angelina Cino

 

Esse svolgono attualmente i seguenti compiti: la prima Suor Angelina Cino Superiora della Missione Madre Giuseppina Balsamo in Santa Cruz, Bolivia; la seconda Suor Raffaella Messina insegnante di scuola elementare nel Collegio S. Cuore di Messina, e la terza Suor Domenica Ponzio Superiora del Collegio S. Rosa di Catania. 
Ma, un brutto giorno, a nostra insaputa, i Sigg. Parodi hanno venduto la casa, che andava sotto il nome di "Istituto S. Giuseppe" e noi Suore, con sommo rammarico, il 30 maggio 1971 abbiamo dovuto lasciare l'Istituto. 
Voglia il Signore custodire e fecondare, nella Sua Divina Provvidenza, il semino che abbiamo abbandonato a Favignana e benedire sempre quella gente che ci ha accolto con tanto calore. 


Sr. Candida La Cagnina O.P.

PER RIFLETTERE INSIEME

Il nostro tempo è caratterizzato da una profonda crisi di valori. 
Il dubbio, l'incertezza, la mancanza di riferimenti sicuri ha spiazzato e messo in crisi un po' tutti. Una crisi che ha investito, inevitabilmente, le famiglie, i rapporti generazionali e quelli interpersonali. 
La spasmodica ricerca del meglio, del nuovo, del più a tutti i costi ci ha portato a vivere in modo stressante ed esasperato, sempre alla rincorsa di un benessere che nella realtà non c'è, non esiste. Ciò perché spesso tutto è rapportato all'aspetto esteriore. 
La donna, che è uscita per andare a lavorare, ha portato sì un maggior benessere economico nella famiglia, ma - a mio avviso - tutto è andato a discapito della stessa vita familiare e della disponibilità all'educazione dei figli, sempre più lasciati soli e abbandonati a se stessi. 
Dice un proverbio siciliano: "u nutricu fa l'amuri". 
Oggi genitori e figli non stanno più insieme, non comunicano e, quindi, non riescono a comprendersi, ad amarsi. 
La crisi economica ha accentuato sempre più i contrasti, perché la cultura imperante ci ha abituati a volere tutto e subito. Quando ciò non è possibile si entra nel dramma, nella tragedia più eclatante. 
Bisogna che ci ridimensioniamo e che tutti riacquistiamo quei valori di onestà, di dignità e di disponibilità che sono alla base di una sana e civile convivenza.

  

Mi hanno chiesto di parlare di me, della famiglia e della sofferenza. Che dire?... 
Ho 52 anni e da 38 mi trovo totalmente immobilizzato a letto per i postumi di una mielite, contratta quando avevo appena 14 anni. Nonostante le mie condizioni siano piuttosto tragiche, ho cercato di trovare dentro di me quella forza morale e quella scintilla divina che mi ha permesso di andare avanti e superare momenti veramente difficili. Impegnandomi a studiare da solo, ho scritto due libri dove sono raccolte le mie riflessioni sul vivere nella sofferenza; riflessioni che ho voluto offrire a tutti e così... sono andato avanti. 
Dico grazie agli amici e a quanti mi hanno aiutato in questa mia tragedia; prego il buon Dio che li ricompensi al posto mio e a tutti auguro tante cose belle. 


Michele Orfeo