LE SCULTURE
DI ANTONINO CAMPO
Forme astratte, linee gradevoli, figure sempre ispirate e fortemente stilizzate, ecco come si presentano a noi le sculture di questo artista isolano.
Sono la testimonianza di una creatività originale ed autentica, che trae la sua ispirazione da una forza interiore intimamente legata alla stessa materia che utilizza per realizzare le sue opere: "il tufo".
Non c'è scuola nell'espressione artistica di Antonino Campo, non c'è approccio manierato al mondo dell'arte, ma c'è, invece, una grande carica emotiva che quasi lega l'ispirazione all'arenaria di cui è fatta l'isola che gli ha data i natali.
Questa autenticità, questa originalità, sono le prime sensazioni che si provano visitando la mostra, allestita con semplicità e amore in un ambiente che sa molto di bottega artigiana.
Nella bottega, però, l'artigiano si rivela anche artista capace di esprimere un fatto culturale.
E, allora, la mostra non rappresenta solamente una apprezzata testimonianza espressiva, ma diventa messaggio di vita.
Un messaggio semplice, ma pregno d'amore per un'attività che meglio di qualsiasi altra realizza l'uomo nel rispetto delle sue radici.
Il messaggio è diretto a noi isolani, ma si rivolge principalmente al visitatore occasionale ed al turista ai quali vuole sottolineare i valori genuini che nascono dalla specificità della nostra isola.
E' opportuno che a Favignana questo tipo di manifestazione venga incoraggiata e sorretta, non soltanto per farci meglio apprezzare dal turismo che qui arriva, bensì per farci riflettere sulla necessità di istituire centri di formazione e di informazione capaci di proiettare un'immagine autentica della realtà socio-culturale che nell'isola è possibile cogliere.
Allo scultore Campo auguriamo tanto successo per questa testimonianza artistica e lo ringraziamo per averci dato quelle belle emozioni che le sue aggraziate sculture hanno suscitato in noi. Lo ringraziamo, infine, e con maggior forza, per averci fatto riflettere sul valore del suo impegno e del suo messaggio. Tale impegno, tale messaggio ci portano, infatti, a considerare siffatte espressioni di vita tipiche della nostra isola, degne del massimo rispetto e rappresentative di un prodotto culturale autentico che possiamo offrire con orgoglio agli altri.
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FAVIGNANA TESORO NASCOSTO
Fra le tante pubblicazioni che parlano di Favignana quella recentemente presentata da Antonio Noto e da Padre Damiano è per noi la più significativa. Le bellissime immagini fotografiche colte da Noto e i testi, a volte ispirati e a volte storicamente annotati da Padre Damiano rappresentano nella loro complementarietà il "testo unico" dell'ambiente favignanese.
La trilogia dell'opera tipografica e fotografica dimostra, infatti, che le bellezze naturali ed il lavoro dell'uomo sono intimamente legati fra loro ed insieme costituiscono l'ambiente tipico di quest'isola. Il fascino della natura, le cave di tufo (testimonianza dell'attività dell'uomo), la mattanza (altra tipica attività degli isolani) sono la rappresentazione più genuina dell'ambiente favignanese. Ogni fascicolo dell'opera ci presenta i particolari di questo ambiente con una messa a fuoco che, nei testi e nelle immagini, attinge valori poetici ed artistici di non lieve rilevanza.
I tre fascicoli racchiusi, poi, in un simpatico contenitore, che vuole esser una specie di scrigno ideale, danno corpo a quella carica affettiva che l'isola ispira e che Michele Orfeo mirabilmente esprime nella poetica farfalla che troviamo aprendo il libro.
A nessuno può, quindi, sfuggire la testimonianza culturale dell'opera che realizza la vera immagine dell'isola di Favignana, attraverso forme diverse di rappresentazione del suo magnifico patrimonio ambientale.
Agli autori va il plauso ed a quanti consulteranno il libro l'augurio che il messaggio d'amore e di cultura, che esso esprime, possa arricchire il loro modo di sentire. |
IL PITTORE DELLE MATTANZE
Le pitture di Gianni Mattò sono inconfondibili.
In esse si può notare una spiccata caratterizzazione cromatica tutta particolare, dove il rosso e il nero prevalgono nella sottolineatura che l'autore usa fare nelle scene tipiche della pesca del tonno.
E'evidente che queste scene abbiano, forse da sempre, stimolato la fantasia dell'artista, portando ad una rappresentazione pittorica particolare, che s'impone all'osservazione anche del pubblico non molto esperto in fatto di pittura.
Il tonno è sempre al centro di ogni quadro e sembra dimostrare non un fatto ineluttabile di mare, ma una presenza attiva di lotta per sopravvivere. Lo sforzo degli uomini, impegnati anch'essi nella non lieve fatica per la sopravvivenza, risalta dalla forma poderosa della muscolatura delle loro braccia e dalle facce contratte, volte l'una verso l'altra, quasi alla ricerca di una intesa perfetta al fine di prevalere nella lotta immane.
Tutti gli altri elementi che si intravedono nelle scene della mattanza sono di contorno. Pure, a mio avviso, essi servono a localizzare gli avvenimenti, rappresentati nel loro caratteristico ambiente naturale.
Come, infatti, non riconoscere in quelle ciminiere, in quelle case bianche, che fanno da sfondo, elementi che ci ricordano l'isola di Favignana?
Favignana, il paese dove Giovanni Tammaro (Mattò) è nato e dove ha trovato la carica emotiva che lo ha portato sulla strada dell'arte. E in questa strada ha trovato non pochi consensi e critica lusinghiera, come quella espressa da Salvatore Fiume: "Non si fa fatica ad accorgersi che l'autore è un forte narratore delle mattanze ed un artista che ha innata la pittura come unico mezzo di espressione".
Una espressione autentica di vita favignanese, messa in cornice e presentata come tessera di un mosaico culturale, che mi fa piacere presentare a chi visita con intelligenza e occhio attento la nostra
isola.
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