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G R A Z I E   C A N O S S A

Questa avventura inizia nel 1990 per la prima volta nel campionato F.I.G.C. con ragazzi tutti Favignanesi e con la convinzione di fare bene, In pochi credono nell'impresa. Ebbene, in quattro campionati disputati, con tanti sacrifici, si è giunti in 1a Categoria e cioè due promozioni di seguito. 
Meta storica per questa bella isola, meta mai raggiunta nel passato. Al di là delle promozioni, la vittoria più bella è che evidenziando il nome "Oratorio Canossa" di Favignana si è messo in risalto il nome di quest'isola. Favignana si è fatta conoscere attraverso gli atleti, i dirigenti, l'allenatore, e tutto lo staff. Uomini che hanno saputo farsi rispettare ed amare sia dal lato sportivo che da quello umano, avendo avuti riconoscimenti dalla stampa Siciliana con il premio: "La speranza nel calcio all'Oratorio Canossa di Favignana" e dalla F.I.G.C.: "Premio disciplina assoluto". 
Alcuni nostri giovani, si sono inseriti nel lavoro ed hanno portato il nome fuori dalla Sicilia. Tutto questo con numerosi sacrifici anche di natura finanziaria in quanto da alcuni anni non sono stati dati dall'Amministrazione Comunale i contributi previsti per le attività sportive. L'associazione è fortemente impegnata nel sociale senza scopo di lucro, sia per fare sport, sia per avviare i giovani nella società ed inserirli nel contesto sociale.

Questo impegno non è assolutamente facile. Se poi si aggiunge la situazione economica fortemente precaria, la conclusione è d'obbligo: "smettere". 
I responsabili della società sono persone stipendiate, pensionati e missionari che dedicano il loro tempo libero ai giovani di Favignana a costo di grossi sacrifici per il proseguo delle attività. 
Pertanto, se non dovessero pervenire i contributi previsti, ci si troverà costretti alla resa. 
Se poi vogliamo parlare del settore Volley Femminile, staremmo qui a scrivere chissà quante pagine, perché le ragazze, con grande spirito di sacrificio, hanno raggiunto una meta storica, la promozione in serie "D". E' ormai impossibile continuare senza l'apporto delle istituzioni. 
Si deve molto allo sponsor "Società Elettrica Accardi" di Favignana che ha capito l'importanza e lo scopo dell'Associazione, dando il suo apporto. 
Solo questo non basta e occorre rinnovare l'appello alle istituzioni per intervenire al più presto erogando i contributi previsti. In questo modo le attività potranno continuare e i giovani favignanesi cresceranno con maggiori potenzialità in questa società tormentata da tanti problemi. 
 

Francesco Abbellito

CANOSSA "PALLAVOLO" DI SERIE D

Un ringraziamento particolare va alle nostre ragazze, le quali hanno dimostrato, al di là del valore atletico, grande personalità e profuso impegno notevole, dovendo conciliare tre cose veramente difficili da fare convivere: lo sport, lo studio e la insularità... 
 

 

Una riflessione ed un invito a tutti. Favignana purtroppo, ha veramente poco da offrire ai suoi ragazzi, ma in quest'isola si respira "sport" a pieni polmoni e gli esempi eclatanti non mancano. Utilizziamo allora proprio questo canale per far sentire loro che non sono abbandonati a sé stessi. Impegniamoci tutti perché incentivando la sport, i nostri ragazzi possano respingere la noia che è sempre stata foriera di gradi tragedie! 
Così con toni di plauso incondizionato nei confronti della squadra promossa in Serie D si concludeva la stagione agonistica 1993/94 e, con accenti di polemica garbata si chiudeva un pubblico discorso, nella segreta speranza di fare riflettere le menti ed accendere i cuori per una maggiore partecipazione alla vita sportiva e quindi sociale di Favignana. 
All'apertura della nuova stagione non solo nulla è cambiato, ma dobbiamo registrare un peggioramento, che, in medicina si chiamerebbe cancrena. Passato l'entusiasmo iniziale per la storica promozione della pallavolo femminile sono tornati i problemi di sempre. Nessuna componente pubblica ha fatto sentire la sua presenza, come se popolo ed istituzioni fossero due entità separate e non due ingranaggi interdipendenti dello stesso meccanismo. 
Nessun interesse, questa nuova avventura, ha suscitato nella gente; ma quello che è veramente grave è l'abulia che ha pervaso anche le squadre. Le ragazze, le quali, fra alti e bassi, erano state l'elemento portante di questo esempio di voler vivere una vita socialmente formativa, che hanno voluto a tutti i costi (alti per la verità) l'iscrizione alla serie D, come giusto elemento di stimolo a continuare a vivere la dura vita dell'isola, proprio loro, stanno tradendo il loro stesso impegno, e stanno mancando alla parola data senza mostrare disagio morale. Piano piano, ad una ad una, esse stanno rivolgendo la loro attenzione verso altri interessi, spesso futili, relegando il loro primo amore, la pallavolo, in secondo piano, come passatempo da prendere a lasciare al bisogno, non considerando che questa è la maniera per decretarne la fine, perdendo anche l'unica occasione di fare attività fisica e scambio di esperienze di vita. Ma che cosa sta succedendo? 
Perché questo aggravarsi del fenomeno "distrazione civile e morale", più volte manifestata ma sempre rientrata di fronte allo stimolo forte dell'agonismo e dell'amore per la sport? 
Noi crediamo che questo malessere abbia origini lontane e profonde. Esso sta invadendo l'animo dei giovani che avvertono sempre più l'abbandono da parte di una società distratta e violenta, che privilegia l'interesse materiale momentaneo a scapito di un'operazione di investimento a più lunga scadenza, ma che avrebbe come effetto la formazione, attraverso i giovani, di una società futura più forte e consapevole. 
La disattenzione parte dalla famiglia, incapace o impreparata ormai a formare spiriti sensibili e maturi, vuoi per mancanza di dialogo interno, vuoi per disabitudine a parlare con i figli. Ma questa incapacità è il frutto della mancanza di socialità. Anche gli adulti non sono più capaci di parlare tra di loro. E' l'effetto di un disegno criminoso di chi, nella disgregazione sociale, vede lo strumento per poter esercitare indisturbato il proprio potere. E' più facile dominare tanti singoli che un gruppo unito e consapevole: è il "divide et impera" dei Romani. Volete che in questo sfacelo sociale, i giovani non abbiano a soffrirne?

