LA CHIESA: 1575 - XXI sec.
Cap. B01 - Storia della Parrocchia di S. Antonino - Pag. B01.15
Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2001 - © Copyright 2000 - 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina
La documentazione riguardante la "Storia della Parrocchia di S. Antonino Martire" è tratta dalla ricerca storica realizzata tra il 1998 e il 2000 da Michele Cuzzoni quale parte integrante della Relazione della propria Tesi di Laurea "Recupero del Complesso Parrocchiale di S. Antonino Martire in Comune di Torrazza Coste".
Struttura interna ed esterna della chiesa Parrocchiale
Fino al XVIII secolo, poco si sa sulla struttura; per lo
più si tratta di brevi note ricavate dagli ordini vescovili impartiti durante le
Visite Pastorali, quando si vuole porre rimedio alla condizione disastrosa della
parrocchia manchevole di ogni pur minimo “comfort”.
Non si può, tuttavia, attribuire solo ai Parroci l’indolente trascuratezza con
cui si provvede alla Chiesa: infatti nel ‘500 e ‘600 la zona – come quasi tutte
le circostanti – è estremamente povera, oppressa dalla dominazione spagnola e
dal proliferare dei contagi, e la popolazione, che non riesce a guadagnarsi il
pane quotidiano, fa quello che può anche per la Chiesa.
1590
Il Vescovo invita a riparare le parti crollate, a realizzare il vestibolo sopra
la porta e ad aprire una porta laterale che dia sul Cimitero, posto sul lato
Nord della Chiesa.
1595
Si comanda di dipingere il Santo Titolare sulla facciata sotto il vestibolo 27,
quindi rifare il pavimento e il tetto della torretta, aprendo una finestra nel
muro per dar luce al coro, infine apporre una croce sulla sommità del tetto
della Chiesa.
1599
Non si è eseguito alcun lavoro precedentemente prescritto: l’eliminazione del
“salto” della Chiesa apponendo gradini davanti alla porta; la costruzione del
vestibolo; il rifacimento del pavimento; l’affresco del Santo; l’apertura della
finestra del coro e la croce sul tetto.
1667
Si deve restaurare la volta (prossima al crollo); aprire una finestrella in
cornu Evangelii per ricoverarvi gli Oli Santi con un’iscrizione esterna;
contemporaneamente urge – nota curiosa – chiudere con un uscio l’accesso alla
Canonica, da cui proviene il fumo dei cibi cucinati.
1700
Si nomina la Chiesa dedicata a S. Antonino e San Fedele.
1709
Dopo un elogio a Don Racagni per l’esecuzione delle riparazioni precedenti, il
Vescovo ordina: di affrescare il Santo sulla facciata, e iscrizioni sacre
sull’architrave; di realizzare una balaustra a gradini di pietra viva; di
ripassare bene il tetto per evitare infiltrazioni e di pulire ogni settimana il
pavimento.
1795
Inventario: caratteristiche della chiesa sotto Don Dusio.
Si ribadisce la scomodità della chiesa rispetto alla dispersione del “popolo”
nei 12 centri del paese.
L’edificio è tuttavia grande abbastanza essendo una “[…] sala lunga 10 passi,
larga 7 e bassa di volto; è fatta a volta; il tetto e la volta sono buoni; i
muri, le finestre e la porta sono in buono stato; Il pavimento di pianelle è in
mediocre stato; il coro è più alto della chiesa e i sedili sono per la comodità
dei cantori.
In questo spazio entrano i cantori e i collaboratori; non esistono tribune; la
piazza è della Chiesa, presso la strada pubblica; le riparazioni della Chiesa
spettano al Comune; il Parroco elegge due Priore per pulirla”.
1825
Inventario di Don Cavanenghi: si fornisce qualche dettaglio in più:
“…I muri sono in mediocre stato; c’è un sacrario vicino al Battistero.
La Chiesa è annessa alla Canonica, ed è piccola rispetto alla popolazione.”
