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Lettera di S Paolo ai Filippesi 1,1-26PRIGIONIERO PER CRISTO: UNA SCELTA CRISTIANA1) Momento di silenzio, ripetendo mentalmente" Signore mio , e Dio mio" 2) Preghiera Si aprano i vostri occhi all'invisibile Per il nostro Signore Gesù Cristo, al quale sono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. 3) Ascolto del testo di Fil.1,1-26 Mettere in evidenza ciò che per me, per noi è più importante. 4) Messaggio fondamentale di vita
Tramite la fede e il battesimo sono santi e santa la comunità intera perché unita a Cristo con i vescovi i preti che collegialmente hanno il compito di sorveglianza e presidenza pastorale e i diaconi addetti all'amministrazione, alla carità e alla predicazione della buona novella.
Ai bambini piccoli si insegna a dire " grazie" quando ricevono qualcosa e noi che di fronte a Dio siamo dei " piccoli" dovremmo ogni giorno dire "grazie" al Signore per il dono della vita, per il dono della fede, di essere in una comunità cristiana ,per l'annuncio del Vangelo, per la collaborazione che riceviamo... E' un grazie che si trasforma in preghiera che in questo caso è gioiosa perché è una bella comunità salda nella fede e operosa.( non è sempre così per tutte le comunità) (v3-6)
Si prova affetto per la comunità soprattutto perché è una comunità viva che si assume responsabilità in prima persona che sa ritrovarsi, progredire operare e restare salda nella fede con o senza il prete ( questo è più facile in una piccola comunità) La comunità cristiana può anche venire meno al suo compito, perciò è necessario il rapporto con Dio perché l'amore verso Dio e verso il prossimo cresca sempre di più in conoscenza delle cose di Dio e in discernimento pratico sul modo di amare, di comportarsi per essere testimonianza nel quartiere in cui si vive ,nella famiglia, nell'ambiente del lavoro.. Con questo frutto della giustizia prodotto in noi credenti da Gesù Cristo si va incontro al Signore che viene.(7-11)
- Quando nella comunità vi sono le premesse precedenti si giunge anche a raccontarsi cose personali che diventano ricchezza di tutti e non perdita di tempo o sopportazione. Traspaiono in questo racconto due logiche: la logica umana avrebbe voluto che la prigionia di Paolo ( per noi l'assenza di responsabili) segnasse una sosta e un raffreddamento nella comunità nell'opera missionaria; la logica di Dio ha voluto, contro la comune aspettativa, che il Vangelo si diffondesse .(La nostra situazione attuale di "frenata" non potrebbe entrare in tale logica? suscitare zelo per la nuova evangelizzazione provocando percorsi nuovi, scoprendo così la continua novità del Vangelo?) E' interessante notare che già in quelle comunità vi era gelosia e rivalità, tentativo di minare l'autorità e di isolare; sono cose che capitano anche nelle comunità cristiane attuali. L'importante è che Cristo venga annunciato e questo è fonte di gioia. - Atteggiamento davanti alla vita e alla morte ( v.21-24) Comunque vadano le cose motivo della gioia è Cristo " Per me vivere è Cristo" (v.21) Tutta la vita, la propria personalità, la famiglia, il lavoro la scuola, l'amore, la passione, la comunità..si realizzano in Cristo e anche la morte è un guadagno, perché non si perde Cristo anzi si entra nella pienezza della vita di " Vivere in Cristo", "essere con Cristo" Vi è un passaggio immediato dallo stato di fede allo stato di visione di Cristo in una relazione personale con Lui dopo la morte. Il mondo di oggi e noi abbiamo bisogno di questa speranza, perché dà senso alla nostra vita, alle cose che facciamo, ai rapporti con le cose e le persone ed è motivo di gioia, serenità anche nelle difficoltà, nelle tribolazioni. La preoccupazione per il cristiano è che il Vangelo progredisca. 5) Domandiamoci 1- Quali sono i nostri criteri di discernimento pratico sul modo di comportarci? A che cosa, a chi ci riferiamo? 2- Vi è anche in noi il desiderio che Cristo venga conosciuto? Come? " Saremo contagiati dalla gioia" Fa che, come "fiammelle nelle stoppie", corriamo per le vie della città, e fiancheggiamo le onde della folla, contagiosi di beatitudine, contagiosi della gioia. Madeleine Delbrel |