IL FEUDO DI S. ANTONINO
Cap. B01 - Storia della Parrocchia di S. Antonino - Pag. B01.08
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La documentazione riguardante la "Storia della Parrocchia di S. Antonino Martire" è tratta dalla ricerca storica realizzata tra il 1998 e il 2000 da Michele Cuzzoni quale parte integrante della Relazione della propria Tesi di Laurea "Recupero del Complesso Parrocchiale di S. Antonino Martire in Comune di Torrazza Coste".
Il dominio piacentino in Oltrepo Pavese
Anticamente, l'Oltrepo Pavese era diviso tra i domini dei
Vescovi di Piacenza e di Tortona. Nella cartina di fig. 1 si può osservare
l'estensione del Feudo del Vescovo di Piacenza che comprendeva il territorio da
Stradella a Montebello e colline retrostanti fino al XII Secolo (area in rosso),
mentre il Vescovo di Tortona possedeva l'area in color magenta.
Fig. 1: L'Oltrepo Pavese inizio del sec. XII | Fig. 2: L'Oltrepo Pavese nel 1164 |
1164: il passaggio di potere politico
Con il Diploma dell'otto Agosto 1164, l'Imperatore
Federico Barbarossa, assegnò alla città ghibellina di Pavia i feudi di
Voghera, Medassino, Retorbido, S. Antonino con Barisonzo e Torrazza Coste,
Cecima, Rocca Susella ed altri, per interporre un cuneo di territori fedeli
all'imperatore, tra i guelfi di Tortona e quelli di Piacenza. (cfr. fig. 2: area
blu interposta tra l'area magenta e l'area rossa).
Tali feudi, insieme a Voghera, Broni, Stradella e ai possedimenti dei Malaspina
della Valle Staffora, si mantennero ghibellini, in costante conflitto coi
milanesi ed i piacentini.
L'Oltrepo subì incendi e distruzioni, per le guerre tra guelfi e ghibellini,
specialmente tra il 1214 e il 1216.
S. Antonino e il suo castello tra il XII e il XV secolo; nel 1890
Sant'Antonino era un feudo (appartenuto ai Visconti, ai
Beccaria e infine ai Rovida) munito di fortificazioni già dal Medioevo,
essendo sempre menzionato come " castrum" in documenti dei secoli XII, XIV, XV.
Nel 1362 il bastione fu attaccato dai Guelfi e la popolazione si ribellò ai
Visconti di Milano per passare sotto il dominio dei Ghibellini, ma nello stesso
anno furono riconquistati da Luchino Dal Verme.
Nel 1363, passò sotto il dominio del Marchese del Monferrato e il castello fu
occupato da mercenari inglesi. Di nuovo Luchino Dal Verme riconquistò S.
Antonino unitamente ai castelli di Nebbiolo e di Borgo Priolo.
Nel 1408 il nuovo feudatario è Manfredo Beccaria della Pieve.
Il 3 settembre 1412, per concessione di Filippo Maria Visconti Duca di Milano,
Rainaldo Beccaria, figlio di Manfredo allarga il suo dominio ai territori di
Monte Acuto, Mondondone, Codevilla, Murisasco e Nebbiolo.
Fig. 3: Il Feudo di S. Antonino nel 1412 (Territorio della Provincia di Voghera)
L'antico Castello, era visibile nella
sua integrità fino al 1890, dopo di che scomparve (assorbito dalle
costruzioni circostanti; oggi ne è rimasta qualche traccia in un portico
diroccato ed in alcune murature circostanti; l'attuale Parrocchia era la Chiesa
del Castello).
Eccone la descrizione del conte Antonio Cavagna Sangiuliani ne "L'agro
vogherese": "... Si presenta quasi intatto, formato da un altezzoso caseggiato,
che s'alza sopra un cocuzzolo, eminente sulla strada, con una torre ricca di
elegante corniciatura ed altri ornamenti di buon lavoro; poi archi, antichi
muraglioni e vetusti bastioni danno aspetto medio-evale a questo edificio, già
castello temuto di albagioso signorotto".
Il Feudo nel 1610 e nel 1723
Il 28 febbraio 1610 Sant'Antonino, Garlazzolo, Murisasco e
Mondondone giungono al nuovo Feudatario conte Cesare Rovida di Milano.
Nel 1723 la prima mappa catastale di S. Antonino ci è fornita dal celebre
Catasto Teresiano 6. (fig. 4). Si osservi in essa la diversa posizione della
strada di collegamento alla Chiesa, confrontandola con quella attuale. (fig. 5)
Fig. 4: S. Antonino nel 1723 | Fig. 4: S. Antonino nel 1994 |
Il Comune di S. Antonino nel 1743 e la sua Sede fino al XIX sec.
Nel 1743, il Trattato di Worms annette l'Oltrepo al Regno di
Sardegna.
La città di Voghera fu eretta a capoluogo di Provincia dell'attuale
Oltrepo pavese e suddivisa in tre Cantoni Giuridici: Broni, Varzi e Voghera.
Ogni Cantone era suddiviso in Mandamenti: al Mandamento di Mondondone -
appartenente al Cantone di Voghera - fu assegnato Sant'Antonino, ora trasformato
in Comune, dal quale dipendeva l'attuale Capoluogo di Torrazza Coste.
La Sede del Comune si trovava nel Salone Priorale della Canonica di S. Antonino,
ove era conservato un pregevole mobile d'archivio in noce (ora situato presso il
Comune di Torrazza Coste).
Durante la dominazione napoleonica, il Censimento del 1808 evidenzia la
distribuzione della popolazione nelle varie frazioni del Comune:
S. Antonino:
63;
Nebbiolo:
34;
Trebbio:
26;
Colombara:
27;
Mogliazza:
22;
Casarotta:
8;
Lavaggio:
20;
Schizzola:
1;
Casarone:
20;
Pragate:
41;
Casotto:
1;
Torrazza Coste: 338;
Cadé:
255;
Castellaro:
156;
Cadelazzi:
40;
Buffalora:
17;
Cadé Arguis Bononi: 17;
Ca' De' Grandi: 28;
S. Bovo:
15;
Mancapane:
19;
Riccagioia:
20.
Dopo la caduta di Napoleone la sede del Comune fu portata nel capoluogo di
Torrazza Coste e S. Antonino ne divenne da allora frazione.
Testo di
Ing. Arch. Michele Cuzzoni.
A.A. 1999 - 2000. Tesi di Laurea
"Recupero del Complesso Parrocchiale di S. Antonino Martire in Comune di Torrazza Coste - Relatore Prof. A. Bugatti -
Correlatore esterno Arciprete Don Giuliano Sturla, parroco della Chiesa
Parrocchiale di
S. Antonino Martire a Torrazza Coste