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DA 20 ANNI LE SUORE CANOSSIANE SONO A FAVIGNANA

DALLA CRONACA
"Il 15 settembre 1974 alle ore 15 arrivo Favignana. 
Sono ad attenderci al molo i Padri Canossiani con un gruppo di bambini.  Il Superiore P. Alfonso è venuto a riceverci a Trapani per darci il benvenuto. Con lui percorriamo l'ultimo tratto del lungo viaggio (in totale 24 ore) sulla nave "Canaletto". 
I locali presi in affitto tramite le signorine Campo, di proprietà Rallo, sono composti da: un ingresso in via Fardella 5, sala, camera a due letti, soggiorno, cucina, bagno, camera superiore. Il tutto ammobiliato.  
I Padri e le Signorine appartenenti al gruppo volontarie Pro Civitate di Assisi hanno provveduto alle suppellettili necessarie ed un buon rifornimento di viveri. Il contratto di affitto è stato fatto da loro nel mese di marzo. 
Troviamo la tavola apparecchiata e tanta cordialità. 
 


Fin qui la cronaca, ora lasciamo la parola a Madre Maria Morazzoni. La Superiora della prima Comunità Canossiana così scriveva vent'anni fa. 

"Venite e vedete!". E' la risposta più spontanea agli interrogativi circa il "nuovo" stile ed i risultati della nostra vita comunitaria e apostolica. "Venite e vedete!" Che cosa? "Quattro povere donnicciole - ultra-quarantenni - senza lettere e senza lustro" (al dire di Maddalena di Canossa), libere e felici, cantano al Signore, ogni giorno, "un canto nuovo". 
Abitano in una meravigliosa isoletta, all'estrema punta occidentale della Sicilia: a Favignana, la perla naturale delle Egadi. Pienamente inserite nell'ambiente ancora semplice e primitivo dei pescatori, collaborano con i Padri Canossiani, a servizio, a tempo pieno, della chiesa locale, con l'unico intento di testimoniare, sulle orme di Maddalena di Canossa, la salvezza e l'amore ai "poveri", ai "lontani". Tutto qui. 
Non vanno "cercando cose grandi o più alte di noi". Non amano "confidare nei potenti". Non si appoggiano alle istituzioni, ai mezzi, alle programmazioni. La loro rustica casetta, alla periferia dell'abitato, è aperta a tutti, ma per la maggior parte del giorno, le Suore, sono fuori di casa. Come gli Apostoli. 
In Parrocchia, all'Oratorio, per le strade, per le case, sono "le Sorelle!" universali, con l'unica qualifica di "operaie del Signore". Nel suo nome gettano le reti. 
Nel suo Spirito accorrono sollecite per ogni opera dell'Amore. Per il suo Regno spargono ovunque "semi" di speranza e curano ogni germoglio di fede. Con la forza della sua Parola annunciano instancabilmente la pace ed il perdono scambievole. La notte, come vuole Maddalena, "dormono da affaticate". Di giorno "brillano da contente" o "vegliano da Madri". Il loro progetto comunitario è molto semplice. Si riassume nel trinomio: Comunione, Povertà, Contemplazione. 
a) La Comunione. Cercano innanzitutto di vivere, senza drammi, la fraternità evangelica, la Comunità di fede, ponendo al centro della loro unione: Cristo, Signore, Guida, Maestro ed il suo comandamento "nuovo". Alla scuola dell'unico "esemplare, il Crocifisso" imparano a rispettare il "mistero" e la "sacralità inviolabile" di ciascuna, e mettono l'accento sulla loro uguaglianza fondamentale di povere creature salvate da un grande amore. 

Si ristrutturano di continuo sulle esigenti indicazioni dello Spirito, movendosi nella libertà inconfondibile dei Figli di Dio. "Non siamo - dicono - né diverse né migliori delle Suore di questo mondo. Abbiamo i nostri limiti, e insieme ci aiutiamo ad accettarli, nella speranza.