 

E' certo che personalità ancora fragili ed intelligenze non del tutto formate, trovino più facile la strada del qualunquismo e del disinteresse che l'impegnarsi a cambiare qualcosa più grande di loro. Invece, basterebbe poco, perché è proprio il divertimento sportivo il primo gradino della socialità, E' questa pratica, futile all'apparenza, il primo momento di coesione di chi vuole crescere e maturare. E' l'agone sportivo la prima esperienza che, con il confronto, abituerà ad affrontare ed a superare i problemi della vita. 
Noi siamo convinti che Favignana stia perdendo l'ultima occasione per uscire dal suo torpore sociale e siamo certi che, se non daremo ai giovani le occasioni giuste per riscattarsi da tutto l'immobilismo che noi abbiamo creato attorno a loro, avremo sulla coscienza un'altra generazione di favignanesi disattenti i quali trasferiranno ai figli la loro incapacità di dialogo e aggregazione. Il rischio è una sofferenza cronica per tutto il nostro tessuto sociale fino ad un punto di non ritorno nel quale si realizzerà la perdita d'identità dell'etne favignanese e la sopraffazione del suo territorio, cosa, peraltro, di già in atto. 
 

Umberto Rizza

 
 

UN MESE DI GREST

"Meraviglioso è l'amore di Dio!" 
E' questo il grido di gioia e di entusiasmo che ci ha accompagnato durante le quattro settimane di Grest parrocchiale. Una settantina di vivaci ragazzi, una decina di altrettanto vivaci animatori, Padre Damiano, Padre Carlo, Madre Pierina e Madre Lucia, abbiamo trascorso insieme splendide giornate uniti nella gioia di vivere e sicuri che "l'amore del Signore è veramente meraviglioso". 
Ogni mattina abbiamo pregato insieme cercando di capire che cosa significhino i Sacramenti ed abbiamo anche rivissuto alcuni momenti importanti della Chiesa primitiva leggendo gli Atti degli Apostoli. Dopo la preghiera... tutti al mare in pulmino. In cinque minuti il Lido Burrone si animava di vivaci ragazzini che di stare sdraiati tranquilli a prendere il sole proprio non volevano saperne. Ci siamo divertiti allora con giochi entusiasmanti: dalla corsa ai sacchi a palla avvelenata, da "cavalli e cammelli", al tiro alla fune; infine il bagno ristoratore nello splendido mare di Favignana, seguito dalla classica acqua e menta preparata dalle mani ormai esperte di Padre Carlo. Nel pomeriggio catechesi, canti, giochi, scenette e infine ci lasciavamo contenti per aver trascorso un'altra giornata insieme. 
Sono tante le cose che si potrebbero ancora raccontare; la cosa più bella però, di questo Grest e che vale la pena di dire è stata l'eccellente presenza di splendidi ragazzi. Ragazzi davvero generosi e, come si suol dire, spontanei, che sanno ancora divertirsi e far divertire anche gli animatori con cose semplici, senza la pretesa di avere chissà cosa. Acqua, spugne, palloni e qualche corda sono stati gli strumenti per stare insieme, per divertirsi a crescere in una amicizia che è quella vera siciliana: schietta e profonda. E forse i nostri ragazzi ci hanno insegnato a vedere tante realtà con gli occhi dei piccoli del Vangelo, a non credere che solo le grandi ed efficientissime strutture hanno successo, a non dire che i giovani d'oggi non sono mai contenti, a non considerare l'amicizia, la generosità, la sincerità valori d'altri tempi. 
Noi speriamo solo che questo Grest sia stato un momento importante di formazione per tutti - ragazzi e animatori, grandi e piccoli - formazione che ci renda capaci di gridare ancora che l'amore del Signore è meraviglioso". 
 

Mimmo, chierico canossiano