Si può ora osservare che, unitamente alle ristrettezze economiche, il Complesso Parrocchiale patisce anche i danni causati dall’insicura natura del terreno di
edificazione (cfr. Geologia), se – come si evince dai Libri dei conti – in più
occasioni si sono dovute sborsare ingenti somme (per quel periodo e per quei
luoghi) per approntare i restauri necessari.
1809
Si effettuano lavori di risanamento alle mura della chiesa e si affronta il
rifacimento della piccola volta sopra la porta maggiore spendendo 28 lire
milanesi; in diverse occasioni si acquista calce e bianchetto per la
tinteggiatura del muro e per gli affreschi delle Cappelle di S. Antonio e della
B. V. Maria.
1811
Si restaurano gli affreschi, usando bianchetto, terra d’ombra e giallo e si
ripassa il tetto del coro.
1812
Sopravviene l’incombenza di fare una colletta per trovare il denaro necessario
alla realizzazione di un piccolo uscio per la nicchia di S. Francesca e aprire
quella nuova di S. Antonino.
Il 25 Ottobre si riesce a pagare l’intagliatore sig. Giuseppe Pasquarelli di
Voghera per aver eseguito le portine delle nicchie suddette apponendovi otto
chiodi dorati e due chiavi.
Il 30 novembre si paga Alessandro Pozzi muratore per il lavoro di un giorno alle
medesime e tre per ripassare il tetto della Chiesa.
1813
Si restaura il tetto delle cappelle.
1814
Qualche problema alle nicchie c’è ancora se il 7 Agosto se ne apre un’altra –
per accogliere il busto di S. Antonino – in prossimità dell’Altar Maggiore.
A Natale si salda il muratore Mastro Giacomo per aver lavorato cinque giornate
sul tetto della chiesa.
1816
Di nuovo il tetto dà problemi, quando il 1 Ottobre si paga una giornata di
lavoro al muratore che lo ha riparato, svuotando le macerie che si trovano
nell’estradosso della volta, e si nota che il parrocchiano Giovanni Bossalini ha
prestato 103 coppi alla Chiesa.
Poco dopo, il 16 Novembre, la parrocchia acquista altri 250 coppi dal “fornasaro”
Mastro Antonio Pati di Voghera a £ 5,10 al mq.
Il 20 Novembre si soddisfano le tre giornate del muratore Mastro Antonio Pozzi
per riparare il Campanile e ritoccare il tetto della Chiesa ove vi pioveva.
Infine si rinnova il 2 Dicembre la finestrella degli Oli Santi, perché la
vecchia non serve più.
1820
un piccolissimo intervento alla finestra del coro.
In seguito, nel periodo 1848-68 si eseguono diversi restauri:
1845
Si provvede all’acquisto di vernice a colori ed acqua ragia per sistemare i
canali di gronda.
1846
Si cambiano i vetri della finestra del coro.
1852
Si ridipinge il portale
1858
Il Vescovo raccomanda di pulire più spesso il pavimento.
1859 - 1863
Si paga in più occasioni (per un totale di Lire Reali 225,38) il pittore
Giuseppe Ferrandi per aver restaurato il trono, l’orchestra (ove poggia
l’organo), gli affreschi interni ed esterni.
Una nota del 28 novembre 1861 dice che rimangono da pagare 145 lire reali poiché
occorre terminare il decoro degli archi, la Madonna dei 7 dolori, il muro sopra
gli altari laterali vicino ai reliquiari, l’immagine del Battistero, fare quella
di S. Antonino sopra la porta della chiesa, colorare i vetri, verniciare la
cornice di un quadro, il pulpito, il confessionale e il piccolo crocifisso, la
scala del pulpito, quella dell’altare maggiore e la porta della chiesa. Il tutto
entro l’estate 1862.
I Libri dei Conti che coprono il periodo 1869 – 1885 40 e 1884 - 1896,
registrano i seguenti interventi:
1883
Restauro della nicchia degli Oli Santi.
1884
Una giornata al muratore per riparazioni al tetto della chiesa.