 

 

 Le Sorelle Canossiane attualmente a Favignana: Da sinistra: Madre Ida Pircalli, Madre Lucia Buson, Madre Felicina Ferrara, Madre Pierina Guizzetti

 

Abbiamo le nostre difficoltà e insieme le risolviamo, nella fede. Abbiamo il nostra peso e la portiamo vicendevolmente, nella carità. Abbiamo i nostri errori e insieme li riconosciamo, confessandoceli nella pace. 
Abbiamo i nostri doni e li condividiamo nell'amicizia. Ci arricchiamo delle diversità e maturiamo insieme nell'umiltà. 
b) La Povertà. La loro povertà vuol essere radicale, interna ed esterna, individuale e comunitaria. 
Dalla casa alle cose, ai mezzi apostolici. 
Non vogliono beni da difendere, interessi da far fruttare, sicurezze da conservare. 
Oggi loro prestazione di ordine materiale e spirituale è gratuita e libera. Gratuitamente fanno parte di quanto gratuitamente ricevono. C'è fra loro chi spinge verso una maggior partecipazione esistenziale alla vita dei più poveri. I loro "fondi" consistono in lire 12.500 a testa percepite mensilmente dalla Parrocchia (dodicimila cinquecento). Non vogliono di più per principio. Per principio non hanno né macchine, né televisione, né telefono. Sono iscritte all'elenco dei poveri del Comune. 
Non pagano affitto, luce, medicine. Beneficiano pure... dell'acqua piovana. 
c) Contemplazione. E' qui che la povertà, la comunione, il servizio apostolico trovano ininterrottamente la loro revisione ed il loro stimolo. L'ascolto di Dio nella Parola scritta e sul labbro della Sorella, le aiuta a chiamare ogni cosa con il proprio nome, a discernere lo "spirito" che le muove a valutare le voci che le interpellano. 
La contemplazione "orazione del cuore" (Madd. di Can.) come può essere contenuta nei tempi delimitati dalla regola e scanditi dal cronometro? Per questo esse tendono a prolungarla secondo il desiderio della Fondatrice che agli inizi chiedeva un'ora di meditazione la mattina e un'ora la sera.
La contemplazione della Parola Eterna e dei fatti del giorno, sfocia naturalmente nel dialogo comunitario che acquista contenuti di vita.
Mensilmente le Suore animano la giornata parrocchiale di spiritualità e la "revisione di vita" con i laici più impegnati.
Settimanalmente approfondiscono la studio del Vangelo: letto, meditato, pregato comunitariamente. I nuovi testi catechistici sono il loro video e il vademecum.
E' la loro, una silenziosa, aperta contemplazione agli idoli contemporanei: il Potere, fonte di divisioni; il Denaro, generatore di schiavitù moderne; il Lavoro, sorgente oggi di molte alienazioni. 
"Ma come fate voi? - chiede il ciclista, mentre ripara per l'ennesima volta la "fuori serie" a due ruote delle Suore - Come fate ad amarvi così? Voi siete più che Sorelle vere! Voi siete una cosa sola!". 
Ed è per loro l'eco dolcissimo di quel lontano: Guardate come si amano!

 

La Comunità isolana porge gli auguri e felicitazioni a Padre Sergio Pinato nuovo Superiore Generale dei Padri Canossiani 

P. Sergio Pinato è nato a Vallonga di Arzergrande (Padova) il 25 dicembre 1934. E' entrato nel Seminario di Fonzaso il 26 luglio 1945. 
Ha emesso la prima professione religiosa il 3 ottobre 1952 e la professione perpetua il 3 ottobre 1957. E' stato ordinato sacerdote il 23 maggio 1959 ad Asolo (Treviso). 
P. Sergio, carattere semplice e cordiale, aperto e disponibile, ha sempre goduto della più grande simpatia in Congregazione a fuori. Ha esplicato la sua attività apostolica in comunità e in mansioni diverse: da semplice assistente nell'attività oratoriana e negli istituti di assistenza, a posti di particolare responsabilità all'interno delle comunità e delle opere. 
A più riprese superiore in varie comunità (Voghera, Fonzaso, Salerno, Fasano).
Particolarmente preziosa la sua presenza nel Seminario minore dell'Istituto, come assistente prima e come direttore poi. 
Sono tante le persone che lo ricordano con stima e ricorrono a lui ancora con fiducia. Negli ultimi dodici anni era Vicario generale dell'Istituto.
La sua attività semplice e discreta di primo collaboratore del Padre generale è stata un servizio prezioso di attenzione ai vari problemi delle persone e degli avvenimenti dell'Istituto, contribuendo ad alimentare il senso di comunione e di fiducia.

Certamente nel nuovo servizio, al quale il Signore lo ha chiamato, Padre Sergio avrà ampie possibilità di bene dentro e fuori l'Istituto, secondo lo spirito di umiltà e di carità che caratterizza la vita dei Canossiani.