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"Rallegratevi nel Signore, sempre" (Fil. 4,4)

Lettera di S.Paolo ai Filippesi

NASCITA DI UNA PICCOLA COMUNITA'

1) Momento di silenzio per richiamarci la presenza del Signore dove ci sono due o più persone radunate nel suo nome.

2) Preghiera con il canto " Signore ,sei venuto"

Signore sei venuto fratello in mezzo a noi.
Signore hai portato amore e libertà.
Signore sei venuto nella povertà:
noi ti ringraziamo, Gesù.

Rit.: Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia!
Alleluia, alleluia, alleluia!

Signore sei venuto fratello nel dolore Signore hai parlato del regno dell'amore.
Signore hai donato la tua vita a noi:
noi ti ringraziamo, Gesù
Signore sei risorto e resti in mezzo a noi.
Signore ci hai chiamati e resi amici tuoi.
Signore Tu sei via alla verità:noi ti ringraziamo, Gesù

3) Introduzione alla lettera ai filippesi

Paolo nel suo secondo viaggio missionario verso l'anno 50-51 provenendo dall'Asia Minore fonda la comunità di Filippi (Atti 16,11-15).( L'arrivo a Filippi)

"Salpati da Troade, facemmo vela verso Samotràcia e il giorno dopo verso Neàpoli e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedonia. Restammo in questa città alcuni giorni; il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera, e sedutici rivolgevamo la parola alle donne colà riunite. C'era ad ascoltare anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. Dopo esser stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò: "Se avete giudicato ch'io sia fedele al Signore, venite ad abitare nella mia casa". E ci costrinse ad accettare." E' la prima comunità cristiana europea composta in prevalenza da pagani e qualche ebreo in casa di Lidia.- Passerà ancora trovarli nel 57 e 58 andando da Efeso a Corinto. (Atti 20,3-3-6). Ha di questa comunità un ricordo affettuoso e le manifesta la sua tenerezza: il Vangelo è stato a loro annunciato in mezzo a tribolazioni, avversità e oltraggi, forse da parte di predicatori giudeo-cristiani legati a prescrizioni e pratiche dell'antico testamento e non fiduciosi nella sufficienza della redenzione e salvezza operata da Cristo. Per questo troviamo nella lettera il magnifico inno cristologico (2,6-11) e che noi siamo giustificati mediante le fede (3,9) che è dono di Dio a cui siamo chiamati nella libertà a dare una risposta. Vi è un invito continuo, come un ritornello, a vivere nella gioia che il Cristo ha arrecato con la sua presenza in mezzo a noi.

E' una lettera composta ad Efeso nel 53-54 dal carcere Paolo oltre l'affetto, fa qualche piccolo richiamo all'unità, perché , come in ogni comunità che si rispetti, nascono invidie, pettegolezzi. Però non deve mai venire meno la gioia di Cristo che lui prova anche in carcere. Così gli efesini verso Paolo sono cordialmente "attaccati" tanto da inviargli sussidi materiali per le sue necessità e da loro li ha accettati, facendo uno strappo alla regola. Paolo vede in questo gesto un atto di solidarietà, partecipazione all'annuncio e segno di carità fraterna. (4,10-20).

Incoraggia questo piccolo nucleo di cristiani alla lotta contro l'ambiente ostile, che anche lui sta vivendo in prigione ad Efeso (2,17-19-30).

In linea con questa lettera di Paolo è quanto scrisse il papa Paolo VI in "Evangelizzazione nel mondo contemporaneo" o conosciuto con il titolo "Evangeli nuntiandi" (E.N.) al N°. 15 che è bene leggere insieme.

Legami reciproci tra la Chiesa e l'evangelizzazione.

Chiunque rilegge, nel Nuovo Testamento, le origini della Chiesa, seguendo passo passo la sua storia e considerandola nel suo vivere e agire, scorge che è legata all'evangelizzazione da ciò che essa ha di più intimo:

- La Chiesa nasce dall'azione evangelizzatrice di Gesù e dei Dodici. Ne è il frutto normale, voluto, più immediato e più visibile: "Andate dunque, fate dei discepoli in tutte le nazioni"(37). Ora "coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e circa tre mila si unirono ad essi.

E il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati" (38).

- Nata, di conseguenza, dalla missione, la Chiesa è, a sua volta, inviata da Gesù. La Chiesa resta nel mondo, mentre il Signore della gloria ritorna al Padre. Essa resta come un segno insieme opaco e luminoso di una nuova presenza di Gesù, della sua dipartita e della sua permanenza. Essa lo prolunga e lo continua. Ed è appunto la sua missione e la sua condizione di evangelizzatore che, anzitutto, è chiamata a continuare (39). Infatti la comunità dei cristiani non è mai chiusa in se stessa. In essa la vita intima- la vita di preghiera, l'ascolto della Parola e dell'insegnamento degli Apostoli, la carità fraterna vissuta, il pane spezzato (40) - non acquista tutto il significato se non quando essa diventa testimonianza, provoca l'ammirazione e la conversione, si fa predicazione e annuncio della buona novella. Così tutta la Chiesa riceve la missione di evangelizzazione, e l'opera di ciascuno è importante per il tutto.