1885
30 giornate al muratore e 6 quintali di calce per restauri al muro nord; 100
pianelloni e 200 pianelle per la cornice e canali di latta al tetto.
1887
Un nuovo vetro per la finestra del coro.
1888
Riparazioni al tetto della chiesa e ampliamento nicchia dell’Altare della
Madonna del Carmine.
1891
Restauri alla facciata e pitture alla medesima.
1893
Pagamento all’ingegner Selicorni per il progetto di rifacimento del tetto;
rifatto il telaio della finestra di Sant’Antonio.
Alla fine del sec. XIX e fino alla metà del XX, gli ordini delle Visite
Pastorali unitamente al “fervore campanilistico” del periodo favoriscono
notevoli restauri, prontamente registrati da Inventari e Libri di Conti:
1899
Rifacimento tetto chiesa e canali.
1900
Rifacimento del telaio di tre finestre.
1901
Il Vescovo comanda il rifacimento del telaio di una finestra.
1903
Acquisto di tubi di ghisa per il raccordo dei pluviali a terra.
1905
Provvista di 400 coppi da Torrazza per rifare il tetto della chiesa.
1906
Altri lavori sono urgenti: la chiesa minaccia il crollo, la porta è cadente e da
rassicurare, è necessario aprire più finestre. Si interviene utilizzando due
poutrelles (da 49 kg l’una) a distanza di 29 cm per formare l'architrave del
portale e si pongono due assi di legno dalla parte interna a sostituzione del
preesistente voltino; si recuperano 12 coppi da conversa; e si mette una rete
detta “raminata” alle finestre della chiesa.
1908
Rifacimento del telaio di ferro per il rosone.
1910
Rifacimento dei canali della chiesa.
1913
Rifacimento del telaio di una finestra.
1925
Rifacimento del portale.
1926
Rifacimento dei canali della chiesa.
1927
Rifacimento del tetto; impianto elettrico richiesto all’Ente per l’energia
elettrica Val d’Arda.
1929
Don Gugliada e don Villani, forniscono ulteriori ragguagli sullo stato della
chiesa (di cui non conoscono l’epoca di fondazione) e qualche giudizio
artistico, considerando l’edificio romanico, ma senza pregi artistici; è priva
di patronato, non è assicurata contro furto e incendio ed ha sufficienti
suppellettili ed arredi sacri: “… Non è stata ampliata; ha una sup. di mq. 65 e
per ora è sufficiente. Statica e manutenzione discrete [?]. La volta presenta
screpolature dovute allo spostamento all’infuori del muro di sostegno del lato
sinistro; il pavimento è deteriorato. Piuttosto di riparare, sarebbe meglio
costruire una nuova chiesa al centro del paese [tra Colombara e Trebbio].
Attigui alla chiesa ci sono 3 locali della casa parrocchiale e servono due per
ripostiglio e uno per camera da letto. Non ci sono finestre che si aprano sulla
chiesa da parte di case private.”
1931
Acquisto di 100 tegole per tetto della chiesa.
1932
Acquisto di vetri nuovi alla finestra dell’Altare della Madonna.
1935
Realizzazione di colorazione azzurra alle nicchie e posizionamento di archetto
di lampadine alla nicchia della B. V. Maria.
1936
In occasione della Prima Messa di Don Giuliano Sturla, si pulisce la facciata,
rinnovando l’intonaco e la tinta a tutta la chiesa e al campanile.
1937
Non potendo costruire un nuovo edificio tra Colombara e Trebbio si procede ad un
restauro integrale della chiesa. L’incarico è dato al pittore Guido Fiori di
Codevilla, allievo del prof. Grandi e per la parte figurativa egli si avvale del
collega Galloni di Milano.
Scrostando la volta del pulpito, si sono scoperte gravissime lesioni tali da
doverla abbattere immediatamente a cui segue una pronta ricostruzione ad opera
del voltista Parolin di Voghera.
