"GREST 92"
ATTIVITA' ESTIVA
Tu sei "Padre, Pastore e Guida" questo è stato lo slogan del GREST in preparazione della visita del Papa a Trapani. I bambini e le bambine dai 4 ai 13 anni hanno trascorso un mese di vacanze vivendo un'esperienza di semplicità, di fraternità, di divertimento ma anche di maturazione cristiana basata su "briciole di catechesi" mattutine alla riscoperta dei personaggi dell'Antico e del Nuovo Testamento. Il pomeriggio era imperniato sulla conoscenza della vita del Papa e giochi di gruppo.
Nonostante il maltempo iniziale i giovanissimi partecipanti hanno formato delle squadre contraddistinte dal colore diverso delle magliette e da un grido per sottolineare
l'unità del gruppo. La presenza del "temutissimo" giudice-arbitro Padre Carlo va menzionata per quel suo "misterioso quaderno" dove annotava i vari punteggi da assegnare alle squadre.
A fine giornata quando Padre Carlo emetteva i verdetti tutti ascoltavano in assoluto silenzio e solo alla fine si registravano commenti e qualche lamentela, ma tutti comprendevano il significato delle responsabilità individuali in seno al gruppo cui appartenevano.
Le madri canossiane con la loro presenza umile e discreta hanno contribuito fortemente al successo del GREST.
Il lavoro di Matteo ha dato un tocco efficientissimo. Ma più di tutti è stato al centro dell'attenzione il giovane studente Canossiano proveniente dalla Tanzania: THOMAS! Lui rispondeva a moltissime domande dei bambini con grande disponibilità, sempre sorridente, in un italiano un poco incerto, ma sicuramente col "cuore".
La presenza di due mamme e di otto animatrici ha dato un senso di responsabilità a quello che poteva sembrare un semplice stare insieme con i bambini.
Concludiamo questo "diario" con le parole di un canto favignanese: "Cu to' suli e cu to' mari... una farfalla... Favignana eccola qua". E' vero, la nostra Isola ha le caratteristiche di una coloratissima farfalla, non schiacciatela con mille cose inutili e pericolose, fatela vivere vivacemente nel sorriso sereno dei vostri figli e degli anziani, lasciatela libera di volare nel desiderio di chi vorrebbe ritornare.
GRAZIE, MADRE MELINA!
Era partita da Favignana alla chetichella per non provare la commozione del distacco dalla nostra comunità. Malgrado il suo grande spirito di ubbidienza e di servizio, si capiva che quel Suo "andare" senza incertezza in fondo celava tristezza, mentre per noi era una grande perdita.
La Sua partenza ha lasciato un vuoto in tutti noi che ne apprezzavamo le doti umane, la capacità di darsi con grande gioia e semplicità, un carisma innato che la indicava come guida spirituale.
Madre Melina ascoltava le nostre tribolazioni. Le confidavamo i nostri problemi più intimi e lei sapeva trovare le parole giuste per rimuovere macigni dal cuore.
Ti regalava un sorriso accattivante e la stretta delle sue mani sul braccio come ad infonderti la forza e la serenità della Sua fede e ti diceva con assoluta certezza che il Signore era con noi, che era necessario credergli per andare avanti.
Stava con i bambini con allegria e sapeva parlar loro di grandi cose catturandone l'attenzione con spirito arguto, a volte sorridendo, altre ammiccando con lo stile di una vera educatrice. Chi potrà dimenticare l'atmosfera di grande partecipazione che si creava quando guidava i bambini lungo la "Via Crucis" e spiegava con parole semplici e chiare il grande mistero della Passione e Morte di Nostro
Signore?
"Ho tanto desiderio di avere vostre notizie..." scrisse dietro un'immagine di Beata
Bakhita pochi giorni prima del suo ultimo "andare"; ma non facemmo in tempo a scriverle! Il Signore ha voluto così, cara Madre Melina, ma possiamo comunicare con Te grazie alla preghiera, possiamo ancora darti nostre notizie attraverso quel "filo misterioso" che lega tra loro le anime buone e che né il tempo, né lo spazio, né il distacco fra questo e l'altro mondo può spezzare; possiamo ripeterti con grande affetto e con la certezza di rivederci: "GRAZIE MADRE MELINA!". |
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Rosario Santamaria: chiamato da tutti u Zu' Sarinu
Un personaggio caratteristico, particolarmente gioviale ed aperto, simpatico a tutti. Una figura originale, vorrei dire quasi poliedrica per i suoi diversi aspetti: lavoratore capace ed attivissimo, amante della natura, dell'ordine e della pulizia.
Zu Sarinu all'opera
Di carattere sereno, dotato di allegria sempre viva, pronto a portare a tutti la nota allegra con scherzi gustosi e frasi proverbiali. La sua fantasia si sbizzarriva di fronte al tufo, (60 anni trascorsi nelle cave), creando originali sculture, che a prima vista possono apparire rozze e monotone, ma all'occhio attento e non frettoloso esprimono una forte carica di umorismo e una spiccata bravura artistica.
I suoi "lavori" erano ammirati e graditi in particolar modo dai turisti, ai quali egli li offriva volentieri con delicatezza. La sua produzione è abbondantissima, vastissima la sua varietà. Frutto di una enorme fantasia, ogni scultura esprime un particolare atteggiamento comico.
Ebbe una particolare attenzione e simpatia per i bambini. Oltre ad offrire in dono i suoi lavoretti, soprattutto quelli creati dai "rifiuti" del mare, dai ciottoli e radici degli alberi, nelle feste natalizie, in veste di "babbo natale", portava nelle scuole i doni che offriva allegramente con scherzi, canti e abbondanti risate.
Realizzò volentieri i lavori in muratura nell'Oratorio nel 1974 in vista del bene che avrebbe potuto fare ai bambini. Lavorò con molto impegno e alacrità tanto che i suoi manovali non sempre riuscivano a stargli dietro e fornirgli il materiale richiesto. Apprezzava l'opera dell'Oratorio, vedeva la necessità per offrire ai ragazzi ed ai giovani un luogo sicuro per una educazione cristiana e civile.
I Padri Canossiani devono a lui molta riconoscenza. Si è sempre prestato generosamente sia per i lavori dell'Oratorio che della canonica di Favignana e di Levanzo, dove ha lavorato molto e sempre senza chiedere. Ripeteva: "Quando puoi e come puoi pagherai". Soltanto chiedeva la giusta ricompensa per i manovali.
Accettava volentieri gli amichevoli miei richiami: "Zu Sarinu ricordati che la cosa più importante è salvare l'anima; ti lasci prendere troppo dal lavoro e dagli applausi della gente e se anche sono sinceri, davanti a Dio valgono poco...".
Non era indifferente al problema religioso. Negli ultimi mesi della sua vita, immenso il suo rammarico per non pater più lavorare. Ha accettato serenamente la malattia e ripeteva spesso: "Sia fatta la volontà di Dio".
Ha lasciato un buon ricordo, un esempio fortissimo di laboriosità, il culto per la natura, la semplicità del tratto che lo rendeva un eterno fanciullone.
Con lui se ne va parte di noi stessi, perché u Zu Sarinu impersonificava Favignana e amava Favignana.
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