- Evangelizzatrice, la Chiesa comincia con l'evangelizzare se stessa. Comunità di credenti, comunità di speranza vissuta e partecipata, comunità d'amore fraterno, essa ha bisogno di ascoltare di continuo ciò che deve credere, le ragioni della sua speranza, il comandamento nuovo dell'amore. Popolo di Dio immerso nel mondo, e spesso tentato dagli idoli, essa ha sempre bisogno di sentire proclamare "le grandi opere di Dio" (41), che l'hanno convertita al Signore, e d'essere nuovamente convocata e riunita da lui: Ciò vuol dire, in una parola, che essa ha sempre bisogno d'essere evangelizzata, se vuol conservare freschezza, slancio e forza per annunziare il Vangelo: Il Concilio Vaticano II ha ricordato (42) e il Sinodo del 1974 ha fortemente ripreso questo tema della Chiesa che si evangelizza mediante una conversione e un rinnovamento costanti, per evangelizzare il mondo con credibilità.

- La Chiesa è depositaria della buona novella che si deve annunziare. Le promesse della nuova Alleanza in Gesù Cristo, l'insegnamento del Signore e degli Apostoli, la Parola di vita, le fonti di grazia e della benignità di Dio, il cammino della salvezza; tutto ciò le è stato affidato. Il contenuto del Vangelo, e quindi dell'evangelizzazione, essa lo conserva come un deposito vivente e prezioso, non per tenerlo nascosto, ma per comunicarlo.

- Inviata ed evangelizzata, la Chiesa, a sua volta, invia gli evangelizzatori. Mette nella loro bocca la Parola che salva, spiega loro il messaggio di cui essa stessa è depositaria, dà loro il mandato che essa ha ricevuto e li manda a predicare: ma non a predicare le proprie persone o le loro idee personali (43), bensì un Vangelo di cui né essi, né essa sono padroni e proprietari assoluti per disporne a loro arbitrio, ma ministri per trasmetterlo con estrema fedeltà.

37) Mt 28,19; 38) At 2, 41-47; 39) Vat. II Lumen gentium 8 Ad gentes 5; 40) Cfr. At 2,42-46;4,32-35; 41) Cfr. At 2,11; I Pt 2,9; 42) Ad gentes 5, 11-12; 43) Cfr. 2 Cor 4,5

Su questo testo faccio solo alcune brevi osservazioni perché il resto lo farete voi:

- Senza l'annuncio del Vangelo, come in origine, non nasce la Chiesa, la comunità cristiana. Si rischia di essere dei battezzati, fare la prima comunione, matrimonio in chiesa, senza essere cristiani.

- La comunità cristiana è segno opaco e luminoso della nuova presenza di Cristo.

Essa diventa testimonianza. Come.?

- Ha bisogno continuamente di evangelizzare se stessa.

- È alla Chiesa che è affidata la buona notizia, perciò è una Chiesa da amare e continuamente correggere quindi l'espressione "Cristo sì. Chiesa no" è inesatta.

 

- È la Chiesa che invia gli evangelizzatori ad annunciare Gesù Cristo e non le proprie persone e le proprie idee personali

4) Domandiamoci

La comunità di Filippi è stata fondata da Paolo e dai suoi collaboratori in un ambiente pagano e giudaico.La nostra comunità come è sorta, , con chi, come è, in quale ambiente si trova attualmente, con quali preoccupazioni, con quali difficoltà.?

Delle sollecitazioni di Paolo VI che cosa ognuno mette in evidenza per noi oggi e perché?

 

Preghiera finale:" Spirito e Parola "
Vieni in me, o Spirito Santo.
Accordami la tua intelligenza perché io possa conoscere il Padre nel meditare la tua Parola.
Accordami il tuo ardore perché, anche quest'oggi, esortato dalla tua Parola, ti cerchi nei fatti e nelle persone che ho incontrato.
Accordami la tua sapienza, perché sappia vivere e giudicare alla luce della Parola quello che oggi ho vissuto
Accordami la perseveranza perché con pazienza io penetri il messaggio di Dio nelle Scritture e ne ricavi l'illuminazione, per vivere e amare la vita e il Signore della vita.
Accordami la tua fiducia perché sappia di essere fin d'ora in comunione misteriosa con Dio, in attesa di immergermi in lui, nella vita eterna dove la sua Parola sarà finalmente svelata e pienamente realizzata.

(San Tommaso d'Aquino)