Al decoratore complessivamente £ 4310, per l’affresco di S. Antonino £ 200;
calce 20 q; 500 mattoni pieni; 1300 forati; 4 q cemento, 2 q gesso; 1420
mattonelle per il pavimento; 7 mc di sabbia del Po; una finestra nuova di ferro
per il coro; pennelli per vernici e smalti dati all’organo, alle candele finte,
alla balaustra e al portale.
1942
Acquisto di olio rosso e flating per il portale.
1944
Acquisto di trasformatore per lampada del SS. Sacramento.
1946
Acquisto di olio rosso e flating al portale.
1950
Il muro a secco esterno, che regge la piazzetta, è diroccato; lo si sostituisce
con un altro di calcestruzzo composto da 22 q cemento e 12 mc di ghiaia; si
cambia inoltre un vetro alla finestra centrale.
1952
Sistemazione dei canali di gronda.
1953
Tinteggiatura lato nord.
1955
Acquisto di olio rosso e flating al portale.
1957
Rifacimento del pavimento del presbiterio.
1960
Acquisto di 23 lampadine per cambio tensione da 125 a 220 V.
1961
Tinteggiatura alla facciata e smalto al portale.
1964
Rifacimento canali di gronda.
1967
Acquisto di stufa per riscaldamento a cherosene della chiesa.
1969
Acquisto di nuova stufa a cherosene; rifacimento schienali lignei del coro.
1974
Acquisto di nuovo impianto di riscaldamento ad aria calda.
1976
Dato il poco spazio in Presbiterio, Don Villani 53 non realizza l’altare rivolto
al popolo.
1977
Riparazioni al riscaldamento.
Dopo la morte di Don Villani (1985), nel 1987, la popolazione si fa carico del
rifacimento dell’impianto elettrico (£ 410.000); si esegue la manutenzione
dell’orologio (£. 30.000); quindi si fa pulire un crocifisso e accordare
l’armonium.
Si acquistano due lucchetti per la porta di accesso dalla canonica alla chiesa e
i vetri della sacrestia.
Qui di seguito gli interventi di restauro eseguiti sotto il possesso pro tempore
dell’ Arciprete Don Giuliano Sturla a partire dal 1990:
1990
Acquisto di impianto audio Chiesa di Sant’Antonino: amplificatore, due casse,
due microfoni, un supporto da tavolo; un registratore, materiale vario.
1994
Restauro nicchie cappelle laterali e della Madonna Addolorata, comprensive di
modanature; chiusura nicchie dei reliquiari (le cui portelle sono state
vergognosamente rubate!!!); pittura al soffitto di legno del portale; ritocchi
vari e sistemazione pedane altari minori.
1996
Installazione di altoparlante esterno al portale.
1998-2000
Realizzazione Tesi di Laurea in Ingegneria Edile / Architettura di Michele Cuzzoni avente per tema il Restauro del Complesso Parrocchiale.
2001
Realizzazione Progetto di Restauro di Ing. Michele Cuzzoni con Don Giuliano
Sturla, sulla base della Tesi.
2002
Realizzazione primi 2 lotti di restauro (facciata, I campata chiesa interna e
guglia campanile)
2003
Sostituzione impianto elettrico chiesa (3° Lotto Progetto)
2004
Realizzazione restauro decori I campata (4° Lotto prima parte Progetto)
2005
Realizzazione restauro presbiterio ed intera superficie pittorica della Chiesa
(completamento 4° e 5° Lotto Progetto)
2006
Rifacimento dell'affresco di facciata (completamento 5° Lotto Progetto)
2011
Restauro del sagrato - recuperato un nuovo locale (del XIII sec.) ad uso della
canonica come deposito (9° Lotto Progetto)
2012
Realizzazione ringhiera di protezione del sagrato (completamento 9° Lotto
Progetto)
Testo di
Ing. Arch. Michele Cuzzoni.
A.A. 1999 - 2000. Tesi di Laurea
"Recupero del Complesso Parrocchiale di S. Antonino Martire in Comune di Torrazza Coste - Relatore Prof. A. Bugatti -
Correlatore esterno Arciprete Don Giuliano Sturla, parroco della Chiesa
Parrocchiale di
S. Antonino Martire a Torrazza Coste