La presenza delle Suore Povere Figlie di Maria SS. Incoronata, Congregazione Religiosa fondata dalla nobildonna trapanese Serva di Dio Teresa Fardella de' Blasi, era in Diocesi di Trapani, nel cuore della città che vanta insieme alla città di Mantova di essere stato propulsore dell'intera Famiglia Religiosa. Si era negli anni 1938-1939. Una ricca corrispondenza tra l'Arciprete della Chiesa Madre, don Giovanni Cipolla tramite Sua Ecc. il Vescovo di Trapani che già conosceva le Suore, cominciò ad intessersi con la Superiora Generale delle Suore, Madre Redenta Mazzocchi, la cui sede era in Mantova, Casa Madre della Congregazione.
Lo zelante Arciprete divorato dalla passione sacerdotale di portare tante anime al Signore, desiderava al più presto un drappello di religiose che lo affiancasse nel lavoro della parrocchia, assumendo la direzione della Scuola Materna, di una scuola di lavoro per la gioventù femminile e la presenza e la cura della chiesa dedicata a Maria SS. Immacolata.
La sua richiesta verso la Madre Generale fu inizialmente di quattro Suore ma che aumentarono nel susseguirsi del suo epistolario. Gliene furono mandate tre, con sforzi e sacrifici da parte del governo dell'Istituto che anche in quel periodo non godeva di un abbondante fioritura di vocazioni.
Le prime tre Suore: Suor M. Pellegrina Zanni con l'incarico di Superiora, Suor Fausta Natali addetta alla Scuola Materna e Scuola del Lavoro e Suor M. Mansueta Cusin addetta alla cucina e alla collaborazione nella cura della Chiesa. Il 4 gennaio 1940 passano per Trapani e ricevono la benedizione dell'Ecc.mo Vescovo Mons. Ferdinando Ricca, per poi imbarcarsi con il piroscafo per l'isola di Favignana.
Don Cipolla così scrisse alla Madre Generale: "Il giorno dell'Epifania sarà certamente un giorno di giubilo per la nostra Favignana e per me.
Sarà il miglior dono che Gesù Bambino vorrà regalarci" (Lettera del 18/12/1939).
Le tre Suore fanno il loro solenne ingresso il 6 gennaio 1940 accolte da una popolazione festante che non tarderà a stringere con esse dei forti legami destinati a rimanere per sempre.
Le tre Suore si mettono alacremente al lavoro sotto la guida dello zelante Arciprete e diventano un punto di riferimento per tante giovani. La buona gente isolana le tributa affetto e simpatia ed entrano nel cuore delle persone che ormai le sentono come "loro".
Nel corso dell'anno 1940 a causa delle ostilità belliche e per la paura di incursioni aeree destinate al bombardamento, le Suore vengono dai Superiori Maggiori sollecitate a lasciare l'isola di Favignana e sostare in Trapani. Questo forzato rientro ha causato non poco dolore nell'Arciprete e nella gente.
Le Suore ritornarono al loro posto e nell'anniversario del loro arrivo in Favignana la popolazione preparò una giornata di festeggiamenti. |
Le Suore si commossero e si legarono ancora più intensamente a quelle persone. Nell'anniversario del loro ingresso in Favignana, ci fu un evento degno di essere ricordato. Il 7 gennaio 1941 lasciarono l'isola di Favignana per consacrarsi al Signore, due giovani del posto e precisamente
Filippina Setzu e Giuseppina Catalano. Sostarono un po' di tempo a Trapani per dare avvio al loro probandato per poi prendere la via del Nord Italia e iniziare il vero e propro cammino di totale donazione al Signore. Sono stati i profumati frutti che le Sorelle raccolsero con gioia ed inesprimibile gratitudine.
In seguito, e siamo negli anni 1941 fine e inizio 1942, la Superiora e un'altra Sorella dovettero avvicendarsi per motivi familiari ed essere sostituite da altre due Sorelle, esemplari per la vita ed infaticabili nel lavoro: Suor Maria Colomba Bernabè a cui fu dato l'incarico di Superiora e Suor M. Saveria Sissa alla scuola materna.
Anch'esse profusero il meglio di loro stesse e lasciarono un'impronta indelebile. Suor M. Colomba per la sua testimonianza contemplativa e per la sua materna affabilità e Suor Maria Saveria perché all'ingegno del suo lavoro seppe coniugare un sapiente ed accattivante umorismo.
Le Suore erano e si sentivano amate dalla gente e partecipavano in tutto alla vita della comunità parrocchiale, nei suoi eventi felici e in quelli meno felici. In quegli anni la vita era insidiata dalla guerra e tante persone soffrivano per la mancanza dei loro cari, per la durezza di andare avanti con fatica. La fede era l'unica ancora di salvezza e di speranza. E le Suore erano le presenze di questa realtà soprannaturale che incitava a continuare il cammino nonostante le ostilità belliche.
Ostilità belliche che non accennavano a cessare: le Suore vivevano con il pericolo di sempre incombenti bombardamenti. Il richiamo a rientrare in Sicilia diveniva sempre più pressante.
Una suora delle tre dovette rientrare per motivi di salute, e le altre sarebbero rimaste in due. Mons. Cipolla fece pressioni presso la Superiora Generale perché andassero almeno quattro Suore e in questo contingente, le suore rientrarono in Sicilia definitivamente per non rientrare più in Favignana.
La Superiora di Mantova non poteva disporre di altro personale religiosa e si dovette rinunciare a dare continuità alla presenza delle Suore dell'Incoronata nella bella isola di Favignana.
Ciò con grande rincrescimento da parte delle Suore che si erano legate affettuosamente alla buona gente del posto, dell'Arciprete Mons. Cipolla e della gente. Lo attestano le numerose lettere che le Suore ricevettero in seguito con l'attestazione di affetto e il rinnovato invito a tornare.
La missione si chiuse il 20 febbraio 1943.
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