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IL PAPA SCRIVE ALLE FAMIGLIE

Attraverso la lettera del Papa alle famiglie nell'anno della famiglia, tappa significativa Verso il giubileo del 2.000, è l'occasione di "bussare alla porta della vostra casa, desideroso di salutarvi con grande affetto e di intrattenermi con voi". 
La Chiesa desidera affiancarsi all'uomo "nel percorrere le vie della sua esistenza". Tra queste strade dell'uomo, "la famiglia è la prima e la più importante" ed è la "via" della Chiesa perché essa è il luogo della nascita e della crescita della persona umana, ma è anche il luogo dell'incarnazione e della vita umana del Figlio di Dio. 
"Il cosmo, il mondo di tutti gli esseri viventi, è iscritto nella paternità di Dio", perciò anche il modello originario della famiglia va ricercato in Dio stesso, nel mistero trinitario della sua vita. Il "Noi" divino costituisce il modello eterno del "noi" umano che è formato innanzitutto dall'uomo e dalla donna, creati ad immagine e somiglianza divina". 
Quale comunità di persone, la famiglia - anche qui a somiglianza della vita divina - è una comunione, una "alleanza" indissolubile; infatti, "solo le persone sono capaci di esistere in comunione" e proprio "la comunità familiare è pervasa fino in fondo da ciò che costituisce l'essenza della comunione". La comunione, però, non è dato di fatto, ma anche "un compito e una sfida" giacché l'amore umano può sperimentare la crisi e la minaccia, dinanzi alle quali, però, si deve ricorrere innanzitutto all'aiuto di Dio, ma anche a quello umano (consultori, psicologi e psicoterapeuti). 

 

LA CIVILTA' DELL'AMORE

 

La famiglia dove si vive la paternità e la maternità responsabili è alla base dell'umanizzazione del mondo e, dunque, anche al cuore della "civiltà e della cultura dell'amore". Senza Dio, però, non vi è tale civiltà, ma "un'anti-civiltà distruttiva, come è confermato oggi da tante tendenze e situazioni di fatto". 
 

  

AMORE, SERENITA', SALUTE E PACE ALLIETINO SEMPRE OGNI FAMIGLIA

Beata la famiglia che rispetta la vita 
dal suo nascere al suo tramonto.

Beata la famiglia dove regna fiducia, rispetto,
dialogo, comprensione, attenzione, delicatezza... 

Beata la famiglia dove i genitori
sanno comprendere i figli nei momenti difficili e 
insieme abbiano la capacità di educare.

Beata la famiglia dove papà e mamma
sanno mantenersi giovani nell'entusiasmo,
nella donazione, nell'accettazione, nella tenerezza...

Beata la famiglia che nella preghiera e
nell'ascolto della parola di Dio trova 
la forza di superare i momenti difficili.

Beata la famiglia quando i genitori sanno 
spesso guardarsi negli occhi e
parlarsi lealmente e serenamente.

Beata la famiglia in cui c'è posto 
anche per le persone anziane e malate. 

Beata la famiglia che educa i figli
a vivere la loro vocazione.
Beata la famiglia che sa aprirsi 
alle necessità dei fratelli
 

Le crisi di oggi, dunque, sono innanzitutto "crisi della verità, crisi di concetti", giacché parole come "amore", "libertà", "dono sincero", "persona" e "diritti della persona" sembrano avere perso il loro autentico significato a causa di un diffuso "utilitarismo" che rappresenta ben una "civiltà del prodotto e del godimento; una civiltà in cui le persone si usano come si usano le cose. Nel contesto della civiltà del godimento, la donna può diventare per l'uomo un oggetto, i figli un ostacolo per i genitori, la famiglia un'istituzione ingombrante per la libertà dei suoi membri". E per convincersi di questo, basta vedere certi programmi di educazione sessuale o le tendenze abortiste che si nascondono dietro il cosiddetto "diritto di scelta" dei coniugi".

 

"PROMETTO DI ESSERTI FEDELE SEMPRE…"

 

Solo le persone sono in grado di pronunciare queste parole; per questo il matrimonio nasce dalla reciproca scelta, consapevole e libera, di un uomo e di una donna che si uniscono, come marito e moglie, così saldamente da divenire "una sola carne". 
I coniugi sono aperti ad accogliere i figli perché l'amore che li unisce, "anziché chiuderli in sé stessi, li apre ad una nuova vita". Le parole del consenso matrimoniale, quale impegno assunto davanti a Dio e alla Chiesa, definiscono il bene comune della coppia (l'amore, la fedeltà, l'onore e la loro durata sino alla morte) e il bene comune della famiglia (l'accoglienza e l'educazione dei figli). Ma sono proprio così le famiglie a cui si rivolge il Papa? 
"Certamente non poche sono così", ma più spesso "c'è poca vita umana nelle famiglie dei nostri giorni" proprio perché il "bene comune" è diminuito e compromesso anche a causa della minore fecondità delle famiglie. Il figlio non è più visto come dono del Signore e come frutto del reciproco amore dei coniugi. Contro questa tendenza, e anche a costo di venire criticata o addirittura giudicata insensibile ai problemi della coppia, la Chiesa riafferma la verità che vede come inseparabili la dimensione unitiva e quella procreativa del matrimonio. E' per questo che agli sposi e a quanti li aiutano a comprendere e ad attuare l'insegnamento della Chiesa sulla paternità e maternità responsabili vanno l'incoraggiamento e la gratitudine del Papa.